domenica 26 dicembre 2010

BUON ANNO "ONOREVOLI" AGRIGENTINI, BUON ANNO "ONOREVOLE" LOMBARDO

Quest'anno voglio essere buono. Voglio fare gli auguri agli “onorevoli” agrigentini, a quelli della deputazione nazionale e a quelli della deputazione regionale.
L'anno che si chiude è uno dei più importanti della storia millenaria di Agrigento, perché un gruppo di anonimi cittadini, un gruppo di "Nuddu", come ci ha definiti qualcuno sempre alla ricerca di protagonismo (inutile ricerca, perché non sarà mai un protagonista), ha sconfitto il tentativo della lobby italiana dell'energia di volere colonizzare il nostro territorio, espropriandoci della nostra storia, della nostra cultura e delle nostre tradizioni, nel pervicace tentativo di costruire sotto la Valle dei Templi di Agrigento un rigassificatore da 8 miliardi di mc. Il tentativo al momento è stato sventato, perché come i lettori sanno, questo sparuto numero di "Nuddu", sostenuti dal giovane e coraggioso Sindaco, Marco Zambuto, ha vinto la causa al Tar Lazio contro l'ecomostro. Certo, Enel farà ricorso al Consiglio di Stato, ma siamo pronti a respingere il loro nuovo assalto.
Il mio augurio sarebbe quello che i nostri “onorevoli” facessero almeno una riflessione sull'opportunità di costruire un ecomostro, impattante e inquinante come un rigassificastore da 8 miliardi di mc., in territorio agrigentino, condannando la nostra gente a un futuro certo di inquinamento e di desolazione economica.
Ma mi rendo conto che questi “onorevoli”, anche se ne avessero la voglia, in effetti non potrebbero farlo, perché sono solo delle figure marginali e insignificanti, dipendenti dalle lobby economiche e industriali. Pensano di essere potenti, perché costituiscono una classe privilegiata, perché hanno soldi e voti. Ma, in realtà, non contano niente. E di fronte ai diktat dei poteri forti farfugliano le solite storielle, come è successo nel caso del rigassificatore per cui sono favorevoli, hanno detto, se l'impianto è sicuro, se garantisce occupazione e via rigassificando.
Sanno di mentire ma, come si suol dire, hanno le facce di bronzo, come quella del commissario Montalbano, creatura di Andrea Camilleri favorevole al rigassificatore, piazzato dal sindaco Firetto nel corso principale di P.Empedocle.
Le precedenti generazioni di “onorevoli” agrigentini sono state semplicemente inutili per la nostra gente e per il nostro territorio, tant'è che ci hanno consegnato la provincia di Agrigento saldamente ancorata all'ultima posizione delle graduatorie nazionali di vivibilità. Per la verità, l'ultima graduatoria, stilata dal Sole 24 Ore, ci ha visto rimontare qualche posizione. E sapete perché? Perché tra i parametri hanno inserito anche il clima, sul quale per nostra fortuna gli “onorevoli” finora non hanno potuto influire.
La nuova generazione di “onorevoli” (qualcuno fa parte, allo stesso tempo, delle vecchie e delle nuove generazioni, come gli immarciscibili Capodicasa, Cuffaro e Mannino), oltre che inutile, sta facendo di tutto per diventare anche dannosa, svendendo il nostro territorio, il nostro patrimonio culturale e le nostre tradizioni alle lobby del nord, non avendo altro da svendere. Non so quando è stata creata e da chi l'usanza di appellare “onorevoli” i rappresentanti politici, ma un fatto è certo che non lo meritano quelli agrigentini, che hanno titolo casomai all'appellativo contrario. Come non lo merita il nostro governatore Lombardo che, davanti ad una telecamera di una emittente agrigentina, ebbe a dichiarare “un rigassificatore sotto la Valle dei Templi mai” e che, tornatosene a Palermo, diede l'o.k. all'ecomostro. Alla faccia della coerenza.
Voglio concludere con la manifestazione di bontà con cui ho aperto questo mio pezzo, dicendo e scrivendo: Buon Anno “Onorevoli” Agrigentini, Buon Anno “Onorevole” Lombardo, ma per favore fateci un bel regalo di Natale: trasferitevi su Marte...
Gaetano Gaziano,
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi” di Agrigento

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domenica 19 dicembre 2010

RIGASSIFICATORE DI PORTO EMEPDOCLE: NON E' ANCORA NATO E GIA' PUZZA

Abbiamo preso questa definizione da Twitter, il simpatico social network fatto di ironiche battute sui diversi argomenti della vita sociale. E, in effetti, il rigassificatore, che dovrebbe sorgere al confine del parco archeologico della Valle dei Templi, “puzza” già prima di essere costruito, per diversi motivi...

“Puzza” perché, all'indomani della sentenza del Tar Lazio che ha annullato il decreto regionale che autorizzava quell'ignobile progetto, si è scatenata una violenta polemica tra gli assessori regionali Piercarmelo Russo e Marco Venturi. Il primo, ex assessore all'energia, ha rimproverato al secondo di avere sbagliato, in qualità di assessore all'industria, la procedura autorizzativa per troppa fretta, inducendo così il Tar ad annullare il provvedimento. Il secondo, che non ha gradito l'invasione di campo, ha risposto piccato al collega di giunta di essere un baby pensionato e che sei anni per l'autorizzazione non sono pochi. Ci sono state repliche e controrepliche, fatte tutte con vibranti comunicati stampa e non secondo l'antico adagio che “i panni sporchi si lavano in famiglia”.
Ha cercato di metterci una pezza il governatore Lombardo, protagonista, a sua volta, di una violenta polemica con il presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, che ha tuonato contro la sentenza del Tar Lazio, proprio lui che si presenta come un “campione” della legalità.
Lombardo, per la faccenda del rigassificatore di Priolo, dal proprio blog ha sentenziato che “è finita l'era in cui i grandi gruppi imprenditoriali facevano i loro comodi in Sicilia senza tenere conto del rispetto delle regole e delle legittime esigenze del territorio”.
Peccato, però, che questo valga solo per il rigassificatore di Priolo (a casa sua) e non per quello di Porto Empedocle, che continua a sponsorizzare sebbene debba sorgere, non in area industriale come a Priolo, ma in prossimità di un sito patrimonio dell'umanità.
Di più: il governatore Lombardo, infastidito dalle pressioni di Stefania Prestigiacomo per il rigassificatore di Priolo, l'ha apostrofata, dalle pagine dell'Espresso, come “ministra alla devastazione dell'ambiente”. Parole come macigni.
Ma il fatto singolare in questa vicenda è che tutti i protagonisti della polemica sono a favore dei rigassificatori. E, allora, perché?
Per capire tutto ciò, forse bisogna fare riferimento a quelle “intese sottaciute” cui ha fatto cenno Agostino Spataro nell'articolo “Il rigassificatore della discordia” su “la Repubblica” del 17 dicembre.
A tal proposito, qualche tempo fa circolava sui giornali on line e sui blog (che oggi fanno la vera informazione) la notizia che la signora Margherita Stabiumi, regina bresciana dell'acciaio, avrebbe ricavato 30 milioni di euro dalla vendita ad Enel del 90% del proprio pacchetto azionario della società Nuove Energie, che deve costruire il rigassificatore di Porto Empedocle, e non 24 milioni come precedentemente concordato.
Ci si chiedeva, sempre sui blog, a chi fosse andata quella “consulenza” di 6 milioni di euro ricavati dalla supervalutazione delle azioni. Voci, certamente. Ma un fatto è sicuro, che l'ing. Giuseppe Luzio, amministarore delegato di Nuove Energie, ad una precisa domanda rivoltagli durante un incontro fatto alla Curia di Agrigento in cui eravamo presenti, su quanto Enel avesse pagato quella quota azionaria, si è rifiutato categoricamente di rispondere.
Il rigassificatore di Porto Empedocle “puzza” pure per via delle infiltrazioni mafiose all'interno del business dell'ecomostro.
Ad affermare ciò non è un cittadino qualsiasi, ma l'on Fabio Granata, vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, come ci ricorda sempre Agostino Spataro dalle pagine di Repubblica, per cui già “un mese prima della sentenza aveva chiesto la revoca dei permessi ai vari ministri”.
Cosa deciderà allora il governatore Lombardo che ha bloccato i termovalorizzatori “perché la mafia c'è dentro fino al collo”? Farà la stessa cosa per i rigassificatori?
Che provvedimenti adotterà l'assessore regionale all'energia Giosué Marino, ex prefetto che si è distinto nell'azione antiracket, messo nella giunta da Lombardo per garantire la massima trasparenza nei business dell'energia?
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sabato 18 dicembre 2010

RIGASSIFICATORE DI P.EMPEDOCLE: TAR LAZIO ANNULLA AUTORIZZAZIONE

Il Tar del Lazio, nella seduta del 13 dicembre, ha accolto tutti i ricorsi presentati contro il decreto della Regione Siciliana, che autorizzava l'ignobile progetto di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. a Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine con il parco archeologico di Agrigento, tanto che è stato ironicamente definito come il rigassificatore “Valle dei Templi”. Ci rendiamo conto che si tratta di una prima vittoria e che molto ancora dovremo combattere perché venga sventato il più grave tentativo di attacco mai perpetrato contro la Valle dei Templi nei suoi 2500 anni di storia. Quando, più di 4 anni fa, cominciammo la lotta contro questo ignobile progetto, tutti ci dicevano “non serve a niente lottare, perché ci sono dietro i poteri forti e tutto è già stato deciso”. Rispondemmo che è bello fare la lotta proprio ai poteri forti e che non c'è gusto a farla ai poteri deboli, sempre che esistano i poteri deboli. All'inizio sembrò una lotta disperata, perché ci rendemmo conto subito che non potevamo fare affidamento sui nostri deputati nazionali e regionali in quanto, tranne l'on.Ignazio Messina dell'Idv, sono tutti affetti, di destra e di sinistra, da una malattia perniciosa e incurabile che si chiama ascarismo.

