lunedì 30 maggio 2011

RIGASSIFICATORE: SINDACO ZAMBUTO NON FARE MORIRE LA SPERANZA

“Caro Marco Zambuto, caro Sindaco,
Il 14 giugno è fissata l’udienza del Consiglio di Stato per la trattazione dei ricorsi contro il rigassificatore, che in prima istanza abbiamo vinto al Tar Lazio grazie anche a te e alla costituzione del Comune di Agrigento.
Ora apprendiamo che all'odg del consiglio comunale di domani (31 maggio) è stata inserita all'8° punto l'approvazione del progetto del metanodotto di collegamento tra il rigassificatore e la rete nazionale del gas.
Inizialmente, ad un primo tentativo di inserimento all’odg dello stesso argomento, avevi provveduto subito a farlo ritirare.
Cosa vuol dire questo nuovo inserimento all’odg?
Cosa dirai domani a quei 7000 cittadini che gridarono NO al rigassificatore?
Marco, capisco bene i tuoi tormenti dovuti certamente alle pressioni di quei pescecani della politica dove sei costretto a muoverti.
Ma ti ricordo che per noi, per quei 7000 cittadini tu rappresenti un segno di speranza.
Non farla morire!”
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione "Salviamo la Valle dei Templi".
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lunedì 23 maggio 2011

REFERENDUM: STOP AGLI SCIPPATORI DI DEMOCRAZIA

Nel lontano 1987, cioè 25 anni fa, gli Italiani votarono a stragrande maggioranza il referendum contro l'energia nucleare nel nostro Paese. Oggi i nostri governanti ci ripropongono l'energia nucleare perché, a loro dire, la tecnologia sarebbe più sicura. L'affermazione è falsa. Prima e dopo il 1987 ci sono stati diversi incidenti nelle varie centrali nucleari sparse in tutto il mondo. Ricordiamo solo i più gravi: Three Mile Island nel 1979, Chernobyl nel 1986 e Fukushima quest'anno.
L'incidente di Three Mile Iland è stato classificato del 5° livello dall'AIEA, l'agenzia internazionale per l'energia atomica. I livelli di gravità della scala INES (international nuclear event scale) sono sette. Gli incidenti di Chernobyl e Fukushima sono stati classificati del 7° livello, cioè con effetti catastrofici.
Ci sarebbero quindi tutti gli elementi per dire no all'energia nucleare. Ma i nostri governanti, con in testa Berlusconi e Scajola (quello dell'appartamento con vista sul Colosseo), hanno fatto approvare, con una caparbietà che risulta sospetta, una normativa per la costruzione delle centrali nucleari in Italia.
E la volontà del popolo sovrano?
Per esso sembra valere l'eterna massima del marchese Del Grillo: “ io so' io e vui nun siete un c...o”. Sembra valere, ma vi diciamo perché non è più così.
Gli Italiani, cittadini e istituzioni, si sono dichiarati contrari all'energia nucleare.
Le Regioni hanno tutte deliberato la propria contrarietà, mentre i cittadini dai sondaggi risultano nella quasi totalità non volere questo tipo di energia.
Comunque la migliore opportunità per sapere come la pensano loro sarà data dall'esito dei referendum del 12 e 13 giugno.
I nostri governanti hanno tentato di scipparceli approvando delle leggine-truffa al solo scopo di evitare che gli Italiani vadano a votare.
