mercoledì 28 ottobre 2009

RIGASSIFICATORE VALLE DEI TEMPLI: STORIE, BUGIE E VIDEOTAPE


Si è svolto ieri presso l'Arcivescovado di Agrigento un incontro dibattito promosso dall'Arc. Mons. Francesco Montenegro sul rigassificatore sotto la Valle dei Templi di Agrigento tra i manager di Enel e i rappresentati delle associazioni che da tre anni si battono contro la realizzazione di questo ecomostro. Scopo dell'incontro era di dare un "contributo di verità sul bene comune" (sono parole dell'arcivescovo). L'incontro, com'era prevedibile, è stato animato e qualche giornalista della carta stampata e dei media online più realista del re ha riferito dell'incontro come di una gazzarra. Ma di cosa stiamo parlando? Ma ci rendiamo conto che Enel ha una potenza mediatica detonante e che i comitati possono tutt'al più contare sui propri blog? La verità é che una città provinciale e bigotta, quale Agrigento, spesso confonde il bon ton con il diritto sacrosanto di gridare, se è necessario, che il re è nudo. Questò è ciò che hanno tentato di fare i comitati per il no che, ancora una volta, si sono trovati dinanzi lo sbarramento di fuoco di Enel.
L'avere tentato qua e là (dandogli magari sulla voce) di arginare storie bugie e videotape di Enel non significa avere mancato di rispetto per chicchesia e men che meno per l'illustre ospite. Piuttosto è bene che, a questo punto, amche la Chiesa agrigentina prenda posizione sull'affaire rigassificastore perché siamo certi che si è capito con chiarezza il motivo oscuro del business anche se il dibattito è stato acceso e qualcuno, strumentalemte, l'ha voluto far passare per gazzarra.
Caterina Busetta
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Di seguito viene riportato l'intervento di Gaetano Gaziano fatto all'Arvivescovado:
"Eccellenza,
la ringrazio a nome della mia associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” per avermi invitato a fare questo intervento.
A chi dice che queste iniziative giungono tardive rispondo che sbagliano.
Mi riferisco in particolare alla seduta del consiglio provinciale recentemente convocata sul rigassificatore e all'incontro di questa sera. La seduta del consiglio provinciale ha un'importante valenza giuridica, l'incontro di questa sera ha un'importante valenza morale.
L'art. 15 dello statuto provinciale assegna alla Provincia e segnatamente al consiglio provinciale la competenza primaria in materia di “localizzazione delle opere ed impianti di interesse sovracomunale”e l'art. 16 le assegna competenze in materia “di tutela dell'ambiente e del paesaggio che riconosce tra i valori fondamentali della comunità”. Chi ha autorizzato il presidente della Provincia a recarsi alla conferenza dei servizi di Palermo a trattare “le compensazioni” (ma che brutta parola che denota già la volontà di risarcire le comunità locali per il danno irreversibile loro inflitto)? Non certo il consiglio provinciale che, alla prima occasione in cui è stato chiamato a pronunciarsi sull'argomento, ha bocciato il rigassificatore sconfessando e censurando il proprio presidente.
Ma poi chi vuole questo rigassificatore e queste compensazioni? Sia l'uno che le altre sono stati decisi in stanze lontane del potere politico e della Confindustria. Il consiglio provinciale ha detto no, la popolazione agrigentina ha detto chiaramente no con il referendum, il Sindaco di P.Empedocle, Firetto, ha negato agli empedoclini il referendum sul rigassificatore, però li ha “compensati” con il referendum sul pupazzo di bronzo del commissario Montalbano.
La mancanza di competenza del Presidente della Provincia è una delle tante irregolarità amministrative di cui è cosparso l'iter procedurale autorizzativo del rigassificatore che noi consegneremo agli avvocati che hanno già impugnato al Tar il decreto di VIA del Ministro dell'Ambiente e che si apprestano ad impugnare il decreto di autorizzazione dell'assessore regionale all'Industria.
Ma la procedura è anche costellata da atti e comportamenti che, a modo di vedere della mia e di altre associazioni, potrebbero configurarsi come veri abusi penali. Sarà la magistratura a valutare se in essi siano riscontrabili ipotesi di reato.
La denuncia che alcune associazioni abbiamo presentato alla Procura della Repubblica si fonda su documenti e verbali che abbiamo acquisito per la trasparenza dell'azione amministrativa.
Elenco solo alcuni di questi presunti abusi:
L'ex Assessore regionale ai BB.CC., Antonello Antinoro, oggi europarlamentare nelle file dell'UDC ha impedito all'Ente Parco Archeologico “Valle dei Templi” di esercitare la propria funzione di tutela del patrimonio archeologico agrigentino, per cui è stato appositamente costituito con legge regionale 20/2000. L'Ente Parco, non appena pubblicato il decreto di Via, aveva deliberato all'unanimità, con la sola astensione della Soprintendente ai BB.CC. di Agrigento, di impugnarlo al Tar. L'Assessore Antinoro con proprio provvedimento ha posto il veto all'iniziativa giuridica del parco, con la risibile e pretestuosa motivazione che l'Ente Parco è una diramazione burocratica dell'Assessorato regionale ai BB.CC. Ciò ovviamente è falso perché l'ente Parco ha propri organi istituzionali: consiglio di amministrazione, presidente, direttore e propria autonomia gestionale per potere legittimamente esercitare la propria funzione di tutela del patrimonio archeologico e paesaggistico. Ma il fatto più grave è che l'Assessore Antinoro ha comunicato questa sua decisione per conoscenza alla società Nuove Energie Enel che era il soggetto più interessato a che l'Ente Parco non si costituisse.