Infatti nessuno di questi politici ascari ha fatto una dichiarazione di soddisfazione per la sentenza del Tar Lazio. Da questa malattia non sono purtroppo esenti i nostri sindacalisti, nessuno escluso. Per fortuna quelli, che all'inizio potevamo sembrare degli isolati “donchisciotte”, trovammo sostegno nel giovane sindaco agrigentino che, pur dovendo affrontare e stabilizzare un'amministrazione trovata sull'orlo del dissesto finanziario, non ebbe alcuna esitazione a schierarsi con noi e a proporre ricorso al Tar. Marco Zambuto, vincendo le pressioni che da più parti gli venivano, ha tenuto sempre la barra dritta e ha dato coraggio a quanti avevamo la voglia di contrastare l'ignobile progetto.
Trovandoci, peraltro, in un contesto difficilissimo, popolato da una borghesia agrigentina accattona e fiancheggiatrice degli interessi della multinazionale dell'energia, supportata anche dai media generalmente fatti di giornalisti pennivendoli. Non per niente, dall'esplosione dell'affaire WikiLeaks, è saltato fuori che molti giornalisti italiani sono a libro paga delle lobby dell'energia. Noi l'avevamo già capito da tempo e l'abbiamo potuto sperimentare sulla nostra pelle, scoprendo che tutti i giornalisti agrigentini e qualche trombone di giornalista nazionale si sono schierati a sponsorizzare il rigassificatore “Valle dei Templi”. Pochissime sono le eccezioni: una di queste è Grandangolo, il giornale che ci ospita, e pochi altri giornali on line.
A livello nazionale, bisogna pure ricordare i coraggiosi giornalisti Carlo Vulpio del Corriere della Sera, Massimo Giannetti de “Il Manifesto” e Andrea Rossi de “La Stampa” che hanno dedicato tre articoli inchiesta sull'argomento rigassificatore, subendo (ci risulta) pensanti pressioni, che però hanno respinto con sdegno.
La sentenza del Tar ha sancito che non si può costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. in un territorio “nel cui ambito insistono beni culturali di notevole pregio” e per di più con l'arroganza di voler lasciare fuori dal processo decisionale proprio l'ente, il Comune di Agrigento, che di quei beni è il legittimo depositario e tutore. Viene punito, quindi, l'atteggiamento di chi, come il Sindaco Firetto, sosteneva e continua a sostenere che “il rigassificatore appartiene a Porto Empedocle e lo gestisce solo Porto Empedocle”. Come si può pretendere una simile assurdità? A parte il fatto che è previsto che il gasdotto attraversi la zona “Caos” del Comune di Agrigento, sottoposta a doppio vincolo paesaggistico e archeologico, essendo stata delimitata dall'Unesco come “buffer zone” (zona di rispetto) della Valle dei Templi, ma anche se così non fosse, come si può sostenere che una struttura come un rigassificatore da 8 miliardi di mc.sia un affare di un solo Comune e che non interessi invece tutta le comunità circostanti?
E, infatti, il Tar Lazio ha ribadito “la ineludibile necessità della partecipazione del Comune di Agrigento alla conferenza regionale dei servizi”. Un altro passo importante della sentenza del Tar è quello che afferma “il generale principio della partecipazione dei cittadini ai processi decisionali amministrativi che interessano direttamente le scelte incidenti sulla salute, la sicurezza, il benessere ambientale, lo sviluppo ecosostenibile”. Al riguardo va ricordato che, mentre il Sindaco Zambuto concesse il referendum alla popolazione agrigentina, il Comune di Porto Empedocle la negò. Certamente perché aveva paura che si ripetesse il risultato finale di Agrigento: 95% dei No, contro il 5% dei SI'”. Però Firetto ha “compensato” i suoi concittadini, concedendo loro il referendum sul pupazzo di bronzo del commissario Montalbano, creatura di Andrea Camilleri, favorevole al rigassificatore ma contrario alla trivelle in Val di Noto. La sentenza del Tar Lazio è solo una prima vittoria e bisognerà lottare ancora per ricacciare i “veri barbari” nelle loro caverne. “ I veri barbari, secondo Marcel Proust, non sono coloro che non hanno conosciuto mai la grandezza, ma coloro che, avendola conosciuta in passato, non sono più in grado di riconoscerla”.
Infine ci conforta quanto ha detto Marco Zambuto in conferenza stampa mercoledì 15 dicembre che intende, cioè, proseguire la battaglia legale contro l'ecomostro e che ritira anche l'esame del progetto del gasdotto dai lavori del consiglio comunale, come conseguenza naturale della bocciatura del progetto del rigassificatore.
Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
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martedì 14 dicembre 2010

VITTORIA: ABBIAMO RICACCIATO I BARBARI NELLE LORO CAVERNE

E' il Natale più bello della nostra vita!!!
Il Tar Lazio ha accolto tutti i ricorsi presentati contro il decreto regionale che autorizza l'ignobile progetto di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei templi di Agrigento.
Sappiamo che si tratta solo di una prima vittoria e che l'Enel farà certamente ricorso al Consiglio di Stato.
Ma per adesso abbiamo ricacciato i "veri barbari" nelle loro caverne!!!
Caterina Busetta e Gaetano Gaziano

p.s. "I veri barbari non sono coloro che non hanno conosciuto mai la grandezza, ma coloro che, avendola conosciuta in passato, non sono più in grado di riconoscerla"
MARCEL PROUST Continua a leggere...

sabato 4 dicembre 2010

WikiLeaks mette a nudo gli affari sporchi delle multinazionali dell'energia e dei giornalisti a loro libro paga


Se Hillary Clinton si è presentata sconvolta alla conferenza stampa dopo le rivelazioni di WikiLeaks (nella foto il suo fondatore), non è certo perché le informative, rubate alla diplomazia americana e a quella di altri Paesi, ci hanno raccontato delle notti peccaminose di Bunga-Bunga Berlusca o della sciampista bionda di Gheddafi che, oltre ad alcuni servizietti particolari, sbaglia la tintura dei capelli del dittatore libico o che la poco creativa Angela Merkel si veste ai grandi magazzini. La Clinton era seriamente preoccupata perché quelle rivelazioni confermano, ciò che del resto le persone di buon senso sanno già, che tutto ruota attorno al business sporco dell'energia e che le ultime guerre gli Americani le hanno fatte non certo(come ci raccontano) per portare la democrazia da qualche parte o per scovare armi di distruzione di massa che non esistono. Non per niente e non a caso due degli ultimi presidenti degli States sono stati Bush padre e Bush figlio, petrolieri.

Ora se è vero che i gossip sui governanti di tutto il mondo sono una “cazzata planetaria”, come osserva il simapatico Marcello Veneziani dalle pagine del “Giornale”, è altrettanto vero, drammaticamente vero, che le guerre sono state fatte e si continuano a fare per gli sporchi business di petrolieri e multinazionali dell'energia, a tal punto che i regnanti dell'Arabia hanno chiesto candidamente agli Usa se per favore potevano fare una “guerretta”, visto che i marines sono già sul posto e che sono allenati, anche all'Iran uno dei più grandi produttori al mondo di petrolio e quindi un pericoloso concorrente degli interessi sauditi. Peccato, però, che per fare queste “guerrette” per il petrolio e per l'energia siano morti decine di migliaia di giovani americani e di tutto il mondo, comprese alcune decine di nostri soldati, che sono stati mandati lì “in missione di pace”.
Tutte queste cose, ripeto, non c'era bisogno che ce le dicesse WikiLeaks, le sanno anche i ragazzini delle elementari e gli Americani, a volte, lo dicono pure alla luce del sole.
Se ricordate, l'ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli, di cui oggi Assange ci svela alcuni rapporti segreti, alla fine del suo incarico, rilasciò un'intervista al Corriere della Sera, in cui, oltre alle solite banalità sulle bellezze e sulla cultura del nostro Paese, sollecitava l'Italia a costruire diversi rigassificatori, rivendicando non senza una punta di orgoglio, nel suo messaggio di saluto, di avere partecipato all'inaugurazione del rigassificatore di Rovigo. Occorre ricordare anche che nel business di Rovigo gli americani della Exxon (Rockfeller) ci sono dentro con il 40% delle azioni, contro il 40% dell'emiro del Qatar e solo il 10% di Edison.
Tutto ciò potrebbe sembrare una normalissima sollecitazione di strategia economico-aziendale internazionale, se non fosse per il fatto che dietro al business dei rigassificatori si nasconda la truffa, forse la più colossale, mai concepita in danno del popolo italiano. Infatti una “generosissima” delibera dell'Autorità dell'Energia e del Gas ha stabilito che alle aziende che realizzano e gestiscono nuovi impianti di rigassificazione sarà “comunque” garantito l'80% dei ricavi di riferimento anche se gli impianti dovessero restare inattivi e questo per vent'anni. La spesa sarà gravata sul “sistema tariffario nazionale”, cioè sulle bollette degli Italiani. Ecco perché gli sciacalli delle multinazionali dell'energia si sono riversati sul business dei rigassificatori. E l'Italia non ha bisogno di gas, anzi ne ha in surplus e ha chiesto addirittura di esportarlo, come ci ha rivelato l'onesto giornalista del Sole 24 Ore, Jacopo Giliberto.
Che poi l'ambasciatore Spogli adombri che, dietro al colossale business del gas russo, ci stanno pure delle mega tangenti, questo lo pensavamo già da noi, anche se bisogna ricordare ai lettori che furono “mortadella” Prodi e il “compagno” Bersani a volare al Cremlino a firmare l'accordo per il gasdotto South Stream. In merito alla favoletta che, cosi facendo, siamo più dipendenti dalla Russia per le forniture del gas, perché Putin, quando vuole, ci chiude i rubinetti, osservo solo che il gas i Russi non ce lo regalano anzi ce lo vendono al prezzo di mercato (a volte sono essi stessi ad imporlo) e che, quelle volte che è successo, è stata l'Ucraina a chiudere i rubinetti del gas, per cui il gasdotto South Stream che baipasserà l'Ucraina per gli Italiani può essere solo un vantaggio.
Stesso discorso vale per il sospetto di Spogli “che l'Eni mantenga dei giornalisti a libro paga”. Caro Spogli, non c'era bisogno che ce lo dicesse lei. Se Freedom House ci colloca al 76° posto nel mondo, quanto a libertà di informazione, addirittura dopo l'isola di Tonga, qualche motivo ci sarà. Noi in Sicilia l'abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, allorquando, volendo contrastare l'ignobile progetto di Enel di costruire un rigassificatore all'interno della Valle dei Templi di Agrigento, lanciammo un grido di allarme a tutti i media italiani. Solo tre coraggiosi giornalisti hanno dedicato i propri articoli inchiesta all'indecoroso progetto: Carlo Vulpio del Corriere della Sera, Massimo Giannetti del Manifesto e Andrea Rossi della Stampa. Tutti gli altri, compresi quelli strapagati della cosiddetta televisione di inchiesta, o si sono autocensurati o, peggio, si sono scagliati violentemente dalla pagine dei loro “illustrissimi” giornali contro coloro che ci stiamo disperatamente battendo perché venga evitato all'Italia almeno questo motivo di grande ignominia di fronte al mondo intero della Cultura, essendo la Valle dei Templi patrimonio Unesco. Suppongo che i giornalisti che sono a libro paga delle multinazionali dell'energia debbano riempire una lista molto lunga.
Quindi nessuna novità da parte di WikiLeaks. E' vero: ha messo a nudo gli affari sporchi delle multinazionali dell'energia. Si è detto pure che oggi “il re è nudo”. Speriamo che la “signora” Clinton, che negli States chiamano affettuosamente “Gambe di tavolo”, non prenda alla lettera la rivelazione. Cara Hillary, la preferiamo vestita.
Gaetano Gaziano
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mercoledì 24 novembre 2010

L'ON. FABIO GRANTA CONTRO IL RIGASSIFICATORE NELLA VALLE DEI TEMPLI


A seguito dell'interrogazione parlamentare di Elisabetta Zamparutti e del gruppo dei Radicali alla Camera (vedi post precedente), anche l'on. Fabio Granata (nella foto), dimostrando grande sensibilità verso la tutela del nostro patrimonio culturale e paesaggistico- che peraltro gli è congeniale da sempre- si è schierato contro il rigassificatore nella Valle dei Templi di Agrigento con un coraggioso intervento (sa di colpire interessi molto forti)che noi interamente trascriviamo sul nostro blog.
Un grazie grande quanto la Valle dei Templi di Agrigento (1400 ettari di parco archeologico) da parte degli agrigentini, degli italiani e di tutto il mondo della cultura.
Caterina Busetta e Gaetano Gaziano
Associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento".


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Rigassificatore nella Valle dei Templi, Granata:”Azzerare l’iter con scelte politiche chiare”
23 novembre 2010 | dallo Staff Redazionale del Blog di Fabio Granata:
http://www.fabiogranata.com/2010/11/23/rigassificatore-nella-valle-dei-templi-granata%E2%80%9Dazzerare-l%E2%80%99iter-con-scelte-politiche-chiare%E2%80%9D/

“Revocare i pareri favorevoli espressi sul rigassificatore di Porto Empedocle, al confine con il parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento”.
Lo chiede l’on.Fabio Granata , V.Presidente della Commissione Nazionale Antimafia, ai Ministri dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dei BB.CC., Sandro Bondi, al Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, essendo emerse durante la recente cattura del boss mafioso di Porto Empedocle, Gerlandino Messina, possibili infiltrazioni mafiose nel business del rigassificatore.

“Bisogna preservare le sorti di una delle aree archeologiche ritenute dall’Unesco «tra le più belle al mondo e che ogni anno fa registrare 700 mila turisti l’anno. L’impianto di rigassificazione è tra l’altro previsto ad appena ottocento metri di distanza dal centro abitato, a ridosso del parco letterario Luigi Pirandello, in Contrada Caos, un promontorio di «rara bellezza paesaggistica» e in quanto tale sottoposto a vincolo da una legge speciale della stessa regione Sicilia”.

