domenica 24 agosto 2008

Lettera aperta al Sindaco Marco Zambuto perché salvi la Valle dei Templi di Agrigento

Caro Sindaco,
alcuni uomini politici agrigentini senza scrupoli, con la complicità di pubblici funzionari “distratti”, hanno svenduto la Valle dei Templi al mondo del business, così compiendo il più grave attentato all'integrità della Valle nell'arco dei suoi 2500 anni di storia.
Oggi l'Enel, che dovrebbe costruire un rigassificatore da 8 miliardi metri cubi a Porto Empedocle a ridosso della Valle e in zona “Caos” anch'essa sottoposta a vincolo paesaggistico, sponsorizza lo spettacolo ad Agrigento dei balletti classici di “Roberto Bolle and his friends”, proprio con lo sfondo del tempio della Concordia. Tutto ciò suona come un irridente sberleffo a noi agrigentini e alla Sua persona che gli agrigentini tutti rappresenta. La sponsorizzazione da parte dell'Enel dello spettacolo non è altro, infatti, che un'evidente operazione di maquillage cultural-pubblicitario per fare accettare a noi agrigentini e al mondo intero della cultura il boccone amaro del rigassificatore.
Come Ella certamente capirà, la costruzione dell'impianto industriale, rientrante per la normativa Seveso tra quelli a “rischio di incidente rilevante”, porterebbe a deturpare irrimediabilmente e a profanare la nostra Valle, e l'Enel non vuole prendere in considerazione neppure l'ipotesi di costruirlo off-shore, come li stanno programmando a Livorno e a Rovigo, che pure non hanno un'altra Valle dei Templi. Come si sa, gli interessi della cultura non sempre coincidono con quelli del business, anzi quasi mai.
In un precedente articolo, pubblicato su questo blog e sul settimanale “Grandangolo”, ho denunciato all'opinione pubblica il fatto che con questa iniziativa l'Enel vuole mettere in atto una strategia, neppure tanto nascosta, di barattare i nostri tesori con gli specchietti di colombiana memoria, specchietti che ho proposto di restituire al mittente, essendo evidente il loro patetico tentativo di trattarci alla stregua di ignoranti selvaggi con l'anello al naso e con la sveglia al collo.
Tuttavia, anche se non è certo questo lo scopo a cui tendono gli organizzatori e gli sponsor dello spettacolo, che hanno tutt'altre finalità, l'evento che il Fai ha programmato nella Valle dei Tempi per il 13 settembre contribuirà comunque a consacrarla ulteriormente come luogo simbolo mondiale di cultura.
A questo punto, lo spettacolo di Bolle, che avrà certamente un riscontro mediatico a livello nazionale e internazionale, può e deve essere considerato come un'opportunità data a noi agrigentini di denunciare ulteriormente il progetto di violare la sacralità della nostra Valle, che segnerebbe anche il “de profundis” per la nostra economia, come affermato dal Presidente Fai, prima del suo incredibile “allargamento della riflessione”.
Caro Sindaco adesso tocca a Lei! E' questa forse l'ultima e irripetibile occasione di denunciare al mondo intero della cultura il tentativo di industrializzare il nostro sito archeologico, dichiarato patrimonio Unesco dell'umanità .
Bisogna difendere a denti stretti il nostro patrimonio culturale. Sì è vero, è in flessione il turismo ad Agrigento, come del resto succede dappertutto per i venti di recessione che soffiano sull'economia nazionale e internazionale. Da noi inoltre, come si sa, ciò che più ci penalizza è la mancanza di un aeroporto. Ma, se a ciò si dovesse aggiungere malauguratamente la costruzione di un rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi, verrebbe anche uccisa la speranza di un nostro riscatto economico anche dopo la realizzazione di quelle infrastrutture di cui siamo attualmente carenti.
Non spetta a noi del comitato suggerirLe la strategia di denuncia: resta il fatto che, in occasione delle spettacolo di Bolle, saranno presenti ad Agrigento i giornalisti dei più importanti network televisivi e della carta stampata, nazionali e stranieri.
Faccia sentire forte la Sua Voce a nome di noi agrigentini, fortemente indignati per questa volgare aggressione al patrimonio culturale universale.
Cordiali saluti,
Gaetano Gaziano, Comitato Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento.
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giovedì 14 agosto 2008

Il balletto di Roberto Bolle specchietto per allocchi...

"Timeo Danaos et dona ferentes": questo il grido di allarme che il troiano Laocoonte urlò ai suoi sprovveduti concittadini che accettarono il dono del cavallo di Troia. La storia si ripete.
Premetto che ritengo (e non sono il solo ovviamente) Roberto Bolle uno dei più grandi ballerini classici viventi e sicuramente il ballerino italiano più famoso di tutti i tempi. La tradizione del balletto ci parla di grandi ballerine italiane etoiles dell'Ottocento e di oggi che vanno (solo per citarne alcune) sotto il nome di Carlotta Grisi e di Carla Fracci che, a sessant'anni, calca ancora le scene dei teatri classici più famosi del mondo. Bolle è il primo ballerino italiano di sempre che va ad affiancare i grandi ballerini della scuola russa da Nijinski, che fece la fortuna dei Balletti di Diaghilev, fino ad arrivare a Nureiev e a Barishinikov.
Frequento teatri di opera lirica e di balletti da quando ero ragazzo e ancora oggi (dopo sessant'anni) il balletto classico come il melodramma riescono a darmi profonde emozioni. Certo, sono un patetico pensionato che crede ancora nei valori della Cultura e ci crede veramente.
Molto più pragmaticamente c'è chi, della Cultura, si fa paravento o foglia di fico per addolcire o mascherare operazioni affaristico-commerciali che con la Cultura non hanno niente da spartire.
Se provate a scorrere l'elenco degli organizzatori e degli sponsor che ci propongono oggi lo spettacolo di Roberto Bolle nella Valle dei Templi, troverete gli stessi personaggi che la Valle vogliono irrimediabilmente deturpare e profanare. L'Enel, primo sponsor, che intende costruire un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi a ridosso della Valle, non vuole prendere in considerazione neppure l'ipotesi di costruirlo off-shore, come li stanno programmando a Livorno e a Rovigo: deve essere costruito sotto la Valle dei Templi e che nessuno protesti!
Lo spettacolo di Bolle ci ricorda tanto gli specchietti con cui Colombo barattò l'oro e i diamanti dei nativi americani e a coloro, che scoperto il trucco si ribellarono, diedero una più drastica alternativa: la spada!
Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente nazionale Fai che organizza lo spettacolo, è colei che, stimolata da noi, scrisse una lettera aperta a Totò Cuffaro, chiedendogli di fare un gesto d'amore verso la propria città, peccato che solo pochi mesi dopo abbia fatto "un allargamento della riflessione" o,come percepito dagli agrigentini, una clamorosa marcia indietro. Se andate a guardare nel sito del Fai, troverete l'Enel tra i suoi sponsor e, si sa, l'Enel è specialista in “folgorazioni”.
Come “folgorato” sulla via del rigassificatore è stato certamente quel Gianni Puglisi, presidente della Fondazione del Banco di Sicilia, uno degli altri sponsor dello spettacolo, che, quasi obbligato dal suo ruolo istituzionale di capo della delegazione italiana Unesco, scrisse un'analoga lettera a Cuffaro, paventando la cancellazione della Valle dalla World Heritage List dell'Unesco, per rimangiarsela a sua volta, affermando che “grazie a Dio” il rigassificatore non costituisce un problema per il mantenimento della Valle nella lista del patrimonio dell'umanità.
E ancora: fa parte del comitato organizzatore dello spettacolo quel Mario Ciancio Sanfilippo, editore del giornale “La Sicilia”, la cui pattuglia di “giornalisti” della redazione di Agrigento da più di un anno ci bombarda con argomenti a favore del rigassificatore, individuando, anzi, nella Valle un freno allo sviluppo del nostro territorio, facendo così eco a quei costruttori che, negli anni Settanta, proposero di abbattere i Templi con le ruspe per costruirvi grattacieli. Allora sorridemmo, oggi c'è poco da sorridere, anche perché i poteri forti hanno “convincenti” argomenti per fare rientrare le proteste e, in cambio, paludano i progetti indecorosi contrastanti con il nostro patrimonio archeologico sotto la veste accattivante della Cultura, come il balletto classico.
Emblematicamente questo gala è stato intitolato "Roberto Bolle and his friends". Non so se Bolle sia consapevole da quali "amici" sarà attorniato nella Valle dei Templi il 13 settembre.
Certamente, oltre ai predetti "amici", penso saranno presenti i protagonisti della nostra vita politica che hanno fortemente voluto il rigassificatore, come Cuffaro e Capodicasa, con il codazzo dei politici minori, ma ugualmente responsabili del progetto di conversione industriale della Valle dei Templi, come il sindaco di Porto Empedocle. Penso che ci sarà anche il nostro ministro guardasigilli, Angelino Alfano, con il seguito dei soliti cortigiani, che una parola sul rigassificatore non ha voluto spendere. Insomma, una bella cerchia di "amici".
In un'Italia fatta di “furbetti del quartierino”, di capitalisti impresentabili, di politici (di destra e di sinistra) che propugnano l'ambientalismo del fare (o meglio degli affari), di parlamentari siciliani “ascari”, proni agli interessi dei poteri forti, c'è fortunatamente ancora chi si ostina a credere nei valori autentici della Cultura, gridando "via i mercanti dal tempio (della Concordia)" e respingendo al mittente gli specchietti per allocchi.
Gaetano Gaziano
tanogaziano@yahoo.it Continua a leggere...

lunedì 4 agosto 2008

Cuffaro e Capodicasa santi subito!