L'ex Assessore Regionale all'Industria, Pippo Gianni, ha concluso, con esito favorevole, la conferenza dei servizi sul rigassificatore senza avere prima acquisito importantissimi documenti indispensabili ai fini della procedura amministrativa. Ne cito solo alcuni: il dirigente generale dell'Ass/to Reg/le Territorio e Ambiente, arch. Pietro Tolemeo, in una seduta della conferenza dei servizi aveva chiesto se fosse stato acquisito agli atti il documento relativo alla fissazione dei limiti alle emissioni in atmosfera del costruendo rigassificatore. Alla risposta negativa, Tolomeo aveva affermato che avrebbe dato incarico al servizio tutela ambiente del proprio Ass/to di predisporre quel documento e che lo avrebbe prodotto nella seduta conclusiva della conferenza dei servizi. Orbene alla seduta conclusiva l'arch. Tolomeo non si è presentato, si è presentato al suo posto un impiegato dell'Ass.to, per dare legittimazione alla seduta conclusiva della conferenza dei servizi, ma non ha prodotto alcun documento sulle emissioni. L'arch. Tolomeo è stato trasferito ad altro incarico. Questo costituisce un fatto gravissimo soprattutto in una provincia come la nostra in cui non funzionano le centraline di rilevamento dell'inquinamento atmosferico. La società Nuove Energie si è dichiarata disponibile a fare funzionare essa stessa le centraline antinquinamento. Un clamoroso caso di controllore controllato
Queste non sono che alcune delle irregolarità che abbiamo denunciato, non le elenco tutte per brevità. Voglio solo fare cenno al fatto che il decreto del Ministero dell'Ambiente è stato basato tutto sull'affermazione (verbalizzata) che il gasdotto che dovrà collegare il rigassificatore di P.E. alla rete nazionale del gas corre tutto interrato. Ciò risulta falso alla luce della presentazione del progetto definitivo del gasdotto dal quale si evince che nel primo tratto, e cioè in zona Caos, il gasdotto sarà soprelevato su tralicci di acciaio. E' appena il caso di ricordare che la contrada Caos risulta essere la zona più vincolata d'Italia, insistendo su di essa vincoli paesaggistici, archeologici, idrogeologici e derivanti dal parco pirandelliano, oltre che costituire Buffer zone (zona di rispetto Unesco) del parco archeologico.
Con ciò non risponde a verità che tutti i permessi sul rigassificatore sono stati dati. Deve ancora essere esaminato il progetto del gasdotto, per cui sarebbe insensato e immorale cominciare i lavori del rigassificatore e poi scoprire che non può essere autorizzato il gasdotto.
Sorge perciò legittimo il sospetto che il rigassificatore sia un business fine a se stesso che non ha alcun collegamento con le nostre necessità energetiche nazionali, com'è stato ricordato recentemente dal Sole 24 Ore, ma soprattutto con le necessità energetiche della Sicilia che consuma solo il 10% del gas libico e algerino importato. Tutto il resto viene esportato al centro e al nord del Paese e anche in Europa.
Eccellenza a conclusione di questo intervento dichiaro che non abbiamo niente da chiedere a Enel-Nuove Energie che si muovono nella rigorosa osservanza dell'algida regola affaristica “business is business”. Però attenzione fare business non è reato, fare business diventa immorale quando esso contrasta con gli interessi della gente e deturpa irreversibilmente il patrimonio paesaggistico e culturale del Paese.
Questo business, infatti, è destinato a gravare sul contribuente grazie a una generossissima delibera dell'autorita del gas e dell'energia che stabilische che alla società di gestione del rigassificastore verrà comunque garantito l'80% dei ricavi di riferimento (3 miliardi di euro) anche in caso che gli impianti dovessero restare inattivi, gravando la spesa sul “sistema tariffario nazionale”, cioè sulla bolletta degli Italiani.
Che deturperà irreversibilmente il nostro patrimonio cultuale e paesaggistico non c'è dubbio. Inizialmente il Ministro Stefania Prestigiacomo aveva addirittura “cancellato” per decreto la Valle dei Templi. Poi è stata contraddetta dal proprio sottosegretario, on Roberto Menia, che, rispondendo a un'interrogazione parlamentare ha ammesso che esistono problemi di impatto ambientale che dovrà essere corretto con misure compensative
Quindi non chiedo niente ad Enel. Voglio solo ricordare loro che nel proprio codice etico c'è scritto a chiare lettere “Per la nostra azienda la reputazione è il principale valore immateriale essenziale”. Ma quale reputazione ricaverà Enel, di fronte al mondo intero della Cultura, quando avranno realizzato questo ecomostro sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio universale? E voglio ricordare loro la massima di Marcel Proust: “I veri barbari non sono coloro che non hanno mai conosciuto la grandezza, ma coloro che, avendola conosciuta in passato, non sono più in grado di riconoscerla”.
Non mi rivolgo pure a certi politici siciliani. Cosa mai potrei chiedere al governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, che , venendo ad Agrigento ha dichiarato di fronte alle telecamere: “Mai un rigassificatore sotto la Valle dei Templi” e, tornatosene a Palermo, ha firmato l'accordo con Enel, in ciò collaborato dal fido assessore alla Presidenza, Gaetano Armao, oggi nell'occhio del ciclone perché è colui che tratta l'affaire termovalorizzatori, essendo al tempo stesso assessore regionale e consulente delle acciaierie.
Mi rivolgo invece alla Chiesa agrigentina. Mi piace ricordare che, prima dell'unità d'Italia, la Chiesa agrigentina era proprietaria di tutti i terreni del parco archeologico. A seguito della legge delle Guarentige, questi terreni passarono allo Stato Italiano. Se fossero rimasti alla Chiesa oggi certamente non parleremmo di rigassificatore nella Valle dei Templi. Ma, se la Chiesa non ha più quell'immenso patrimonio immobiliare, resta comunque titolare di in patrimonio ben più alto: il patrimonio morale. In più la Chiesa agrigentina ha un valore aggiunto, in quanto nella propria diocesi rientra il Tempio della Concordia che è testimonianza e simbolo della fusione della civiltà classica con la civiltà cristiana. Chiediamo quindi a Sua Eccellenza l' Arcivescovo di Agrigento di farsi portatore e sostenitore nei confronti degli organi dello Stato italiano, che sembra avere abdicato al proprio ruolo di tutore del paesaggio e del patrimonio culturale che gli assegna l'art. 9 della Costituzione Italiana, delle istanze della nostra associazione e delle altre che da più di tre anni lottano per evitare al nostro Paese questo grave motivo di ignominia di fronte al modo intero della Cultura.
Eccellenza, siamo certi che, con il suo sostegno, il Presidente della Repubblica e tutti gli altri organi istituzionali nazionali, regionali e provinciali non resteranno insensibili alle nostre richieste.
La ringrazio a nome di tutte le associazioni e dei soggetti che si battono contro questo ignobile progetto".
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento Continua a leggere...

