domenica 25 giugno 2017
AGRIGENTO: NON SIAMO NELLA TERRA DI PIRANDELLO
Circola una frase fatta, un luogo comune abusato.
Ogniqualvolta ad Agrigento accade un fatto inusuale, in qualche modo paradossale, si alza subito qualche sciocco ad affermare: “Per forza, siamo nella terra di Pirandello….”.
Tale affermazione è entrata, a buon diritto, nello sciocchezzaio universale, in quanto fatti paradossali sono accaduti e accadranno ad Agrigento come in tutto il mondo, del resto. In questo senso il mondo intero
è la terra del paradosso pirandelliano non solo Agrigento.
Quindi l'affermazione “Siamo nella terra di Pirandello” va correttamente modificata in “Agrigento è la terra di Pirandello”, essendovi nato il grande drammaturgo nella notte del 28 giugno del 1867, come ricorda lui stesso: “Una notte di giugno caddi come una lucciola sotto un pino solitario in una campagna d'olivi saraceni affacciata agli orli d'un altopiano d'argille azzurre sul mare africano”.
E ad Agrigento ha voluto che le sue ceneri riposassero murate dentro un masso nella stessa campagna dove era nato.
Pirandello ha voluto farvi ritorno pur “deluso e stanco”, come aveva affermato qualche tempo prima nella poesia “Casa Romita”, che resta, a mio avviso, una delle pagine più belle da lui scritte.
In effetti, anche se celebrato in tutto il mondo pure da vivo, la sua vita non fu felice. Sia per il dramma familiare della pazzia della moglie, sia per i rapporti tesi con i figli.
Basti ricordare che il figlio Fausto, acclamato pittore del Novecento, gli comunicò la nascita del nipote Pierluigi solo due anni dopo. Pirandello non la prese per niente bene e scrisse al figlio lettere di fuoco.
Ma, al di là di tutto ciò, è opportuno ricordarlo per la sua statura di letterato e drammaturgo, probabilmente il più rappresentato di sempre dopo Shakespeare, e mettere nel dimenticatoio il banale luogo comune “Siamo nella terra di Pirandello”, con riferimento ad Agrigento come unico luogo del paradosso pirandelliano.Gaetano Gaziano.
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lunedì 5 giugno 2017
MACRON SFIDA TRUMP SULL'AMBIENTE
http://video.repubblica.it/mondo/clima-macron-in-inglese-agli-scienziati-americani--trump-sbaglia-venite-a-lavorare-con-noi/277533/278130?video&ref=RHRD-BS-I0-C6-P1-S1.6-T1
FINALMENTE UNO STATISTA VERO: MACRON SFIDA TRUMP SULL'AMBIENTE E DICE AGLI SCIENZIATI AMERICANI CHE NON SONO D'ACCORDO CON IL LORO PRESIDENTE: ABBANDONATELO E VENITE A LAVORARE DA NOI. GRANDE MACRON!!!.
E questo è il resto.
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sabato 3 giugno 2017
MASSIMO D'ALEMA IN UN ATTIMO E' TORNATO AD ESSERE ANTIPATICO
Matteo Renzi era riuscito in un'impresa impossibile: far diventare simpatico agli italiani Massimo D'Alema che, di suo, aveva accumulato secoli di antipatia.
Il "lider maximo" in un colpo solo si è mangiato questo piccolo bagaglio di simpatia, regalatogli dal "ducetto" di Rignano sull'Arno.
E' successo nella trasmissione "Piazza Pulita" di giovedì scorso, quando ha dato dello STUPIDO al garbatissimo giornalista Marco Damilano che ha avuto il solo torto di avergli contestato di avere inciuciato in passato con Berlusconi, esattamente come ha fatto Renzi in questi anni. Gaetano Gaziano
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venerdì 24 marzo 2017
LETTERA APERTA AL MINISTRO FRANCESCHINI
Grazie Signor Ministro, per l'attribuzione alla Valle dei Templi del prestigioso “Premio per il più bel paesaggio italiano”. Dopo anni e anni di mistificazione dell'informazione, che dava la Valle aggredita dall'abusivismo, arriva oggi il riconoscimento ministeriale che ribalta l'indecorosa aggressione mediatica fatta massicciamente a danno del patrimonio archeologico e paesaggistico agrigentino.
E' auspicio della popolazione agrigentina che questo premio possa mettere finalmente una pietra tombale sull'ignobile progetto del rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine della Valle dei Templi, progetto non ancora realizzato ma che grava minaccioso come una spada di Damocle sul paesaggio appena premiato dalla S.S. come il più bello d'Italia.
Siamo certi che Ella, quale custode massimo del patrimonio artistico e paesaggistico tutelato dall'art.9 della Costituzione, saprà adoperare la propria “moral suasion” perché quell'odioso progetto venga finalmente ritirato.
Grazie per l'attenzione. Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento"
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lunedì 5 dicembre 2016
LA VITTORIA DEI NO: UNA LEZIONE DI DEMOCRAZIA. RENZI BOCCIATO IN POLITICA, STORIA E COMUNICAZIONE
Abramo Lincoln amava dire: “Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre”.
Ecco: Matteo Renzi ha tentato di ingannare, con il suo aborto di riforma costituzionale, tutto il popolo italiano per sempre. E ha fallito!
