domenica 21 giugno 2009

Storie di disastri annunciati

La strage sul viadotto Morandi di alcuni giorni fa dovrebbe suonare come una sveglia per politici, assessori, funzionari e quant'altri continuano ad esibire la loro inettitudine “pupiandosi” davanti alle tivù locali per portare avanti una politica degli annunci, destinati a restare tali e che nulla ha a che fare con l'efficienza e con il bene dei cittadini che vedono precipitare sempre più in basso la loro qualità di vita e perfino la loro sicurezza. Il problema della segnaletica stradale e del conseguente traffico caotico e pericoloso sulle strade centrali e periferiche di questa città, che mette a repentaglio tutti i giorni la nostra vita, è sotto gli occhi di tutti tranne di chi per dovere istituzionale dovrebbe mettere a fuoco il problema che, come accade da noi, non si risolve ma si rimuove. Così ogni giorno le nostre strade sono funestate da incidenti gravi e meno gravi che ci lasciano attoniti e impotenti dinanzi al cinismo di chi, potendo e dovendo, non fa nulla. Una situazione di grave pericolo, e gli incidenti quotidiani lo dimostrano, c'è sulla statale 118 o passeggiata archeologica. Circa un anno fa, a seguito delle pressioni fatte dal consiglio comunale, vennero stralciate dal piano del parco le tavole sulla viabilità ma contemporaneamente si sancì l'interdizione del traffico pesante prevedendo che tale arteria, che attraversa il cuore della valle, diventasse a traffico limitato. Era stato assicurato pertanto un intervento tempestivo per adeguare la segnaletica e mettere in atto tutte le misure necessarie a tale scopo. Ad un anno di distanza chi percorre la strada si ritrova in situazioni tali da doversi ritenere graziato se ne esce indenne. La cosiddetta passeggiata archeologica, stretta e con curve pericolose, è transitata ogni giorno dalle auto degli agrigentini e dai bus dei turisti ma, udite udite, dalle autocisterne che trasportano carburanti, dagli articolati che trasportano automobili, dai camioni con le derrate alimentari, dalle betoniere del calcestruzzo e chi più ne ha più ne metta. La strada è a doppio senso di circolazione e l'unico semaforo all'altezza del museo, messo lì da 4 anni, è sconsolatamente spento. Non esistono le strisce pedonali e l'unico limite di velocità è di ben 50 km orari. Un anno fa la presidente del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi, prima dell'esibizione di Bolle davanti al tempio della Concordia tuonò, sulle pagine di parecchi quotidiani, contro la strada che squarcia il cuore della Valle inquinandola con traffico caotico, pericoloso e inquinante. Mi risulta che in quella occasione, davanti al tempio della Concordia, furono fatte solenni promesse da parte delle autorità presenti e “presenzialiste” per ovviare al problema ma, ovviamente, in un anno nulla è stato fatto, come del resto è abitudine in questa terra dove si misurano i tempi con il metro millenario. Mi chiedo cosa si aspetta ancora ad intervenire prima di altri stragi annunciate?
Caterina Busetta
Consigliere dell'Ente Parco Continua a leggere...

sabato 13 giugno 2009

L'ASSESSORATO ALLA LEALTA' E ALLA...TOLLERANZA


In vita mia (e sono molti anni, ahimé) è la prima volta che sento parlare dell'istituzione di un “assessorato alla lealtà”. Sembrerebbe una boutade di qualche buontempone alla ricerca di amenità, invece è la dichiarazione che ha reso l'ineffabile Eugenio D'Orsi (foto accanto), presidente della Provincia di Agrigento ed esponente dell'MPA, in una conferenza televisiva del 9 giugno. Cosa vuol dire, signor presidente, l'assessorato alla lealtà? Vuol dire che nominerà nella sua giunta un tale che, percependo il lauto stipendio di assessore provinciale, avrà il compito di misurare la lealtà degli altri colleghi della giunta nei suoi confronti e (suppongo) quella sua nei confronti degli stessi assessori? Perché, come si sa, la lealtà deve essere reciproca. E, poi, a chi affiderà questo delicatissimo e difficile incarico? Dovrà, penso, fare ricorso ad una persona di alta levatura morale, al di sopra dei partiti, che obiettivamente e senza fare sconti a nessuno, compreso lei, giudichi della lealtà dei rapporti tra presidente e assessori e viceversa. Lei pensa che esista, signor presidente, una tale figura se guarda all'interno del suo e degli altri partiti politici? Penso che avrà qualche difficoltà a reperirla. E di che strumenti sarà dotato per potere valutare adeguatamente il tasso di lealtà dei componenti della giunta e del suo presidente? Dovrà necessariamente essere dotato di strumenti di intelligence, comprese le intercettazioni telefoniche, perché nessuno è così fesso dal comportarsi slealmente e poi andarlo candidamente a confessare. Ma un'altra considerazione importante può ricavarsi dal suo sfogo televisivo che, cioè, i suoi vecchi assessori, come lei lascia intuire, si siano comportati slealmente . Ma così è troppo facile! Significa lanciare il sasso e poi ritirare la mano. Lei deve avere il coraggio di dire pubblicamente chi si è comportato slealmente e mandarlo a casa. O, visto che ha azzerato l'intera giunta, dichiarare che sono stati tutti sleali.
Per la verità, signor presidente, non ci eravamo accorti che lei avesse una giunta, abituati come siamo a sentire solo le sue esternazioni. Per cui delle due una: o questi assessori non lavoravano e non esternavano e allora fa bene a cacciarli, o lavoravano ma non esternavano e allora fa male, anzi dovrebbe premiarli per loro discrezione.
Inoltre, oh inclito presidente, le suggerisco anche di creare, perché no, un assessorato alla tolleranza, visto che, proprio durante la conferenza stampa in cui ha annunciato urbi et orbi la decisione di azzerare la giunta, lei ha dimostrato di non essere esattamente ciò che si dice una persona affabile e cordiale con i suoi interlocutori anzi ha “strattonato” un giovane giornalista che le poneva alcune domande, tanto da suscitare la legittima presa di posizione dell'Assostampa. Lei interpreta forse una conferenza stampa come la registrazione di un suo monologo? La verità è che il re è nudo e che mi sembra del tutto inutile volere mascherare i veri motivi della crisi profonda della sua maggioranza che ha fallito a livello provinciale e regionale e che, oggi, cerca di nascondere miseramente questo fallimento all'elettorato, arrampicandosi sugli specchi. Lei durante la conferenza stampa ha anche parlato di gioco di squadra che deve tendere al raggiungimento degli obiettivi finali. Ma, egregio presidente, per restare alla metafora calcistica, vorrei ricordarle che, quando una squadra perde, si cambia l'allenatore non i giocatori. Quindi chiedo a lei e ai suoi referenti regionali di risparmiarci questo pietoso teatrino. Date almeno una finale manifestazione di dignità personale ammettendo il vostro totale fallimento. E che si torni al più presto alle urne!
Gaetano Gaziano Continua a leggere...

