martedì 29 aprile 2008

Viabilità e fruibilità della Valle dei Templi

La presidente del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi, su “La Repubblica” del 20 marzo aveva chiesto agli amministratori agrigentini con piglio deciso, tacciandoli di immobilismo, il coraggio di decidere la chiusura della SS.118 o passeggiata archeologica, in quanto “avvilirebbe e comprometterebbe la Valle con il traffico caotico e inquinante”. Sebbene la presidente del Fai, a mio giudizio, non abbia più titolo per dire ciò che è meglio per Agrigento, dal momento che con un clamoroso voltafaccia ha accettato l'idea del rigassificatore a Porto Empedocle, rinunciando a contrastare con coraggio l'interesse di quei poteri forti da cui il Fai riceve le sponsorizzazioni, non c'è dubbio che oggi la SS. 118 o passeggiata archeologica è eccessivamente trafficata per un aumento degli autobus dei turisti ma anche incredibilmente dei mezzi pesanti che trasportano dalle derrate alimentari ai carburanti e che non dovrebbero proprio transitarvi . Ciò implica tutti quegli inconvenienti evidenziati dalla presidente del Fai. D'altro canto è anche vero che, come sostenuto dal presidente degli architetti di Agrigento, la “chiusura al transito della SS.118 trasformerebbe la Valle da elemento di aggregazione ad elemento di disgregazione tra la città e il mare”.
A questo punto ci si chiede come fare per ridurre il traffico, diventato eccessivo e caotico, senza espropriare gli agrigentini della possibilità di immergersi quotidianamente, anche solo transitando, nella bellezza millenaria della Valle.
Un modo c'è ed è semplice: è necessario aprire i due parcheggi già ultimati di S.Anna e Villaseta dove potranno parcheggiare gli autobus con i turisti.
I visitatori, in attesa che venga riattivata secondo quanto previsto dal piano del parco la strada ferrata che da S.Anna arriva al tempio di Vulcano nel cuore della Valle, arriveranno nella passeggiata archeologica con bus navetta, con le macchinine elettriche già circolanti nella statale 118, con i taxi che si incrementerebbero dando lavoro ad altri operatori o anche a piedi, attivando la porta quinta di fronte al parcheggio S.Anna da cui potranno entrare direttamente nell'area del tempio di Giove, per poi passare nella via Sacra anche realizzando- perché no- quella passerella tanto auspicata dall'Ordine degli architetti che unisca appunto l'area di Giove con quella di Ercole. In tal modo nella statale 118 transiterebbero le automobili degli agrigentini e il traffico si ridimensionerebbe automaticamente così come si ridurrebbe l'inquinamento atmosferico ed acustico con grande soddisfazione di tutti senza dover ricorrere alle barricate minacciate che sarebbe meglio fare per cause più importanti e più pregnanti per il futuro sviluppo del nostro territorio così straordinario per potenzialità, ma così fatalisticamente relegato agli ultimi posti di ogni classifica. A tutto ciò bisogna aggiungere che è necessario mettere mano al più presto ai lavori di riqualificazione del piazzale Hardcastle o posto di ristoro già appaltati e al rifacimento dei marciapiedi che dalla “Promenade” portano proprio al posto di ristoro, utilizzando al meglio quel 30% che il Parco dà al Comune per migliorare proprio i servizi e la fruibilità del parco stesso.
E' arrivato il momento di mettere da parte le beghe per lavorare sinergicamente tra gli enti preposti allo sviluppo del nostro territorio, per il bene di tutta una comunità che, sebbene immersa in un ambiente millenario, non ha davanti a sé tempi biblici per vedere risolti i problemi esistenziali che l'assillano. Continua a leggere...

sabato 26 aprile 2008

"Specchio delle mie brame..."