L'opposizione è stata al gioco e preferisce attaccare Berlusconi sul bunga-bunga piuttosto che sullo scippo dei referendum.
Speriamo che la Cassazione non li annulli e consenta agli elettori di esprimere la propria opinione sul nucleare come sugli altri due importanti quesiti che riguardano l'acqua pubblica e il legittimo impedimento.
Solo così, votando e soprattutto raggiungendo il quorum richiesto, potremo dare una lezione di democrazia a nostri governanti arroganti e all'opposizione sonnolenta.
Sconfiggeremo inoltre tutti quegli esperti filonuclearisti che, contro ogni logica, vogliono convincerci dell'utilità del nucleare, fondando le loro tesi non su argomentazioni scientifiche ma su spicciole considerazioni da spesa della massaia. Come non ricordare infatti che Umberto Veronesi, che dovrebbe rassicurarci in modo scientifico sulla sicurezza del nucleare, ci ha dato un'unica spiegazione cioè quella che in Francia molti paesi vogliono le centrali nucleari perché pagano meno l'energia elettrica e, sullo smaltimento delle scorie, non ci dà una soluzione ma ci dice che lui le metterebbe nella propria camera da letto.
Alla faccia delle argomentazioni scientifiche...
Comunque, dopo l'esito degli ultimi risultati elettorali, si è compreso che ha cominciato a soffiare un vento nuovo che progressivamente farà piazza pulita delle oligarchie politico-lobbistiche che decidono tutto nel chiuso di poche stanze del potere, dove vengono imposte al popolo, che una volta era sovrano e che oggi vuole tornare ad esserlo, le decisioni riguardanti i parlamentari “nominati” dall'alto così come le scelte in materia energetica.
La gente, infatti, ha dato un grande consenso al movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che in comuni importanti come Bologna e Ravenna ha preso il 10% dei voti, il 15% a Rimini, il 9% a Savona, il 5% a Torino e cosi via in tutte le città in cui ha presentato proprie liste.
Come vanno letti questi risultati?
Certamente come la risposta di una parte dell'elettorato che cresce rapidamente e che non si fida più dei professionisti della politica (di destra e di sinistra). Hanno voluto etichettare questo movimento di “indignados” come “quelli dell'antipolitica”.
Mai definizione fu più sbagliata.
Perché anzi esso rappresenta la massima espressione della politica, quella vera, quella cioè che proviene dal basso per fare sentire forte quali siano i bisogni reali della gente.
L'antipolitica è l'altra, quella fatta dalle consorterie di pochi privilegiati, le cosiddette caste, che vogliono imporre scelte che non vanno a favore dei cittadini ma a beneficio di poche potentissime lobby finanziarie e industriali, che si arricchiscono con affari non sempre trasparenti, anzi il più delle volte sporchi. Vero è che Grillo ad Agrigento si “dimenticò” di parlare del rigassificatore “Valle dei Templi”.
Probabilmente non conosceva l'argomento, stante il silenzio totale dei media nazionali.
In ogni caso l'unico modo che abbiamo i cittadini di stoppare e punire gli scippatori di democrazia è quello di andare a votare i referendum del 12 e 13 giugno.
Gaetano Gaziano.
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giovedì 19 maggio 2011

