domenica 27 novembre 2016

Perché dico “No” alla riforma costituzionale Napolitano, Renzi, Boschi, Verdini

Dico No all'intero impianto della riforma costituzionale Naplitano, Renzi, Boschi e Verdini tranne che per l'abolizione del Cnel. Ma dovendo votare Sì o No rispetto all'intero pacchetto riformatorio voterò No. In particolare voglio soffermarmi in qualità di presidente dell'associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” che se fosse stata in vigore nove anni fa la parte della riforma che ridefinisce le competenze tra Stato e Regioni non avremmo potuto fare la lotta all'indecoroso progetto della costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine del parco archeologico agrigentino e oggi vedremmo svettare due belle cisterne da 320 mila mc. e una torre torcia alta 40 metri con fiamma perenne da sotto il tempio di Vulcano e sotto la casa natale di Luigi Pirandello, che si rivolterebbe nella tomba schifato verso i propri concittadini per l'affettuoso regalo dell'ecomostro nella zona “Caos” tanto amata dal drammaturgo agrigentino. Infatti con la nuova riforma costituzionale lo Stato vuole mano libera in materia di grandi opere, di energia e di beni culturali, in modo che le popolazioni locali dovrebbero accettare senza fiatare strutture utili ma soprattutto inutili, come centrali nucleari, trivelle e tav solo per la felicità e il profitto illecito delle lobby che le costruiscono. Mi piace soffermarmi pure sugli altri punti del quesito referendario che un Agcom seria avrebbe dovuto bocciare come pubblicità ingannevole. Superamento del bicameralismo paritario. Falso! Perché per molte materie restano uguali competenze per la Camera e per il Senato. Mentre per altre un terzo dei senatori potrà chiedere di esaminare i disegni di legge varati dalla Camera, ingenerando un notevole contenzioso per conflitti di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale. Riduzione del numero dei parlamentari. Falso! Per parlamentari si intendono sia i deputati della Camera che i senatori. Vengono ridotti solo i senatori. Non viene abolito il Senato, com'era nell'auspicio della popolazione. Di più: i cento senatori non verranno eletti dai cittadini ma nominati dai consigli regionali. Resterà in piedi tutta la struttura burocratica del Senato con la relativa spesa. Pensate che la sola segretaria di Napolitano costa alle casse dello Stato ben 850 mila euro all'anno(ivi compresa la spesa per il maggiordomo che in Italia si chiama “addetto alla persona” e per un addetto al guardaroba), oltre naturalmente la spesa di 250 mila euro per pagare l' “emerito” ex presidente. Mi pare che questi motivi siano validi e sufficienti per dire No alla riforma della signorina Boschi. Gaetano Gaziano Continua a leggere...