Questo post potete trovarlo pure pubblicato sul n.17 del 25 aprile di "Grandangolo", settimanale agrigentino di cultura, politica e attualità.
Gaetano Gaziano:
Lascia la scena politica ingloriosamente così come ingloriosamente l'aveva tenuta Alfonso Pecoraro Scanio e per di più con un codazzo giudiziario, avendo la magistratura ipotizzato nei suoi confronti i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla corruzione.
Gli agrigentini, poi, non potranno dimenticare il suo ultimo vergognoso atto di governo: a due giorni dal voto ha rilasciato la Via (valutazione di impatto ambientale) sul rigassificatore di Porto Empedocle, cedendo alle pressioni lobbistiche di Enel, preoccupata dalle dichiarazioni di Berlusconi in campagna elettorale che dal suo governo sarebbero stati realizzati solo i rigassificatori già autorizzati.
E' questo l'ultimo vile atto della sua gestione politica fallimentare che lo ha visto prevalentemente protagonista di duri scontri con l'altro “campione” della politica italiana, Pier Ferdinando Casini.
Come non ricordare, infatti, uno degli ultimi scontri televisivi in cui i nostri “eroi” si sono scambiati l'epiteto di “cialtrone”? Casini è da più di un anno che in tutti i dibattiti televisivi, di cui è stato l'indiscusso protagonista, non perde l'occasione per parlare a favore dei rigassificatori, sapendo di quanto stia a cuore il rigassificatore nella Valle dei Templi a Totò Cuffaro, suo principale supporter e paladino dell'impianto . L'unica motivazione addotta: l'emergenza energia, pur non essendoci in Italia un piano energetico nazionale né il Sicilia un piano energetico regionale.
Pecoraro Scanio sembrava saper resistere alle pressioni dell'altro che era arrivato fino a chiederne la sfiducia individuale in Parlamento.
In una trasmissione di “Primo Piano” Pecoraro Scanio aveva affermato che per alcuni rigassificatori off-shore come Rovigo era favorevole, mentre per alcuni siti era contrario e ciò sosteneva mentre sullo schermo televisivo scorrevano le immagini della Valle dei Templi.
Alla fine, come detto, ha “sbracato”.
Chi, tra Pecoraro Scanio e Casini, sia il più cialtrone non so dire. E' compito molto arduo. Suggerisco loro di interrogarsi dinnanzi allo specchio di Biancaneve: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più cialtrone del reame?”. Penso che anche lo specchio avrà qualche perplessità a rispondere talmente alto è il tasso di cialtroneria di entrambi. Una cosa è certa che, in quanto a dirigenti politici, gli italiani siamo messi proprio male. Il mio pensiero va anche a Francesco Rutelli, che non passerà sicuramente alla storia come esempio di coraggioso Ministro dei Beni Culturali.
Dopo avere tenuto per mesi sul tavolo il dossier del rigassificatore nella Valle dei Templi (almeno per come mi hanno assicurato i suoi più stretti collaboratori), alla fine ha preferito fuggire senza spendere una sola parola a favore della Valle. Rutelli, la Storia non dimentica. Spero che tu scompaia anche dal Campidoglio.
E sempre per restare in materia di “Biancaneve e i sette nani”, dei nani politici agrigentini ho già parlato (dalle pagine di questo giornale), restando in ogni caso il giudizio su di loro sospeso, perché voglio vederli alla prova in questa legislatura, se sapranno cioè impegnasi in difesa del nostro territorio, delle nostre tradizioni e della nostra cultura.
Mi preme oggi occuparmi dei sindacalisti di casa nostra. Che i sindacalisti in generale costituissero una casta di privilegiati più casta delle altre non c'era bisogno che ce lo ricordassero né Montezemolo né il dossier de “L'Espresso” di qualche mese fa. Basta vedere la storia recente: le due più alte cariche parlamentari sono state occupate da sindacalisti.
Al riguardo appare davvero illuminante l'inchiesta-saggio sul sindacato di Stefano Livadiotti da qualche giorno nelle librerie italiane, per i tipi della casa editrice Bompiani, dall'eloquente titolo: “L'altra casta: privilegi, carriere, misfatti e fatturati da multinazionale del sindacato italiano”.
Per quanto riguarda, poi, i sindacalisti di casa nostra, credo che non esista nella storia repubblicana un altro episodio così lampante di sindacati schierati a spada tratta a favore degli interessi lobbistici di Confindustria e di Enel, in cambio dell'elemosina di qualche posto di lavoro. Come alibi al loro incredibile sostegno al lobbismo industriale, fanno riferimento al disastro economico della provincia di Agrigento, che però attribuiscono sempre ad altri, generalmente a politici e imprenditori. Ma perché loro dov'erano? Da tempo immemorabile alla guida dei sindacati agrigentini vi sono sempre le stesse facce. E' facile e comodo addossare ad altri le responsabilità della mancata crescita della nostra terra e scordarsi delle proprie.
Prego, signori sindacalisti, accomodatevi davanti allo specchio di Biancaneve! Continua a leggere...

mercoledì 23 aprile 2008

"Cari Onorevoli, che mi state in cagnesco..."

