sabato 15 marzo 2008

Lettera aperta ad Anna Finocchiaro

Gentile Senatrice Anna Finocchiaro,
intendo plaudire alla Sua iniziativa di aprire la campagna elettorale con lo sfondo della Valle dei Templi di Agrigento, uno dei paesaggi più belli del mondo.
La scelta di questo luogo, che fa il paio con la scelta di Veltroni che è partito da Spello, uno dei borghi più belli d'Italia, ha sicuramente un valore simbolico eccezionale e mi autorizza a credere che il Partito Democratico considera l'archeologia, l'arte e il paesaggio la grande ricchezza di questo Paese da tutelare e valorizzare.
Il sito della Valle dei Templi, dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità, oggi è minacciato dalla costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi a Porto Empedocle, nella zona “Caos” sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine sud-occidentale del parco archeologico.
Salvatore Settis, professore di archeologia classica e rettore della Scuola Normale di Pisa nonché presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, fortemente voluto da Rutelli, non ha esitato a definire tale progetto indecoroso. “Ciò è potuto accadere” ha affermato con decisione “perché in Sicilia, a differenza che nel resto d'Italia le Sovrintendenze non dipendono dal Ministero dei Beni Culurali e quindi sono fortemente condizionate dal potere politico locale”.
Da più di un anno ad Agrigento ci si sta battendo per evitare ciò che, di fronte al mondo intero della Cultura, costituirebbe, se realizzato, motivo di ignominia.
A nulla sono valsi fino ad oggi gli accorati appelli di intellettuali,di studiosi ma anche di semplici cittadini che amano la Valle, come quello che a marzo dell'anno scorso è stato rivolto a Giorgio Napolitano e alle altre istituzioni nazionali ed europee, primi firmatari Rita Borsellino e Dacia Maraini, per salvare la Valle dei Templi e l'economia dell'intero comprensorio.
Il modello di sviluppo, basato sull'uso produttivo delle risorse culturali e paesaggistiche del nostro territorio, non è assolutamente conciliabile con l'ipotesi di sviluppo industriale che un rigassificatore a Porto Empedocle implicherebbe.
Io non so quanti rigassificatori siano necessari in Italia, dato che non esiste un piano energetico nazionale, so per certo che non sono necessari alla Sicilia e non lo sono soprattutto in luoghi come Agrigento dove un ambiente fortunatamente ancora incontaminato e i grandi giacimenti culturali esistenti possono prefigurare ben altro sviluppo.
Lei è siciliana e come tale conosce la storia della Sicilia. Lei sa che negli anni Cinquanta-Sessanta Gela, Priolo, Augusta hanno subito quelle trasformazioni devastanti a cui oggi si tenta di porre rimedio e che incredibilmente si vogliono riproporre addirittura per un sito UNESCO qual è quello della Valle dei Templi.
La Sicilia esporta già la gran parte dell'energia che produce. Dalla Sicilia passa il gas proveniente dall'Algeria e dalla Libia, mentre l'80% del fabbisogno del gas è concentrato al Nord.
Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, ha sempre sostenuto che i rigassificatori vanno costruiti vicini ai luoghi di consumo. Ecco perché mi indigno quando, in maniera superficiale e artata si parla di sindrome NIMBY.
E' arrivato il momento in cui la politica, per riconquistare fiducia e credibilità, si impegni a realizzare ciò che serve ai cittadini e non assecondi intrecci affaristici come l'emergenza rifiuti in Campania sta drammaticamente evidenziando.
L'ambientalismo “del fare” (da non confondersi con quello degli affari), slogan così caro al Partito Democratico, deve considerare prioritari l'obbligo della raccolta differenziata, l'energia pulita, la lotta agli incendi dei boschi, per impedire che tutta l'Italia vada in fumo, realmente oltre che mataforicamente.
Mi rivolgo a Lei, Senatrice Finocchiaro, in quanto rappresentante autorevole del Partito Democratico, ma prima ancora come siciliana, che con la Sua candidatura sta scommettendo sul cambiamento della Sicilia, perché metta al centro del Suo programma la legalità, precondizione indispensabile per ogni forma di sviluppo, la valorizzazione delle nostre giovani risorse umane basata sul merito e non sul clientelismo, e i giacimenti culturali e il paesaggio che, supportati dalle infrastrutture indispensabili quali strade, ferrovie, porti e aeroporti (non certamente i rigassificatori), creeranno finalmente quello sviluppo e quel cambiamento della Sicilia da troppo tempo vagheggiato e mai raggiunto.
Cordiali saluti e buon lavoro,Caterina Busetta

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