“La Regione e lo Stato- ha continuato Granata- hanno gli strumenti adeguati per governare la complessa questione: piena e completa attuazione dei piani paesaggistici e approvazione immediata di una norma che esclude la presenza di impianti di ricerca petrolifera o di produzione energetica nelle pertinenze dei territori tutelati dall’Unesco e/o dalla Regione o dallo Stato. Si tratta quindi di una scelta politica chiara e netta per la tutela dell’heritage ambientale e culturale siciliano. Una scelta che può e deve essere garantita dal presidente della Regione e dal Ministro dell’Ambiente”.

“Cultura, paesaggio, agricoltura, turismo e innovazione rappresentano il futuro della Sicilia.Nessun passo indietro, quindi, su modelli di sviluppo sbagliati, ma solo passi avanti nella direzione giusta”.

“Ritardi- ha continuato Granata-, omissioni, proteste strumentali, saranno solo condizioni di correità rispetto al gravissimo delitto che, nell’indifferenza generale, si sta perpetrando ai danni della Sicilia, della sua identità e del suo patrimonio naturalistico”.
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lunedì 22 novembre 2010

EISABETTA ZAMPARUTTI E IL GRUPPO RADICALE DELLA CAMERA CHIEDONO LA REVOCA DEL RIGASSIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI"


L'on. Elena Zamparutti (nella foto) con l'intero gruppo dei Radicali alla Camera ha presentato un'interpellanza parlamentare, chiedendo ai Ministri dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e dei BB.CC., Sandro Bondi, di revocare i pareri favorevoli espressi sul rigassificatore di Porto Empedocle, al confine con il parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. L'interpellanza è stata rivolta anche al Ministro, Roberto Maroni, essendo emerse durante la recente cattura del boss mafioso di Porto Empedocle, Gerlandino Messina, possibili infiltrazioni mafiose nel business del rigassificatore.

I Deputati Radicali hanno puntulamente osservato che:
- Stefania Prestigiacomo, nell'emanare il proprio decreto di Via (valutazione di impatto ambientale), si è “dimenticata” di ricordare la vicinanza della “Valle dei Templi” all'area interessata dal rigassificatore, per cui il giornalista del Corriere della Sera, Carlo Vulpio, osservò ironicamente, in un suo articolo del 19 novembre 2008, che la Prestigiacomo “cancella la Valle dei Templi per decreto”.
- La Prestigiacomo è stata clamorosamente contraddetta dal suo stesso Sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, che, rispondendo a un'interpellanza del deputato dell'Idv, Ignazio Messina, ha ammesso che problemi di impatto sulla Valle dei Templi esistono, tant'è che il Ministro dei BB.CC., nell'esprimere il proprio parere, l'aveva subordinato al preventivo esame, da parte della Regione Siciliana, di progetti “compensativi e mitigativi” dell'impatto medesimo. La Regione si è guardata bene dall'esaminare e imporre detti progetti, ignorando la prescrizione del Ministro dei BB.CC.
- La Prestigiacomo e i propri collaboratori avrebbero eluso la precisa prescrizione della Commissione di Via del Ministero dell'Ambiente che imponeva, prima dell'emanazione del decreto autorizzativo, di sottoporre a procedura di valutazione di impatto ambientale anche il gasdotto di collegamento del rigassificatore alla rete nazionale del gas. Ciò avrebbero fatto sulla scorta delle false attestazioni del Comitato di Coordinamento del Ministero dell'Ambiente che il gasdotto sarà della lunghezza di circa km. 7, che attraverserà solo il Comune di Porto Empedocle, che sarà completamente interrato, mentre dall'esame del progetto, elaborato dalla Snam Rete Gas S.P.A., risulta che sarà della lunghezza di circa 14 km., attraverserà i Comuni di Porto Empedocle, Agrigento, Raffadali e Joppolo Giancaxio e che sarà solo parzialmente interrato. Su questa circostanza, hanno ricordato i deputati radicali, sarebbe stata presentata pure una denuncia alla magistratura penale
- Nella recente, brillante operazione antimafia, che ha portato alla cattura del boss mafioso di P.Empedocle, Gerlandino Messina, sono stati trovati nel suo covo alcuni “pizzini” che indicano possibili infiltrazioni mafiose nel business del rigassificatore.
I Deputati Redicali hanno concluso l'interpellanza, chiedendo ai Ministri Bondi e Prestigiacomo di revocare i propri pareri sull'impianto industriale di rigassificazione, azzerandone in pratica tutto l'iter autorizzativo.
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mercoledì 10 novembre 2010

10 DOMANDE ALL'ING. CARLO DE BENEDETTI


All'ing. Carlo De Benedetti, persona di raffinata cultura umanistica e di grande sensibilità verso la salvaguardia dell'ambiente e del nostro patrimonio culturale, desideriamo rivolgere le seguenti 10 domande. Anche per sgomberare il campo da certe accuse di inquinatore, che riteniamo assolutamente infondate, che gli rivolgono da più parti per la partecipazione della sua “Sorgenia” ai progetti di ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure (Savona) e al progetto di costruzione di un rigassificatore da 10 miliardi di mc. a Gioia Tauro.
Al direttore di Repubblica, Ezio Mauro, chiediamo la cortesia di girare queste domande a De Benedetti, di cui ignoriamo l'indirizzo di posta elettronica e di pubblicarle sul suo giornale, per consentirgli di rispondere, cosa che l'ingegnere certamente farà e che non farebbe mai quel bunga-bunga del Berlusca che si rifiuta sempre di rispondere alle domande di Repubblica.
Ecco le domande all'ing. De Benedetti:

1) Ha mai visitato la Valle dei Templi di Agrigento?
2) Sa che dal 1997 è stata inserita nella World Heritage List dell'Unesco, entrando a far parte così del patrimonio culturale dell'umanità?
3) E' a conoscenza del progetto di Enel, che intende costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine del parco archeologico di Agrigento e sotto la casa natale di Luigi Pirandello, premio Nobel della letteratura?
4) E' a conoscenza che il gasdotto di collegamento del rigassificatore alla rete nazionale del gas attraverserà addirittura la zona “Caos” di Agrigento, delimitata dall'Unesco come buffer zone (zona di rispetto) del parco archeologico?
5) Vorrebbe prendere posizione contro questo incredibile progetto che, se realizzato, costituirà certamente, di fronte al mondo intero della cultura, motivo di grande ignominia per l'Italia, di cui Ella rappresenta uno dei figli più illustri?
6) Chiederebbe al direttore del giornale di Sua proprietà, “la Repubblica”, di pubblicare le presenti domande e le Sue attesissime risposte, anche al fine di fugare il sospetto, per noi assolutamente infondato, che i giornalisti di questo glorioso giornale si siano autocensurati sul rigassificatore in zona archeologica (tranne che per qualche articoletto sulle pagine di Palermo), essendo Ella interessata alla costruzione del rigassificatore di Gioia Tauro, e facendoli allineare a quanto pubblicato dai giornalisti Carlo Vulpio del “Corriere della Sera”, Massimo Giannetti de “il Manifesto” e Andrea Rossi de “la Stampa”, che hanno dedicato all'argomento tre coraggiosi articoli-inchiesta?
7) E' a conoscenza che i rigassificatori non servono alla Sicilia, che esporta al resto d'Italia il 90% del gas proveniente dalla Libia e dall'Algeria, ma non servono neanche all'Italia, come ha documentato l'onesto giornalista Jacopo Giliberto sul Sole 24 Ore, che non è certo un giornale di sinistra (sempre che in Italia esista una sinistra), quando ha riferito che il nostro Paese, avendo un surplus di gas, si accinge ad esportarlo verso l'Europa?
8) E' a conoscenza che la costruzione di nuovi rigassificatori serve solo alle società che li realizzano, in virtù di una “generosissima” delibera dell'Autorità dell'Energia e del Gas che ha disposto che a queste società spetterà comunque l'80% dei ricavi di riferimento, che nel caso di Enel sono di 3 miliardi di euro l'anno (per Gioia Tauro saranno di più, non si allarmi Ingegnere), anche nel caso che gli impianti dovessero restare inattivi, gravando la spesa sul “sistema tariffario nazionale” e cioè sulle bollette degli Italiani?
9) Alla luce di queste informazioni, che sicuramente Lei non conosceva, non intende recedere dal progetto del rigassificatore di Gioia Tauro e convincere, data la Sua riconosciuta autorevolezza, quelli di Enel a recedere dal rigassificatore nel parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento?
10) Vorrà dare la notizia del Suo recesso dal business dei rigassificatori, motivato con la scoperta che si tratta dell'ultima presa per i fondelli del popolo italiano, comunicandola a tutti i media e privilegiando ovviamente il quotidiano di Sua proprietà, “la Repubblica?
Certi, certissimi di una sua cortese risposta in tempi brevi, molto cordialmente La salutiamo
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento
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venerdì 5 novembre 2010

ONORE AL MERITO DI ITALIA NOSTRA CHE DIFENDE IL NOSTRO PATRIMONIO CULTURALE E PAESAGGISTICO


Italia Nostra ha preso una posizione nettamente contraria alla costruzione di due porti turistici a Siracusa che comporteranno una colata di cemento in uno dei siti più belli al mondo, dichiarato patrimonio culturale Unesco. Questa notizia è stata riportata anche dal giornale on line “Per la città.it” e si può leggere interamente consultando il seguente link: http://www.perlacitta.it/2010/11/04/rischio-cancellazione-dalla-world-heritage-list-agrigento-come-siracusa/

La presidentessa italiana,Alessandra Mottola Molfino (nella foto in alto), dopo avere invano sollecitato le autorità locali a recedere da tale progetto impattante, ha scritto una lettera all'Unesco per chiedere un'ispezione in loco, al fine di verificare la permanenza delle condizioni ambientali di Siracusa che ne determinarono il suo inserimento nella World Heritage List e se la realizzazione di tale progetto comporti un rischio di cancellazione. Infatti tutti i siti, che hanno ricevuto il privilegio di essere inseriti nell'elenco del patrimonio universale culturale, devono essere costantemente monitorati dagli ispettori dell'Unesco inviati da Parigi per questa verifica.
Tutto ciò ha l'evidente scopo non di fare cancellare Siracusa dalla lista, ma quello che la minaccia della cancellazione costituisca un efficace deterrente per scoraggiare la costruzione dei porti turistici, un autentico scempio ambientale e un vulnus irreversibile al patrimonio culturale, economico e turistico di quella città.
Questa è solo l'ultima iniziativa intrapresa con merito da Italia Nostra, che onora i suoi fini istituzionali di tutela e valorizzazione del patrimonio monumentale, culturale e paesaggistico del nostro Paese.
Occorre ricordare infatti che Italia Nostra non ha esitato un solo momento a costituirsi, su sollecitazione di Leandro Janni consigliere nazionale dell'associazione, nel giudizio dinanzi al Tar del Lazio per impugnare l'incredibile decreto regionale di autorizzazione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. a Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, anch'essa inserita nella World Heritage List dell'Unesco. Addirittura è previsto in progetto che il gasdotto di collegamento del rigassificatore alla rete nazionale del gas attraverserà, nel primo tratto, la zona Caos di Agrigento che fa parte del parco letterario pirandelliano e che è stata delimitata dall'Unesco come buffer zone (zona di rispetto) del parco archeologico.
Ora se la costruzione di un porticciolo turistico, osserva giustamente il direttore del giornale “Perlacittà.it”, può costituire un motivo di cancellazione di un sito dalla World Heritage List, “i rischi che la Valle dei Templi di Agrigento possa essere cancellata dai siti dell’Unesco non sembrano poi tanto infondati, se si considera cosa può significare la presenza di una simile struttura (un rigassficatore altamente impattante) a poca distanza da uno dei più celebrati giacimenti culturali e paesaggistici”.
La coraggiosa presa di posizione di Italia Nostra dovrebbe anche essere seguita dal Fai che, dopo le iniziali esitazioni, dia un forte segnale all'opinione pubblica nazionale e all'Unesco che nel nostro paese, oltre a Italia Nostra, c'è chi vigila attentamente a che il patrimonio culturale dell'umanità non venga minacciato dal business del cemento e dalle lobby dell'energia e del gas.
Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
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domenica 31 ottobre 2010