Questo il testo della mia lettera aperta che ho inviato a tutti i deputati di Agrigento (nazionali e regionali) neo-eletti, con cui tento di stimolarli a difendere il nostro territorio, la nostra storia e la nostra cultura, facendo leva sull'orgoglio di essere agrigentini. Conoscendo le loro "facci di basuli", dubito che si attiveranno.
Gaetano Gaziano
Testo della lettera:
“Vostra Eccellenza, che mi sta in cagnesco...”,
l' incipit della poesia di Giuseppe Giusti, una delle più note della letteratura italiana, mi dà la stura per scrivere questa mia lettera aperta alla deputazione agrigentina neo eletta al Parlamento Italiano e all'Assemblea Regionale Siciliana.
“Cari Onorevoli, che mi state in cagnesco” perché vi ho sferzato in campagna elettorale, a volte anche duramente, per essere stati tutti volutamente in silenzio in ordine al rigassificatore di Porto Empedocle, capisco che ragioni di realpolitik vi hanno consigliato di tacere per non perdere voti, ma oggi, una volta eletti, siete chiamati non solo ad esprimervi ma anche a lottare perché questa sciagura venga evitata alla nostra provincia di cui siete i rappresentanti politici.
Perché vi chiedo questo e perché ritengo il rigassificatore una sciagura per la nostra terra.
Durante la campagna elettorale è emerso chiaramente che i candidati più autorevoli della Sicilia Orientale si sono schierati tutti, di destra e di sinistra, contro il rigassificatore di Priolo e l'hanno avuto vinta. Ci preoccupa un po' la dichiarazione di Raffaele Lombardo per cui il rigassificatore di Priolo “non s'ha da fare” in quanto pericoloso mentre quello di Porto Empedocle, se sicuro, si può fare.
Siccome non siamo nati ieri, da queste dichiarazioni traspare evidente il patto di ferro tra Lombardo e Cuffaro, padrino del rigassificatore, di un placet del nuovo governatore della Sicilia sull'impianto industriale di Porto Empedocle.
Lombardo, che pure dalle pagine de “La Sicilia” il 1° ottobre del 2007 tuonava: “i lor signori non trasformeranno la nostra terra in una pattumiera dell'Europa”, oggi si mostra più morbido verso i desiderata dell'amico e sodale Totò Cuffaro. A casa mia no, sostiene Lombardo, ad Agrigento si può fare. Perché noi, ovviamente, siamo una provincia “babba”.
A questo punto mi piace qui ricordare l'efficace slogan elettoralistico di Roberto Di Mauro: “Nati per difendere la Sicilia”, che dovrebbe diventare, a rigor di logica, il programma di tutta la deputazione agrigentina, nazionale e regionale, con riferimento alla nostra provincia.
“Cari onorevoli che mi state in cagnesco”, vi aspetto all'opera in difesa del nostro territorio, della nostra storia e della nostra cultura.
Soprattutto oggi che il vile Pecoraro Scanio ci ha fatto il bel regalo, a due giorni dall'elezione, della Via al rigassificatore di Porto Empedocle, per raccattare qualche voto all'interno di Confindustria. Pecoraro Scanio è scomparso politicamente, come spero che scompaiano dalla faccia della terra tutti quegli ambientalisti come lui che sono, non per l'ambientalismo del fare, ma per l'ambientalismo degli affari.
E finiamola con la storiella che al rigassificatore non ci sono alternative di sviluppo economico e occupazionale: basterebbe realizzare nell'ex area Asi di Porto Empedocle un ipermercato, per dare occupazione a molti più lavoratori di quanti ne promette l'Enel come “compensazione” (che brutta parola!) al disastro ambientale ed economico che il rigassificatore porterebbe con sé.
“Cari Onorevoli che mi state in cagnesco”, in un arguto articolo su Agrigentoweb, il direttore, Lelio Castaldo, vi ha definiti i “nostri gladiatori” che, a vario titolo, avete consegnato la provincia di Agrigento all'ultimo posto della graduatoria nazionale.
Oggi voglio rivolgermi al vostro orgoglio di esser agrigentini per sventare questo tentativo di neo colonialismo industriale che ucciderebbe la nostra economia basata sul turismo e sullo sfruttamento delle risorse culturali. Così operando, (credo e spero) si potrà dare un consistente impulso alla rinascita della nostra terra e il giudizio che di voi stessi consegnerete alla Storia potrebbe non esser quello di “gladiatori” di battaglie perse. Continua a leggere...

