domenica 12 ottobre 2008

I molti problemi dell'immigrazione clandestina


“Me ne andavo una mattina a spigolare, quando vidi una barca in mezzo al mare...”.
Cento cinquant'anni dopo gli scenari politici sono molto cambiati per l'Italia e per l'Europa che assiste impotente all'esodo di migliaia di persone che fuggono dalle guerre, dalle carestie, dalle persecuzioni, su barconi stracarichi di uomini, donne e bambini che denuncia il dramma che si sta consumando sulle sponde del Mediterraneo tra l'Africa e l'Europa.
Me ne andavo in barca una mattina, appunto a Lampedusa, dopo alcuni giorni di noioso scirocco, contenta finalmente per quel mare cristallino. Appena all'imboccatura del porto, si materializza una barca in legno di circa 10 metri, con un carico di 20 uomini africani, con addosso i salvagenti, che anziché imboccare il porto si dirigono verso cala Francese.
Li seguo con lo sguardo, mentre passano sotto la porta dell'accoglienza dello scultore Paladino, e penso che, al contrario di altri, loro fortunatamente ce l'hanno fatta. Mia nipote Laura Busetta, con eccezionale tempismo, li fotografa proprio sotto la porta (foto che meriterebbe il premio Pulitzer per la fotografia).
Mi chiedo quanti arrivino così alla spicciolata eludendo i controlli! Che siano tanti lo si vede dai molti indumenti sparsi qua e là sugli scogli un po' per tutta l'isola diventata una zattera di salvataggio per questi disperati. Giorno dopo giorno, a Lampedusa, si succedono gli sbarchi, in un alternarsi di grandi e piccole imbarcazioni più o meno fatiscenti. Ora scortate dalle forze dell'ordine ora arrivati in tutti i luoghi possibili di approdo e a volte anche in luoghi impervi come le coste alte e rocciose di ponente. Ciò è quanto la cronaca di tutti i giorni ci consegna: un susseguirsi incalzante di sbarchi che, se non fosse per la drammaticità che sottendono, avrebbero oggi il sapore del tran-tran e della routine.
Neanche l'accordo che Berlusconi ha siglato con Gheddafi nell' ultimo scorcio di agosto ha finora fermato il traffico immondo di mercanti di uomini che in questo viaggio della speranza rischiano ogni giorno la propria vita. Dopo circa dieci anni di sbarchi massicci e sistematici che hanno fatto ondivagare Lampedusa tra pietà e rabbia, tra la tentazione di sfruttare anche questo come un business e il timore di vedere crollare il turismo, un nuovo problema comincia a materializzarsi ed è quello del pericolo sanitario che l'arrivo dei clandestini porta con sé. L'allarme sanitario è stato lanciato il 21 agosto dagli scienziati e studiosi riuniti ad Erice che, appunto, hanno sottolineato che la vera emergenza provocata dall'immigrazione clandestina è quella sanitaria. Pertanto, più che prendere le loro impronte digitali, bisognerebbe pensare ad una profilassi sanitaria. Quasi a conferma di quanto detto dagli studiosi di Erice, sono arrivate notizie allarmanti di casi di scabbia, verificatisi nel centro di Sciacca, che hanno destato grande allarme presso la popolazione del luogo. Ma chi oggi si trova a Sciacca proviene da Lampedusa, perciò viene spontaneo chiedersi se a Lampedusa non si siano verificati casi simili o se semplicemente non se ne viene a conoscenza magari per non allarmare la popolazione e il turista.
Vero è però che a Lampedusa son presenti associazioni ed ong come Medicenes sans frontieres che vigilano sulla situazione sanitaria.
La scabbia provocata da un parassita (un acaro invisibile ad occhio nudo che scava cunicoli sotto la pelle dove depone le sue uova) ha come sintomo il prurito, ma anche lesioni, papule e vescicole. La scabbia, presente in Italia fino a circa 50 anni fa, è legata a situazioni di povertà e scarsa igiene che fortunatamente in Italia non esistono più ma che in Africa sono presenti. Altro pericolo possibile è costituito dalla tubercolosi, una la malattia ben più grave, anch'essa debellata in Europa ma presente in Africa dove ha assunto caratteristiche più virulente e difficili da contrastare anche con gli antibiotici di nuova generazione. Molti casi di tubercolosi sono stati diagnosticati in Sicilia presso extra-comunitari di Ragusa. L'immigrazione clandestina, considerata tra le 70 emergenze planetarie (un'altra è quella climatica), merita maggiore attenzione e dovrebbe partire proprio da Lampedusa ciò che il virologo Bonaguro, sempre ad Erice, ha auspicato: che venga attuato uno screening praticabile con un semplice prelievo di sangue. Al di là perciò dei motivi di sicurezza che pure esistono, ciò che sicuramente dovrà essere in futuro maggiormente attenzionato è il problema sanitario.
Caterina Busetta
cbusetta@yahoo.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava Laura Busetta! Una foto così meriterebbe davvero un riconoscimento.

Anonimo ha detto...

E' veramente brava Laura Busetta!