Quindi, data la dimensione della disfatta, è stato sonoramente bocciato in politica.
Ma è stato bocciato anche in storia.
Non sa, forse perché giovane e inesperto, che il popolo italiano ai referendum ha sempre votato contro le posizioni governative. Dal 1974 (referendum sul divorzio) a quello odierno.
Vediamo come se la cava il nostro giovane premier (pardon ex premier) in materia di comunicazione. Va ricordato, a tal proposito, che tre sono stati i grandi imbonitori dall'Unità d'Italia: Mussolini, Berlusconi e Renzi, pur con le dovute differenze.
Tutti e tre hanno fondato il loro potere sulla propaganda.
Mussolini ha avuto il compito più facile. Gli bastò controllare la radio e l'unico grande giornale del tempo, il Corriere della Sera, per ottenere il più alto consenso mai riscosso prima da altri politici, arrivando a toccare il 90% ed oltre.
Berlusconi fondò il suo partito azienda, Forza Italia, e in poco più di tre mesi riuscì nel miracolo di vincere le elezioni politiche del 94, sfruttando le reti televisive di sua proprietà e occupando militarmente, dopo la vittoria, anche le reti pubbliche.
Matteo Renzi, che sembrava il più dotato dei tre, ha occupato i media, tivù e grandi giornali (quasi tutti), per l'italica subordinazione degli stessi al potente di turno, che in molti casi è arrivata fino a un indecoroso servilismo. Ma ha perso ugualmente. Non ha considerato, il giovanotto, e messo nel dovuto conto che oggi esiste anche la comunicazione via web che, alla luce del successo clamoroso dei No, si è dimostrata molto più efficace di quella dei media tradizionali. Strano, perché Renzi sembrava molto abile a smanettare con gli strumenti digitali.
Conclusione: Renzi bocciato in politica, storia e comunicazione. Una stroncatura che, stando ai numeri, sembra definitiva.Gaetano Gaziano
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domenica 27 novembre 2016
Perché dico “No” alla riforma costituzionale Napolitano, Renzi, Boschi, Verdini
Dico No all'intero impianto della riforma costituzionale Naplitano, Renzi, Boschi e Verdini tranne che per l'abolizione del Cnel. Ma dovendo votare Sì o No rispetto all'intero pacchetto riformatorio voterò No.
In particolare voglio soffermarmi in qualità di presidente dell'associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” che se fosse stata in vigore nove anni fa la parte della riforma che ridefinisce le competenze tra Stato e Regioni non avremmo potuto fare la lotta all'indecoroso progetto della costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine del parco archeologico agrigentino e oggi vedremmo svettare due belle cisterne da 320 mila mc. e una torre torcia alta 40 metri con fiamma perenne da sotto il tempio di Vulcano e sotto la casa natale di Luigi Pirandello, che si rivolterebbe nella tomba schifato verso i propri concittadini per l'affettuoso regalo dell'ecomostro nella zona “Caos” tanto amata dal drammaturgo agrigentino.
Infatti con la nuova riforma costituzionale lo Stato vuole mano libera in materia di grandi opere, di energia e di beni culturali, in modo che le popolazioni locali dovrebbero accettare senza fiatare strutture utili ma soprattutto inutili, come centrali nucleari, trivelle e tav solo per la felicità e il profitto illecito delle lobby che le costruiscono.
Mi piace soffermarmi pure sugli altri punti del quesito referendario che un Agcom seria avrebbe dovuto bocciare come pubblicità ingannevole.
Superamento del bicameralismo paritario. Falso! Perché per molte materie restano uguali competenze per la Camera e per il Senato. Mentre per altre un terzo dei senatori potrà chiedere di esaminare i disegni di legge varati dalla Camera, ingenerando un notevole contenzioso per conflitti di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale.
Riduzione del numero dei parlamentari. Falso! Per parlamentari si intendono sia i deputati della Camera che i senatori. Vengono ridotti solo i senatori. Non viene abolito il Senato, com'era nell'auspicio della popolazione. Di più: i cento senatori non verranno eletti dai cittadini ma nominati dai consigli regionali. Resterà in piedi tutta la struttura burocratica del Senato con la relativa spesa.
Pensate che la sola segretaria di Napolitano costa alle casse dello Stato ben 850 mila euro all'anno(ivi compresa la spesa per il maggiordomo che in Italia si chiama “addetto alla persona” e per un addetto al guardaroba), oltre naturalmente la spesa di 250 mila euro per pagare l' “emerito” ex presidente.
Mi pare che questi motivi siano validi e sufficienti per dire No alla riforma della signorina Boschi.
Gaetano Gaziano
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lunedì 17 ottobre 2016
RICORDO DI DARIO FO E BOB DYLAN
Per una strana e fortunata congiunzione astrale, mentre muore Fo, nobel "anomalo" per la letteratura, un altro "non letterato" ma raffinato cantautore viene insignito dello stesso premio.
Ho assistito al "Mistero buffo" di Dario Fo ad Agrigento nel 1969, quasi 50 anni fa, con mia moglie Rina. Eravamo freschi sposini (30 luglio di quell'anno) e cantavamo "Blowin' in the wind" di Bob Dylan.
Che anni, ragazzi!!!.
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