sabato 20 settembre 2008

Stop alla "tv-monnezza"!


Con l'arrivo dell'autunno cadono le foglie e tornano, ahinoi, i programmi televisivi dei “grandi fratelli”, delle “isole dei famosi”, dei reality insomma, che con un termine molto british sono stati definiti “tv-trash” e con un termine molto colorito “tv-monnezza”, per dirla con i napoletani che di spazzatura si intendono.
La monnezza a Napoli era arrivata ai piani alti, la “tv-monnezza” ce l'abbiamo fin sopra i capelli. Per salvare Napoli dalle montagne di ecoballe c'è voluta la protezione civile. Chi ci salverà dalla “tv-monnezza”?
Il critico televisivo del Corriere della Sera, Aldo Grasso, ha stigmatizzato, parlando dell'isola dei famosi, questo genere di spettacoli, affermando: “Simona Ventura malauguratamente ha perso l'antica autoironia che le riconoscevamo, si veste e agisce come una Vanna Marchi rivisitata da Briatore, è diventata una cinicona, condizione indispensabile per trattare i concorrenti come dipendenti e fare della sociologia con i poveri cristi in cerca di fama”.
Poteva mai pensare nel 1964 Marshall Mc Luhan, l'originale studioso delle comunicazioni di massa, a questi effetti aberranti, quando parlò di “villaggio globale”? Oggi è globalizzata non solo la comunicazione ma anche la “tv-monnezza” e infatti questi format dei “grandi fratelli” hanno successo in tutto il mondo, anche se di questi tempi hanno subìto (e per fortuna) un notevole calo di ascolti.
Una scuola di pensiero, che risale agli illuministi francesi per arrivare ad alcuni importanti intellettuali del Novecento, Brecht in testa, sosteneva la funzione sociale ed educativa degli spettacoli (del teatro in particolare). Oggi questa teoria è in disuso, anzi la televisione è stata accusata di essere “cattiva maestra” (Karl Popper). Se non si può pretendere che gli spettacoli televisivi abbiano oggi una funzione educativa, non si può accettare comunque la loro deprimente e devastante capacità diseducativa che inevitabilmente esercitano sui telespettatori. Questi programmi sono pieni di gratuite volgarità, di rutti e di turpiloqui in diretta televisiva.
Cosa potrà salvarci da questa indecorosa produzione?. Popper proponeva una sorta di censura preventiva, oggi difficilmente praticabile.
Un mio intelligente amico di Lampedusa, Francesco Di Luigi, edicolante-scrittore (più scrittore che edicolante), propone che la gente di televisione dovrebbe fare una specie di giuramento di Ippocrate, come quello dei medici. La simpatica battuta ripropone comunque l'eterna esigenza di un codice di autoregolamentazione di chi fa televisione.
Se ne è sempre parlato ma è servito a ben poco dati gli interessi miliardari legati al business della pubblicità televisiva.
Penso invece (ironicamente) che a salvarci sarà King Kong che ha già battuto Berlusconi che è, per antonomasia, “il grande fratello” di orwelliana memoria, in quanto proprietario di televisioni, di radio e di giornali. Ce ne ha dato notizia il Corriere della Sera, informandoci che, lunedì 15 settembre, Berlusconi ospite principe della trasmissione televisiva “Porta a porta” di Bruno Vespa è stato superato negli indici di ascolto proprio da un film su King Kong. E bravo King Kong!
Gaetano Gaziano
tanogaziano@yahoo.it

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Io posso solo vedere quella che una volta era RAI-International e che ora chiamano RA-italia. Finalmente capisco cosa significa RA: Rubbish Again.

Anonimo ha detto...

L'onorevole Bonaiuti ha smentito che King Kong ha battuto Berlusconi. Tutte invenzioni della sinstra come il caso Biagi, l'editto Bulgaro, ecc, ecc.

Anonimo ha detto...

Berlusconi smetisce, Berlusconi frainteso...
Poverino non è colpa sua ma del deficit di comunicazione cui lo costringono i media comunisti!

Anonimo ha detto...

E' stata "un'umiliazione personale" per Berlusconi la conclusione della vicenda Alitalia. Lo ha affermato il "Financial Times".
Papà-Maori, mi spieghi perché ce l'hanno tanto con il nostro "povero" premier?

Anonimo ha detto...

per la tv-monnezza un inceneritore
per i telespettatori un castratore
per i produttori un mitragliatore
per i presentatori un silenziatore

Anonimo ha detto...

Ma è proprio una persecuzione! Ieri il "Financial Times", oggi il "Wall Street Journal" attacca il mio grande Silvio, affermando che "la vicenda Alitalia è un grande imbarazzo per Berlusconi, un'altra promessa mancata". Secondo me c'è una cospirazione dei media internazionali bolscevici...

Anonimo ha detto...

Caro Maorinho, ho voluto aspettare qualche giorno prima di risponderti perche' ero sicuro di quello che avevo scritto il 14 Settembre, e cioe'che i più noti giornali stranieri annunciavano la vicenda Alitalia con il titolo: “Alitalia svenduta ai “ricchi” Italiani”. Full stop. Avevo anche fatto notare che tutto quello che stava accadendo fra Sindacati, capitani coraggiosi, e Berlusconi, altro non era che una sceneggiata messa in atto sia dai Sindacati che, dopo aver commesso uno sbaglio enorme con Air-France, avevano in quasiasi modo bisogno di “salvare la faccia”, e da Berlusconi, con i suoi “capitani”, che sapevano già che non esisteva altra via d’uscita, tranne che la loro; e allo stesso tempo apparire come salvatori della Patria. Devo ammettere che tutti questi “attori” hanno recitato così bene la loro parte, tanto da confondere tutto il mondo. Ora finalmente il sipario si è chiuso: la banda Cai/Berlusconi canta vittoria, e i Sindacati costretti a mangiare la minestra, con la patetica pretesa che quella minestra sia stata preparata da loro; “cornuti e bastonati” e per di più soddisfatti. Adesso tu mi chedi come mai i giornali stranieri c’e l’hanno tanto con il vostro povero "premier". La risposta è semplice: Berlusconi è considerato per quello che in realtà, ma non per la maggioranza degli Italiani, è: un piccolo, ma più pericoloso, Mussolini. Prima della sciagurata alleanza con Hitler, Mussolini aveva fatto qualcosa di buono: previdenza, bonifiche, codici che ancora oggi usate, e la lotta alla mafia. Berlusconi, al contrario, non ha fatto proprio niente, tranne quello che conviene a lui ed ai suoi amici “servi ladroni”; con la mafia lui ci convive così bene che li fa dormire nella sua casa, come ospiti d’onore camuffati da stallieri. Silvio fa quello che più gli conviene e gli Italiani applaudono, Silvio diventa sempre più ricco e gli Italiani gioiscono, Silvio vuole introdurre il razzismo, tolleranza zero, controllare la magistratura, e gli Italiani gli danno più consensi. Mussolini usava “le squadre” con l’olio di ricino, Berlusconi usa Mediaset e Emilio Fede; la differenza è che quelli che erano forzati a bere difendevano la libertà, mentre quelli che ascoltano Fede della liberta' se ne infischiano altamente. Dalle nostre parti dicono: “ the only clever and proud Italians are those who have left Italy, the rest are sheep, delinquents, or without balls”. Sbagliano?, probabilmente si; quindi vorrei rivolgere una domanda a te: come mai il vostro ricco "premier" e' tanto amato dagli Italiani?