domenica 26 febbraio 2012

Rigassificatore sotto la Valle dei Templi, è un orrore

Così si è espresso il presidente della Fondazione Roma, il prof. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, in un'intervista rilasciata a Carlo Vulpio, giornalista del Corriere della Sera, domenica 26 febbraio.
E ha continuato “Ma perché farlo proprio lì, mi chiedo? Ecco con Mitoraj, come con tanti altri artisti e non solo quelli noti al grande pubblico, noi cerchiamo di fare prevalere la bellezza, l'arte e, se posso dirlo, la spiritualità, la dimensione interiore dell'uomo”.
Bisogna precisare che la Fondazione Roma ha organizzato la mostra delle stupende statue bronzee del Mitoraj, che si ispirano ai miti classici e che sono state esposte a partire dall'anno scorso nella Valle dei Templi di Agrigento e che saranno smantellate ai primi di marzo. Pertanto abbiamo deciso di inviare al prof. Emanuele la seguente lettera aperta.
Signor Presidente, abbiamo apprezzato la Sua affermazione che il rigassificatore a ridosso del parco archeologico della Valle dei Templi è un "orrore”, contenuta nell'intervista rilasciata al giornalista del Corriere della Sera, Carlo Vulpio, domenica 26 febbraio.
Per evitare questo “orrore”, da più di cinque anni ci stiamo battendo ad Agrigento perché non venga costruito un rigassificatore da 8 miliardi di mc.sotto la Valle dei Templi, la cui realizzazione sarebbe motivo di ignominia per noi Italiani tutti di fronte al mondo della cultura, essendo il nostro parco archeologico, come Lei sa, patrimonio universale Unesco.
Lei giustamente afferma “con Mitoraj cerchiamo di far prevalere la bellezza, l'arte, la spiritualità, la dimensione interiore dell'uomo”.
Il guaio è, caro Professore, che a questo mondo non sono molti a pensarla come Lei. C'è chi pensa solo a fare profitti, che sarebbe anche una cosa lecita se contemporaneamente non aggredisse il patrimonio culturale universale che ci “salva dall'aridità del presente”, come Lei asserisce.
Paradossalmente, mentre si smantelleranno le splendide statue di Mitoraj, potrebbero iniziare i lavori del rigassificatore e tra qualche anno potranno svettare dal mare le ciminiere (tecnicamente chiamate candele con fiamma perenne alte più di 40 metri) a fare da sfondo ai meravigliosi templi dorici. Ci pensa, Professore?
Ad Agrigento le abbiamo tentate tutte, quelle venti e passa tra associazioni ed individui, per evitare questo “orrore”.
Inizialmente, chiedemmo ad Enel di costruire il rigassificatore off-shore.
Non c'è stato niente da fare, si doveva e si deve costruire a 800 metri dal centro abitato di Porto Empedocle e a 1100 metri dal parco archeologico della Valle dei Templi, malgrado i più grandi esperti al mondo di sicurezza e antiterrorismo -come il professore Richard Clarke consulente di tre presidenti americani-, consiglino di farli il più distante possibile dai centri abitati.
Abbiamo,allora,tentato la via legale, con il ricorso al Tar che abbiamo vinto, però l'appello al Consiglio di Stato è stato vinto da Enel, che dovrà costruire il rigassificatore.
Professore, i lavori non sono ancora cominciati e un Suo autorevole intervento presso i nuovi governanti potrebbe sortire l'effetto che a noi è sfuggito.
Questi nuovi dicono di essere dei tecnici e quindi, a differenza dei politici, potrebbero essere più sensibili alla tutela del paesaggio e del patrimonio culturale italiani.
I governanti precedenti (di destra e di sinistra) ci hanno profondamente delusi. Rutelli, che da ministro ai BB.CC. ci aveva dato qualche speranza, ha preferito fuggire unitamente al ministro dell'Ambiente, il verde Pecoraro Scanio.
Non diversamente si sono comportati Bondi e la Prestigiacomo.
La verità è che i predetti “signori” non avevano e non hanno niente da spartire con la cultura e con l'ambiente.
Per quanto riguarda la storiella che, senza il rigassificatore sotto la Valle dei Templi, l'Italia potrebbe restare al “freddo e al buio”, la possono raccontare a tutti tranne che a Lei, professore di economia. E' risaputo che, dopo la scoperta dello shale gas (gas non convenzionale), c'è un enorme surplus di gas nel mondo, per cui il prezzo è sceso dappertutto tranne che in Italia, e che l'Eni ha chiesto alla russa Gazprom di diluire nell'arco di 25 o più anni i contratti di fornitura di gas del tipo take or pay già stipulati, inoltre abbiamo il gas che ci arriva dal Nord Europa, dalla Libia e dall'Algeria e in Italia ci sono già due rigassificatori che funzionano, quelli di Panigaglia e di Rovigo.
Appena insediati, abbiamo inviato gli ultimi appelli per salvare la Valle dei Templi al premier Mario Monti, al ministro ai BB.CC., Lorenzo Ornaghi, e al presidente del Consiglio nazionale ai BB.CC., Andrea Carandini.
Non hanno ancora risposto.
Professore, ci dia una mano per favore. Ci aiuti a evitare l' “orrore” che il mondo della cultura non ci perdonerà.
Gaetano Gaziano,
presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”