sabato 24 ottobre 2009

OGGI "SERENO VARIABILE" NELLA VALLE DEI TEMPLI


Gentile dr. Osvaldo Bevilacqua,
apprendiamo con piacere che lei con la sua troupe sarà oggi pomeriggio ad Agrigento per una puntata della simpatica trasmissione "Sereno variabile".
E che, tra gli altri siti, visiterete la casa natale di Luigi Pirandello in contrada "Caos" tanta amata dal grande drammaturgo.
Orbene proprio affacciandosi dal sentiero che conduce al cippo funerario che conserva le sue ceneri, potrete "ammirare" appena sotto la staccionata del sentiero il sito dove qualche mente criminale ha deciso di costruire un rigassifitore da 8 miliardi di mc. con due enormi cisternoni da 320 mila mc. e con una torre torcia a fiamma perenne alta 40 metri ben visibile dalla Valle dei Templi il cui confine sud occidentale dista appena 1 km dal costruendo rigassificatore.
Tra l'altro è prevista una nuova spianata di 1 milione di mc. che coprirà una bella fetta di quel "mare africano" cantato da Pirandello.
Penso che ad accompagnarla ci saranno il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, e i rappresentanti dell'Ente Parco che sono tra i pochi a essersi dichiarati contrari all'ignobile progetto (il Sindaco ha anche impugnato al Tar i  nulla osta al progetto). Si faccia spiegare esattamente da loro dove intendono costruire questo nuovo ecomostro.
Ci rivolgiamo a Lei, dr. Bevilacqua, che sappiamo così sensibile ai problemi dell'ambiente, per dare voce a tutte le associazioni che stanno contrastando quell'ignobile progetto. Un accennno nella vostra trasmissione varrà più di mille cortei di protesta.
La ringraziamo per quanto farà a favore di questa nobile causa e molto cordialmente La salutiamo,
Gaetano Gaziano,
Presidente Associazione "Salviamo la Valle dei templi di Agrigento" Continua a leggere...

mercoledì 14 ottobre 2009

LA BUFALA DELL'EMERGENZA GAS


Se ce ne fosse stato bisogno, l'articolo di Jacopo Giliberto sul Sole24Ore del 13 ottobre, dal titolo emblematico “Il gas prima mancava adesso è troppo: si può vendere a Kiev”, rafforza la nostra convinzione che l'emergenza gas in Italia, che ha motivato la previsione di costruire ben 14 rigassificatori lungo le coste italiane, è un'autentica bufala. Il giornalista dà conto, nel suo pezzo, che i gasdotti italiani “marciano a mezza potenza” mentre sappiamo che il rigassificatore di Panigaglia, in Liguria, ha lavorato molto al di sotto della sua potenzialità di produzione. D'altra parte non c'era bisogno di essere degli economisti per rendersi conto che i conti in materia di fabbisogno di gas non tornassero. Ci hanno spiegato che, entrando in funzione, il rigassificatore di Rovigo farà fronte al 10% del fabbisogno nazionale di gas. Il calcolo è semplice: 14 rigassificatori dovrebbero produrre il 140% del fabbisogno nazionale di gas, oltre a quello che ci arriva dal nord Europa, dalla Libia e d'Algeria, per cui tra l'altro sono stati stipulati recentemente accordi per l'aumento delle forniture. Tutto questo surplus di gas ha un solo scopo: pura speculazione commerciale per esportare gas al resto dell'Europa. “Già da quest'anno, osserva il giornalista del Sole24Ore, una parte della della capacità del gasdotto, normalmente utilizzata per importare gas, è stata messa a disposizione fino a ottobre 2010 per esportare dall'Italia”. Davide Tabarelli, direttore di Nomisma Energia, rileva che questo fatto costituisce “un primo vagito dell'hub energertico che l'Italia aspira a diventare”.
Tutto ciò sarebbe anche lecito se non venisse fatto in danno dei consumatori italiani e deturpando irreversibilmente il nostro patrimonio culturale e paesaggistico. In ordine al primo punto, l'imbroglio nei confronti degli utenti italiani è evidente dal momento che una “generosissima” delibera dell'Autorità dell'Energia e del Gas ha stabilito che, in caso che gli impianti di rigassificazione dovessero restare inattivi, alle società di gestione verrà comunque assicurato l'80% dei ricavi, gravando la spesa sul sistema “tariffario nazionale” cioè sulla bolletta degli Italiani. Al riguardo il professore Alberto Clò, economista dell'energia, in un'intervista sul Sole24Ore dello stesso giorno, osserva che “ben vengano rigassificatori e gasdotti, ma si sappia che alcuni saranno veri flop che non dovranno trasformarsi in oneri impropri sulle bollette dei consumatori”. Cosa che invece abbiamo visto accadrà puntualmente grazie alla delibera dell'Autorithy. Poi, per quello che ci riguarda, la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle da 8 miliardi di mc., sotto la Valle dei Templi di Agrigento, modificherà irreversibilmente il paesaggio storicizzato della Valle dei Templi, come ha parzialmente ammesso lo stesso Sottosegretario all'Ambiente, on.Roberto Menia, rispondendo a un interrogazione parlamentare, che ha detto che esistono problemi di “impatto visivo nei confronti del sito Unesco e del parco letterario Luigi Pirandello”. Mentre l'ineffabile Stefania Prestigiacomo, Minisitro dell'Ambiente, aveva addirittura ignorato la vicinanza del costruendo ecomostro al parco archeologico e paesaggistico di Agrigento nel decreto di Via (valutazione di impatto ambientale) che dava l'ok all'impianto industriale. Peraltro il decreto stesso si fonda sul presupposto falso che il gasdotto che collegherà il rigassificatore alla rete nazionale del gas “verrà completamente interrato” (verbale del comitato di coordinamento del Ministero dell'Ambiente del 31/7/2008) mentre, come si vede dal progetto recentemente presentato da Snam Rete Gas, esso camminerà in sopraelevata proprio nel primo tratto, la zona “Caos,” che è sottoposto a molteplici vincoli: paesaggistico, archeologico, idrogeologico, e derivanti dall'istituzione del parco letterario pirandelliano. Inoltre detta zona, come ben sanno all'Ente Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, costituisce la Buffer zone (zona di rispetto) dell'Unesco. Alla luce di questi nuovi fatti il Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, e l'Ente Parco hanno la legittimazione a chiedere al Ministro dell'Ambiente di annullare in autotutela il decreto di VIA e alla Regione Siciliana di bloccare la procedura autorizzativa del rigassificatore sotto la Valle dei Templi.
Gaetano Gaziano,
Presidente “Associazione Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” Continua a leggere...

