domenica 16 dicembre 2012

Corrado Clini disponibile a rivedere la Via del rigassificatore di Trieste

Il ministro dell'Ambiente,Corrado Clini,al termine di un'arroventata assemblea, ha dichiarato di essere disponibile a rivedere la Via(valutazione di impatto ambientale)sul rigassificatore di Trieste. E per il rigassificatore "Valle dei Templi di Agrigento"? Questo è quanto ha dichiarato a Trieste. Leggi tutto su http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/12/11/news/no-al-rigassificatore-protesta-e-tensioni-1.6181770. Il rigassificatore di Trieste dovrebbe essere costruito dalla spagnola Endesa. A questo punto sorge legittimo il sospetto che si stia facendo di tutto per scoraggiare i rigassificatori delle compagnie straniere e si consenta di costruire solo quello di Enel di P.Empedocle e quello di Gioia Tauro dell'ing. De Benedetti, padrone di "la Repubblica". Strategia che risulta vincente, dato che hanno già rinunciato la British Gas per Brindisi, la Erg-Shell per Priolo-Melilli e la Gas de France Suez per Porto Recanati. Vedi anche l'intervista di Clini su http://video.gelocal.it/ilpiccolo/locale/rigassificatore-a-trieste-intervista-a-clini/5661/5665. Continua a leggere...

martedì 4 dicembre 2012

IL GOVERNO MONTI-PASSERA REGALA 250 MILIONI A ENEL GRAVANDOLI SULLE BOLLETTE DEGLI ITALIANI

Il "sobrio" governo Monti-Passera regala 250 milioni ad Enel, gravandoli sulle bollette degli Italiani. Ce lo racconta il fine analista economico Stefano Feltri del Fatto Quotidiano. Magari chissà, con questi soldi potranno dare impulso ai lavori di costruzione del rigassificatore "Valle dei Templi di Agrigento". Riporto integralmente l'articolo di Feltri. ENEL, FREDDO O NON FREDDO GLI ITALIANI AVRANNO 250 MILIONI CARICATI IN BOLLETTA. È un’assicurazione a rovescio: se c’è un freddo eccezionale come lo scorso anno, l’Enel attiverà le sue centrali a olio combustibile per risparmiare gas ed evitare black out, se il clima è mite non lo farà. Ma in ogni caso noi consumatori pagheremo 250 milioni di euro in bolletta, soldi che andranno di fatto all’Enel in cambio della disponibilità a utilizzare quelle centrali, ormai poco utilizzate e inquinanti, dal valore di mercato simbolico. È una storia complessa e difficile da giustificare nel nome dell’interesse generale quella che comincia nell’inverno 2011, così freddo che perfino Roma finì sotto la neve. “Ci fu un picco dei consumi, dovuto soprattutto ai Paesi dell’est che hanno aumentato i prelievi di gas. E così si è creata un’improvvisa scarsità con un record assoluto dei consumi che invece, in media, in questi anni di crisi sono diminuiti e quindi è aumentata la disponibilità di gas”, spiega Gionata Picchio, giornalista del giornale on line Staffetta Quotidiana, specializzato in temi energetici. A febbraio il governo annuncia il rituale “mai più” che segue ogni emergenza italiana e promette che i black out che hanno lasciato al buio vaste aree del Paese non si ripeteranno. La strategia individuata è quella di avere a disposizione fonti di energia alternative al gas, così da non trovarsi scoperti se il picco dei consumi compromette la fornitura o il maltempo ostacola l’attività dei rigassificatori. A luglio, mentre la Camera converte in legge il decreto sviluppo che recepisce le misure anti-black out, un emendamento firmato dall‘ex sottosegretario Pdl Stefano Saglia e dal collega di partito Maurizio Bernardo prepara lo scenario più favorevole per le vecchie e inquinanti centrali a olio combustibile. “E’ una decisione sconcertante, invece dei tagli si fa un vero e proprio regalo alle lobby del petrolio con i soldi dei cittadini”, dichiara subito Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente. Le centrali ottengono anche una deroga sulle emissioni e sugli autocontrolli previsti dalla legge, così da poter operare senza ostacoli. Sempre in nome della possibile emergenza gas. Pochi giorni fa, il 23 novembre, un decreto del ministero dello Sviluppo economico guidato da Corrado Passera fissa i dettagli. Le centrali “alimentate a combustibili diversi dal gas naturale” devono garantire 4470 megawatt, una potenza “necessaria a ottenere una equivalente riduzione dei consumi di gas nella generazione elettrica pari ad almeno 18 milioni di metri cubi/giorno”. I proprietari delle centrali a olio combustibile, cioè petrolio, si devono limitare a fornire un “impegno non rinunciabile” dal primo gennaio al 31 marzo 2013 la produzione con un preavviso di 48 ore. La remunerazione per questa concessione, secondo quanto conferma anche l’Autorità dell’energia, sarà attorno ai 250 milioni di euro. Soldi che non arriveranno dal bilancio dello Stato ma dalla bolletta dei consumatori. Praticamente tutte le centrali che possono essere coinvolte nell’operazione (la procedura di selezione si è aperta lunedì) sono dell’Enel, che gestisce gli impianti di Livorno, Piombino e Bari (quest’ultima è stata appena messa sotto sequestro dai carabinieri del Noe perché non a norma sulla sicurezza e sulla prevenzione degli incidenti con sostanze pericolose). L’Enel è controllato dal ministero del Tesoro con il 31,2 per cento e non disdegnerà certo i milioni che frutteranno le sue vecchie e quasi inutili centrali, visto che il 30 settembre ha presentato risultati trimestrali che registravano un calo del 19,6 per cento dell’utile netto del gruppo rispetto allo scorso anno. Se non ci sarà alcuna ondata di freddo particolarmente intensa e il gas importato sarà sufficiente, l’Enel si ritroverà con un cadeau a spese dei cittadini di 250 milioni di euro. I consumatori sono stati gravati da un ulteriore salasso (non nell’interesse di Enel, questo) da altri 300 milioni spalmati in 36 mesi per la rescissione di alcuni contratti di fornitori di gas alla rete Snam. Tanto il cliente finale non protesta. E l’Autorità che vigila sul settore dell’energia, guidata da Guido Bortoni, in casi come questi non può fare altro che assicurarsi che la legge sia applicata. Anche se il problema è proprio la legge. da Il Fatto Quotidiano dell’1 dicembre 2012. Aggiornato da redazione web. Continua a leggere...

