mercoledì 17 febbraio 2010

NON LEGGO CAMILLERI...


Non leggo Camilleri. Non lo leggevo ieri, non lo leggo oggi. Non perché me l'abbia suggerito Mario Centorrino, neo assessore regionale alla pubblica istruzione. Non lo leggo perché non mi piace. Punto. Quando scoppiò la bolla della moda mediatico-letteraria Camilleri, mi accostai alla lettura di un suo libro. Non a uno dei suoi romanzetti gialli preconfezionati per la fiction televisiva, ma al romanzo storico “Il Re di Girgenti”, perché mi intrigava molto la storia di quello sfortunato rivoluzionario agrigentino capopopolo che nel Settecento sfidò le istituzioni alla guida di una rivolta di contadini, che lo proclamarono re di Girgenti, appunto, e che, come tutti i rivoluzionari, finì sul patibolo.
Lette le prime pagine, ho chiuso il libro. Posso essere d'accordo che nei dialoghi dei personaggi, in quanto siciliani, si usi il dialetto, non accetto, però, che anche la narrazione sia in dialetto. In questo caso non abbiamo più letteratura italiana, ma semplicemente letteratura dialettale che può avere anche una sua validità ma che a me non piace. Inoltre, oggi, ho un motivo in più, da agrigentino, per non leggere quel Camilleri che si è fatto paladino contro le trivelle della Panther Oil in Val di Noto e che ha benedetto, invece, il rigassificatore di mamma Enel a Porto Empedocle, la sua Vigata letteraria, a due passi dal parco archeologico di Agrigento, tanto che la stampa comunemente usa chiamarlo “rigassificatore Valle dei Templi”. Non ci vuol molto a capire il motivo “nobile” di questa palese contraddizione. Le ultime cronache letterarie hanno riferito con grande spolvero mediatico la nascita della fondazione Camilleri, a Porto Empedocle, dove il sindaco Firetto, altro paladino del rigassificatore e dipendente Enel, ha acquisito la casa paterna dello scrittore per trasformarla in sede della fondazione.
Centorrino sconsiglia la lettura di Camilleri e Sciascia in quanto, a suo dire, “portano sfiga alla Sicilia”.
Per quanto riguarda Camilleri una cosa è certa che agli agrigentini porterà sicuramente sfiga, in quanto si vedranno distruggere uno dei siti paesaggisticamente più belli al mondo, la Valle dei Templi, dichiarata patrimonio Unesco.
Però mi sembra molto riduttivo accostare Camilleri a Leonardo Sciascia che, oltre a essere stato il grande letterato che tutti conosciamo, è stato anche la vera coscienza civile degli Italiani e che, se fosse ancora in vita, avrebbe certamente condannato l'obbrobrio ecologico che oggi Camilleri benedice.
Gaetano Gaziano

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