mercoledì 14 ottobre 2009

LA BUFALA DELL'EMERGENZA GAS


Se ce ne fosse stato bisogno, l'articolo di Jacopo Giliberto sul Sole24Ore del 13 ottobre, dal titolo emblematico “Il gas prima mancava adesso è troppo: si può vendere a Kiev”, rafforza la nostra convinzione che l'emergenza gas in Italia, che ha motivato la previsione di costruire ben 14 rigassificatori lungo le coste italiane, è un'autentica bufala. Il giornalista dà conto, nel suo pezzo, che i gasdotti italiani “marciano a mezza potenza” mentre sappiamo che il rigassificatore di Panigaglia, in Liguria, ha lavorato molto al di sotto della sua potenzialità di produzione. D'altra parte non c'era bisogno di essere degli economisti per rendersi conto che i conti in materia di fabbisogno di gas non tornassero. Ci hanno spiegato che, entrando in funzione, il rigassificatore di Rovigo farà fronte al 10% del fabbisogno nazionale di gas. Il calcolo è semplice: 14 rigassificatori dovrebbero produrre il 140% del fabbisogno nazionale di gas, oltre a quello che ci arriva dal nord Europa, dalla Libia e d'Algeria, per cui tra l'altro sono stati stipulati recentemente accordi per l'aumento delle forniture. Tutto questo surplus di gas ha un solo scopo: pura speculazione commerciale per esportare gas al resto dell'Europa. “Già da quest'anno, osserva il giornalista del Sole24Ore, una parte della della capacità del gasdotto, normalmente utilizzata per importare gas, è stata messa a disposizione fino a ottobre 2010 per esportare dall'Italia”. Davide Tabarelli, direttore di Nomisma Energia, rileva che questo fatto costituisce “un primo vagito dell'hub energertico che l'Italia aspira a diventare”.
Tutto ciò sarebbe anche lecito se non venisse fatto in danno dei consumatori italiani e deturpando irreversibilmente il nostro patrimonio culturale e paesaggistico. In ordine al primo punto, l'imbroglio nei confronti degli utenti italiani è evidente dal momento che una “generosissima” delibera dell'Autorità dell'Energia e del Gas ha stabilito che, in caso che gli impianti di rigassificazione dovessero restare inattivi, alle società di gestione verrà comunque assicurato l'80% dei ricavi, gravando la spesa sul sistema “tariffario nazionale” cioè sulla bolletta degli Italiani. Al riguardo il professore Alberto Clò, economista dell'energia, in un'intervista sul Sole24Ore dello stesso giorno, osserva che “ben vengano rigassificatori e gasdotti, ma si sappia che alcuni saranno veri flop che non dovranno trasformarsi in oneri impropri sulle bollette dei consumatori”. Cosa che invece abbiamo visto accadrà puntualmente grazie alla delibera dell'Autorithy. Poi, per quello che ci riguarda, la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle da 8 miliardi di mc., sotto la Valle dei Templi di Agrigento, modificherà irreversibilmente il paesaggio storicizzato della Valle dei Templi, come ha parzialmente ammesso lo stesso Sottosegretario all'Ambiente, on.Roberto Menia, rispondendo a un interrogazione parlamentare, che ha detto che esistono problemi di “impatto visivo nei confronti del sito Unesco e del parco letterario Luigi Pirandello”. Mentre l'ineffabile Stefania Prestigiacomo, Minisitro dell'Ambiente, aveva addirittura ignorato la vicinanza del costruendo ecomostro al parco archeologico e paesaggistico di Agrigento nel decreto di Via (valutazione di impatto ambientale) che dava l'ok all'impianto industriale. Peraltro il decreto stesso si fonda sul presupposto falso che il gasdotto che collegherà il rigassificatore alla rete nazionale del gas “verrà completamente interrato” (verbale del comitato di coordinamento del Ministero dell'Ambiente del 31/7/2008) mentre, come si vede dal progetto recentemente presentato da Snam Rete Gas, esso camminerà in sopraelevata proprio nel primo tratto, la zona “Caos,” che è sottoposto a molteplici vincoli: paesaggistico, archeologico, idrogeologico, e derivanti dall'istituzione del parco letterario pirandelliano. Inoltre detta zona, come ben sanno all'Ente Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, costituisce la Buffer zone (zona di rispetto) dell'Unesco. Alla luce di questi nuovi fatti il Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, e l'Ente Parco hanno la legittimazione a chiedere al Ministro dell'Ambiente di annullare in autotutela il decreto di VIA e alla Regione Siciliana di bloccare la procedura autorizzativa del rigassificatore sotto la Valle dei Templi.
Gaetano Gaziano,
Presidente “Associazione Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”

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