domenica 31 ottobre 2010

LE RISIBILI PANZANE E LE PATETICHE CONTRADDIZIONI DI DON ARRAFFAELE LOMBARDO


“La Repubblica” del 29 ottobre ha dedicato le prime sette pagine interamente al bunga-bunga di Berlusconi e neppure un solo rigo alla notizia di questi giorni che la mafia ha messo le mani sul rigassificatore di P.Empedocle, al confine con la Valle dei Templi di Agrigento, come è stato accertato dopo la cattura del capo mafia di P.Empedocle, Gerlandino Messina, nel cui covo sono stati trovati alcuni “pizzini” che dimostrano gli interessi di Cosa Nostra per il business del gas rigassificato.
La stessa cosa hanno fatto quasi tutti gli altri quotidiani, ma per i giornalisti de “la Repubblica” l’argomento rigassificatore “Valle dei Templi” è tabù forse perché l’ing. Carlo De Benedetti ha interessi, con la sua Sorgenia, nel rigassificatore di Gioia Tauro, anche questo sotto la lente di ingrandimento della Dda di Reggio Calabria.
“La Repubblica”, inoltre, ha dato grande risalto alla panzana del governatore siciliano Raffaele Lombardo, che ha chiesto la secessione dal resto d’Italia, ma si è guardata bene dal rilevare come mai il nostro governatore, che ormai tutti chiamano “don Arraffaele” per la sua attitudine a occupare tutte le posizioni di governo e di sottogoverno con propri fedelissimi clientes, stia facendo la guerra al rigassificatore di Priolo, zona privilegiata del suo elettorato, mentre ha calato le brache per il rigassificatore “Valle dei Templi”, che dovrà essere realizzato da Enel.
Questa contraddizione non l'ha rimarcata neppure il giornalista Roberto Di Caro nell'intervista a Lombardo su “l'Espresso” del 28 ottobre, ingoiando senza fiatare le patetiche spiegazioni di don Arraffaele, come ho ricordato su questo blog nel post precedente.
E gli inciucisti siciliani del Pd cosa fanno? Applaudono l'alleato “don Arraffaele”, che spara panzane grosse quanto una casa quando invoca la secessione, e sono conniventi con la sue contraddizioni sui rigassificatori per cui dice no a quello di Priolo, a casa sua, .mentre dà l'ok per quello “Valle dei Templi” con incredibili motivazioni che lasciano letteralmente di stucco. D'altra parte i “compagni” di casa nostra Capodicasa, Lumia, Lupo, eccetera sono in linea con Pierluigi Bersani che invoca le dimissioni di Berlusconi per il bunga-bunga ma che è lontano mille miglia dal farlo per rigassificatori e centrali nucleari tanto cari a Confindustria e al suo esponente di spicco Roberto Colannino, eletto (pardon nominato) parlamentare del Pd.
Questa è materia che “scotta” per il “compagno” Pierluigi, come per gli ex margheritini Letta e Franceschini che sognano già di coalizzarsi con Casini, il vero deus ex machina di rigassificatori e centrali nucleari. Quindi “mutu cu sapi 'u iocu”...
Gaetano Gaziano Continua a leggere...

