venerdì 4 aprile 2008

La famiglia è una cosa troppo seria per usarla come spot elettorale

Martedì 2 aprile, alle ore 18, ho partecipato all'incontro promosso dall'associazione “Nuove ali” di Favara sul tema “occuparsi dei disabili e delle loro famiglie è un dovere”. L'associazione, formata dalle famiglie che hanno al loro interno la presenza di un figlio con handicap, ha voluto far conoscere ad alcuni candidati del Partito Democartico le difficoltà derivanti soprattutto dal fatto che molte volte vengono negati servizi indispensabili e quei diritti che, anche se previsti per legge, spesso vengono vanificati con il pretesto della mancanza di fondi.
Le testimonianze portate soprattutto dalle mamme sono state accorate e a volte giustamente indignate per le carenze dei servizi e per la scarsa attenzione anche umana rivolta alle loro problematiche.
Nel mio intervento ho evidenziato che sono un'insegnante prestata alla politica e come tale sono stata spesso a contatto con studenti portatori di handicap e con le difficoltà vissute dalle relative famiglie. Ho stigmatizzato il fatto che si continui a parlare della famiglia in modo strumentale quando si è in campagna elettorale per poi dimenticarsene quando si è al governo.
Non c'è esponente di spicco di partito, soprattutto se di centro destra, che non usi la famiglia e i “valori” come spot politico. E' arrivato il momento di occuparsi della famiglia seriamente con gli aiuti adeguati che possono concretizzarsi in consistenti sgravi fiscali; in strutture quali asili, scuole eccetera. Se poi le famiglie hanno al loro interno un portatore di handicap, a tutto ciò bisogna aggiungere gli aiuti finanziari necessari e l'assistenza con personale specializzato per alleviare i disagi e rendere più sopportabile la quotidianità.
Lesinare o tagliare le risorse in questo settore è davvero delittuoso. E' necessario insomma piuttosto che continuare a parlare a vuoto di famiglia fare una politica coerente di aiuti e di sostegno, non strumentalizzandola quando fa comodo per poi disinteressarsene cinicamente.

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