lunedì 16 giugno 2008

Sandro Bondi e l'idea di "bellezza"

Ho molto apprezzato la prima intervista di Sandro Bondi, rilasciata, come neo Ministro dei Beni Culturali, al Corriere della Sera del 9 maggio, in cui ha parlato di “politica della bellezza” e che “occorre investire nella bellezza” e ancora, su La Repubblica del 4 giugno, “che la nuova mission del governo sarà quella ardua di recuperare la bellezza. Dove non c'è bellezza, lì non c'è creatività, non c'è voglia di fare, non c'è l'humus indispensabile perché possano svilupparsi processi di crescita”.
Ho anche apprezzato che Bondi, tra i primi atti della sua gestione, ha nominato, come proprio consulente, il Dr. Alain Elkan, presidente dell'associazione “Mecenate90”, che ha fatto della “bellezza” non solo il canone estetico ma anche la dritta morale per chiunque volglia approcciarsi all'immenso patrimonio storico-culturale del nostro Paese.
Oggi una minaccia seria alla “bellezza” universale sta per essere perpetrata proprio in Italia da chi si accinge a provocare un vulnus mortale alla Valle dei Templi, patrimonio dell'umanità. Il concetto di “bellezza” è distante milioni di anni luce da Capodicasa, Veltroni, D'Alema, Bersani e De Bustis, che il Corriere della Sera ha definito “il banchiere di D'Alema”, fortemente interessati al business del rigassificatore nella Valle, fautori del nuovo corso “dell'ambientalismo del fare”, con ciò smentendo clamorosamente il luogo comune che la cultura, di cui la “bellezza” è elemento fondante, sia appannaggio della sinistra. Sciocchezze: la sinistra, questa sinistra è interessata esclusivamente al business di Consorte e di tanti altri “furbetti del quartierino”.
Molto eloquente è al riguardo il capitolo che il coraggioso inviato del Corriere della Sera, Carlo Vulpio, ha dedicato al vulnus alla Valle, trattando ampiamente l'argomento “l'intrigo del gas nella Valle dei Templi” nel suo recente libro “Roba Nostra”(Edizioni “Il Saggiatore), in cui particolare attenzione viene riservata “alle mani sul patrimonio dell'umanità”.
Salvatore Settis, professore di archeologia classica, rettore della Normale di Pisa e presidente del consiglio nazionale dei beni culturali, ha definito il progetto del rigassificatore nella Valle “indecoroso” e ne ha attribuito la causa “al fatto che in Sicilia, a differenza che nel resto d'Italia, le soprintendenze non dipendono dal ministero dei Beni Culturali ma dalla Regione siciliana e quindi sono fortemente condizionate dal potere politico locale”.
Il mutato clima politico, che sembra voler prendere le distanze da certo “ambientalismo del fare” (o degli affari) di certa sinistra (o sedicente sinistra), fa sperare che la “bellezza” possa avere maggiore attenzione da parte del Ministro Bondi, per cui “l'imponente giacimento culturale del Paese deve diventare il luogo della bellezza e lo strumento per una fase nuova di progresso economico, civile e culturale. La bellezza di un popolo. Un valore per tutti” (La Repubblica del 4 giugno).
Il suo predecessore, Francesco Rutelli, preferì fuggire dalle proprie responsabilità, senza spendere una sola parola in difesa della Valle, mentre aveva dato fiato alle trombe per condannare la “villettopoli” di Monticchiello in Toscana. Per questi signori la “bellezza” è prerogativa quasi esclusiva della Toscana. La Sicilia è “brutta”: facciamone pure la pattumiera d'Italia e d'Europa.
E la nostra deputazione nazionale e regionale? Contagiata dal male storico di gran parte dei politici del sud: l'ascarismo! Sono tutti lì: di destra, di centro e di sinistra, tranne qualche debole eccezione (in verità più di facciata che di sostanza), con il cappello in mano dinnanzi a Enel e a Confindustria.
Gaetano Gaziano

1 commento:

Anonimo ha detto...

Pensate che Sandro Bondi sarà più coraggioso di Rutelli e saprà resistere alle pressioni di Enel e Confindustria, salvando la Valle dei Templi? Io lo spero, ma non ci credo...