venerdì 30 novembre 2012

INDUSTRIE INQUINANTI E FINANZIAMENTI SOSPETTI

L'Ilva di Taranto sta facendo emergere ufficialmente attraverso le indagini e gli arresti della magistratura quanto molti di noi intuivano e pensavano sulla corruzione e collusione tra industria pesante inquinante e organi dello Stato, ministri e pubblici dirigenti in testa. Non si capirebbe, infatti, come mai si continua indisturbati ad inquinare ed avvelenare uomini e ambiente soprattutto al centro sud. Una rete di complicità e di scambi ha consentito ai Riva, padre e figli enormi e illeciti profitti sulla pelle dei poveri operai sempre ricattati tra lavoro e salute. La penultima autorizzazione integrata ambientale (AIA) del 4 agosto 2011 è stata rilasciata dalla ministra Prestigiacomo, essendo direttore generale Corrado Clini oggi ministro dell'ambiente, e consentiva allo stabilimento di continuare la sua produzione inquinante. Le intercettazioni rivelano contatti non proprio istituzionali per ammorbidire alcuni componenti della commissione incaricata di istruire l'Aia 2011. Che dire poi del finanziamento di 98 mila euro concesso dal patron dell'Ilva a Bersani per la campagna elettorale del 2006? Ciò avvenne poco prima che Bersani si insediasse come ministro dello sviluppo economico del governo Prodi. Oggi Bersani irritato dice che si tratta di “cose vecchie”. Ma noi sappiamo che solo nel settembre del 2010 Emilio Riva scriveva una lettera a Bersani per far finire quella pressione mediatica sul gruppo Riva provocata dagli interventi dall'ambientalista Roberto Della Seta. I 98 mila euro non sono i soli soldi ricevuti da Bersani, anche Federacciai sempre del gruppo Riva gli ha dato 110 mila euro in 4 anni. Bersani ovviamente non è stato il solo beneficiato dalla “liberalità” dei Riva, dal momento che Forza Italia dal 2004 al 2006 ha ricevuto 575 mila euro. Per tutto ciò ritengo che queste non siano “cose vecchie” ma attualissime e riguardano quel rapporto politica e affari così poco trasparente che continua a minare la fiducia dei cittadini verso una classe politica che, oltre ai generosissimi finanziamenti pubblici, non esita ad accettare finanziamenti privati che come quelli dell'Ilva puzzano lontano un miglio di malversazioni e crimini contro l'ambiente. Trovo perciò insopportabile l'insistenza con cui Bersani anche nell'ultimo faccia a faccia con Renzi non esita a scomodare Pericle per avvalorare la sua tesi a favore del finanziamento pubblico che consentirebbe a suo dire anche ai meno abbienti di fare politica e di garantire l'autonomia dei politici dalle lobby. Con l'Ilva abbiamo avuto la prova provata che i colossi industriali (Enel, Eni, Finmeccanica, ecc.) con le loro elargizioni a destra e a sinistra, a sindacati e a giornalisti condizionano pesantemente le scelte industriali fatte spesso non nell'interesse dei cittadini o della nazione ma di potentati economico-politico-mediatici. Il rigassificatore di Porto Empedocle docet. Caterina Busetta. Continua a leggere...