sabato 19 aprile 2008

S.O.S per la valle dei Templi di Agrigento

Gaetano Gaziano, mio marito, componente del Comitato "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" ha lanciato un accorato appello al mondo accademico, che è stato anche recepito dal sito "Patrimoniosos.it": http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=40445

Trascrivo l'appello sul blog:
"Il Ministero dell'Ambiente ha rilasciato la VIA (valutazione di impatto ambientale) per la costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi a Porto Empedocle sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine con la Valle dei Templi di Agrigento.
LA VALLE DEI TEMPLI MUORE
All'ultimo appello lanciato per salvarla, Franco Frattini, vice presidente della Commissione Europea, mi ha risposto con una un'altra mail in automatico. Ciò ha il sapore della beffa.
L'Europa tace, Rutelli e Pecoraro Scanio fuggono dalle loro responsabilità.
Francesco Bandarin, italiano e direttore del World Heritage Centre di Parigi, nasconde la testa nella sabbia.
Tacciano inoltre la stampa internazionale (l'Economist) e le istituzioni internazionali di archeologia (l'Istituto Germanico di Archeologia), che pure avevano
assicurato il loro intervento.
Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del Fai, e Giovanni Puglisi, rappresentante UNESCO per l'Italia, dopo avere inviato appelli all'ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, in difesa della Valle dei Templi, padrino del rigassificatore, hanno effettuato un clamoroso quanto incredibile voltafaccia.
Andrea Camilleri, il più acclamato scrittore di Porto Empedocle ha dato il proprio avallo al rigassificatore.
Report di Milena Gabanelli, anche se più volte sollecitata, non ha ancora trattato l'argomento.
LA VALLE DEI TEMPLI MUORE, perché è stata abbondanata da tutti.
Rivolgo un ultimo disperato appello al mondo accademico perché faccia sentire la sua voce (se vuole e se può).
L'ignominia derivante dalla costruzione dell'ecomostro dell'Enel ricadrebbe tutta sul mondo della cosiddetta cultura italiana e internazionale".
Gaetano Gaziano,
Comitato Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento Continua a leggere...

mercoledì 16 aprile 2008

Svegliati, Agrigento!

Cari amici,
innanzi tutto grazie per avermi votato. Ringrazio, soprattutto alcuni di voi che non conosco che vivono in cittadine come Castrofilippo o Menfi e che mi hanno sicuramente seguito attraverso il blog. E' vero ho avuto pochi voti, ma vi assicuro che non sono per niente pentita di avere fatto questa esperienza, perché, come sanno gli amici che mi hanno seguito, l'ho fatto per una motivazione talmente alta che va al di là anche del proprio orgoglio personale che vorrebbe vederci sempre vincitori.
Gli amici che mi hanno seguito sanno che ciò che mi ha spinto ad accettare una candidatura sicuramente perdente è stata la volontà di dire in modo netto un NO al rigassificatore nella Valle dei Templi.
Questo messaggio è passato con lo spot televisivo, con i manifesti, con i fac-simili. L'obiettivo che volevo raggiungere era questo e non certo quello di ottenere un seggio al parlamento siciliano impossibile da ottenere se non c'è l'apporto dei partiti.
Certo la città di Agrigento non ha risposto al grido di allarme da me lanciato, ma a dire il vero anche questo era messo nel conto. Io vivo ad Agrigento da quando avevo 14 anni, giacché ad Agrigento ho frequentato il ginnasio e il liceo. Conosco bene questa città piccolo borghese, rassegnata e direi quasi anestetizzata, incapace di ribellarsi anche nei momenti più difficili in cui uno scatto di orgoglio sarebbe indispensabile (la mancanza d'acqua docet).
Se la provincia di Agrigento è rimasta l'ultima tra le province italiane, ciò non è casuale ma implica una corresponsabilità che coinvolge i cittadini oltre che la classe politica.
La politica, infatti, non è la sola responsabile del disastro agrigentino. Assieme alla politica latitante c'è la responsabilità di una borghesia piccola piccola che non ha saputo assumere il ruolo di classe dirigente e ha continuato a premiare politici incapaci e assenti e, con il suo silenzio e la sua rassegnazione, si è resa corresponsabile del mancato sviluppo, nonostante le grosse potenzialità culturali e paesaggistiche dell'intera provincia.
E' su questo che, a bocce ferme, dopo la campagna elettorale vorrei aprire il confronto con i frequentatori del mio blog, sperando di riuscire, come si suol dire, a smuovere le acque.
E a chi mi chiede “chi te l'ha fatto fare”, rispondo: l'amore per una città bella e disperata come Agrigento, che è una perla e fa tanto tristezza. Continua a leggere...