p.s. Si ringrazia pubblicamente il giornalista Carlo Vulpio che, con coraggio, più di una volta ha affrontato sul suo giornale “l'orrore” del rigassificatore sotto la Valle dei Templi.
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martedì 21 febbraio 2012

Rigassificatore di Porto Empedocle, Difensore Civico Europeo apre indagine

Il Difensore Civico Europeo (Mediatore Europeo), Nikiforos Diamandouros (nella foto), ha comunicato di avere aperto un'indagine sul rigassificatore di Porto Empedocle, a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco.
L'indagine scaturisce dalle diverse denunce fatte al Difensore Civico e alla Commissione Europea dalle associazioni agrigentine che hanno contrastato e contrastano l'indecoroso progetto.
Peraltro l'azione di contrasto delle associazioni agrigentine è stata affiancata dalle interrogazioni delle europarlamentari Sonia Alfano e Rita Borsellino.
Sonia Alfano non ha mancato di fare rilevare la contraddittorietà della Direzione Generale della Concorrenza della Commissione che, pur avendo ammesso la presenza degli aiuti di Stato che violano gli articoli e 107 e 119 del Trattato Europeo, ritiene che gli aiuti “con buona probabilità sembrano non turbare il principio della libera concorrenza nel mercato europeo”.
L'accento è stato messo proprio su quell' incomprensibile “sembrano non turbare” e l'intervento del Difensore Civico Europeo mira a verificare i ritardi della Commissione Europea nel sottoporre il governo italiano alla procedura di infrazione del diritto comunitario per la turbativa della libera concorrenza del mercato.
E' stato anche sottolineato come il governo italiano non ha proceduto a notificare alla Commissione Europea la presenza di aiuti di Stato nella costruzione di rigassificatori in Italia.
Tutti gli Stati europei dell'Unione, al riguardo, hanno l'obbligo della notifica, la cui inosservanza comporta l'applicazione di pesanti sanzioni economiche a carico dello Stato inadempiente.
Il terrorismo mediatico, che vecchi e nuovi governi italiani hanno fatto e fanno sulla esigenza di costruire nuovi rigassificatori in Italia perché altrimenti potremmo restare “al freddo e al buio” nei periodi di neve e gelo, è stato clamorosamente smentito dalle recenti ondate di maltempo.
Si è scoperto infatti che l'Italia ha sufficienti scorte di gas per affrontare tutte le emergenze.
Addirittura si è saputo che il rigassificatore di Panigaglia solo in questi giorni di picco energetico sta lavorando a pieno regime.
Come mai non ha lavorato a pieno regime tutto l'anno per costituire quelle scorte di gas di cui abbiamo bisogno?
La verità è che, dopo la scoperta dello shale gas, nel mondo c'è un enorme offerta e, mentre il tutti i Paesi il prezzo del gas è sceso, solo in Italia è aumentato.
Quali interessi tutelano i boiardi di Stato?
Si sa che l'Eni ha stipulato con la russa Gazprom onerosi contratti di fornitura take or pay, per cui qualora non venissero ritirate le forniture di gas prenotate saremmo costretti ugualmente a pagare miliardi di dollari per il gas prenotato e non ritirato.
Il Corriere della Sera del 27 marzo dell'anno scorso ci ha informato che l'Eni ha chiesto di diluire nell'arco lungo di 25 o più anni i contratti take or pay già stipulati.
Ci sono molte ombre nel business del gas, ma ciò che è più grave è il fatto che si specula sul maltempo per spingere in direzione della costruzione di nuovi rigassificatori che servono principalmente se non esclusivamente a chi li costruisce.
Infatti la loro realizzazione non comporta nessun rischio di impresa, avendo una “generosissima” delibera dell'autorità dell'energia e del gas stabilito che a quei “signori”, che costruiscono rigassificatori, sarà garantito in ogni caso l'80% dei ricavi di riferimento (stimati in circa 3 miliardi di euro l'anno) anche se gli impianti dovessero restare inattivi, gravando l'onere della spesa sulle bollette degli Italiani.
L'Italia che è sempre in bilico, come si è visto in questi giorni, tra i Paesi occidentali più industrializzati e il Terzo Mondo farà beneficenza, quindi, ai vari emiri del Qatar (40% del rigassificatore di Rovigo) ai Rockfeller (altro 40%), ai De Benedetti (rigassificatore di Gioia Tauro) e ad altri “illuminati” business-men della finanza internazionale sempre a caccia di affari “garantiti” a danno dei contribuenti.
Ecco perché il prezzo del gas in Italia, a differenza che negli altri Paesi dove diminuisce, è destinato inesorabilmente ad aumentare.
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
tanogaziano@yahoo.it.
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mercoledì 8 febbraio 2012