martedì 27 novembre 2012

SOSPESI GLI AIUTI DI STATO AI RIGASSIFICATORI DIETRO L'INTERVENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA SOLLECITATO DALLE NOSTRE ASSOCIAZIONI.

La notizia è importantissima l'Autorità italiana per l'Energia e il Gas con delibera n.451 del 31.10.2012 ha sospeso gli aiuti di Stato alle aziende che costruiscono e gestiscono i rigassificatori. Gli aiuti, che tecnicamente vengono definiti “fattore di Garanzia (FG)”, erano stati concessi dalla predetta Autorità con la precedente delibera n.178 del 2005, che prevedeva il pagamento alle aziende gasiere del 71% dei ricavi di riferimento (mediamente 3 miliardi di euro l'anno) per 20 anni anche se non avessero prodotto un solo metro cubo di gas. La sospensione è intervenuta dopo che la Commissione Europea ha chiesto chiarimenti alla rappresentanza italiana permanente al Parlamento Europeo con lettere del 14 giugno 2010 e del 16 maggio 2012. Bisogna ricordare che la Commissione Europea si è attivata a seguito della denuncia presentata nel febbraio 2009 (registrata al n. CP 81/2009) dalle nostre associazioni, la mia “Salviamo la Valle dei Templi”, “Il Cerchio” gestore del parco letterario Luigi Pirandello di Dino Barone, Confimpresa Euromeda di Alessio Lattuca, che avevano denunciato la violazione del principio della libera concorrenza del mercato sancito da Trattato Europeo. Ancora prima la Commisssione Europea aveva chiesto chiarimenti al Ministero dello Sviluppo Economico. Oggi apprendiamo la bellissima notizia che l'Autorità per l'Energia e il Gas ha sospeso il fattore di garanzia (FG), che poi non è altro che un nuovo odioso balzello, in quanto la spesa, che consiste in parecchi miliardi di euro, verrebbe gravata sulle bollette degli Italiani, per assicurare profitti illeciti alle multinazionali. In Italia la lezione dell'Ilva di Taranto, che ha distrutto l'ambiente di quella città e provocato morti per tumore e nati malformati, non è valsa a niente e la strategia di finanziare, con la complice connivenza delle istituzioni, opere faraoniche che non servono a nessuno solo per favorire il business delle lobby sembrava non volere arretrare. Almeno fino alla notizia di oggi della sospensione del fattore di garanzia alle multinazionali che costruiscono i rigassificatori. E ciò, unitamente ai mutati scenari mondiali dell'energia, ci dà la forte speranza che non venga realizzato più l'ignobile progetto di costruire un rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco. Gaetano Gaziano, presidente dell'associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”. Continua a leggere...