venerdì 5 giugno 2009

Lettera aperta ad Angelino Alfano


Caro Ministro,
apprendo con soddisfazione la Sua dichiarazione di questi giorni: “bisogna guardare al territorio e risolvere i suoi problemi. Dopo le elezioni mi farò promotore di un'azione volta alla creazione di un tavolo con la partecipazione di tutti coloro i quali ricoprono responsabilità amministrative a tutti livelli”. Parole sacrosante, Signor Ministro. Perché, veda, senza una corretta programmazione che faccia riferimento alle risorse archeologiche, naturali e paesaggistiche, un territorio diventa facile preda per le scorrerie dei nuovi barbari che, sotto la bandiera del “progresso” e dello “sviluppo” vogliono sfruttare la nostra terra per progetti neocolonialistici di mera speculazione, senza tenere conto delle naturali vocazioni di essa, anzi stravolgendole. E in ciò sono supportati in loco da vari politici ascari per tradizione e per DNA e da coloro che si fanno promotori della politica del “fare” o meglio degli “affari”. La nostra provincia è stata consegnata, dalla schiera dei politici agrigentini (di destra e di sinistra) che l'hanno preceduta nel tempo, alle ultime posizioni delle graduatorie nazionali per reddito e vivibilità. Nella recente storia repubblicana abbiamo avuto ben 4 presidenti della Regione Siciliana. Due di loro sono ancora politici attivi. Eppure siamo gli ultimi, caro Ministro, anche rispetto alle altre province siciliane. Città come Ragusa e Siracusa e oggi anche Trapani sono rifiorite grazie alla capacità dei loro amministratori locali di sapere sfruttare adeguatamente leggi speciali, come quella per i centri storici, i fondi europei e i fondi fas. Siamo rimasti al palo per la mancanza di quelle infrastrutture indispensabili allo sviluppo, quali strade, ferrovie, porti e aeroporti e di una seria programmazione che, come in un flash-back, vorrebbe riportarci indietro di 50 anni con il miraggio di un anacronistico sviluppo industriale che a Porto Empedocle ha lasciato solo macerie . Oggi, piuttosto che pensare alla riqualificazione di quelle aree, qualcuno ci viene a proporre un nuovo progetto di industria pesante altamente inquinante e impattante, che trasformerebbe il paesaggio storicizzato della Valle, cantato dai viaggiatori del Grand Tour e rimasto intatto grazie ai 1400 ettari di parco, in un paesaggio infernale come quello di Gela, Augusta e Priolo. Alcune menti “raffinate”, quindi, mancando una programmazione, hanno ipotizzato che la nostra provincia diventi la pattumiera d'Europa, con la realizzazione di un inceneritore a Casteltermini, una mega-discarica ad Aragona, un rigassificatore a Porto Empedocle e perfino una centrale nucleare come suggerito da qualche nuovo ascaro di recente nomina politica. Ecco perché la Sua proposta, caro Ministro, giunge quanto mai opportuna e necessaria e ci fa guardare con più ottimismo al futuro di questa terra. Lei, Signor Ministro, ha cultura, capacità e lungimiranza, tali da potere indirizzare questa provincia e questa città verso scelte coerenti con un sito Unesco per un riscatto economico e sociale tanto atteso e non più procrastinabile, se non si vogliono defraudare le future generazioni anche della speranza. I nostri beni culturali, il nostro mare, la nostra agricoltura e un'industria manifatturiera leggera devono diventare la vera ricchezza del nostro territorio ma è necessario che politici, burocrati, enti, associazioni e cittadini attivino un processo virtuoso di sviluppo che, nell'interesse collettivo, soddisfi anche le legittime aspettative di benessere e sviluppo individuale. Una svolta in questa terra è possibile e Lei, caro Ministro, può ancora darla.
Cordiali saluti, Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
tanogaziano@yahoo.it Continua a leggere...