lunedì 25 ottobre 2010

STEFANIA PRESTIGIACOMO DEVASTA L'AMBIENTE, RAFFAELE LOMBARDO FA SCEMPIO DEL PAESAGGIO

E' in corso in Sicilia un aspro braccio di ferro tra Stefania Prestigiacomo e il governatore Raffaele Lombardo.
Il nostro governatore, che i Siciliani ormai da tempo hanno preso a chiamare “affettuosamente” don Arraffaele, ha violentemente attaccato, attraverso un'intervista rilasciata al giornalista Roberto Di Caro de l'Espresso, la “leggiadra” Stefania definendola tout court come “ministra per la devastazione dell'ambiente”, cui stanno molto a cuore rigassificatori e termovalorizzatori che sono “la quintessenza dell'affarismo illecito, della bassa politica e della mafia”. Da questa intervista verrebbe fuori un don Arraffaele paladino della riscossa siciliana contro i poteri forti, la mafia, e lobby varie che vogliono fare della nostra terra ricettacolo di termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucelari. Peccato però che il nostro “eroe” ha qualche scheletro nell'armadio, non ha ricordato per esempio che, dopo aver definito i rigassificatori “polvere da sparo pronta ad esplodere”, ha dato il via libera al rigassificatore di Porto Empedocle, al confine del parco archeologico della Valle dei Templi. Forse ha dimenticato una precedente intervista televisiva in cui disse testualmente “un rigassificatore sotto la Valle dei Templi mai!”. Poi, dopo un debole accenno di resistenza alle pressioni di Enel, ha autorizzato l'ecomostro in zona archeologica, con brindisi finale a base di champagne tra l'assessore regionale Armao e Margherita Stabiumi, regina bresciana dell'acciaio che, cedendo ad Enel il 90% delle azioni della sua società Nuove Energie, “facilitatrice” del progetto, avrebbe lucrato circa 30 milioni di euro.
Di questo brindisi ci parlò proprio l'Espresso e sembra davvero strano che non se ne sia ricordato il giornalista Roberto Di Caro, che non ha fatto un minimo cenno al rigassificatore “Valle dei Templi”, ed è stato don Arraffaele, quasi come excusatio non petita, a dire “lo facciono il rigassificatore di Priolo, ma mettano in sicurezza la fatiscente raffineria, e interrino quell'enorme ferraglia come ha fatto Enel a Porto Empedocle”. Ma di quale ferraglia sta parlando onorevole don Arraffaele? Per il rigassificatore sotto la casa natale di Pirandello e al confine del parco archeologico di Agrigento non si tratta di interrare della ferraglia ma di preservare uno dei paesaggi più belli al mondo, quello della Valle dei Templi, patrimonio Unesco, minacciato dall'ecomostro. Lombardo si sbraccia a sostenere che nei termovalorizzatori e nella gestione dei rifiuti “la mafia c'è dentro fino al collo”, ma fa finta di ignorare le preoccupazioni di infiltrazioni nel business del rigassificatore empedoclino, espresse dal questore di Agrigento e dal colonnello dei Carabinieri Mario Di Iulio, raccolte dal Corriere della Sera, e puntualmente confermate dopo l'arresto del boss mafioso di Porto Empedocle, Gerlandino Messina, nel cui covo hanno trovato alcuni “pizzini” che confermano il suo interesse al rigassificatore. Il nostro “amato” governatore è molto bravo a lanciare accuse di ascarismo ai suoi amici-nemici politici. E come definirebbe se stesso che cala le brache alle pressioni per il rigassificatore “Valle dei Templi”?
Stia tranquilla però la “leggiadra” Stefania: Raffaele Lombardo, la volpe di Catania, lancia violenti accuse contro di lei solo a parole, ma in realtà la rassicura quando afferma: “lo facciano il rigassificatore di Priolo...”. Prima l'accusa di devastare l'ambiente e poi le “regala” quello che le sta più a cuore, il business del secondo rigassificatore in Sicilia.
La Prestigiacomo sarà pure “una ministra della devastazione dell'ambiente”, ma al nostro “amato” governatore la patente di “devastatore del paesaggio” non gliela toglie nessuno.
Gaetano Gaziano Continua a leggere...

martedì 19 ottobre 2010

CHIESTA LA REVOCA DELL'AUTORIZZAZIONE DEL RIGASSIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI"

Le associazioni “Salviamo la Valle dei Templi”, “Parco Letterario Pirandello” e “Confimpresa-Euromed” di Agrigento, che con le proprie denunce alla Commissione Europea hanno determinato l'apertura dell'indagine a carico del governo italiano per infrazione del diritto comunitario in relazione all'autorizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, al confine della Valle dei Templi di Agrigento, hanno chiesto all'assessore regionale per l'energia Giosuè Marino, con atto extragiudiziale di diffida, la revoca urgente del provvedimento dell'autorizzazione del rigassificatore.
Ritengono immorale infatti, oltre che illegittimo, che venga mantenuto in vita il provvedimento autorizzativo del rigassificatore “Valle dei Templi”, mentre sia stato bloccato il rigassificatore di Priolo in zona industriale, invocando, come ha fatto l'ex assessore regionale per l'energia Piercarmelo Russo, l'indagine della UE iniziata proprio per il rigassificastore in zona archeologica.
In realtà la Sicilia non ha bisogno di rigassificatori, né di quello di Priolo né di quello della Valle dei Templi, in quanto essa esporta la maggior parte dell'energia che produce e il suo territorio è attraversato dai gasdotti provenienti dall'Algeria e dalla Libia e solo il 10% del gas trasportato viene consumato in Sicilia, per cui risultano incomprensibili le motivazioni del governo Lombardo sulle scelte in materia di rigassificatori.
Oggi per Priolo si invoca l'indagine UE iniziata per Porto Empedocle, in quanto viene violato il divieto degli aiuti di Stato (art.107 del Trattato UE), che c'é e sarà certamente sanzionato, ma il motivo molto più pragmatico del blocco va ricercato nel fatto che una “cordata” di alcuni uomini politici della Sicilia orientale non vuole il rigassificatore dalle loro parti, malgrado le pressioni di Stefania Prestigiacomo, “ministra per la devastazione dell'ambiente”, come l'ha definita il capo gruppo al Senato dell'Mpa, Giovanni Pistorio, mentre i politici di Agrigento (di destra e di sinistra) sono infetti da sempre dal pernicioso virus dell'ascarismo. Lombardo ha dichiarato “il rigassificatore di Priolo lo vadano a fare da qualche altra parte”. L'avete mai sentita dai nostri “onorevoli” una simile dichiarazione?
La verità è che si sta giocando una partita dura tra i poteri forti, da una parte i fratelli Garrone, petrolieri di Genova, che pressano per il rigassificatore di Priolo e dall'altra Enel che pressa per quello di Porto Empedocle, ma, mentre i politici della Sicilia Orientale stanno opponendo una strenua resistenza alle pressioni della lobby Garrone e della “ministra della devastazione dell'ambiente”, tutta la deputazione nazionale e regionale di Agrigento (tranne Ignazio Messina dell'Idv che ha presentato diverse interrogazioni parlamentari) subisce senza fiatare le pressioni di Enel per il rigassificatore “Valle dei Templi”. La triste realtà è che questi “signori” valgono meno del due di briscola. Loro ritengono di essere importanti perché hanno i voti e perché sono strapagati. Avranno pure i voti, saranno pure strapagati, ma moralmente sono zero.
Fazioso risulta, in ogni caso, il governatore Lombardo che, mentre continua a denunciare infiltrazioni mafiose nei termovalorizzatori e nel rigassificatore di Priolo, ignora completamente le preoccupazioni di infiltrazioni della malavita nel rigassificatore “Valle dei Templi”, espresse dal Questore di Agrigento e dal colonnello dei Carabinieri Di Iulio e raccolte dal Corriere della Sera. Ovviamente le pressioni della lobby italiana dell'energia, sostenuta dall'assessore Armao e dalla “regina” dell'acciaio bresciano Margherita Stabiumi, trovano più accomodante il nostro “amato” governatore.
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venerdì 1 ottobre 2010

OGGI L'INCIUCIO SI CHIAMA "LABORATORIO POLITICO"

Le operazioni di trasformismo politico, anche le più spericolate, vengono definite oggi con il termine di “laboratorio politico” (ovviamente da chi le compie).
Gli esponenti di una coalizione, che passano a quella contrapposta, non vengono chiamati traditori, voltagabbana eccetera ma, a questo punto, possono “elegantemente” essere definiti “tecnici di laboratorio”. Dei ricercatori, insomma. Ricercatori sì, ma di poltrone.
E hanno anche un forte alibi morale: “lo facciamo per il bene del Paese”.
Il trasformismo è un vizietto antico. Benedetto Croce diceva che gli Italiani ce l'hanno nel codice genetico. E' comune a tutte le forze politiche,per cui risultano patetiche le accuse di “campagna acquisiti” che fanno oggi alcuni schieramenti contro gli avversari politici, dimenticando che anche loro in passato hanno fatto ricorso a palesi manovre di trasformismo (pardon di “laboratorio politico”) per ribaltare il risultato delle urne elettorali.
Bersani che oggi chiede addiritura l'incriminazione di Berlusconi per corruzione non ricorda o, meglio, fa finta di non ricordare che il primo governo Berlusconi fu fatto cadere perché la Lega Nord, alleata di Forza Italia, passò dall'altra parte della barricata, diventando “una costola del centro-sinistra”, con la complicità del presidente ribaltonista di allora, Oscar Luigi Scalfaro.
Ma non c'è bisogno di tornare al passato per dimostrare che il vizietto trasformista ha contagiato anche i “compagni” (o come diavolo si chiamano oggi, per dirla con Veltroni) Bersani, Finocchiaro, Lumia e Cracolici, basta vedere il ribaltone che hanno fatto in Sicilia alla corte di Raffaele Lombardo, oggi “affettuosamente” chiamato don Arraffaele, alleandosi con i post-fascisti di Fini e i centristi di Casini (ribaltonista a Palermo ma all'opposizione a Roma) e mandando a casa la coalizione che aveva vinto le elezioni.
E' l'esperimento fotocopia di “laboratorio politico”, chiamato milazzismo, che fu fatto in Sicilia negli anni Sessanta per mandare a casa la Dc allora al governo. Con un'aggravante: a quel tempo non c'era l'elezione diretta del presidente della regione sostenuto da una coalizione. Oggi invece la “compagna” Anna Finocchiaro, rivale sconfitta di don Arraffaele alle ultime elezioni regionali, si trova a governare proprio con il “riformista” Lombardo. Ma bisogna dare atto almeno a don Arraffaele che, per giustificare l'inciucio siciliano ordito con il “compagno-fidanzato” Antonello Cracolici, non si è rifugiato nelle terminologie finto-eleganti di “convergenze parallele” o “politica dei due forni” come si faceva un tempo o “alleanza costituzionale” come fa oggi il “compagno” Bersani ma, molto più terra terra, ha ammesso che “governa con ci sta”.
La verità amara è che per molti professionisti della politica le espressioni “sinistra”, “destra” e “centro” sono oggi, come lo furono ai tempi di De Pretis, Crispi e Giolitti, comode etichette per acquisire un seggio in Parlamento o nelle varie assemblee politiche, salvo poi a fare gli interessi di coloro che comandano veramente: i potentati economici e industriali.
Ne è una dimostrazione vivente e lampante l'esperimento di “laboratorio politico” di don Arraffaele con gli inciucisti di Fini, Casini e Bersani.
Il nostro “illustre” governatore, durante la campagna elettorale, cavalcò gli slogan del “riformismo” e dell' “autonomismo”, proclamando con fierezza che “i lor signori non trasformeranno la Sicilia in pattumiera d'Italia”, volendo contrastare, a suo dire, i gruppi industriali del Nord (“i lor signori”) e la loro strategia colonizzatrice tendente a installare nel nostro territorio termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucleari.
Appena eletto governatore, don Arraffaele si dimenticò di promesse e di proclami elettorali, aprendo le porte proprio a termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucleari e ciò con il consenso caloroso della coalizione di centro destra con cui governava prima e con quello di Fini, Casini e dei “compagni” Bersani, Finocchiaro, Lumia, Cracolici (il fidanzato) con cui governa oggi.
Sono questi interessi il vero motore di certi nostri politicanti (e li chiamano pure "onorevoli") che in pubblico litigano o, meglio, fingono di litigare per la casetta in Canadà o per le escort che stanno qua, ma che in privato fanno il gioco dei poteri forti. E lo fanno appassionatamente politici di “destra”, di “centro” e di “sinistra”.
E gli elettori, direte voi?
Per loro vale l'eterna massima del marchese Del Grillo: “io so' io e voi non siete un c***o”.
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