lunedì 26 novembre 2012

IL RIGASSIFICATORE "TRITONE" IN ADRIATICO NON SI FA PIU'

Una buona notizia: un altro rigassificatore il "Tritone", che la Gas de France Suez intendeva costruire in Adriatico, al largo di Porto Recanati, non si farà più. La bella notizia ce l'ha data l'agenzia Reuters, che trascriviamo qui di seguito ROMA, 21 novembre (Reuters) - "Il progetto del rigassificatore Tritone che Gas de France Suez aveva in progetto di costruire in Adriatico, al largo di Porto Recanati nelle Marche, è stato congelato dalla situazione di mercato. Lo ha detto il presidente della filiale italiana del gruppo francese, Giuseppe Gatti, parlando con Reuters a margine di un convegno. Il progetto è "congelato per le condizioni di mercato. Lo riprenderemo in mano l'anno prossimo per una valutazione, ma credo che le conclusioni finali non saranno diverse da quelle attuali", ha risposto Gatti ad una domanda sul futuro del progetto. Il presidente di Gdf Suez energia Italia ha anche aggiunto di avere anche qualche perplessità circa l'idea di trasformare il Paese in un Hub europeo del gas, come previsto dalla Strategia energetica nazionale (Sen) predisposta dal governo: "Non vedo come si possa fare visto che in Italia il gas costa più che in Germania o altri Paesi europei". Il rigassificatore, con una capacità di 5 miliardi di metri cubi all'anno da costruire a 34 chilometri dalla costa marchigiana, ha ottenuto il via libera, sia pure con qualche correzione, da parte del ministero dell'Ambiente a gennaio del 2011". Alla luce di quanto comunicato da Gatti, cosa aspettano il presidente di Enel Colombo e l'amministratore delegato Conti a dare la bella notizia che anche il rigassificatore "Valle dei Templi" non si fa più? Darebbero un grande respiro di sollievo al mondo della Cultura, quella vera non quella rappresentata dalle istituzioni e associazioni, come ministeri, assessorati, unesco, fai, eccetera, che della cultura fanno solo esibizione propagandistica. Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" tanogaziano@yahoo.it. Continua a leggere...