REFERENDUM: 12 E 13 GIUGNO SI VOTA

Circolano in questi giorni molte mail che invitano ad andare a votare il 12 e il 13 giugno per i referendum e di rilanciare l'appello con tutti i mezzi che si hanno a disposizione, soprattutto con internet ovviamente. Accolgo volentieri l'appello attraverso il mio blog, perché, come si può vedere, nessuno o quasi dei mezzi di informazione tradizionali sta dando notizia dei referendum né con servizi di approfondimento e dibattito né con spot pubblicitari.
Lo scopo evidente è quello di scoraggiare i cittadini di andare a votare con l'intento palese di evitare il raggiungimento del quorum. Questo risultato sta molto a cuore alla maggioranza di governo, ma anche la maggior parte dei partiti di opposizione non si sta stracciando le vesti per denunciare la losca manovra che, in ultima analisi, è un autentico scippo di democrazia, peraltro della più nobile forma di democrazia cioè la manifestazione della volontà popolare su argomenti di vitale importanza per i cittadini.
Allora rilancio gli appelli e fornisco agli elettori alcune informazioni essenziali sui referendum che si svolgeranno il 12 e i 13 giugno, che ho ricavato dai siti stauropolis.it e informazioneweb.org.
Per il tema idrico siamo interpellati su due quesiti, uno che riguarda le regole di affidamento e gestione del servizio idrico, l’altro riguarda la determinazione della tariffa.
Con il referendum si vorrebbero abrogare le norme, o parti di esse, in base alle quali il servizio dell’acqua potabile verrebbe totalmente privatizzato, entro la fine del 2011. Con la privatizzazione si consentirebbe ai gestori di tali servizi di ottenere un profitto garantito, ma non il miglioramento del servizio in generale.
Cosa succede se si mette la crocetta sul “no”? L’aumento delle tariffe e la possibilità di permettere ad imprenditori del settore di speculare a scapito di un bene comune di prima necessità.
In sostanza votando “sì”, gli elettori esprimono la volontà di mantenere pubblico il servizio dell’acqua potabile e al mantenimento delle tariffe.
Riguardo al terzo interrogativo i cittadini saranno chiamati ad esprimere la propria opinione sulla possibilità di avere centrali nucleari sul territorio nazionale. In questo caso il “sì” equivale a eliminare norme o parti di esse, che attualmente consentono la costruzione di centrali nucleari in Italia. Abrogando tale normativa il legislatore sarà costretto a riesaminare la possibilità di riprendere e migliorare il sistema degli incentivi a favore delle energie rinnovabili.
Quindi l’interrogativo sul nucleare chiede l’abolizione dello stesso, pertanto votando “sì” si dice no alle centrali nucleari.
L'ultima domanda prevede l’abrogazione delle disposizioni che disciplinano i casi in cui ricorre il “legittimo impedimento” a comparire in udienza, per procedimenti di diritto penale, nei quali siano imputati il Presidente del Consiglio o altri Ministri. Abrogando queste norme si elimina il trattamento di maggior favore, al momento riservato ai membri del governo, secondo il quale sarebbero esentati dal presentarsi in aula se impegnati nello svolgimento delle proprie funzioni.
Date queste informazioni essenziali, voglio invitare gli elettori ad andare comunque a votare a prescindere se voteranno “sì” o “no” ai quesiti referendari, perché siano essi stessi a decidere su questi argomenti fondamentali per la nostra esistenza.
Non è possibile infatti accettare che la strategia nucleare venga decisa solo da Sarkozy e Berlusconi che ci hanno “graziosamente” comunicato, in conferenza stampa, che le centrali nucleari in Italia si faranno e che la procedura di autorizzazione è solo momentaneamente sospesa per evitare di perdere il referendum. Questa si chiama arroganza e l'unico modo che abbiamo di punirla è quello di andare a votare, ricordando agli elettori che i giapponesi, dopo la tragedia di Fukushima, hanno ammesso di avere sbagliato e oggi dichiarano di puntare decisamente sulle fonti rinnovabili dell'energia.
Stesso discorso vale per gli altri quesiti: devono essere i cittadini a decidere per non lasciare spazio agli affarismi e agli intrighi di palazzo.
Gaetano Gaziano .
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martedì 10 maggio 2011