LE RISIBILI PANZANE E LE PATETICHE CONTRADDIZIONI DI DON ARRAFFAELE LOMBARDO


“La Repubblica” del 29 ottobre ha dedicato le prime sette pagine interamente al bunga-bunga di Berlusconi e neppure un solo rigo alla notizia di questi giorni che la mafia ha messo le mani sul rigassificatore di P.Empedocle, al confine con la Valle dei Templi di Agrigento, come è stato accertato dopo la cattura del capo mafia di P.Empedocle, Gerlandino Messina, nel cui covo sono stati trovati alcuni “pizzini” che dimostrano gli interessi di Cosa Nostra per il business del gas rigassificato.
La stessa cosa hanno fatto quasi tutti gli altri quotidiani, ma per i giornalisti de “la Repubblica” l’argomento rigassificatore “Valle dei Templi” è tabù forse perché l’ing. Carlo De Benedetti ha interessi, con la sua Sorgenia, nel rigassificatore di Gioia Tauro, anche questo sotto la lente di ingrandimento della Dda di Reggio Calabria.
“La Repubblica”, inoltre, ha dato grande risalto alla panzana del governatore siciliano Raffaele Lombardo, che ha chiesto la secessione dal resto d’Italia, ma si è guardata bene dal rilevare come mai il nostro governatore, che ormai tutti chiamano “don Arraffaele” per la sua attitudine a occupare tutte le posizioni di governo e di sottogoverno con propri fedelissimi clientes, stia facendo la guerra al rigassificatore di Priolo, zona privilegiata del suo elettorato, mentre ha calato le brache per il rigassificatore “Valle dei Templi”, che dovrà essere realizzato da Enel.
Questa contraddizione non l'ha rimarcata neppure il giornalista Roberto Di Caro nell'intervista a Lombardo su “l'Espresso” del 28 ottobre, ingoiando senza fiatare le patetiche spiegazioni di don Arraffaele, come ho ricordato su questo blog nel post precedente.
E gli inciucisti siciliani del Pd cosa fanno? Applaudono l'alleato “don Arraffaele”, che spara panzane grosse quanto una casa quando invoca la secessione, e sono conniventi con la sue contraddizioni sui rigassificatori per cui dice no a quello di Priolo, a casa sua, .mentre dà l'ok per quello “Valle dei Templi” con incredibili motivazioni che lasciano letteralmente di stucco. D'altra parte i “compagni” di casa nostra Capodicasa, Lumia, Lupo, eccetera sono in linea con Pierluigi Bersani che invoca le dimissioni di Berlusconi per il bunga-bunga ma che è lontano mille miglia dal farlo per rigassificatori e centrali nucleari tanto cari a Confindustria e al suo esponente di spicco Roberto Colannino, eletto (pardon nominato) parlamentare del Pd.
Questa è materia che “scotta” per il “compagno” Pierluigi, come per gli ex margheritini Letta e Franceschini che sognano già di coalizzarsi con Casini, il vero deus ex machina di rigassificatori e centrali nucleari. Quindi “mutu cu sapi 'u iocu”...
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lunedì 25 ottobre 2010

STEFANIA PRESTIGIACOMO DEVASTA L'AMBIENTE, RAFFAELE LOMBARDO FA SCEMPIO DEL PAESAGGIO

E' in corso in Sicilia un aspro braccio di ferro tra Stefania Prestigiacomo e il governatore Raffaele Lombardo.
Il nostro governatore, che i Siciliani ormai da tempo hanno preso a chiamare “affettuosamente” don Arraffaele, ha violentemente attaccato, attraverso un'intervista rilasciata al giornalista Roberto Di Caro de l'Espresso, la “leggiadra” Stefania definendola tout court come “ministra per la devastazione dell'ambiente”, cui stanno molto a cuore rigassificatori e termovalorizzatori che sono “la quintessenza dell'affarismo illecito, della bassa politica e della mafia”. Da questa intervista verrebbe fuori un don Arraffaele paladino della riscossa siciliana contro i poteri forti, la mafia, e lobby varie che vogliono fare della nostra terra ricettacolo di termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucelari. Peccato però che il nostro “eroe” ha qualche scheletro nell'armadio, non ha ricordato per esempio che, dopo aver definito i rigassificatori “polvere da sparo pronta ad esplodere”, ha dato il via libera al rigassificatore di Porto Empedocle, al confine del parco archeologico della Valle dei Templi. Forse ha dimenticato una precedente intervista televisiva in cui disse testualmente “un rigassificatore sotto la Valle dei Templi mai!”. Poi, dopo un debole accenno di resistenza alle pressioni di Enel, ha autorizzato l'ecomostro in zona archeologica, con brindisi finale a base di champagne tra l'assessore regionale Armao e Margherita Stabiumi, regina bresciana dell'acciaio che, cedendo ad Enel il 90% delle azioni della sua società Nuove Energie, “facilitatrice” del progetto, avrebbe lucrato circa 30 milioni di euro.
Di questo brindisi ci parlò proprio l'Espresso e sembra davvero strano che non se ne sia ricordato il giornalista Roberto Di Caro, che non ha fatto un minimo cenno al rigassificatore “Valle dei Templi”, ed è stato don Arraffaele, quasi come excusatio non petita, a dire “lo facciono il rigassificatore di Priolo, ma mettano in sicurezza la fatiscente raffineria, e interrino quell'enorme ferraglia come ha fatto Enel a Porto Empedocle”. Ma di quale ferraglia sta parlando onorevole don Arraffaele? Per il rigassificatore sotto la casa natale di Pirandello e al confine del parco archeologico di Agrigento non si tratta di interrare della ferraglia ma di preservare uno dei paesaggi più belli al mondo, quello della Valle dei Templi, patrimonio Unesco, minacciato dall'ecomostro. Lombardo si sbraccia a sostenere che nei termovalorizzatori e nella gestione dei rifiuti “la mafia c'è dentro fino al collo”, ma fa finta di ignorare le preoccupazioni di infiltrazioni nel business del rigassificatore empedoclino, espresse dal questore di Agrigento e dal colonnello dei Carabinieri Mario Di Iulio, raccolte dal Corriere della Sera, e puntualmente confermate dopo l'arresto del boss mafioso di Porto Empedocle, Gerlandino Messina, nel cui covo hanno trovato alcuni “pizzini” che confermano il suo interesse al rigassificatore. Il nostro “amato” governatore è molto bravo a lanciare accuse di ascarismo ai suoi amici-nemici politici. E come definirebbe se stesso che cala le brache alle pressioni per il rigassificatore “Valle dei Templi”?
Stia tranquilla però la “leggiadra” Stefania: Raffaele Lombardo, la volpe di Catania, lancia violenti accuse contro di lei solo a parole, ma in realtà la rassicura quando afferma: “lo facciano il rigassificatore di Priolo...”. Prima l'accusa di devastare l'ambiente e poi le “regala” quello che le sta più a cuore, il business del secondo rigassificatore in Sicilia.
La Prestigiacomo sarà pure “una ministra della devastazione dell'ambiente”, ma al nostro “amato” governatore la patente di “devastatore del paesaggio” non gliela toglie nessuno.
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martedì 19 ottobre 2010

CHIESTA LA REVOCA DELL'AUTORIZZAZIONE DEL RIGASSIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI"

Le associazioni “Salviamo la Valle dei Templi”, “Parco Letterario Pirandello” e “Confimpresa-Euromed” di Agrigento, che con le proprie denunce alla Commissione Europea hanno determinato l'apertura dell'indagine a carico del governo italiano per infrazione del diritto comunitario in relazione all'autorizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle, al confine della Valle dei Templi di Agrigento, hanno chiesto all'assessore regionale per l'energia Giosuè Marino, con atto extragiudiziale di diffida, la revoca urgente del provvedimento dell'autorizzazione del rigassificatore.
Ritengono immorale infatti, oltre che illegittimo, che venga mantenuto in vita il provvedimento autorizzativo del rigassificatore “Valle dei Templi”, mentre sia stato bloccato il rigassificatore di Priolo in zona industriale, invocando, come ha fatto l'ex assessore regionale per l'energia Piercarmelo Russo, l'indagine della UE iniziata proprio per il rigassificastore in zona archeologica.
In realtà la Sicilia non ha bisogno di rigassificatori, né di quello di Priolo né di quello della Valle dei Templi, in quanto essa esporta la maggior parte dell'energia che produce e il suo territorio è attraversato dai gasdotti provenienti dall'Algeria e dalla Libia e solo il 10% del gas trasportato viene consumato in Sicilia, per cui risultano incomprensibili le motivazioni del governo Lombardo sulle scelte in materia di rigassificatori.
Oggi per Priolo si invoca l'indagine UE iniziata per Porto Empedocle, in quanto viene violato il divieto degli aiuti di Stato (art.107 del Trattato UE), che c'é e sarà certamente sanzionato, ma il motivo molto più pragmatico del blocco va ricercato nel fatto che una “cordata” di alcuni uomini politici della Sicilia orientale non vuole il rigassificatore dalle loro parti, malgrado le pressioni di Stefania Prestigiacomo, “ministra per la devastazione dell'ambiente”, come l'ha definita il capo gruppo al Senato dell'Mpa, Giovanni Pistorio, mentre i politici di Agrigento (di destra e di sinistra) sono infetti da sempre dal pernicioso virus dell'ascarismo. Lombardo ha dichiarato “il rigassificatore di Priolo lo vadano a fare da qualche altra parte”. L'avete mai sentita dai nostri “onorevoli” una simile dichiarazione?
La verità è che si sta giocando una partita dura tra i poteri forti, da una parte i fratelli Garrone, petrolieri di Genova, che pressano per il rigassificatore di Priolo e dall'altra Enel che pressa per quello di Porto Empedocle, ma, mentre i politici della Sicilia Orientale stanno opponendo una strenua resistenza alle pressioni della lobby Garrone e della “ministra della devastazione dell'ambiente”, tutta la deputazione nazionale e regionale di Agrigento (tranne Ignazio Messina dell'Idv che ha presentato diverse interrogazioni parlamentari) subisce senza fiatare le pressioni di Enel per il rigassificatore “Valle dei Templi”. La triste realtà è che questi “signori” valgono meno del due di briscola. Loro ritengono di essere importanti perché hanno i voti e perché sono strapagati. Avranno pure i voti, saranno pure strapagati, ma moralmente sono zero.
Fazioso risulta, in ogni caso, il governatore Lombardo che, mentre continua a denunciare infiltrazioni mafiose nei termovalorizzatori e nel rigassificatore di Priolo, ignora completamente le preoccupazioni di infiltrazioni della malavita nel rigassificatore “Valle dei Templi”, espresse dal Questore di Agrigento e dal colonnello dei Carabinieri Di Iulio e raccolte dal Corriere della Sera. Ovviamente le pressioni della lobby italiana dell'energia, sostenuta dall'assessore Armao e dalla “regina” dell'acciaio bresciano Margherita Stabiumi, trovano più accomodante il nostro “amato” governatore.
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venerdì 1 ottobre 2010

OGGI L'INCIUCIO SI CHIAMA "LABORATORIO POLITICO"