giovedì 22 novembre 2012

NO AL RIGASSIFICATORE DI P.EMPEDOCLE: LETTERA APERTA AL GOVERNATORE CROCETTA

Il Comitato NO al rigassificatore di Agrigento ha ritenuto, a seguito dell’elezione a Presidente della Regione di Rosario Crocetta, di scrivere una lettera, chiedendo le adesioni ad associazioni e singoli cittadini, perché venga revocata in autotutela l’autorizzazione a costruire il rigassificatore di Porto Empedocle. PRESIDENTE CROCETTA, Chi l’ha preceduta ha voluto caparbiamente la realizzazione di un rigassificatore a Porto Empedocle a breve distanza dal Parco Letterario Luigi Pirandello e dalla Valle dei Templi. Non elencheremo qui le ragioni dell’allarme e del dissenso verso tale impianto che le Direttive Seveso qualificano come impianto a rischio di incidenti rilevanti e la cui stessa utilità economica generale per il Paese è messa oggi fortemente e autorevolmente in discussione dai soggetti pubblici stessi che l’avevano promossa e sponsorizzata. Non ricorderemo neanche le allarmanti risultanze investigative circa l’interesse alla realizzazione dell’opera da parte di personaggi di spicco della mafia. Ci limitiamo a ricordare, per brevità, che l'iter procedurale che ha portato all'autorizzazione regionale del rigassificatore al confine della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco, non ha valutato, come avrebbe dovuto, il progetto sotto l'aspetto del rischio sismico, atteso che il territorio di Agrigento e Porto Empedocle è classificato di seconda categoria, esattamente come quella dell'Aquila, devastata dal violento terremoto del 2009. Il suo predecessore bloccò il progetto del rigassificatore di Priolo-Melilli per motivi di sicurezza, mentre inspiegabilmente diede il via libera a quello di Porto Empedocle. Signor Presidente, Lei avrà certamente seguito la vicenda della minaccia portata al sito Unesco di Villa Adriana presso Roma dalla costruzione di una discarica e la successiva netta presa di posizione netta da parte del Ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, in seguito alla quale è stato bloccato l'indecoroso progetto. Il sito Unesco della Valle dei Templi di Agrigento non è di certo inferiore a quello di Villa Adriana, per cui ha diritto allo stesso trattamento di salvaguardia, anche per la responsabilità che noi Siciliani vogliamo assumerci di fronte al mondo della Cultura: esso guarda con grande preoccupazione alle minacce nei confronti dei siti Unesco presenti nel nostro territorio. Per questi motivi, signor Presidente, Le chiediamo con forza di dare un segnale di vero e grande rinnovo della politica regionale bloccando la realizzazione di un progetto il cui iter autorizzativo suscita perplessità. Del tutto certi, infatti, sono i gravissimi danni e rischi per la popolazione ed il territorio, senza contare l'inevitabile ignominia che ricadrebbe su noi Siciliani tutti, nella malaugurata ipotesi della costruzione dell'ecomostro al confine di una irrepetibile e già fragile zona archeologica, considerata tra le più pregiate al mondo e come tale inserita nella World Heritage List dell'Unesco. Finora hanno aderito: Archeoclub Agrigento, ARCI John Belushi, ARCI Sicilia, Agrigento ArkeoPark, Associazione culturale il Tamburino, Associazione culturale Labmura, Associazione Guide Turistiche "Città di Agrigento", Associazione Marevivo, Associazione "ReSeT" - Rete di Salvaguardia del Territorio, Associazione Salviamo la Valle dei Templi, Associazione Xèmina, Centro Studi Mediterranei, CIA Confederazione Italiana Agricoltori, Consorzio Turistico Valle dei Templi, Comitato per la Bellezza, Fondo Siciliano per la Natura, Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, Rete Bioregionale Italiana, Terranostra contro le mafie, WWF Agrigento, Gian Joseph Morici, Gaetano Pendolino. PUOI SOTTOSCRIVERE L´APPELLO COLLEGANDOTI AL SITO NORIGASSIFICATOREAGRIGENTO.IT. Continua a leggere...

venerdì 16 novembre 2012

NON VOTATE BERSANI! E' IL PADRINO DEL RIGASSIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI".

Alle Primarie del PD non votate Bersani. E' il padrino del rigassificatore "Valle dei Templi di Agrigento", da lui voluto quand'era ministro dell'Economia nel Governo Prodi e mentre Angelo Capodicasa era viciministro alle Infrastrutture. I due compari rigassificatoristi, dopo avere contribuito a relegare la provincia di Agrigento nelle ultime posizioni delle classifiche economiche italiane, si sono presentati con il regalo del rigassificatore a 800 metri dall'abitato di Porto Empedocle e a mille metri dalla Valle dei Templi di Agrigento, mentre i più grandi esperti al mondo di sicurezza e aniterrorismo, come il prof. Richard Clarke- cosulente di tre presidenti americani-, consigliano di costruirli il più distante possibile dai centri abitati. Ricordatevene il 25 novembre e il 2 dicembre. I possessori di media on line sono pregati di rilanciare questo appello. Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento. . Continua a leggere...

lunedì 29 ottobre 2012

EVVIVA LA SICILIA LIBERATA!!!

Finalmente abbiamo liberato la Sicilia dai ladroni. Già le prime notizie degli exit-poll danno il Movimento 5 Stelle di Grillo al primo posto alla Regione Siciliana. Comicia una nuova era per la nostra terra! Tempi duri per i rigassificatoristi!!! Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento", tanogaziano@yahoo.it. . Continua a leggere...

giovedì 25 ottobre 2012

L'ORGOGLIO DEGLI AGRIGENTINI CHE LOTTANO CONTRO IL RIGASSIFIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI"