SFOGLIA LA MARGHERITA: "Rubo, non rubo, rubo..."

Il nostro blog è nato circa 4 anni fa per tentare di fermare l'ignobile progetto del rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento e proprio per questo lo abbiamo chiamato “Salviamo la Valle dei Templi”.
Non sappiamo ancora come questa storia andrà a finire anche se le notizie che arrivano sull'onda emotiva del freddo e del gelo non sono certo rassicuranti. Sappiamo sicuramente che oggi è tutta l'Italia che va salvata non solo dal default economico ma soprattutto dal degrado morale in cui i politici di lungo corso (di destra e di sinistra) ci hanno sprofondati.
Gli ultimi episodi sui costi e le corruttele della politica portano il cittadino a pensare che forse bisogna inventare una diversa forma di democrazia.
La vicenda di Lusi ci ha rivelato quanti soldi pubblici vengano dati ai partiti anche estinti e quanto tutto ciò sia assurdo e immorale soprattutto in un momento in cui senza troppo scrupolo si infierisce sui contribuenti con tasse e tagli perfino sulle pensioni da mille euro lorde.
Sotto la spinta dell'indignazione popolare oggi tutti partiti ci vengono a dire che bisogna fare una legge che regolamenti meglio i finanziamenti pubblici ai partiti e bla, bla, bla...
A questo punto, invece, ci sarebbe una sola cosa da fare ed è quella di eliminarli del tutto, seguendo peraltro la volontà dei cittadini che già nel 1993 si erano espressi in tale senso attraverso un referendum popolare.
Poiché in Italia la volontà dei cittadini non conta nulla (che fine farà il risultato del referendum sull'acqua?) si è vergognosamente fatto rientrare dalla finestra ciò che era uscito dalla porta cambiando ipocritamente il nome da finanziamento a rimborso che, come sappiamo, rimborso non è.
E a coloro che ci vengono a dire che il finanziamento pubblico è necessario per impedire che i partiti siano sotto scacco delle lobby dico che anche questa è una mastodontica bugia.
Sappiamo infatti che i politici fanno lobbismo più o meno apertamente sostenendo questo o quell'altro potere forte che intenda realizzare grandi opere spesso inutili o addirittura dannose a spese sempre del contribuente, come nel caso dei rigassificatori, per cui è previsto il rimborso dell'80% dei ricavi di riferimento anche nel caso di inattività degli impianti, gravando la spesa sulle bollette degli Italiani.
Caterina Busetta
cbusetta@yahoo.it.
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