sabato 12 aprile 2008

Un'esperienza entusiasmante

Cari amici, questa mia anomala esperienza elettorale è stata davvero entusiasmante. Nata per caso è cresciuta giorno dopo giorno.
L'amore per Agrigento e l'amore per Lampedusa mi hanno spinto in questa avventura. Entrambe queste due realtà si trovano, infatti, in un momento cruciale per il loro futuro. Agrigento ha la spada di Damocle di un rigassificatore che ne può cambiare la fisionomia. Lampedusa sta vivendo un momento difficile e ha bisogno di un grande impulso per rilanciare la propria economia e la propria immagine. Convinta che nei momenti difficili sia doveroso prestare il proprio aiuto, non ho saputo sottrarmi all'impegno per le due realtà che più amo. Ho cercato di fare del mio meglio per avvicinare quanta più gente possibile. Non mi sono mai stancata di confrontarmi, cercando di capire le difficoltà e i problemi che ognuno di noi vive quotidianamente. Ho emozionato e mi sono emozionata
Il blog mi è servito per dialogare con un pubblico più vasto e intendo tenerlo aperto anche dopo le elezioni per continuare a confrontarci sui problemi più importanti di queste realtà
Il confronto delle idee è stato quasi sempre costruttivo, anche se non è mancata, come è naturale che fosse, qualche nota stonata.
L'accusa rivoltami, infatti, di usare l'argomento rigassificatore e il malessere dei pescatori di Lampedusa quali pretesti elettorali non mi ha toccato più di tanto, giacché “omnia munda mundis”. Tra le esperienze più emozionanti annovero i due comizi tenuti in piazza a Lampedusa, perché sono stati una festa di democrazia e di socializzazione, e l'avere incontrato una signora anziana nella sua casa ricca di ricordi e di affetti che, con piglio deciso, ha sostenuto orgogliosamente la mia candidatura di lampedusana.
Grazie a tutti. Continua a leggere...

venerdì 11 aprile 2008

Il mio appello per salavare la Valle dei Templi

E' di mercoledì 9 aprile la notizia del “Sole 24 Ore” che la sottocommissione del Ministero dell'Ambiente, che istruisce la procedura di VIA (valutazione di impatto ambientale), ha dato un primo parere favorevole al rigassificatore di Porto Empedoclce.
Quale componente del consiglio del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, chiederò una convocazione urgente del CDA per adottare gli opportuni mezzi giuridici di contrasto al nulla osta del Ministero dell'Ambiente.
Abbiamo letto nel “Giornale di Sicilia” del 10 aprile (pag.4) che i candidati del Pdl della Sicilia Orietntale e precisamente Stefania Prestigiacomo, Titti Bufarddeci, Roberto Centaro, Fabio Granata e Bruno Alicata hanno fortemente protestato contro la decisione del Ministero dell'Ambiente di autorizzare il rigassificatore a Porto Empedocle “in quanto è anomalo che, dopo un lungo periodo in cui le attività della Commissione Via sono state bloccate, la decisione venga assunta con inusuale solerzia alla vigilia del cambio di governo. La preoccupazione per il nostro territorio è che si vogliano mettere davanti al fatto compiuto i governi di domani, e in particolare quello regionale che dovrà definire il piano energetico regionale che dovrà individuare la posizione da assumere in ordine ai rigassificatori di Porto Empedocle e quello della zona industriale di Siracusa”.
E' stata tempestiva la reazione dei candidati del Pdl della Sicilia orientale. Stupisce invece il silenzio dei candidati della Pdl di casa nostra, a partire proprio da Angelino Alfano che è agrigentino e coordinatore regionale del Pdl. E' inquietante anche il silenzio di tutti gli altri candidati agrigentini di entrambi gli schieramenti.
Ho accettato di candidarmi nel partito democratico per la Regione Siciliana per gridare forte il mio NO al rigassificatore nella Valle dei Templi di Agrigento, anche se sono consapevole che nel partito democratico, come del resto negli altri partiti, siano in molti i favorevoli al rigassificatore.
Il mio NO sarà tanto più forte quanto più vasto sarà il consenso che mi darete il 13 e il 14 aprile, per impedire che il paesaggio storicizzato della Valle dei Templi ancora intatto venga trasformato in uno scenario industriale come quello di Gela, Priolo e Augusta Continua a leggere...

