domenica 4 gennaio 2009

L'indennità di "caro estinto"


Accanto foto dell'Assemblea regionale siciliana
(L'articolo che segue è stato pubblicato su "Repubblica" del 3 gennaio, pagine regionali)
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Due notizie di fine anno servono a fotografare, meglio di qualsiasi raffinata analisi economica, lo scollamento tra la società reale siciliana e la classe dirigente politica che l'amministra: la cassa integrazione dalle nostre parti è più che triplicata mentre i rappresentanti all'assemblea regionale siciliana, oltre agli altri privilegi ormai storicamente consolidati, si sono attribuiti anche un'indennità del “caro estinto”. Un' una tantum per quando passeranno a miglior vita. Naturalmente a spese del contribuente. Infatti l'indennità di funerale di cinquemila euro, che non è prevista neppure per un'altra categoria di super privilegiati com'è quella dei senatori, è stata “graziosamente” elargita (meglio sarebbe dire autoelargita) da una delibera della presidenza regionale a favore di deputati regionali in carica o decaduti (Si veda l'articolo su "Repubblica" del 2 gennaio).
Tutto ciò naturalmente suona come uno schiaffo alla società che circonda i nostri fortunati rappresentanti politici, ma non sembra preoccupare più di tanto la casta che, certamente infastidita dalle ricorrenti accuse di privilegi e di elitaria autoreferenzialità, sembra quasi voler rispondere: “Ma non ti insegna nulla la storia, bellezza”? E come dargli torto: durante la rivoluzione francese la casta dominante dell'Ancien Régime preferì farsi tagliare la testa piuttosto che rinunciare ai privilegi acquisiti. Ciò vuol dire che i privilegi sono più importanti della vita stessa. E, d'altra parte, che vita sarebbe una vita senza privilegi?
Come potrebbero mai comprarsi la casa i nostri “poveri” deputati senza i mutui a tasso agevolato? Agevolato non per generosa concessione delle banche ovviamente, ma perché gli interessi non pagati sono a carico dell'assemblea regionale, cioè nostro.
Intervistati, i nostri eroi hanno dichiarato sostanzialmente, a destra come a sinistra, ma come si fa a rinunciare a questi benfit? “Non mi chiamo mica giocondo...” ha detto candidamente Giovanni Ardizzone dell'UDC (vedasi “La Repubblica” del 3 gennaio).
Mentre Calogero Speziale del PD ha aggiunto, preoccupato, “se abolissimo i mutui a tasso agevolato, creeremmo una discriminazione nei confronti dei deputati neo-eletti”. Onesti però: hanno pensato ai "poveri" neo deputati che, se abolissero la misura di favore, si vedrebbero privati di un privilegio imperdibile. Non è neppure tanto giusto! Quindi che stiano tranquilli i neo-eletti e anche quelli delle prossime legislature, i privilegi verranno mantenuti “a futura memoria”.
Non si rendono conto (o fannno finta di non rendersi conto) i nostri bravi e previdenti (per se stessi) politici che queste patetiche dichiarazioni risultano estremamente offensive nei confonti della maggior parte delle famiglie siciliane, che quotidianamente devono misurarsi con gravi problemi esistenziali.
Le eterne promesse, fatte in campagna elettorale di risparmio e di riduzione della spesa pubblica, restano promesse e al cittadino, scettico che i nostri rappresentanti possano far tesoro della lezione della rivoluzione francese, non resta altro che rivolgere una preghiera in suffragio dell'anima del “caro” estinto che, visto quanto ci costa, più caro di così non potrebbe essere.
Gaetano Gaziano
tanogaziano@yahoo.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La sensazione diffusa è di nausea e vomito...

Anonimo ha detto...

@anonimo che precede: è importante però trasformare l'indignazione in protesta mai in rassegnazione. Questo è lo spirito della vera democrazia che fa sì che gli arroganti e i prepotenti alla fine non prevarranno...