lunedì 26 aprile 2010

STORIA DELL'AFFAIRE RIGASSIFICATORE DI PORTO EMPEDOCLE- 2^ puntata-


(Spazio di mare, ad est del molo di P.Empedocle, visto dalla Valle dei Templi di Agrigento, dove dovrebbe sorgere il rigassificatore da 8 miliardi di mc.)
Approfondito l'argomento e resami conto di cosa stavamo parlando (tutt'ora c'è chi confonde un rigassificatore con un termovalorizzatore), il primo sentimento fu di incredulità. “Non è possibile” mi dicevo “che un progetto così scriteriato potesse andare avanti”.
Non è conveniente rigassificare a Porto Empedocle per poi trasferire il gas dove veramente serve, cioè il Nord Italia, per poi magari gravare il costo del trasporto sulla bolletta dei consumatori, così come “non ha senso” mi dicevo “mettere a rischio un luogo come la Valle dei Templi, sito Unesco, distruggendone quel paesaggio cantato dai viaggiatori del Grand Tour e ancora intatto, nonostante la vulgata che vorrebbe la Valle soffocata dalle costruzioni abusive, quando invece esiste un parco di 1400 ettari che la circonda”.
Fu a quel punto che insieme a mio marito cominciammo a pensare che bisognava fare qualcosa, attivarsi perché questo scempio non si perpetrasse, convinti che era nostro dovere fare conoscere quanto stava accadendo ad Agrigento nell'indifferenza generale dei cittadini e, peggio, nell'unanimismo generale dei politici siciliani di destra e di sinistra.
Un incontro culturale a Santo Spirito (abbazia chiaromontana nel centro storico di Agrigento) con la scrittrice Dacia Maraini fu l'occasione per far conoscere alla città e fare sottoscrivere ai presenti l'appello per salvare la Valle dei Templi rivolto al Presidente Napolitano, a Prodi, Rutelli e ad altri.
Spiegammo e facemmo leggere il documento a Dacia Maraini che ne diventò la prima firmataria.
Quella sera stessa Rita Borsellino, al centro culturale Pasolini di Agrigento, incontrava i suoi sostenitori dei Cantieri politico-culturali e così lei divenne la seconda firmataria dell'appello che poi fu sottoscrito da alcune centinaia di cittadini sensibili alla tutela del patrimonio culturale.
Qui di seguito si riporta l'appello che è stato il nostro primo atto di sensibilizzazione e di lotta all'ignobile progetto:

APPELLO A:
GIORGIO NAPOLITANO, PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
ROMANO PRODI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
FRANCESCO RUTELLI, MINISTRO DEI BENI CULTURALI
ALFONSO PECORARO SCANIO, MINISTRO DELL'AMBIENTE
LUIGI BERSANI, MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
SALVATORE CUFFARO, GOVERNATORE DELLA SICILIA
FRANCO FRATTINI, VICE PRESIDENTE COMMISSIONE EUROPEA
STAVROS DIMAS, COMMISSARIO EUROPERO AMBIENTE
FRANCESCO BANDARIN, DIRETTORE WORLD HERITAGE CENTRE UNESCO

Sensibili alla storia e alle sorti della Valle dei Templi di Agrigento, dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità (N.831 della lista), ci rivolgiamo alle SS.LL. allarmati per il pericolo che incombe sulla Valle a causa del costruendo impianto industriale di rigassificazione.
Risulta incomprensibile la localizzazione di detto impianto a Porto Empedocle (porto di Agrigento) per almeno tre motivi:
Si tratta di un'area urbana;
Si trova sotto “l'altipiano di argille azzurre” su cui sorge la casa natale di Luigi Pirandello, il parco pirandelliano e la contrada Caos sottoposti a vincolo paesaggistico;
Si trova a 1 km. di distanza dal confine sud-occidentale del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi.
E' bene ricordare, poi, che la Sicilia esporta già la gran parte dell'energia che produce, che dalla Sicilia passa il gas proveniente dall'Algeria e dalla Libia e che l'80% del fabbisogno di gas è concentrato al Nord.
Il modello di sviluppo basato sull'uso produttivo delle risorse culturali e paesaggistiche del nostro territorio non è assolutamente conciliabile con l'ipotesi di sviluppo industriale che un rigassificatore a Porto Empedocle implicherebbe.
E' assurdo, infatti, pensare di far coesistere l'alta vocazione turistico-culturale, verso cui naturalmente è proiettato l'intero comprensorio e su cui realisticamente si fondano le aspettative di un serio sviluppo economico per le popolazioni locali, con la presenza di tali impianti.
L'impatto ambientale e visivo sarebbe disastroso e il tanto giustamente avversato abusivismo edilizio nella Valle dei Templi al confronto del suddetto ecomostro sarebbe poca cosa. Dalla collina dei Templi, infatti, lo sguardo degradando dalla campagna scende verso il mare “africano” cantato da Pirandello.
Ebbene proprio in questo scorcio di mare e di terra potremmo vedere la fila di navi gasiere di 450 metri ciascuna posizionate davanti alla contrada Caos e le torri-torcia di circa 40 metri di altezza con fiamma perenne. In caso di incidente, poi, di cui nessuno può escludere la possibilità, verrebbero cancellati in un soffio questi siti decantati dai visitatori del Grand Tour, da Goethe a Maupassant, e immortalati dai grandi illustratori come Jan Houel e Richard de Saint Non e che ci sono stati consegnati quasi integri dopo 2500 anni e dopo ben tredici dominazioni straniere che hanno rispettato questo immenso patrimonio culturale.
L'iter autorizzativo dell'impianto risulta in fase avanzata di completamento, come ci informa il giornalista Carlo Vulpio nel Corriere della Sera del 26 marzo 2007, per cui ci rivolgiamo alla sensibilità delle SS.LL. perché venga scongiurata la sciagurata ipotesi di costruire un impianto di rigassificazione a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento e della casa natale di Pirandello, che costituirebbe, di fronte al mondo intero della cultura, un motivo di grande ignominia per noi Italiani tutti.
Fiduciosi che il nostro appello non cadrà nel vuoto, porgiamo distinti saluti,
Agrigento 30 marzo 2007
SEGUONO LE FIRME di Rita Borsellino, di Dacia Maraini e di altri cittadini di Agrigento

Nessun commento: