mercoledì 27 aprile 2011

I RAPPRESENTANTI DELLE LOBBY

Gunter Grass, l'autore del "Tamburino di latta" premio Nobel per la letteratura del 1999, ha dichiarato in una recente intervista che bisognerebbe creare un “cordone di sicurezza” attorno ai politici per evitare che essi, come spesso accade, siano vittime delle pressioni delle lobby. L'intervista ha preso la stura dal rischio di disastri nucleari, reso drammaticamente attuale dalla tragedia di Fukushima, per spiegare come i politici tedeschi abbiano fatto a suo tempo la scelta del nucleare perché “convinti” dalle lobby dell'energia. La dichiarazione di Gunter Grass, che vale anche per i nostri politici, ha ovviamente il sapore della provocazione ma ha un contenuto di verità, solo parziale però. Infatti il cordone di sicurezza bisognerebbe stenderlo non solo attorno ai politici ma anche attorno ad altre categorie e associazioni.
Il pensiero corre subito ai giornalisti. Non c'era bisogno che ce lo svelasse Wikileaks, sapevamo già, per averlo sperimentato sulla nostra pelle in materia di lotta al rigassificatore “Valle dei Templi”, che molti giornalisti italiani sono a libro paga delle lobby dell'energia.
Come sapevamo che i sindacati fossero foraggiati da Confindustria prima che ce lo rivelasse il loro collega Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo Fismc.
Analogamente possono annoverarsi nella categoria dei “comprati e venduti” molti esponenti delle associazioni cosiddette ambientaliste e di tutela del patrimonio culturale.
Abbiamo dovuto constatare con grande amarezza che questi “signori”, che prima si erano schierati contro il rigassificatore, perché magari tirati da noi per la giacchetta, hanno improvvisamente cambiato opinione a seguito delle “convincenti argomentazioni” della lobby italiana dell'energia”, folgorati sulla via di Damasco.
Quindi niente di nuovo sotto il sole in materia di “compravendita” di politici (di destra e di sinistra), di sindacalisti, di finto-ambientalisti e di finto-tutori del nostro patrimonio culturale, che hanno pure l'aureola di persone eticamente superiori, ma che sono invece, come abbiamo potuto sperimentare, eticamente inferiori.
E allora come difenderci dal rischio di permeabilità di questi “signori”, che, invece di fare gli interessi dei cittadini, fanno gli interessi delle lobby?
L'unico rimedio è il ricorso ai referendum per tutti gli argomenti di vitale importanza per il Paese. Referendum nazionali per le materie che coinvolgano la comunità nazionale, referendum locali per le materie di interesse limitato ai territori più piccoli, regionali o comunali.
Come fanno nella democratica Svizzera. Con una precisazione però, che l'istituto del referendum in Italia deve essere radicalmente modificato, perché diventi strumento di vera democrazia.
Infatti, come stiamo vedendo in questi giorni, la casta dominante di destra e di sinistra (perché di casta si tratta in quanto non eletta ma nominata dall'alto) usa tutti gli stratagemmi giuridici per scoraggiare l'utilizzo di questo strumento democratico o per vanificarne gli effetti, nelle rare ipotesi in cui si riesca a realizzarli.
La cronaca recente ci racconta di come la casta abbia usato l'inganno dell'adozione di una legge “riparatrice” per evitare il referendum sul nucleare.
Consapevoli di perderlo, i nostri “beneamati” politici hanno emanato una leggina che sospende la procedura della costruzione delle centrali nucleari, salvo a riprenderla passata la paura di Fukushima.
Berlusconi ha ammesso candidamente, nella conferenza congiunta con Sarkozy del 26 aprile, che la leggina è stata un'autentica furbata, ma speriamo che la Cassazione non cada nel bluff e decida di fare effettuare ugualmente il referendun, non consentendo che venga aggirato il più importante istituto di democrazia diretta con una furbata, appunto.
Ma non c'era stato qualche anno fa in Italia un referendum sul nucleare, con la schiacciante vittoria del no? Ecco perché noi pensiamo ad alcune modifiche dell'istituto referendario.
Una modifica dovrebbe prevedere che l'esito referendario può essere corretto solo con un successivo referendum, per evitare che i soliti “furbetti del quartierino” (leggasi i parlamentari) vanifichino l'esito referendario con una leggina ad hoc (ricordate il referendum sulla responsabilità civile dei giudici e quello sul finanziamento pubblico dei partiti?).
Fissare cioè il sacrosanto principio che la volontà popolare, espressa attraverso un referendum, possa essere modificata solo con una nuova manifestazione di volontà del corpo elettorale e non dai suoi rappresentanti in Parlamento che, come abbiamo visto, rappresentano piuttosto le lobby industriali e finanziarie e i loro interessi.
Stesso discorso vale per il referendum sul ritorno all'acqua pubblica. Certi di perderlo, i nostri cosiddetti onorevoli, per tutelare gli interessi delle lobby delle aziende dell'acqua privata (molto spesso controllate da aziende straniere che si sono arricchite sul ghiotto business idrico), stanno pensando, al fine di evitare il referendum, ad una leggina che istituisca un' Authority che controlli le tariffe.
Altro palese imbroglio, perché abbiamo scoperto, durante la nostra lotta all'ignobile progetto del rigassificatore “Valle dei Templi”, che l'Autorità dell'energia e del gas, con una delibera del 2005, ha previsto che le aziende che costruiscono nuovi rigassificatori avranno diritto all'80% dei ricavi di riferimento (mediamente 3 miliardi di euro l'anno) anche se gli impianti dovessero restare inattivi, gravando l'onere della spesa sulla bolletta degli Italiani.
E allora cosa facciamo, stendiamo un cordone di sicurezza anche attorno alle Authoriy perché, invece di fare gli interessi degli utenti, fanno gli interessi delle lobby?
No, ci può salvare solo il ricorso ai referendum.
Siamo governati da un sistema controllato dalle oligarchie politiche ed economiche, quindi l'unica possibilità di contrastare il loro strapotere è quella di fare ricorso ai referendum quando occorre decidere su materie che coinvolgano la salute dei cittadini, l'ambiente, il patrimonio culturale, l'energia e tutte quelle altre materie che non possono essere lasciate all'arbitrio e agli interessi dei soliti noti.
Pertanto invito i lettori di questo blog, a prescindere dalle loro idee politiche, ad andare a votare il 12 e 13 giugno (se ci lasceranno votare), per non consentire che la casta che è al potere espropri il popolo della sovranità a decidere sulle materie di vitale importanza per la nostra esistenza.
Gaetano Gaziano.
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giovedì 21 aprile 2011

LA VALLE DEI TEMPLI LUOGO DI MITO, FEDE E PACE

La settimana della cultura è stato il momento ideale per potere cogliere pienamente l'essenza vera della Valle dei Templi di Agrigento come simbolo di pace, di mito e di fede. Luogo del mito la Valle lo è sempre stata fin dall'antichità classica. quando “gli dei mortali come gli uomini”, per dirla con Maupasant uno dei più raffinati visitatori del Gand Tour nella Valle, videro erigere dagli architetti greco-rodesi alcuni tra i più bei templi dorici della Magna Grecia per onorarne la loro memoria nei secoli. Non sappiamo a quale divinità classica fosse destinato il tempio della Concordia (questo nome è convenzionale, come si sa,) sappiamo che esso rappresenta il momento più alto della fusione della cultura classica con la cultura cristiana. Miracolosamente, infatti, il tempio si è potuto salvare perché il vescovo del sesto secolo d.c., Gregorio agrigentino, lo trasformò da tempio greco in basilica cristiana. Ecco il motivo per cui esso è pervenuto integro fino ai nostri giorni: da luogo di culto pagano a sede della fede cristiana. Ed è bello pensare che, se anticamente lungo la Valle si snodavano processioni in onore di quelle antiche divinità, oggi le moderne processioni si svolgono all'insegna dell'amore cristiano che è amore universale. Per una bellissima coincidenza la settimana della cultura è coincisa con la settimana liturgica che si è conclusa con la domenica della Palme, quando vengono portati per la benedizione i ramoscelli d'ulivo che sono il simbolo eterno della pace. Questa funzione è stata davvero suggestiva all'interno della Valle, davanti all'edicola di San Nicola, dove il rettore della bellissima chiesa di stile normanno-chiaramontano dedicata al santo barese ha benedetto i ramoscelli di ulivo. Quest'anno la nostra meravigliosa Valle ha vissuto momenti davvero esaltanti come la celebrazione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia con l'esecuzione di un concerto sinfonico diretto dal Maestro Claudio Gallina che ci ha regalato alcune pagine bellissime di Beethoven, Puccini e Verdi, che resta il simbolo del nostro Risorgimento. Inoltre, nel contesto della settimana della cultura, c'è stato sempre davanti al tempio della Concordia un concerto di musiche liriche eseguite dall'Ensemble Cilea e dal soprano, la bravissima Tullia Belleli(foto in alto), che ha cantato alcune delle arie più famose della lirica e ha concesso anche un bis estasiando il pubblico con la famosissima aria “La regina della notte” di Mozart.
L'atmosfera magica è stata impreziosita tra l'altro dalla coincidenza della esposizione nella Valle delle fantastiche sculture di Igor Mitoraj ispirate proprio ai personaggi del mito classico.
Credo che non esista al mondo (mi piace pensarlo da agrigentino) un altro luogo come la Valle dei Templi dove si possano coniugare in magica simbiosi mito, fede, pace e cultura.
E pesare che c'era qualcuno che questo luogo voleva profanare. C'era e speriamo di averlo scoraggiato. Sarebbe bello pensare che questo qualcuno, magari in preda ad un'improvvisa crisi di coscienza culturale, morale e sociale, possa recedere dall'indecoroso proposito. Siamo a Pasqua, siamo buoni e vogliamo fargli credito di una possibilità di ravvedersi. Buona Pasqua a tutti, compreso quel qualcuno.
Gaetano Gaziano.
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domenica 17 aprile 2011

LMPEDUSA DAL SOGNO ALL'INCUBO

“Che s'abbia a ritrovar con numer pari / di cavalieri armati in Lipadusa. Un'isoletta è questa che dal mare/ medesmo che la cinge è circonfusa”. Con questi versi inizia, secondo Ludovico Ariosto, la sfida a Lampedusa (Lipadusa) tra i paladini di Francia Orlando, Brandimarte e Oliviero e i tre re saraceni Agramante, Gradasso e Sobrino. Una delle più belle pagine dell'Orlando Furioso è dedicata alla descrizione del duello che si svolge appunto a Lampedusa tra i tre paladini cristiani e i tre re pagani. Il duello si concluderà con la vittoria di Orlando, ma con la morte del paladino Brandimarte e il ferimento di Oliviero, mentre dalla parte saracena resteranno sul campo Agramante e Gradasso, e Sobrino ferito si convertirà al cristianesimo. La storia più commovente è quella di Fiordiligi, la donna amata da Brandimarte, che muore per il dolore della sua uccisione. Nella disfida venne pure ucciso da Gradasso il cavallo bianco di Orlando, da cui prende il nome la contrada di Lampedusa, Cavallo Bianco appunto, dove secondo l'Ariosto si è svolta la battaglia e dove alcuni fantasiosi narratori intravedono l'orma dello zoccolo del destriero di Orlando in una buca scavata nella roccia. Terra di mito Lampedusa lo era già stata nell'Odissea. Secondo alcuni studiosi infatti, Omero colloca proprio nell'Isola dei Conigli a Lampedusa il luogo mitico dove Calipso viveva felice prima di incontrare Ulisse.
Arrivando poi ai tempi più vicini a noi, Lampedusa fu pensata da Denis Diderot come luogo ideale per i teatranti. Scriveva infatti l'illustre enciclopedista “Ah, amici miei, se andassimo finalmente a Lampedusa, a fondare una piccola comunità di gente felice in mezzo al mare, lontano dalla terra...gli attori sarebbero i nostri predicatori e non dubitate che li sceglieremmo con la cura richiesta dall'importanza del loro ministero”.
Tutto ciò è mito, fantasia e utopia, ma ormai da molti anni Lampedusa deve scontrarsi con una realtà molto più drammatica che parla di una terra diventata porto d'Europa di migranti disperati provenienti da un continente in fiamme.
Proprio questo Pietro Busetta, economista con la passione della fotografia, ha documentato con un'interessante mostra fotografica(sopra una foto di Busetta)che prende il titolo “Lampedusa dal mito allo stupro”, che coglie sentimenti e stati d'animo dei migranti ma anche la pressione e e la violenza subita dall'isola a seguito di questi massicci sbarchi. La mostra ci consegna delle immagini drammatiche di questi giovani approdati a Lampedusa, un'isola di pochi chilometri quadrati, restando intrappolati, ironia della sorte, proprio a Cavallo Bianco, ribattezzata “collina della vergogna”. Il messaggio crudo di Pietro Busetta rappresenta in modo eloquente anche lo stato di degrado e di squallore causato dalla ondate di migranti. La mostra sarà inaugurata a Palazzo dei Normanni a Palermo martedì 20 aprile.
Non c'è dubbio che Lampedusa ha saputo fronteggiare con dignità l'enorme ondata d'urto. Ma questa invasione, anche se i lampedusani hanno dimostrato grande spirito di solidarietà, è destinata a lasciare profonde ferite e paure nel tessuto sociale dell'isola che non sarà facile lenire neppure con le “compensazioni” promesse da Berlusconi.
Perché il sogno di libertà alla ricerca di condizioni più dignitose di vita non si trasformi per questa umanità sofferente in un incubo è necessario che ognuno faccia la sua parte, attingendo magari alle tanto evocate radici cristiane così facilmente dimenticate.
Caterina Busetta.


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domenica 10 aprile 2011

VALLE DEI TEMPLI: PARTE LA SETTIMANA DELLA CULTURA

Parte la settimana della cultura (9/17 aprile) nella Valle dei Templi, come del resto in tutta Italia.
I musei agrigentini e il parco archeologico resteranno aperti tutto il periodo e saranno visitabili gratuitamente.
Apertura straordinaria fino alle ore 22 nei giorni di venerdì 15 e sabato 16 aprile.
Quest'anno, inoltre, ci saranno alcuni eventi che renderanno più appetibile la visita nella nostra Valle: le seguenti iniziative culturali. L'inaugurazione della mostra delle sculture mitologiche del grande Igor Mitoraj (per maggiori informazioni leggi il post più sotto in questo blog)e un concerto di musica classica.
L'inaugurazione della mostra avverrà il 15 aprile alle ore 19, alla presenza di Mitoraj. Le sculture che sono presenti già nella Valle resteranno in mostra fino all'autunno di quest'anno.
Il concerto sarà tenuto dall' "Ensemble F.Cilea" il giorno successvo alle ore 17, al tempio della Concordia.
Inoltre saranno organizzate visite guidate all'orto di Goethe, in ricordo della memorabile visita che il grande poeta tedesco fece nella nostra città nella primavera del 1787.
Data l'eccezionalità degl eventi programmati, la settimana della cultura ad Agrigento quest'anno ha tutti i numeri perché rimanga indelebile nel ricordo dei visitatori.
Caterina Busetta e Gaetano Gaziano

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sabato 9 aprile 2011

BERLUSCONI TORNA A LAMPEDUSA

Dopo due settimane dalla sua prima visita Berlusconi torna a Lampedusa (qui accanto fotografato all'Isola dei Conigli).
Molte promesse ha fatto la prima volta: alcune realizzabili subito, altre nel medio periodo.
La prima e più importante per i lampedusani e non solo per loro, il decongestionamento dell'isola dai 5000 e passa clandestini arrivati nelle ultime settimane, prevalentemente tunisini. Grazie all'accordo stipulato con il governo provvisorio tunisino, Lampedusa è stata quasi svuotata, anche se altri sbarchi continuano in questi giorni e in queste ore.
L'accordo è stato apprezzato anche da Giorgio Napolitano. Non sappiamo se funzionerà. E' presto per dirlo. Ma un fatto è certo che quelli dell'opposizione si sono comportati in modo ignobile. Da condannare certamente il gestaccio di Pierfelice Zazzera che in Parlamento ha esposto il cartello “Maroni assassino”. Comportamento talmente infelice (contrariamente al nome che porta il deputato dell'Idv) che Antonio Di Pietro ha sentito il dovere di scusarsi con Maroni. Ugualmente criticabile il comportamento del “compagno” D'Alema che in un'intervista dell'8 aprile ha dichiarato che il governo italiano scredita il nostro Paese. Forse l'Italia era più credibile quando il “compagno” D'Alema bombardava il “compagno” Milosevic? Inoltre appare abbastanza singolare la sua teoria che l'Europa può accogliere 30 milioni di migranti. Certo, ma siccome la porta di ingresso dei migranti (profughi o clandestini che siano) sono le coste italiane del Mediterraneo e siccome nessun altro paese europeo li vuole accogliere nel proprio interno e quelli che riescono a passare le frontiere ce li rispediscono indietro, ecco che fatalmente questi 30 milioni di clandestini rimarrebbero tutti in Italia. E bravo il “compagno” D'Alema. Capisco che la crisi di astinenza da poltrone fa venire le traveggole, ma per favore, “compagno” D'Alema, un po' di dignità!
Gaetano Gaziano.
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mercoledì 6 aprile 2011

ZAMBUTO SI COSTITUISCE AL CONSIGLIO DI STATO CONTRO IL RIGASSIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI"

Marco Zambuto si è costituito davanti al Consiglio di Stato avverso gli appelli proposti da Enel e dal Comune di Porto Empedocle in relazione alla sentenza del Tar Lazio del 14 dicembre 2010 che annullava l'autorizzazione regionale a costruire il rigassificatore “Valle dei Templi” da 8 miliardi di mc.
La decisione di Zambuto non era scontata, in quanto il nostro giovane sindaco si è avvicinato all'Udc di Casini che è uno dei più convinti rigassificatoristi d'Italia e forse del mondo. Sappiamo delle notevoli pressioni che Zambuto ha dovuto subire in passato e continua a subire ancora oggi per la sua decisione di contrastare l'indecoroso progetto gasiero al confine del nostro parco archeologico, patrimonio Unesco. Non sappiamo quale sarà il giudizio che la Storia darà sull'operato di Zambuto, noi sappiamo solo che, pur muovendosi in un contesto difficile per via della situazione economica disastrosa dell'amministrazione comunale ereditata dai precedenti sindaci e turbolenta per quanto riguarda gli oscuri giochi politici all'interno e all'esterno del palazzo dei Giganti, non ha avuto alcuna esitazione in merito alla tutela del nostro patrimonio storico, archeologico e paesaggistico.
E si è schierato deciso contro il tentativo di invasione dei nuovi barbari e dei loro alleati (leggi politici e sindacalisti ascari) che cercano di abbattere le mura dell'antica Akragas, ieri Girgenti, oggi Agrigento. Per noi è sufficiente solo questo motivo per considerarlo il più grande sindaco di Agrigento. Quando dico “noi” mi riferisco alle associazioni, ai soggetti e in generale a quei 7000 agrigentini che hanno gridato no al rigassificatore, dimostrando che c'è ancora nella nostra città qualcuno che ha orgoglio, amore per la propria terra e dignità da portare avanti con fierezza. Bravo, Marco! Grazie anche a te, i nuovi barbari non passeranno!
Gaetano Gaziano.
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domenica 3 aprile 2011

FACEBOOK SPAZZERA' VIA DITTATURE E PRIVILEGI DI CASTA

Un vento nuovo di libertà e di democrazia soffia nel mondo. E questo vento vola sulle ali di Internet. I media tradizionali (comprati con la pubblicità) non contano più niente o quasi. La vera informazione la fanno i bloggers mentre i giornali e le tv si limitano ad andare dietro agli avvenimenti, non ad anticiparli. In Belgio, dove il governo latita da quasi un anno, alcuni giovani “armati di click” hanno portato in piazza, attraverso Facebook, decine di migliaia di manifestanti contro l'inerzia della politica, quella istituzionale, che ha lasciato il loro Paese senza guida, nell'indifferenza generale, come se la “vacatio” inaudita di governo non interessasse loro ma gli abitanti della Paupasia.
E' successo così che 5 studenti in Belgio, facendosi interpreti del diffuso stato di malessere della propria gente, hanno convocato on line più di 50 mila persone in piazza per gridare no alla situazione di stallo venutasi a creare per la rottura tra fiamminghi e valloni. E hanno organizzato la “shame march”, la marcia della vergogna contro i loro politici corrotti e inefficienti.
La Cina, il più grande colosso economico del mondo per abitanti e prodotto interno lordo, ha creato un sistema politico dove i metodi vetero comunisti si sposano con la strategia del massiccio sfruttamento capitalistico dei lavoratori, e ciò a beneficio di una casta di dirigenti oligarchi che viaggiano in Ferrari (la Cina risulta il maggiore acquirente delle supercar di Maranello). Questo Paese “socialista” sta attuando il più spietato sistema poliziesco di censura del mondo, tentando di imbavagliare la protesta dei contestatori cinesi che corre on line, imprigionando anche i bloggers che sfidano il regime. Per ora ci sono riusciti, ma prima o poi la bomba della protesta on line gli esploderà tra le mani.
Com'è esplosa nei paesi nord africani in questi ultimi mesi. Mentre le potenze occidentali (magari quelle che poi diventeranno i “volenterosi” portatori di bombe) facevano affari con Tunisia, Egitto, Libia e Siria, all'interno di queste nazioni stava montando la protesta on line che nel giro di poche settimane ha mandato o manderà a casa dittatori che si erano insediati più di 40 anni fa e già progettavano di trasmettere il potere e la poltrona ai propri figli, come è già accaduto in Siria per Assad figlio che è successo ad Assad padre e come stava succedendo per i Ben Alì in Tunisia e Gheddafi in Libia.
Qualche furbo “volenteroso” come Sarkozy ha cercato di cavalcare questi venti di libertà per impossessarsi del petrolio italiano, secondo la collaudata logica vetero-colonialista di occupazione di territori africani per sfruttarne le materie prime. Ma Internet farà giustizia anche di questi patetici tentativi di neo espansionismo economico-industriale.
Via dunque i dittatori e i neo colonizzatori, spazzati dal vento di libertà che soffia su Facebook.
E in Italia? In Italia siamo messi peggio, perché non c'è un dittatore contro cui indirizzare i propri strali informatici e cacciarlo via. C'è una casta o meglio ci sono delle caste che, intrecciando fortemente interessi e privilegi, si auto sostengono e si difendono a vicenda. La prima casta è quella dei politici parlamentari, il cui unico interesse è di conservare privilegi e potere. E, infatti, cosa ti vanno a sperimentare? Una legge elettorale che affida ad una cerchia ristretta di pochi segretari di partito il compito di nominare i circa 600 deputati e i circa 300 senatori. Dando ai cittadini l'illusione di eleggerli, mentre in effetti si limitano a ratificarne le nomine. Ma la casta dei politici non è l'unica in Italia, essa si intreccia con le caste dei magistrati, degli alti burocrati, dei baroni universitari, dei giornalisti e dei boiardi di Stato (manager delle grandi aziende a partecipazione statale come Eni ed Enel) che ovviamente non hanno interesse ad attaccare la casta dei politici, impegnati come sono a difendere strenuamente i propri privilegi e le proprie rendite di posizione.
E, siccome noi ci occupiamo di fatti che interessano la nostra Sicilia, osserviamo che i privilegi acquisiti dalla nostra classe dirigente non sono inferiori anzi, in alcuni casi, sono superiori a quelli goduti dai fortunati rappresentanti dalla classe politica romana.
Come non pensare a quel pensionato della Regione siciliana che percepisce una pensione di 1300 euro al giorno, quindi di 39 mila euro al mese, 479 mila euro l'anno, oltre la tredicesima. Ci sono pensionati in Sicilia che 1300 euro li prendono, se li prendono, in due mesi.
E, poi, mentre nel resto d'Italia esiste il divieto di cumulo tra indennità parlamentare e pensione percepita in qualità di consiglieri regionali, il divieto non esiste per i politici siciliani. E' scoppiato recentemente questo scandalo sui media. E di questi privilegiati tre sono agrigentini: Calogero Mannino, Angelo Capodicasa e Salvatore Cuffaro.
Ogni tanto qualche politico siciliano avanza l'ipotesi, solo demagogica, di ridurre questi privilegi e di ridurre addirittura il numero dei consiglieri regionali (spagnolescamente definiti parlamentari), ma si tratta della solita messa in scena furbesca di “distrazione di massa”, per contenere l'indignazione popolare. Sì, perché questa gente non ama la contestazione né il dissenso. Storica è rimasta la lamentazione di D'Alema che, in occasione delle accuse di spudorati privilegi avanzate dai movimenti dei grillini e dei girotondini, ebbe a dire “non possiamo più neppure passeggiare per la strada”.
Non si preoccupi, caro D'Alema, che presto, aumentando la protesta on line, Facebook la manderà a passeggiare ai giardinetti pubblici assieme agli altri suoi colleghi professionisti della politica di destra, di centro e di sinistra, che hanno messo radici in Parlamento.
Gaetano Gaziano, blogger
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