Le operazioni di trasformismo politico, anche le più spericolate, vengono definite oggi con il termine di “laboratorio politico” (ovviamente da chi le compie).
Gli esponenti di una coalizione, che passano a quella contrapposta, non vengono chiamati traditori, voltagabbana eccetera ma, a questo punto, possono “elegantemente” essere definiti “tecnici di laboratorio”. Dei ricercatori, insomma. Ricercatori sì, ma di poltrone.
E hanno anche un forte alibi morale: “lo facciamo per il bene del Paese”.
Il trasformismo è un vizietto antico. Benedetto Croce diceva che gli Italiani ce l'hanno nel codice genetico. E' comune a tutte le forze politiche,per cui risultano patetiche le accuse di “campagna acquisiti” che fanno oggi alcuni schieramenti contro gli avversari politici, dimenticando che anche loro in passato hanno fatto ricorso a palesi manovre di trasformismo (pardon di “laboratorio politico”) per ribaltare il risultato delle urne elettorali.
Bersani che oggi chiede addiritura l'incriminazione di Berlusconi per corruzione non ricorda o, meglio, fa finta di non ricordare che il primo governo Berlusconi fu fatto cadere perché la Lega Nord, alleata di Forza Italia, passò dall'altra parte della barricata, diventando “una costola del centro-sinistra”, con la complicità del presidente ribaltonista di allora, Oscar Luigi Scalfaro.
Ma non c'è bisogno di tornare al passato per dimostrare che il vizietto trasformista ha contagiato anche i “compagni” (o come diavolo si chiamano oggi, per dirla con Veltroni) Bersani, Finocchiaro, Lumia e Cracolici, basta vedere il ribaltone che hanno fatto in Sicilia alla corte di Raffaele Lombardo, oggi “affettuosamente” chiamato don Arraffaele, alleandosi con i post-fascisti di Fini e i centristi di Casini (ribaltonista a Palermo ma all'opposizione a Roma) e mandando a casa la coalizione che aveva vinto le elezioni.
E' l'esperimento fotocopia di “laboratorio politico”, chiamato milazzismo, che fu fatto in Sicilia negli anni Sessanta per mandare a casa la Dc allora al governo. Con un'aggravante: a quel tempo non c'era l'elezione diretta del presidente della regione sostenuto da una coalizione. Oggi invece la “compagna” Anna Finocchiaro, rivale sconfitta di don Arraffaele alle ultime elezioni regionali, si trova a governare proprio con il “riformista” Lombardo. Ma bisogna dare atto almeno a don Arraffaele che, per giustificare l'inciucio siciliano ordito con il “compagno-fidanzato” Antonello Cracolici, non si è rifugiato nelle terminologie finto-eleganti di “convergenze parallele” o “politica dei due forni” come si faceva un tempo o “alleanza costituzionale” come fa oggi il “compagno” Bersani ma, molto più terra terra, ha ammesso che “governa con ci sta”.
La verità amara è che per molti professionisti della politica le espressioni “sinistra”, “destra” e “centro” sono oggi, come lo furono ai tempi di De Pretis, Crispi e Giolitti, comode etichette per acquisire un seggio in Parlamento o nelle varie assemblee politiche, salvo poi a fare gli interessi di coloro che comandano veramente: i potentati economici e industriali.
Ne è una dimostrazione vivente e lampante l'esperimento di “laboratorio politico” di don Arraffaele con gli inciucisti di Fini, Casini e Bersani.
Il nostro “illustre” governatore, durante la campagna elettorale, cavalcò gli slogan del “riformismo” e dell' “autonomismo”, proclamando con fierezza che “i lor signori non trasformeranno la Sicilia in pattumiera d'Italia”, volendo contrastare, a suo dire, i gruppi industriali del Nord (“i lor signori”) e la loro strategia colonizzatrice tendente a installare nel nostro territorio termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucleari.
Appena eletto governatore, don Arraffaele si dimenticò di promesse e di proclami elettorali, aprendo le porte proprio a termovalorizzatori, rigassificatori e centrali nucleari e ciò con il consenso caloroso della coalizione di centro destra con cui governava prima e con quello di Fini, Casini e dei “compagni” Bersani, Finocchiaro, Lumia, Cracolici (il fidanzato) con cui governa oggi.
Sono questi interessi il vero motore di certi nostri politicanti (e li chiamano pure "onorevoli") che in pubblico litigano o, meglio, fingono di litigare per la casetta in Canadà o per le escort che stanno qua, ma che in privato fanno il gioco dei poteri forti. E lo fanno appassionatamente politici di “destra”, di “centro” e di “sinistra”.
E gli elettori, direte voi?
Per loro vale l'eterna massima del marchese Del Grillo: “io so' io e voi non siete un c***o”.
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martedì 14 settembre 2010

PERMETTE QUESTO TANGO ALLA DIOSSINA?


“Signora, permette questo tango alla diossina?”.
Con questa gentile richiesta, sono certo, qualche elegante cavaliere avrà aperto le danze sabato 11 settembre a piazza commendatore Brignone di Lampedusa. E ne aveva buon diritto, perché in quei momenti il cielo era carico di una greve coltre nera di fumo causata dall'incendio doloso della discarica comunale di barche e di rifiuti speciali che il giorno prima era divampato violento e che ancora sabato non era stato domato. E, del resto, molti focolai dell'incendio sono rimasti attivi per circa una settimana alimentati dal forte vento di maestrale che aveva cosparso il centro abitato e l'intera isola di polveri nere. Le autorità sanitarie locali- quelle comunali e quelle dell'Asl-, forse per non privare la cittadinanza del loro passatempo preferito, il liscio al sabato sera, non l'avevano allertata invitandola a stare chiusa in casa con le imposte serrate, come sarebbe stato doveroso e come hanno fatto le persone più consapevoli. Liscio o non liscio, le responsabilità di queste sedicenti autorità sono gravissime, perché avevano il dovere di avvisare la popolazione. E, invece, “ballate pure”!
La gente balla felice e ballando ingoia diossina. Sembra di essere tornati agli anni bui delle passate amministrazioni comunali quando, per smaltire i rifiuti, il metodo preferito, anzi l'unico esistente, era quello di dare fuoco alla discarica. E, guarda caso, sempre con il vento di maestrale, perché gli specialisti piromani sanno, per antica esperienza di incendiari, che con il vento di maestrale il fuoco attizza meglio, si estende rapidamente ed è più difficile per i vigili del fuoco poterlo domare. “La discarica ha preso fuoco” affermavano i responsabili del tempo”, facendo spallucce.
Poi sono arrivati gli Ato rifiuti e la situazione si era normalizzata con la precedente amministrazione comunale, che ha fatto costruire la discarica e ha disciplinato il trasferimento in terraferma dei rifiuti ordinari e speciali.
Oggi i responsabili ci raccontano, non potendo ricorrere alla puerile motivazione di un tempo “che la discarica ha preso fuoco”, la storiella che l'incendio doloso è stato voluto da qualcuno che vuole contrastare la creazione di un museo dei migranti. Un complotto, insomma. Sciocchezze! Il trasferimento dei rifiuti costa e costa molto. E' stato trovato un sistema economico per smaltirli?
Il Sindaco De Rubeis aveva dichiarato ai primi di settembre che presto sarebbe arrivata a Lampedusa una ditta attrezzata per lo smaltimento dei rifiuti speciali, peccato che sono arrivati prima gli specialisti piromani di casa nostra che, tra l'altro, non costano niente.
Le cause dell'incendio? I responsabili piromani? Gli inquirenti stanno indagando, ma certo è che la spesa per i rifiuti, che gravava sul bilancio comunale di Lampedusa per circa 3 milioni di euro, è stata ridotta drasticamente a circa un milione di euro. Certo è che gli ultimi drammatici fatti di cronaca giudiziaria che hanno investito il sindaco De Rubeis e altri amministratori comunali sono strettamente collegati con lo smaltimento dei rifiuti. Certo è che dall'opposizione in consiglio comunale è stato chiesto alla giunta De Rubeis di dare conto di una voce in entrata nel bilancio comunale del 2010 di circa un milione di euro per la discarica comunale e che fine abbia fatto quella somma. Certo è che la gente non si è bevuta la storiella del complotto di qualcuno contro il museo dei migranti e ha partecipato numerosa al sit-in di protesta e di condanna organizzato da Legambiente contro il criminale attentato alla salute pubblica. I politici a corto di idee e, soprattutto, di spiegazioni convincenti, si rifugiano, come oggi è di moda, nella teoria dei complotti. E mentre la gente balla il Titanic affonda...
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sabato 11 settembre 2010

CARO MARCO ZAMBUTO, MI HAI DELUSO!

Caro Marco Zambuto, mi hai profondamente deluso!
Le tue risposte (date attraverso i media on line) alle mie precise domande sulle finalità del "Patto per il territorio", al di là di alcune generiche affermazioni di principio, sono evasive ed elusive.
Tu sai che ho stima e affetto per te, però avevo chiesto al nuovo movimento che si è data la sigla di "Patto per il territorio" di dirci quali posizioni prenderà in rapporto al rigassificatore, al termovalorizzatore, alla mega discarica e alla centrale nucleare che qualche mente criminale ha deciso di costruire proprio nel nostro territorio provinciale, che il vostro "Patto", a parole, dice di volere difendere.
Tu dici che è il tempo di farla finita con il “meriodionalismo piagnone” e che il vostro movimento si ispira alla politica del più grande presidente che abbia avuto la regione siciliana, Piersanti Mattarella.
Ti credo, caro Marco, perché so che sei in buona fede, ma voglio ricordarti anche che Mattarella della lotta all'affarismo di certa nostra politica, di destra e di sinistra, collusa con mafia, lobby varie e massoneria fece la sua bandiera. E per quei nobili ideali pagò con la vita.
I presidenti che sono venuti dopo (per esemplificazione cito Cuffaro, Capodicasa e Lombardo) hanno capito benissimo la lezione e hanno subito aperto le porte del nostro territorio a centrali nucleari, rigassificatori, megadiscariche e quant'altro può fare la felicità appunto di mafia, lobby varie e massoneria.
Quando parlo di "menti criminali" mi riferisco alle multinazionali del Nord e ai loro alleati locali che sono i nostri politici regionali e nazionali di riferimento che, salvo qualche eccezione, vanno chiamati per il loro giusto nome: ASCARI.
Tra le eccezioni mi piace citare il deputato nazionale dell'Idv Ignazio Messina e l'europarlamentare Sonia Alfano pure dell'Idv, la cui interrogazione ha sollecitato il Commissario Europeo della Concorrenza, Joaquìn Almunia, ad avviare un'indagine contro il governo italiano sul rigassificatore di Porto Empedocle per le denunce da noi presentate e che, fino all'interrogazione di Sonia Alfano, dormivano in un cassetto. Ricordo anche che tu coraggiosamente hai fatto ricorso al Tar contro l'ignobile progetto del rigassificatore “Valle dei Templi”.
Ora, caro Marco, sono certo che tu stai lavorando nella direzione di far assumere ai variopinti componenti del “Patto”, tutti di provenienza da partiti rigassificatoristi e nuclearisti, una posizione netta precisa in difesa del nostro territorio contro le fameliche lobby del Nord che considerano la nostra, "terra di conquista e di sfruttamento", ma fino a quando ciò non succederà il vostro movimento resterà sempre un'accolita di fuorusciti e la vostra sigla una scatola vuota.
Con affetto,Gaetano Gaziano
presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" Continua a leggere...

martedì 7 settembre 2010

PRIMO PASSO DELLA UE VERSO LA SOTTOPOSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO ALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE DELLA NORMATIVA EUROPEA