lunedì 7 aprile 2008

La rabbia dei pescatori di Lampedusa

Ieri, 6 aprile alle ore 10, ho incontrato l'associazione dei pescatori di Lampedusa che comprende 84 soci e 204 pescatori attivi. Il presidente dell'associazione Piero Billeci mi ha rappresentato tutte le difficoltà che attanagliano la categoria da anni e che oggi si sono incacrenite a tal punto da rischiare di far morire del tutto quello che a Lampedusa è stato, prima dell'avvento del turismo, il primo cespite di reddito.
Le difficoltà maggiori derivano dal caro gasolio e dai trasporti inadeguati. Per quanto concerne il caro gasolio, i pescatori di Lampedusa pagano ben 15 centesimi in più al litro rispetto alle altre marinerie. Ciò comporta un tale aggravio di spese da non rendere a volte conveniente neppure uscire a pescare.
Il problema dei trasporti poi deriva dal fatto che il pesce viene trasferito in terra ferma solo con la nave di linea della Siremar che non garantisce alcuna regolarità in quanto si tratta di una nave vecchia spesso in avaria che un giorno sì e un altro pure non raggiunge il porto di Lampedusa per avaria dei motori o per le condizioni metereologiche "ritenute avverse".
Far morire la marineria a Lampedusa è veramente delittuoso e porterà di sicuro un contraccolpo anche al turismo: le due cose sono infatti strettamente legate perchè chi arriva a Lampedusa lo fa anche per mangiare l'ottimo pesce pescato nel nostro mare.
Non penso che sarà la stessa cosa quando i turisti non troveranno più sulle tavole dei ristoranti o nelle pescherie locali le cernie, i dentici, le ricciole, le triglie e tutto quel ben di Dio di pesce fresco saporitissimo che ancora oggi i pescatori locali ci garantiscono. Scoprire che si è lasciato da anni incancrenire il problema è stato davvero scioccante e penso che, al di là di tutto, cercherò di portare l'attenzione su un problema molto grave sotto tutti i profili compreso quello umano che vedrà interi nuclei familiari privati del loro reddito e della loro identità di pescatori. Continua a leggere...

venerdì 4 aprile 2008

La famiglia è una cosa troppo seria per usarla come spot elettorale

Martedì 2 aprile, alle ore 18, ho partecipato all'incontro promosso dall'associazione “Nuove ali” di Favara sul tema “occuparsi dei disabili e delle loro famiglie è un dovere”. L'associazione, formata dalle famiglie che hanno al loro interno la presenza di un figlio con handicap, ha voluto far conoscere ad alcuni candidati del Partito Democartico le difficoltà derivanti soprattutto dal fatto che molte volte vengono negati servizi indispensabili e quei diritti che, anche se previsti per legge, spesso vengono vanificati con il pretesto della mancanza di fondi.
Le testimonianze portate soprattutto dalle mamme sono state accorate e a volte giustamente indignate per le carenze dei servizi e per la scarsa attenzione anche umana rivolta alle loro problematiche.
Nel mio intervento ho evidenziato che sono un'insegnante prestata alla politica e come tale sono stata spesso a contatto con studenti portatori di handicap e con le difficoltà vissute dalle relative famiglie. Ho stigmatizzato il fatto che si continui a parlare della famiglia in modo strumentale quando si è in campagna elettorale per poi dimenticarsene quando si è al governo.
Non c'è esponente di spicco di partito, soprattutto se di centro destra, che non usi la famiglia e i “valori” come spot politico. E' arrivato il momento di occuparsi della famiglia seriamente con gli aiuti adeguati che possono concretizzarsi in consistenti sgravi fiscali; in strutture quali asili, scuole eccetera. Se poi le famiglie hanno al loro interno un portatore di handicap, a tutto ciò bisogna aggiungere gli aiuti finanziari necessari e l'assistenza con personale specializzato per alleviare i disagi e rendere più sopportabile la quotidianità.
Lesinare o tagliare le risorse in questo settore è davvero delittuoso. E' necessario insomma piuttosto che continuare a parlare a vuoto di famiglia fare una politica coerente di aiuti e di sostegno, non strumentalizzandola quando fa comodo per poi disinteressarsene cinicamente. Continua a leggere...