IL DRAMMA DEI PROFUGHI AL TEATRO MASSIMO DI PALERMO

Il teatro Massimo di Palermo ha messo in scena dal 29 aprile all'8 maggio il dramma lirico "La passione greca" del musicista ceco Bohuslav Martinu, tratto dal romanzo "Cristo di nuovo in croce" del greco Nikos Kazantzakis.
L'opera ci racconta dei preparativi della rappresentazione della passione di Cristo, come se ne realizzano in tutto il mondo cristiano, ma la novità che la rende estremamente attuale e originale è l'incrociarsi sulla scena del dramma cristiano con il dramma di un gruppo di profughi greci che avevano avuto incendiato il proprio villaggio dai turchi.
C'è in quest'opera un'eccezionale coincidenza storica che forse non ha eguali nella cultura umana: i due autori, il musicista e lo scrittore, hanno vissuto sulla propria pelle la tragedia di essere profughi.
Kazantzakis ha dovuto abbandonare da bambino il proprio paese natale Heraklion nell'isola di Creta, a quel tempo sotto la dominazione turca ed essendo suo padre un dissidente greco.
C'è di più: come direttore generale del ministero greco per gli affari sociali organizzò il trasferimento delle popolazioni greche originarie del Ponto, sfollate dopo la Rivoluzione d'Ottobre, dal Caucaso in Macedonia e i Tracia. Conosceva bene, quindi, le difficoltà e i tormenti del profugo.
Il musicista Martinu, che nel 1940 viveva a Parigi, fu costretto a sua volta a trasferirsi negli Stati Uniti a causa degli eventi bellici.
"La passione greca" fa rivivere sulla scena i legittimi momenti di tormento e di paura che hanno vissuto allora i cittadini greci di quel piccolo paese “invaso” dai profughi e che vivono oggi i lampedusani a seguito di questa nuova e massiccia ondata di sbarchi, che ha visto la loro isola “invasa” in pochi giorni da più di ventimila profughi e clandestini, inizialmente lasciati allo sbando dalle istituzioni, che non avevano ancora attivato, com'era giusto che fosse, una strategia di gestione di questo fenomeno epocale.
E furono proprio i lampedusani che, superata l'iniziale perplessità e diffidenza, si attivarono per aiutare quella dolente massa di umanità, prodigandosi in un'eccezionale operazione di accoglienza e di solidarietà.
Per una singolare coincidenza quegli sbarchi avvennero in periodo di quaresima.
E, allo stesso modo che sulla scena teatrale, il loro sentimento fraterno è stato avvertito innanzi tutto come manifestazione di amore cristiano. In ciò, bisogna dirlo, hanno avuto molto vicina la Chiesa lampedusana e agrigentina.
E' lo stesso afflato solidale che si sviluppa sulla scena, quando i protagonisti, inizialmente diffidenti verso i profughi, avvertono l'esigenza di aiutarli man mano che si immedesimano nei ruoli della passione di Cristo. E come Cristo è morto in croce perché predicava l'amore universale, cosi Manoliòs, che nel dramma impersona Gesù, viene ucciso sulla scena perché si batte per l'accoglienza di quel disperato gruppo di profughi fuggiti dallo sterminio turco.
La rappresentazione teatrale è stata molto apprezzata dal pubblico del Massimo di Palermo.
Anche il sentimento dei lampedusani è sempre più apprezzato ai livelli alti. Recentemente Maroni li ha proposti per un riconoscimento al presidente Napolitano. I lampedusani ringraziano. Già in passato hanno ricevuto la medaglia d'oro al valor civile per l'opera di accoglienza dei clandestini. Berlusconi ha dichiarato che il governo italiano chiederà per loro il Nobel per la pace. Tutte cose bellissime, ma per i lampedusani, che giusto in questi giorni si sono prodigati assieme alle forze dell'ordine per il salvataggio di centinaia di profughi naufragati sulle coste dell'isola al termine di uno dei tanti “viaggi della speranza”, il premio più bello è stato certamente il sorriso di quei bambini neri accolti nella braccia dei soccorritori.
Gaetano Gaziano
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mercoledì 4 maggio 2011

CHI HA PAURA DEI REFERENDUM?