Joaquin Almunia, Commissario Europeo per la Concorrenza, ha comunicato, rispondendo a un'interrogazione dell'europarlamentare dell'Idv Sonia Alfano, che è stata aperta un'indagine per la sottoposizione del Governo Italiano alla procedura di infrazione della normativa europea a seguito di due denunce presentate contro il rigassificatore di Porto Empedocle.
Occorre ricordare che quelle due denunce sono state presentate dalle associazioni agrigentine “Confimpresa” di Alessio Lattuca, “Il Cerchio” di Bernardo Barone e “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” del sottoscritto.
E' stata denunciata, tra l'altro, la violazione dell'art. 107, paragrafo 1°, del Trattato Europeo che impone il divieto di aiuti degli Stati membri alle proprie aziende. Nello specifico abbiamo denunciato la disposizione prevista dall'Autorità per il Gas e l'Energia (delibera 178/2005) che prevede che in ogni caso sarà garantito alle società che gestiscono nuovi impianti di rigassificazione l'80% dei ricavi di riferimento (3 milioni di euro nel caso di Porto Empedocle) anche in caso di non utilizzo degli impianti gravando la spesa “sul sistema tariffario nazionale” cioè sulle bollette degli Italiani.
Il primo passo della procedura è quello di chiedere da parte della Commissione Europea chiarimenti allo Stato che si intende sottoporre alla procedura di infrazione. Ed è quanto comunicato da Almunia a Sonia Alfano, infatti ha precisato nella lettera del 12 agsoto 2010 che “la Commissione ha trasmesso alle autorità italiane una versione non riservata delle denunce e, al momento, attende le osservazioni dell’Italia in merito”.
Dopo di che, in base alle risposte fornite dal Governo Italiano, si aprirà ufficialmente la procedura di infrazione.
E' ovvio che si tratta del primo tangibile successo della lotta che stanno portando avanti le associazioni agrigentine, riunite nel comitato “No al rigassificatore”, che contrastano l'ignobile e criminale progetto di costruire un impianto di rigassificazione da 8 miliardi mc., che la normativa europea “Seveso” definisce “a rischio di incidente rilevante", alla distanza di 800 metri dal centro abitato di Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine del parco archeologico della Valle dei Templi.
Inoltre, le associazioni agrigentine “Confimpresa”, “Il Cerchio” e “Salviamo la Valle dei Templi” sopra citate trasmetteranno a breve al Commissario Europeo per la concorrenza, Joaquin Almunia, nuova probante documentazione per chiedere l'ordine prioritario della trattazione delle proprie denunce.
Gaetano Gaziano,
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”

Di seguito il testo della risposta del Commissario Europeo per la Concorrenza:
E-4831/10IT
Risposta di Joaquín Almunia a nome della Commissione (12.08.2010)
Nel 2009 la Commissione ha ricevuto due denunce relative al meccanismo previsto all’articolo 13, paragrafo 2, della delibera 178/2005 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas, il cui obiettivo è incentivare la costruzione e il miglioramento degli impianti di rigassificazione. A parere dei denuncianti, detto meccanismo costituisce un aiuto di Stato illegale.
Nell’ambito dell’indagine sugli aiuti di Stato relativa alle denunce suddette, registrata con riferimento CP 81/2009, la Commissione ha trasmesso alle autorità italiane una versione non riservata delle denunce e, al momento, attende le osservazioni dell’Italia in merito, che dovrebbero pervenire alla DG Concorrenza della Commissione nell’agosto 2010.
In questa fase dell’indagine non è possibile prevedere, nemmeno a titolo indicativo, una data entro la quale la Commissione avrà completato l’esame delle denunce, dato che la durata di un’indagine dipende da molti fattori, tra cui la rapidità con cui lo Stato membro fornisce le informazioni, la completezza di tali informazioni e la complessità della questione in esame. Inoltre, nell’interesse generale dell’UE, la Commissione può assegnare diversi gradi di priorità alle denunce che le vengono sottoposte .
In merito al contenuto della misura (ricavi garantiti per i nuovi impianti di rigassificazione), viste le informazioni limitate di cui dispone in questa fase e lo stadio effettivo di avanzamento dell’indagine, la Commissione non è al momento in grado di esprimersi sulla sua possibile configurazione come aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, del TFUE.
La Commissione può tuttavia assicurare all’onorevole parlamentare che perseguirà fattivamente la questione e che, a tempo debito, informerà i denuncianti circa la posizione adottata.
Per quanto riguarda la richiesta dell’onorevole parlamentare di accedere alla documentazione prodotta dalla Commissione nel corso dell’indagine, essa sarà evasa dai servizi competenti, conformemente al regolamento (CE) 1049/2001 .
Jaquìn Almunia Continua a leggere...

sabato 4 settembre 2010

Due o tre domande a Marco Zambuto leader del “Patto per il territorio”

Caro Marco Zambuto, so perfettamente che un nuovo soggetto politico inizialmente non va accolto con entusiasmo ma neppure con diffidenza. Bisogna attenderlo all'opera. Per evitare, però, che il neonato “Patto per il territorio”, di cui sei leader e che tante adesioni sta ricevendo, possa sembrare un'accolita di fuorusciti dai vecchi partiti, credo che non ci sia opportunità migliore di quella attuale, che vede esplodere violenta la querelle sul rigassificatore per la mancata costituzione di D'Orsi al Tar Lazio, per capire cosa vuole fare e dove vuole andare il nuovo soggetto politico da te diretto. Il rigassificatore di Porto Empedocle, come sai benissimo, cambierà, se realizzato(stiamo lottando per evitarlo), la storia, la geografia e l'economia del nostro territorio. Tutti sappiamo che tu, con coraggio e determinazione, stai contrastando questo ignobile progetto e hai addirittura proposto ricorso al Tar Lazio contro di esso, da cui hanno preso la stura tutti gli altri ricorsi, ma come si porrà Maurizio Calabrese, confluito nel nuovo soggetto politico, che in consiglio comunale si è battuto a spada tratta a favore dell'ecomostro al confine del nostro parco archeologico? Come si porranno gli altri componenti del “Patto” fuorusciti dal Mpa e dal Pdl, sapendo che i loro ex padrini-padroni politici sono non solo favorevoli ma sponsorizzatori del rigassificatore? E' legittimo il sospetto che siano fuorusciti solo provvisoriamente dai loro vecchi partiti magari per la mancata assegnazione di qualche poltrona e che appena le ammaliatrici sirene dei loro vecchi leader politici si faranno sentire con la promessa di qualche incarico ben retribuito faranno frettolosamente ritorno all'ovile. La vostra sigla “Patto per il territorio” farebbe pensare ad una strenua difesa contro le aggressioni delle multinazionali che propongono oggi il rigassificatore, domani la centrale nucleare, il termovalorizzatore e la megadiscarica per i rifiuti. Se così fosse potremmo dire di trovarci di fronte ad una svolta storica per la nostra provincia, ma temo, caro Marco, che, di fronte alle pressioni delle lobby, i vari e variegati componenti del “Patto” si metteranno senza fiatare “la coda tra le gambe” e addio al patto per il territorio.
Poi ho letto che c'è stato un incontro tra alcuni rappresentati del “Patto” e la senatrice della Lega, Angela Maraventano. Voglio solo ricordarti l'omerico detto “timeo Danaos et dona ferentes”, per dirti che i “signori” della Lega rappresentano gli interessi delle multinazionali del Nord che hanno trattato sempre il Sud come territorio da colonizzare e da sfruttare..
Con i più cordiali saluti, Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” Continua a leggere...

giovedì 26 agosto 2010

TRIBU' INDIANA BATTE MULTINAZIONALE DELL'ALLUMINIO COME GLI AGRIGENTINI SCONFIGGERANNO LA LOBBY ITALIANA DELL'ENERGIA

Una piccola tribù dell'India è riuscita a sconfiggere la multinazionale dell'alluminio Vedanta, con sede a Londra, che voleva aprire una miniera a cielo aperto di bauxite (da cui si ricava l'alluminio) facendo scempio di una montagna che la tribù considera storicamente sacra.
La tenace tribù dei Dongria Kondh l'ha spuntata contro l'arrogante pressione della multinazionale che prometteva “progresso e posti di lavoro”, tacendo che il loro progetto prevedeva di distruggere le colline Nyamgiri nel distretto indiano di Orissa, sede della tribù. L'inquietante vicenda (per fortuna con esito positivo per la tribù) presenta molte analogie, a volte “a contrario”, con la lotta che un'altra orgogliosa “tribù" sta combattendo contro l'arroganza dei poteri cosiddetti forti, ma moralmente debolissimi, che vogliono costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc, che la legislazione Seveso definisce “a rischio di incidente rilevante”, a 800 metri dall'abitato di Porto Empedocle e al confine con il parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. La prima analogia positiva è che la “tribù” degli agrigentini è quasi numericamente uguale alla tribù degli indiani che sono ottomila. Gli agrigentini che al referendum contro il rigassificatore gridarono “no” all'ecomostro furono circa settemila, con il 95% dei “no” contro il 5% dei “sì” rigassificatoristi.
Le altre analogie sono quasi tutte “a contrario”. Ne ricordiamo alcune: è stato il ministro indiano dell'ambiente, Ramash Jairam, che ha detto no al progetto della miniera di bauxite a cielo aperto, mentre in Italia la nostra ministressa, Stefania Prestigiacomo, ha fortemente caldeggiato il progetto del rigassificatore, come del resto sta caldeggiando tutti gli altri progetti di rigassificatori e di centrali nucleari. L'ineffabile Stefania si adombrò nei confronti del professor Sartori che, dalle pagine del Corriere della Sera, la definì “inadeguata” come ministro dell'ambiente. In effetti la Prestigiacomo sarebbe il più adeguato dei ministri se, invece che a dirigere il dicastero dell'ambiente, fosse a capo del dicastero dell'industria inquinante pesante. Si ricorda infatti che la nostra ministressa, alla raccomandazione della Commisione europea di ridurre le immissioni in atmosfera, fece schierare l'Italia con i paesi contrari dell'Est Europa che hanno ancora in funzione i vecchi impianti industriali sovietici, i più inquinanti del mondo. Altra analogia negativa, il ministro indiano dell'ambiente è stato supportato da una commissione di esperti che ha dato parere negativo al progetto di miniera a cielo aperto della multinazionale inglese. In Italia invece la commissione di valutazione di impatto ambientale (Via) ha dato parere favorevole al progetto del rigassificatore, dimenticandosi della contiguità con il parco archeologico della Valle dei Templi. Per la verità la commissione, molto timidamente, aveva apposto la condizione che, prima dell'emissione del decreto autorizzativo, venisse espresso pure il parere di compatibilità ambientale sul progetto del gasdotto che dovrebbe collegare l'impianto di rigassificazione alla rete nazionale del gas. La Prestigiacomo, furbetta del quartierino ministeriale, ha chiesto e ottenuto dalla commissione che questa condizione venisse elusa. Ciò hanno fatto i “solerti” commissari sulla scorta delle false dichiarazioni che il gasdotto interessa solo il comune di Porto Empedocle, mentre in realtà interessa anche i comuni di Agrigento e Ioppolo, che misura circa km. 7 mentre in effetti misura più del doppio, e che sarà completamente interrato, mentre per molti tratti viaggia scoperto. Questi abusi comunque sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Roma che, al riguardo, ha aperto un fascicolo.
Va segnalato pure che il ministro indiano Ramash Jairam ha accusato i poteri pubblici locali di collusione con la multinazionale dell'alluminio. Ve lo immaginate voi in Italia il ministro Prestigiacomo che denuncia i vari Cuffaro, Capodicasa, Lombardo, Di Mauro, Cimino e tutti gli altri politici ascari di destra e di sinistra di collusione con Enel per il progetto del rigassificatore Valle dei Templi? Anzi la “brava” ministressa ha fortemente pressato pure per il rigassificatore di Priolo, stupendosi che quello di Porto Empedocle fosse stato definito prima, malgrado la vicinanza al nostro parco archeologico, circostanza volutamente omessa nel decreto di Via. Molte sono le altre analogie “a contrario”, citiamo solo il fatto che l'associazione ambientalista Survival International si è complimentata con il ministro indiano dell'ambiente mentre da noi il Fai, che prima timidamente aveva scritto all'ex governatore Cuffaro (condannato per mafia in primo e secondo grado) invitandolo a fare un passo indietro, ha poi clamorosamente ritrattato e che l'Unesco, che dovrebbe tutelare la Valle dei Templi di Agrigento, malgrado da noi insistentemente sollecitata si, è comportata come le tre scimmiette: “non vedo, non sento, non parlo”.
Speriamo di avere comunque con con l'orgogliosa tribù indiana un'ultima positiva analogia, cioè il risultato finale di sconfiggere l'arroganza della lobby dell'energia e dei loro fiancheggiatori politici di destra e di sinistra come gli indiani hanno sconfitto i nuovi barbari della lobby dell'alluminio.
Se “c'è un giudice a Berlino”... abbiamo fiducia che anche le controversie che abbiamo portato davanti ai tribunali italiani (amministrativi e penali) e davanti alla Commissione europea, possano arrivare allo stesso risultato ottenuto dagli orgogliosi indiani della tribù dei Dongria Kondh.
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento Continua a leggere...

martedì 24 agosto 2010

LAMPEDUSA COME IL FAR WEST

E' da quando sono andata in pensione che trascorro quasi sei mesi all'anno a Lampedusa nella casa paterna dove sono nata e che inevitabilmente mi riporta alle atmosfere, ai profumi, alle emozioni della mia infanzia e giovinezza. E' proprio per questo che ogni anno, quando si avvicina il momento di tornare a Lampedusa, mi sento pervasa da una certa euforia. Quest'anno le cose sono andate diversamente. Tornata a giugno inoltrato, dopo un'assenza durata mesi, mi sono ritrovata in un'isola che solo eufemisticamente potrei definire degradata. Anche se l'estate, almeno quella astronomica, è arrivata, Lampedusa è abbandonata, negletta come se non vivesse di turismo e non avesse il dovere di presentarsi in ordine per gli ospiti che, unica nota positiva, si annunciano numerosissimi.
Guardarsi attorno è davvero sconfortante: le erbacce cresciute ovunque (nel centro e in periferia) la rendono sciatta. Molti spazi comunali, anche al centro del paese, sono abbandonati e degradati quando con poco potrebbero essere riqualificati e fruiti, dando la misura dell'inefficienza di un'amministrazione comunale che si trascina stancamente. Le strade piene di buche sono delle vere trappole e i marciapiedi dissestati ci costringono a guardare a terra per non incappare in spiacevoli incidenti. Il traffico caotico, rumoroso e inquinante continua a disturbare la quiete di residenti e turisti che devono abbandonare ogni speranza di sonni tranquilli anche per la presenza di nugoli di zanzare agguerrite e ronzanti, felici perché a Lampedusa le disinfestazioni non si sa cosa siano. Ad accrescere il senso dell'abbandono ci pensano i tronchi di palme che, tagliati per via del punteruolo rosso, non sono mai stati sostituiti. A tutto ciò si aggiunge il disagio provocato da navi inadeguate, basti pensare che la “Paolo Veronese” qualche tempo fa, in balia di una burrasca, ha rischiato di affondare con tutto il suo carico di uomini e cose. Quello dei trasporti per mare è proprio la metafora dell'inadeguatezza di una classe politica (vecchia e nuova) incapace di risolvere i problemi non solo strutturali, quali appunti trasporti, acqua, depuratori, piano regolatore eccetera, ma anche quelli di piccolo cabotaggio quali pulizia, decoro urbano, traffico, eccetera.
E' veramente sconfortante constatare come quest'isola riproponga ogni anno moltiplicati, per via di una pressione antropica sempre maggiore, gli stessi insoluti problemi che rendono sempre più difficile la vita e la convivenza civile.
Il Sindaco De Rubeis si è vantato (vedi libro “ A Lampedusa, affari e malaffari” pag. 91) di avere dato una “marea di licenze edilizie”, ma si è preoccupato di destinare alcune aree del centro storico a verde pubblico, parcheggi, luoghi di aggregazione e quant'altro serve alla vivibilità di una civile comunità? Risulta invece una politica assolutamente opposta che tollera e favorisce l'accaparramento di quei pochi spazi comunali ancora liberi, anche nel centro storico, che potrebbero essere riqualificati e fruiti da tutta la collettività.
Così, nell'euforia delle licenze facili, oggi a Lampedusa ci troviamo nel pieno di un nuovo boom edilizio che si configura come speculazione e sacco del territorio. Quaranta appartamenti dove c'era l'industria conserviera Silvia, con una struttura fotocopia dell'ecomostro 'Ndusa, altri non si sa quanti dove c'era l'industria Del Gatto e ancora altri quaranta che nasceranno dove c'era la vecchia pensione Giardina, vecchia casa padronale dotata di un suo fascino. Si ripropongono gli errori del passato con l'aggravante che oggi Lampedusa è già supercementificata e che la cosa più logica e razionale sarebbe invece recuperare e riqualificare l'esistente dai Sette Palazzi alle vecchie case abbandonate e fatiscenti del centro storico per ridare dignità ad un paese che ormai è definito dai media “bombardato”
A tutto questo oggi bisogna aggiungere un nuovo e grave problema. Finita l'epoca delle usucapioni facili, perché se ne è sventata la matrice truffaldina, ecco inventato il sistema di svendere il demanio comunale (come ampiamente documentato da Giusi Nicolini nel numero di giugno di questo giornale).. Oggi basta appropriarsi di un terreno, piccolo o grande che sia (dai pochi mq. ai trentamila), perché intervenga il Comune a “sanare” queste illecite appropriazioni. E, a supporto dei provvedimenti del Sindaco De Rubeis “ratificati” dal consiglio comunale; si possono leggere fantasiose motivazioni come “detenuto” (con riferimento al terreno e non all'illegittimo possessore), “recintato”, “stato di abbandono”, “occupato”, “permuta” “baratto” eccetera. Chiunque pertanto è legittimato ad occupare un appezzamento di terreno comunale transennandolo magari con improvvisati e indecorosi recinti fatti di pedane di legno, raccattate nei supermercati, di vecchi fusti arrugginiti e quant'altro, e chiedere la “sanatoria” all'amministrazione De Rubeis. Lo spettacolo di questi improvvisati ranch rinvia all'epoca dei pionieri del Far West, quando si aprì la corsa alla conquista dei terreni che portò alla creazione dei famosi recinti celebrati nel film “La sfida all'O.K. Corral”.
Ma siccome niente avviene per caso o nasce dal nulla, bisogna ammettere che tutto ciò è l'eredità di una politica miope che da 30 anni a questa parte ha amministrato l'isola navigando a vista, senza predisporre quegli atti fondamentali per un ordinato sviluppo del territorio. Intendo parlare del piano paesaggistico, respinto con un cavillo burocratico circa 10 anni fa, e di un piano regolatore che scandalosamente ha dormito e continua a dormire nei cassetti del Comune. A ciò si aggiunga il potere parallelo (e non certo occulto) di qualche burocrate azzeccagarbugli che ha rappresentato per quasi 50 anni la continuità amministrativa diretta agli interessi di bottega più che ad un autentico sviluppo per tutta la comunità e per le generazioni future e che ha prodotto confusione catastale, ostacoli burocratici e illegalità diffuse.
Così il sindaco De Rubeis trova nel passato l'alibi e l'humus ideale per continuare una politica di consumo del territorio piuttosto che di risanamento virtuoso. Ciò che oggi è peggio rispetto al passato è il senso di scoramento e di rassegnazione che sta diffondendosi tra i lampedusani di solito grintosi e combattivi, come se ci si trovasse dinanzi ad una calamità naturale, ad uno tsunami. Non volendo arrendersi alla irredimibilità di sciasciana memoria, penso invece che sia arrivato il momento della riflessione da parte di tutti, dai cittadini, per lo più inconsapevoli, a chi è stato responsabile negli anni, in vari modi e a vario titolo, di questa deriva, e a chi infine avalla e supporta oggi una politica disastrosa i cui guasti sarà difficile in seguito recuperare.
Caterina Busetta

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lunedì 2 agosto 2010

LA MORTE ANNUNCIATA DELL'ENTE PARCO ARCHEOLOGICO VALLE DEI TEMPLI


L'iter anomalo di autorizzazione del rigassificatore di Porto Empedocle si arricchisce di un nuovo fatto inquietante: la revoca della costituzione in giudizio dell'Ente Provincia di Agrigento al Tar Lazio contro il decreto regionale autorizzativo, costituzione che il presidente Eugenio D'Orsi prima aveva autorizzato, sulla scorta del pronunciamento nettamente contrario al rigassificatore del consiglio provinciale, e successivamente revocato due giorni prima dell'udienza (7 luglio 2010).
Il presidente D'Orsi, nella replica rocambolesca fatta ad Agostino Spataro sulla stampa relativamente ai pericoli del rigassificatore, definisce “ininfluente, ai fini del giudizio dinanzi al Tar del Lazio, la costituzione della Provincia di Agrigento”.
Ciò non è vero, in quanto la Provincia ha competenza istituzionale nella programmazione e nella allocazione delle strutture sovracomunali, per cui la costituzione della Provincia di Agrigento sarebbe stata un tassello importante nella strategia difensiva contro il rigassificatorre.
Certamente non ininfluente sarebbe stata la costituzione al Tar dell'Ente Parco Archeologico Valle dei Templi.
Dopo la pubblicazione del decreto di Via del Ministero dell'Ambiente, il consiglio di amministrazione del Parco deliberò all'unanimità il ricorso al Tar.
L'allora assessore regionale ai beni culturali, Antonello Antinoro, con lettera del 20.11.2008, prot. n. 3080, inviata al Parco ma, fatto sconcertante, anche alla società Nuove Energie-Enel, stoppò detta delibera asserendo che l'Ente Parco non poteva esplicare alcuna azione difensiva autonoma.
A seguito della lettera di Antinoro il consiglio, durante la seduta drammatica del 25.11.2008, decise di revocare a maggioranza la propria delibera di ricorrere al Tar, abdicando di fatto alla propria identità di ente autonomo, istituito con legge regionale 20 del 2000 e avente propri organi istituzionali (presidente, direttore, cda) e bilancio.
Il 29 giugno scorso da parte dell'attuale direttore dell'assessorato regionale ai beni culturali Gesualdo Campo nonché presidente del parco archeologico è stato emesso un decreto che rivoluziona la struttura dell'ente, eliminando, tra gli altri, l'ufficio legale (già esautorato da Antinoro), gli uffici che si occupano del piano del parco, il bilancio e quindi il cda, portando così a compimento il disegno strategico di sopprimere un ente autonomo che si era dimostrato scomodo.
La legge 20/2000 aveva due finalità precise: la valorizzazione e la tutela della Valle dei Templi. Per quanto è stato fatto, in questi dieci anni, per la valorizzazione si può discutere e trovarsi magari in disaccordo. Per quanto concerne invece la tutela, non c'è dubbio che la malaugurata costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la casa di Pirandello e al confine del parco archeologico testimonierebbe ai posteri l'inefficacia di un ente che andava comunque ripensato e non abolito, affrancandolo da quei condizionamenti politici e burocratici che ne hanno a volte vanificato le finalità, impedendogli addirittura la costituzione in giudizio per la tutela dell'integrità della Valle.
Le cose, invece, sono andate in direzione esattamente opposta, in quanto è stata oggi realizzata la totale dipendenza del parco archeologico dall'assessorato regionale ai beni culturali e quindi dalla politica che spesso è mossa da ben altri interessi che non quelli della tutela del nostro patrimonio culturale e del paesaggio.
Con la riforma dell'assessore Armao e di Campo viene oggi portata a compimento quella che già due anni fa, a seguito dell'indebita pressione di Antinoro, poteva essere considerata la “morte annunciata” dell'Ente Parco Archeologico “Valle dei Templi” di Agrigento.
Caterina Busetta Continua a leggere...