martedì 1 aprile 2008

Rilanciamo Lampedusa e Linosa

Sono allarmata per le notizie che quasi giornalmente arrivano da Lampedusa, l'isola in cui sono nata e dove vivo per buona parte dell'anno.
Due continuano ad essere i problemi principali: l'immigrazione clandestina e il calo del turismo.
In un articolo del periodico lampedusano “Punta Sottile” del luglio 2006, ho ampiamente approfondito il fenomeno dell'immigrazione, inviando anche l'articolo al Ministro degli Esteri D'Alema che ha risposto, assicurando di avere attenzionato il problema.
In detto articolo molto argomentato, dopo avere analizzato le complesse cause (carestie, epidemie, guerre) che danno origine a questo esodo biblico, sostengo che la soluzione del problema spetta all'Italia ma anche all'Europa e che una politica dell'immigrazione seria deve sapere coniugare le esigenze umanitarie con le esigenze altrettanto importanti di legalità e di sicurezza del nostro Paese senza dimenticare le legittime aspettative di Lampedusa che, dal fenomeno dell'immigrazione, continua ad avere una ripercussione negativa soprattutto in termine di immagine che penalizza il turismo.
Le intese bilaterali con i Paesi di origine dei migranti, che pure sono state stipulate, non hanno finora prodotto i risultati sperati così come non l'hanno prodotto i deboli interventi europei.
E' necessario che dalla Regione Siciliana si attivino tutti gli strumenti idonei a contrastare il fenomeno, stimolando il governo nazionale a ritenere prioritaria la soluzione di tale problema, nell'interesse non solo di Lampedusa ma dell'intero Paese.
La Regione deve poi prevedere adeguati interventi compensativi finanziari a sostegno degli operatori turistici e dei pescatori che, più degli altri, subiscono gli effetti negativi del fenomeno.
Più in dettaglio è necessario migliorare i trasporti marittimi che mostrano carenze vistose, dato che la nave è vecchia e inadeguata e non si è mai imposto alla Sireamar di sostituirla, pena la rescissione del contratto. Prevedere inoltre un mezzo diverso per il trasporto dei clandestini e le navi “Ro Ro”, da sempre promesse e mai entrate in funzione, che devono trasportare la spazzatura.
Il turismo, che a Lampedusa da alcuni anni è in calo, va rilanciato attivando tutti quegli accorgimenti che finora sono rimasti vaghe promesse.
E' necessario: 1) che al centro di tutto venga messa la legalità, precondizione allo sviluppo; 2) che la Regione, ma anche la Provincia di Agrigento e il Comune di Lampedusa, promuovano l'immagine dell'isola; 3) che il Comune curi di più i servizi e il decoro, tenendo l'isola pulita e profumata. E' impensabile pretendere l'arrivo dei turisti quando non sono stati risolti gli annosi problemi fondamentali riguardanti la distribuzione idrica, il sistema fognario, la raccolta differenziata dei rifiuti, il traffico veicolare caotico, il disordine urbanistico e la sciatteria che continua a regnare nelle strade principali del centro storico, con una Via Roma che, in estate, si trasforma in un suk popolato da venditori ambulanti abusivi.
Oltre agli interventi strutturali seri che vanno programmati nel medio e nel lungo periodo, a volte bastano pochi accorgimenti e un po' di coraggio per migliorare tutto.
Non ci possiamo permettere di perdere altro tempo: è necessario che fin da questa estate vengano adottate quelle misure idonee a rendere subito Lampedusa e Linosa più accoglienti. Continua a leggere...