Berlusconi è un imbroglione, la Prestigiacomo è un'imbrogliona, Bersani è un imbroglione, Lombardo è un imbroglione. Questo elenco di imbroglioni, naturalmente politicamente parlando, non è esaustivo. Ho scelto solo il fior da fiore della casta degli imbroglioni.
Che Berlusconi sia un imbroglione, lo ha ammesso lui stesso quando ha affermato candidamente di avere sospeso con una leggina la costruzione delle centrali nucleari non per dire no al programma nucleare, ma solo per evitare il referendum che ha paura di perdere. Evviva la sincerità, ma si tratta di una sincerità che sconfina nell'arroganza.
Berlusconi è uno scippatore di democrazia. Ma non è il solo.
Gli ha dato una valida mano il “compagno” Bersani.
Quando si trattò di votare l'accorpamento dei referendum con le elezioni amministrative che si svolgeranno a metà maggio, la maggioranza votò no e i referendum furono spostati al 12 e 13 giugno, in quanto è più difficile raggiungere il quorum, ma la maggioranza prevalse solo per un voto, perché a quella votazione mancarono 10 voti del Pd del “compagno” Bersani.
La Prestigiacomo è un'imbrogliona e noi agrigentini l'abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, allorché l'ineffabile Stefania si “dimenticò” di ricordare, nel decreto di Via (valutazione di impatto ambientale), la vicinanza della Valle dei Templi di Agrigento -sito Unesco- al luogo dove dovrebbe sorgere il rigassificatore di Porto Empedocle, un ecomostro da 8 miliardi di mc, salvo a ricordarsene quando rimproverò al governatore Lombardo la lentezza sull'autorizzazione del rigassificatore di Priolo.
Infatti la bella Stefania ebbe a dichiarare al Giornale di Sicilia del 28 marzo 2010 con evidente disappunto: "Non si capisce perché quello di Porto Empedocle è stato sbloccato praticamente subito e quello di Priolo no. E quello di Porto Empedocle aveva delle difficoltà legate al paesaggio del territorio perché lì c'è Valle dei Templi".
Don Raffaele, per tutta risposta, la gratificò dell' “affettuoso” appellativo di “ministra alla devastazione dell'ambiente”, in un'intervista rilasciata al settimanale “l'Espresso”.
Ma Lombardo a sua volta è il più imbroglione di tutti, almeno per noi agrigentini. Ricordate quando ad Agrigento dichiarò pubblicamente (c'è la registrazione televisiva) "un rigassificatore sotto la Valle dei Templi mai"?
Tornatosene a Palermo, diede il via libero all'ecomostro in zona archeologica.
Ma c'è di più: aveva promesso, come sappiamo, di inserire due milioni di euro nella finanziaria regionale di quest'anno, per mettere in sicurezza il centro storico di Agrigento che sta cadendo a pezzi.
Ma, ahinoi, anche Lombardo soffre di amnesie come la sua “amica” Stefania.
Si è “dimenticato” di inserire il finanziamento per Agrigento, preferendo dirottarlo sui contributi alle associazioni e alle corporazioni, quelle del famigerato elenco H, che portano voti a Lombardo e ai suoi compagni di cordata.
E pensare che qualcuno ad Agrigento ha definito Lombardo come il migliore governante che la Sicilia abbia avuto da Federico II ai nostri giorni.
Credo invece che don Raffaele, allargando l'arco temporale di riferimento, possa essere considerato come il peggiore governante che abbiamo avuto da Verre ai nostri giorni, accostandolo politicamente più a Verre che al grande Federico II.
Questi “signori” non hanno alcuna paura di perdere la faccia per gli inciuci, i ribaltoni e la mancanza di parola data.
L'unica cosa che temono veramente sono i referendum, perché il corpo elettorale può, con questo strumento di democrazia diretta, sventare i loro inciuci e i loro sporchi giochi con le lobby finanziarie e industriali.
E, a temere i referendum, non sono solo i governanti ma anche i dirigenti di partito, com'è stato dimostrato dalla recente vicenda della richiesta di referendum da parte della base del Pd che vuole dare il proprio legittimo parere sull'inciucio operato dai dirigenti di quel partito con don Raffaele Lombardo.
Richiesta respinta o rinviata (a quando?).
I vari Cracolici, Lupo, Lumia ed altri capoccia del Pd, dopo avere sostenuto alle presidenziali regionali la Finocchiaro contro Lombardo che, a loro dire, “rappresentava l'altra faccia del cuffarismo”, oggi si trovano a sostenere l'attuale governatore, compresa la Finocchiaro che ha benedetto l'operazione ribaltonista di Cracolici & Co.
Solo Rita Borsellino ha preso coraggiosamente le distanze dagli inciucisti del Pd.
Ecco perchè invito ancora una volta i lettori di questo giornale, al di là delle loro idee politiche, ad andare a votare il 12 e 13 giugno per i referendum, per dire no all'arroganza e al malcostume di chi ci amministra e a partecipare a tutti i referendum sia abrogativi che consultivi, perché servono a bloccare e punire gli scippatori di democrazia.
Gaetano Gaziano
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