sabato 31 luglio 2010

L'ORGOGLIO DEGLI AGRIGENTINI VERI


La signora Carmelina Ambrosino (vedi foto), moglie dell'ex prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, in un'intervista rilasciata a una redattrice di un giornale on line, ha affermato che gli “agrigentini sono troppo rassegnati e subiscono in silenzio”.
Eh no, gentile signora, lei si sbaglia! E le spiego anche perché.
Dal suo dorato osservatorio prefettizio, lei è stata abituata a vedere una particolare categoria di agrigentini: quelli sempre con la schiena prona a 90 gradi, quella borghesia agrigentina che ha anche applaudito il suo “augusto” consorte mentre “declamava” i “pregi” del rigassificatore sotto la Valle dei Templi di Agrigento in una cena conviviale di un club service agrigentino, cena pagata dai supporters del rigassificatore (ma che bella borghesia accattona...). Lei ha visto suo marito, in diverse circostanze, “promuovere” il rigassificatore, come apportatore di sicuro sviluppo economico alla provincia di Agrigento, accompagnato sempre dal consenso di “sudditi” plaudenti.
Sarà certamente per la supina acquiescenza di questi “agrigentini” che lei si è formata l'idea falsa che Agrigento è una città “rassegnata che subisce in silenzio”. Ma, mi creda, questi “agrigentini” non rappresentano la nostra città. Lei avrebbe dovuto allargare il suo osservatorio e certamente si sarebbe accorta di quei 7000 agrigentini, dalla schiena dritta, che hanno gridato, in un apposito referendum, un perentorio NO al rigassificatore.
La sua visione è stata falsata certamente anche dal comportamento dei nostri politici che, salvo rarissime eccezioni, hanno sostenuto a spada tratta l'ecomostro al confine del nostro parco archeologico. Solo qualcuno all'inizio di questa storia si dichiarò timidamente contrario, per rientrare immediatamente tra la schiera dei favorevoli, “folgorato” sulla via del rigassificatore. E, come si sa, Enel è specialista in “folgorazioni”.
Certo, la posso capire, gentile signora. Il comportamento dei nostri politici ambigui l'ha indotta in errore. Probabilmente la sua breve permanenza ad Agrigento, di appena due anni e mezzo, non le ha consentito purtroppo di conoscere una triste realtà: la nostra classe politica, di destra e di sinistra, appartiene, tranne qualche sparuta eccezione, a una categoria ben definita di politici: quella degli ASCARI, servi fedeli del potere, quello vero, cioè di Confindustria.
Per non parlare, poi, dei giornalisti pennivendoli agrigentini (ma anche nazionali) che addirittura hanno fatto parlare i morti a favore del rigassificatore.
Mi rendo conto, gentile signora, che con questo tipo di borghesia accattona, con questi politici ascari e con questa informazione prezzolata lei non aveva, di certo, molte opportunità di farsi un'idea corretta sugli agrigentini veri. Però penso che anche tra le mura, sia pure ovattate, dell'alloggio prefettizio sarà arrivata l'eco dello svolgimento del referendum sul rigassificatore e sul suo risultato.
Ecco, gentile signora, le fornisco questi elementi, perché possa modificare, se vuole, il suo giudizio e farsi un'idea obiettiva di chi sono gli agrigentini veri che, soprattutto, hanno l'orgoglio di esserlo. Distinti saluti,
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi” di Agrigento Continua a leggere...

lunedì 26 luglio 2010

NON RIMPIANGEREMO IL PREFETTO POSTIGLIONE


Apprendiamo che il Prefetto Umberto Postiglione (nella foto) è stato trasferito a Roma ad altro incarico ministeriale. Ad Agrigento certamente non lo rimpiangeremo. Quando parlo al plurale, mi riferisco ai settemila agrigentini che hanno votato contro il rigassificatore “Valle dei Templi” nella passata tornata referendaria. Probabilmente lo rimpiangerà quella borghesia agrigentina “illuminata” da Enel che è andata alle cene promozionali del rigassificatore, dove Postiglione “pontificò” a favore dell'impianto industriale gasiero da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei Templi di Agrigento. Qualche giornalista pennivendolo agrigentino, all'indomani di una delle cene con il prefetto promoter dell'impianto, salutò Postiglione come “l'uomo della speranza”, come colui che avrebbe traghettato l'economia agrigentina verso un radioso futuro di sviluppo economico, quasi un uomo della provvidenza. A conti fatti quello sviluppo non si è visto. Quando Postiglione arrivò ad Agrigento, la nostra provincia veniva collocata nelle graduatorie economiche e di vivibilità tra il penultimo e il terzultimo posto. Oggi, dopa la “gestione” Postiglione, Agrigento è “saldamente” ancorata all'ultimo posto delle stesse graduatorie. Non sapevamo nulla del prefetto che se ne va, tranne che era stato sindaco di un piccolo paese della Campania. Qualche giornalista, nel fare il bilancio di Postiglione, lo ha annoverato tra i migliori prefetti che abbia avuto Agrigento nella sua storia repubblicana. I giudizi altrui non mi interessano, soprattutto se puzzano di piaggeria. Per noi, per quei settemila agrigentini di cui sopra, è stato invece il peggiore, il più disastroso prefetto che abbia abitato a piazza Aldo Moro.
Abbiamo detto e scritto anche su Grandangolo della“diligenza” di Postiglione, stigmatizzando l'eccessivo zelo con cui l' ormai ex prefetto di Agrigento si è fatto “sponsorizzatore” del rigassificatore “Valle dei Templi”, per cui ci siamo fatti promotori, qualora rientrasse tra i suoi compiti istituzionali quello di propagandare gli impianti industriali, di un “doveroso” riconoscimento da parte del Ministro dell'Interno. Non sappiamo, almeno non ci risulta, se questa nostra proposta di encomio sia stata accolta da Maroni. Oggi sappiamo solo che è stato trasferito.
Nel rilasciare l'intervista di commiato al Giornale di Sicilia del 23 luglio, il prefetto Postiglione, tracciando un bilancio della sua attività, tra i propri meriti ascrive quello del “dragaggio del porto di Porto Empeodcle”. Stranamente non ha parlato più del rigassificatore. Per un tardivo senso del pudore e della misura? O perché, magari, ha saputo che sta cambiando il vento a favore del rigassificatore?
Ad apertura di questo articolo, abbiamo scritto che probabilmente lo rimpiangerà la borghesia agrigentina “illuminata” da Enel , quella borghesia sempre pronta ad osannare il potente di turno, ma siamo certi che appena Postiglione volterà le spalle, quella stessa borghesia sarà lesta a criticarlo e a dimenticarlo, già diretta con il cappello in mano a bussare alla porta del potente nuovo arrivato.
Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
tanogaziano@yahoo.it Continua a leggere...

martedì 20 luglio 2010

INTERROGAZIONE DI ROBERTO GALLO SUL RIGASSIFICATORE VALLE DEI TEMPLI


Il consigliere provinciale Roberto Gallo ha presentato un'interogazione al presidente D'Orsi realtivamente al "giallo" della mancata costituzione della Provincia di Agrigento al Tar Lazio contro l'ignobile progetto del rigassificatore da costruire sotto la Valle dei Templi di Agrigento. Tre sono gli unici uomini politici agrigentini che si sono schierati apertamente contro il progetto: Roberto Gallo appunto, Marco Zambuto e Ignazio Messina di Sciacca. Pubblico integralmente il testo dell'interrogazione e della lettera di accompagnamento a media fatta da Roberto Gallo e,in calce, pubblico anche il mio commento che avevo inviato ad Agrigentowewb.it e da loro censurato:
PREMESSO che il mega rigassificatore in provincia di Agrigento a Porto Empedocle –che gia’ da mesi avrebbe dovuto vedere i lavori di avvio nella costruzione..- è oggetto di diverse inchieste giudiziarie. Cio’ a fronte di piu’ ricorsi effettuati da enti pubblici e privati (comune di Agrigento, alcune associazioni contrarie alla costruzione del mostruoso impianto di rigassificazione..).Vieppiu’, dopo il voto del Consiglio Provinciale di AG il presid. della Provincia D’Orsi pareva aver rivisto la posizione sul rigassificatore . Infatti , piu’ volte incontrando associazioni contrarie , lascio’ intendere che voleva rispettare il voto a maggioranza assoluta del Consiglio Prov.le contrario al megaimpianto…
Cio’ fino a quando poche settimane addietro , addirittura, si ebbe l’impressione che la Provincia di AG potesse costituirsi in giudizio contro il rigassificatore ! MA ECCO CHE LO SCENARIO CAMBIA COMPLETAMENTE , dopo che -pare- si è parlato d’incarichi legali , di suggerimenti da parte dell’esperto di materie legali …L’IDEA DI OPPORSI AL RIGASSIFICATORE VIENE ACCANTONATA ….
CONSIDERATO che la prossima udienza del Tribunale Reg.le Amm.vo (Lazio che risulta competente per la vicenda “rigassificatore” di Ag/Porto Empedocle..)è stata rinviata il giorno 13 ottobre 2010 , ci sarebbe il tempo VOLENDO per costituirsi parte civile
TUTTO CIO’ CONSIDERATO E VALUTATO
SI CHIEDE DI CONOSCERE: Se corrisponde al vero che era stato incaricato un legale per “costituirsi parte civile” contro il Megarigassificatore di Porto Empedocle , dando correttamente seguito al deliberato del Consiglio Provinciale di AG ?
In tal caso, come mai si e’ bloccata una iniziativa cosi’ importante che avrebbe contribuito non poco a tentare di scongiurare un disastro di queste proporzioni per la nostra Provincia ?
Ed in ultimo cosa si intende fare sull’argomento, quindi in difesa del territorio e della nostra economia , ovvero contro i grandi affari che vorrebbero il ns territorio come la pattumiera dell’italia intera? ROBERTO GALLO

SEGUE IL TESTO DELLA LETTERA DI GALLO DI ACCOMPAGNAMENTO AI MEDIA:
Comunico di aver depositato –stamane – una Interrogazione al Presid. Della Prov. D’Orsi sul Rigassificatore di Porto Empedocle.
In questi ultimi giorni ci sono stati dei “passaggi amm/vi” non perfettamente chiari : 1° A fronte di un ravvedimento , ovvero a seguito del voto contrario (19 su 26) del Consiglio Prov.le di Ag verso il progetto del Rigassificatore a porto Empedocle, il Presid. D’Orsi pare abbia incaricato un legale di seguire –costituendosi parte civile- la vicenda del rigassificatore ..
2° un ripensamento dell’ultimo minuto fa si che l’iniziativa viene accantonata …. E fortunatamente il TAR Lazio (competente per la vicenda) rinvia la seduta per il prossimo 13 ottobreb 2010 . Per cui un ‘ulteriore ripensamento ci consentirebbe comunque di costituirci parte civile contro il rigassificatore.
Insomma tutto un groviglio di situazioni che meritano chiarezza verso le Genti amministrate, che non vogliono (nella stragrande maggioranza) veder trasformata la nostra Provincia in un CESSO dove tutti vanno a “defecare”…….. per via dei loro grossi affari miliardari. ROBERTO GALLO

Questo il testo del mio commento che avevo inviato ad Agrigentoweb.it e da loro censurato:
"Bravo Roberto!!!
L’hai detta giusta: la maggioranza dei nostri politci ascari di destra e di sinistra vorrebbe trasformare in un “cesso” il nostro territorio provinciale, insediandovi termovalorizzatori, megadiscariche, rigassificatori e centrali nucleari.
Per fortuna ci sono ad Agrigento (ci siamo) un piccolo nucleo di tenaci oppositori che farà di tutto per contrastare questo ignobile progetto con buona pace dei lobbisti avventurieri che hanno trovato nella quasi totalità dei nostri politici, tranne qualche nobile eccezione come te, degli alleati pronti a vendersi al migliore offerente…"
Gaetano Gaziano
Presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" Continua a leggere...