martedì 2 marzo 2010

GIORDANIA, MON AMOUR


Siamo andati in Giordania per Petra, ma abbiamo scoperto un paese ricco di archeologia e paesaggi straordinari. Si arriva in Giordania, convinti di trovare un paese modesto, quasi anonimo e si scopre con sorpresa di essere arrivati in una terra orgogliosa e decisa a scalare le posizioni per allinearsi tra i paesi sviluppati. La Giordania non ha materie prime: non ha petrolio, non ha gas, ha solo i suoi “giacimenti” culturali e su questi sta puntando per conquistare il suo “posto al sole”, basando la sua economia sull'agricoltura e il turismo. Il viaggio ci ha portati da Nord a Sud in un'escalation di emozioni. La prima tappa a Nord è stata Um Qeis, antica Gadara, fondata alla fine del IV secolo a.c. L'aria degli scavi molto estesa conserva le rovine di una grande basilica e due teatri, il maggiore dei quali conserva buona parte delle gradinate e dei sedili in basalto (per le autorità muniti di schienali). Da questo luogo si può ammirare uno splendido panorama sulle alture del Golan, il lago Tiberiade e la valle del Giordano. Ajloum, posto a 1250 metri di altezza conserva l'imponente castello medievale da cui si scorgono spettacolari scorci panoramici sulla valle del Giordano. Jerash (l'antica Gerasa) è quella che ci riserva maggiori sorprese in questa prima parte del viaggio. Quando l'imperatore Traiano occupò tutta la Giordania nel 106 d.c. Gerasa entrò a fare parte della nuova provincia romana dell'Arabia e conobbe un periodo aureo per oltre due secoli. Il primo monumento che si incontra iniziando la visita della vastissima area archeologica è l'arco di Adriano a tre fornici, costruito per commemorare la visita dell'imperatore a Gerasa nel 129 d.c. Dopo questo è tutto un susseguirsi di resti notevolissimi come la piazza ovale con un porticato di colonne ioniche che immette nel cardo lungo 800 metri con colonne in stile corinzio (strada colonnata). Attorno al cardo erano distribuite le principali strutture urbane che comprendevano mercati, templi ed altri edifici pubblici. In epoca bizantina alcuni templi romani di Gerasa furono trasformati in chiese cristiane come la chiesa di San Teodoro dei Santi Cosma e Damiano (con resti di mosaico pavimentale), di S.Giovanni e S.Giorgio. In questa area vastissima dominano poi ben conservati due maestosi teatri. Il teatro Sud più grande e meglio conservato fu eretto durante il regno di Domiziano (81-96 d.c.). La cavea composta da due ordini di gradinate per complessive 32 file è in grado di accogliere 3 mila spettatori. In ottimo stato di conservazione sono anche l'orchestra e la scena del teatro collocata su un podio sontuosamente decorato da colonnati, nicchie e porte monumentali. La vastità del sito e l'ottima conservazione fanno di Gerasa un luogo straordinario che già di per sé giustifica il viaggio in Giordania. Raggiungiamo Al Kerak, nota per l'imponente fortezza eretta dai Crociati nella prima metà del XII secolo attraverso il Wadi Al Mujb, definito il Gran Canion della Giordania. Luogo di spettacolare bellezza, segnala il confine tra il regno degli Amoniti a Nord e quello dei Maobiti a Sud. Si racconta che Mosé lo abbia attraversato a piedi per raggiungere la terra promessa. La visita di Petra, attesa e travagliata da condizioni climatiche quasi proibitive, è rimasta sicuramente scolpita nella nostra memoria. Pochi luoghi al mondo sono in grado di suscitare l'emozione che si prova quando, alla fine di una stretta gola chiamata Sik, lunga più di un km, si para improvvisamente di fronte la facciata del “Tesoro”, alta circa 40 metri, il monumento più famoso di Petra. Un'emozione che può lontanamente dare un'idea di quella che dovette provare nel 1812 l'esploratore-archeologo anglo-svizzero John Lewis-Burckardt che con uno stratagemma fu il primo occidentale a penetrare nell'antica capitale nabatea di cui i beduini del deserto giordano conoscevano l'esistenza e la collocazione geografica custodendone però gelosamente il segreto. La visita del deserto del Wadi Rum con la sua finissima sabbia rossa e con lo sfondo di montagne di pietra con i profili più variegati ha concluso il nostro viaggio in Giordania allietato da simpatici compagni di viaggio e impreziosita da Mohamed Batta, bravissima guida turistica che ha saputo trasferirci il suo profondo amore per la sua terra.
Caterina Busetta

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