sabato 3 ottobre 2009

LUIGI DE MAGISTRIS CONTRO IL RIGASSIFICATORE SOTTO LA VALLE DEI TEMPLI DI AGRIGENTO


Si riporta il bellisimo articolo pubblicato dall'europarlamentare Luigi De Magistris (foto accanto)sul suo blog http://www.luigidemagistris.it/ contro l'ignobile progetto di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei Templi di Agrigento
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GAS NELLA VALLE DEI TEMPLI, UNO SCEMPIO CONTRO L'ITALIA
di Luigi De Magistris
Quando c’è di mezzo il profitto, quando le invitanti sirene del dio denaro spargono la loro voce tentatrice, non si guarda in faccia nessuno. Scompare la legge, scompaiono i vincoli ambientali e la legislazione europea, scompare la cultura. Sta succedendo, ancora, nella nostra bellissima e martoriata terra di Sicilia, dove si sta consumando, con la connivenza di tutti – autorità locali e governo nazionale – un vero e proprio delitto.
Un delitto che consiste nella costruzione di un rigassificatore (un mostro da 320 mila metri cubi di cemento e acciaio, in grado di sfornare otto miliardi di metri cubi di gas all’anno) sotto la valle dei Templi, nella zona di Porto Empedocle, vicino Agrigento. Proprio al confine del parco nazionale, in un’area “buffer” che l’Unesco ha sottoposto a tutela paesaggistica. Nell’area si trova anche il parco intitolato alla memoria di Luigi Pirandello, anch’esso sottoposto a vincolo ambientale.
Nonostante la mobilitazione di numerose associazioni locali, tra cui la “Salviamo la Valle dei Templi”, il progetto va avanti. Il 20 gennaio scorso la Regione ha dato il via libera che ha fatto seguito a quello del ministero dell’Ambiente. Nel luglio scorso, al piano si è aggiunto un ulteriore dettaglio inquietante, che completa lo scempio ambientale: il gasdotto che dovrà collegare il rigassificatore alla rete nazionale passerà nel bel mezzo della zona “buffer”, con tralicci sopraelevati.
Di tutto si occupa una società nata apposta, qualche anno fa, la “Nuove Energie Srl”. La possiede per il novanta per cento l’Enel. Esaminando i diritti riconosciuti a questo ente, si scopre un altro episodio degno della peggiore tradizione italiana, quella che ha sempre visto, specie nel nostro Meridione, le aziende investire senza rischiare, con il profitto garantito dallo Stato. Cioè da noi.
In breve, la “Nuove Energie Srl” avrà diritto in ogni caso all’ottanta per cento dei ricavi del rigassificatore, anche se questo dovesse rimanere inattivo. L’eventualità, per il futuro, in effetti esiste: chi garantisce che la fornitura di gas rimarrà costante negli anni? Proprio per coprire l’eventualità di un calo o di un fallimento, l’Autorità dell’Energia e del Gas ha garantito, comunque, a Nuove Energie e all’Enel il profitto. Che tanto verrà scaricato sulle bollette nazionali.
Anche per questo, oltre che per i guasti all’ambiente e alla cultura (patrimoni di tutti, per eccellenza) che il rigassificatore e il gasdotto causeranno, lo scempio della Valle dei Templi è un grande problema nazionale. La speranza, perciò, è che i ricorsi al Tar e alla Commissione europea (la violazione della norma che proibisce gli aiuti di Stato è evidente) e l’esposto alla Procura di Agrigento abbiano buon esito per la vittoria di una battaglia che dovrebbe essere di tutti. Continua a leggere...