Per questo mio articolo prendo spunto da alcuni simpatici commenti “postati” su questo blog e relativi al mio precedente pezzo sull'emergenza idrica agrigentina dal titolo, al tempo stesso ironico ed emblematico, “Signuruzzu chiuvìti, chiuvìti...”.
Da un simpatico visitatore del sito, che si firma Maorinho (piccolo Maori) in quanto dice di appartenere alla leggendaria tribù degli aborigeni neozelandesi il cui grido di combattimento è stato fatto proprio dagli imbattibili All Blacks, è venuta l'originalissima proposta di fare Cuffaro e Capodicasa santi subito per i loro innegabili “miracoli” operati a beneficio della popolazione agrigentina. A chi avesse scarsa memoria ricordiamo, infatti, che l'accoppiata dei due governatori agrigentini ha consentito alla nostra provincia di fare quel salto di qualità che le ha permesso rapidamente di risalire i posti nelle graduatorie nazionali di benessere sociale, rispetto dell'ambiente, reddito pro-capite, vivibiltà, eccetera.
Voglio ricordare solo alcuni dei grandissimi meriti della nostra coppia miracolistica.
Occupazione: nella nostra terra, grazie alla politica di sviluppo promossa dai due nostri grandi benefattori, non esiste più un solo disoccupato. Anzi si teme che per coprire quelle migliaia di nuovi posti di lavoro occorrenti al il rigassificatore nella Valle dei Templi, voluto come ultimo preziosissimo regalo dai beatificandi Cuffaro e Capodicasa, bisognerà ricorrere alla mano d'opera straniera.
Il rivoluzionario aeroporto realizzato ad Agrigento è una realtà tangibile frutto della più avanzata tecnologia e del più avveniristico design architettonico. Infatti dall'alto non si vede, perché è stato realizzato sotto terra e, all'approssimarsi degli aerei, si aprono improvvisamente due ali di terreno, emergono le piste aeroportuali, l'aerostazione e la torre di controllo, per richiudersi subito dopo ogni atterraggio, così come dopo ogni decollo.
Il nostro aeroporto, gioiello della modernità e del progresso, è stato giustamente intitolato “Cuffaro-Capodicasa”, a perenne memoria dei due protagonisti della nostra vita politica.
Emergenza idrica: ormai sono lontani i giorni della penuria d'acqua ad Agrigento. Solo gli anziani ne conservano qualche ricordo. Da tempo sono spariti dalle terrazze delle nostre abitazioni quegli orribili e antiestetici contenitori azzurri di plastica che costituivano l'impresentabile skyline di Agrigento. Per fortuna oggi l'acqua ad Agrigento ce l'abbiamo 24 ore su 24 (come del resto in tutti paesi civili) e non c'è l'esigenza di deturpare il nostro panorama.
Questi solo per ricordare alcuni dei grandi meriti dei nostri due benefattori, per cui la proposta di proclamare santi subito Cuffaro e Capodicasa ha trovato immediato unanime consenso soprattutto nell'informazione online che oggi viaggia alla velocità della luce.
Figurarsi che, sulla proposta di beatificazione avanzata sul mio blog da Maorinho, è arrivata in tempo reale l'approvazione di Papà-Mahori, lo stregone-sciamano di “Rafalahar”, un villaggietto di aborigeni che si trova 900 miglia a nord di Auckland, che con una mail (anche gli aborigeni vanno al passo con il progresso) mi ha riferito che quando invocano la benevolenza degli spiriti della loro tribù amano intonare, danzando, questo inno rituale:
“Kapokasa, Kapokasa”
“e Totonnu Vasa Vasa”
“lestu, lestu, akkura, akkura”
“sunnu i nostri prutitturra...”
Incredibile: i nostri beatificandi protagonisti politici hanno un riscontro universale, se perfino da uno sperduto villaggietto di selvaggi Mahori neozelandesi ci arriva (in un dialetto poco comprensibile, ma comunque chiaro) l'informazione su un loro antico rito propiziatorio di spiriti (o santi o divinità: chiamateli come volete) che hanno una strabiliante assonanza con i futuri San Totò Cuffaro e S.Angelo Capodicasa. Peraltro potrebbero prendere, a buon diritto, i posti dei santi protettori dei loro rispettivi paesi natali, Raffadali e Ioppolo Giancaxio.
Ultima informazione: giovedì scorso si è riunito, in seduta straordinaria, il consiglio comunale di Agrigento, non per discutere come avveniva in tempi ormai remoti dell'emergenza idrica nella nostra città ma per decidere in quale data del calendario collocare la festività da dedicare ai due nuovi santi. Sì proprio nello stesso giorno: non sono rari, infatti, nella agiografia i santi che vengono ricordati in coppia (basti pensare a SS. Pietro e Paolo, SS. Cosma e Damiano e via cantando).
In un primo momento si era pensato al 1° Novembre ma, visto che trattasi di data troppo affollata, all'unanimità è stato deciso di scegliere il giorno successivo, il 2 Novembre.
Gaetano Gaziano
tanogaziano@yahoo.it Continua a leggere...