Questa mattina nei locali della Camera di Commercio di Agrigento Alessio Lattuca (a destra nella foto), presidente di Confimpresa, ha presentato alla stampa il testo della lettera aperta che ha inviato al premier Monti e ai ministri Clini, Passera e Ornaghi, nonché a Conti, ad di Enel, perché revochino in autotutela l'autorizzazione alla realizzazione dell'ignobile progetto del rigassificatore da 8 miliardi di mc. a Porto Empedocle, sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco. Lattuca ha ampiamente illustrato le argomentazioni di carattere economico, giuridico e culturale che motiverebbero la decisione governativa di annullare l'incredibile autorizzazione, impresentabile tra l'altro al mondo della cultura che guarda al nostro patrimonio culturale con ammirazione, ma anche con notevole preoccupazione, consapevoli come sono che i rappresentanti istituzionali italiani non sono in grado di tutelare quelli che sono i beni culturali, che sono sì italiani ma che appartengono al patrimonio universale. Lattuca ha fatto un ampio excursus storico e giuridico della lotta che gli enti e le associazioni agrigentine, comprese naturalmente Confimpresa e “Salviamo la Valle dei Templi", portano avanti con coraggio contro l'ignobile progetto del rigassificatore in zona archeologica, sottolineando peraltro che i mutati scenari mondiali energetici sconsigliano di realizzare quell'hub energetico che la “buonanima” di Prodi, con la collaborazione del “compagno” Bersani, avevano programmato lungo le nostre coste, come bulldozer a testa bassa, senza tenere conto dei siti culturali che avrebbero potuto compromettere. Pressante è stato l'appello di Lattuca, ricordando a Monti, Clini, Ornaghi e Passera che potrebbero, anzi dovrebbero, adottare per la nostra Valle dei Templi lo stesso comportamento tenuto quando salvarono Villa Adriana di Roma, ugualmente patrimonio Unesco, dalla costruzione di una discarica vicina a quel sito. Ero presente anch'io alla conferenza stampa ed ho solo aggiunto che i poteri forti (leggasi Enel) e i nostri politici ascari, tutti favorevoli al rigassificatore, ritenevano gli agrigentini un popolo di rassegnati e che si può loro imporre qualsiasi decisione, come quella scellerata di realizzare un rigassificatore sotto la Valle dei Templi. Si sbagliavano. Quel popolo “rassegnato” ha lottato e lotta contro questa mostruosità. Ha fatto un referendum e ha detto NO all'ecomostro. Ha fatto ricorso al Tar e al Consiglio di Stato, facendo ritardare di più di 4 anni l'inizio dei lavori. E si spera fortemente che questo ritardo farà sì che l'ecomostro, essendo nel frattempo mutati gli scenari mondiali dell'energia, non si costruisca più. Le nostre speranze sono supportate anche dalle recenti dichiarazioni, rese in audizione al Senato, da Conti, ad di Enel, per cui l'hub dei rigassificatori non serve più, e di Scaroni, ad di Eni, per cui in Italia quello dei rigassificatori è un treno perso. Il grande orgoglio degli agrigentini, non la loro rassegnazione, conseguirà una vittoria che rimarrà nella storia di questo Paese. Gaetano Gaziano Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” tanogaziano@yahoo.it. Continua a leggere...

martedì 23 ottobre 2012

ORE CONTATE PER LA CASTA

Ragazzi, abbiamo l'opportunità storica di mandare a casa finalmente i rappresentanti della casta siciliana che dal dopoguerra ad oggi hanno depredato letteralmente la Sicilia. Domenica prossima si vota e si vota Movimento 5 Stelle. E' forse l'occasione irripetibile per fare piazza pulita. Il movimento di Grillo è dato come la prima forza in Sicilia e la seconda nel Paese. Gli arroganti deputati regionali uscenti, che si ripresentano quasi tutti dopo avere portato al default la nostra terra, debbono essere sonoramente puniti. Dopo avere consegnato la provincia di Agrigento nelle ultime posizioni per pil (prodotto interno lordo) e per reddito pro-capite, i nostri cosidetti “onorevoli” hanno avuto la sfrontatatezza di venirci a proporre per Agrigento, che a loro dire vogliono salvare, un rigassificatore a Porto Empedocle, un inceneritore a Casteltermini, una mega discarica ad Aragona, una centrale nucleare a Palma Montechiaro. Per fortuna che c'è stato il referendum che ha detto NO all'energia nucleare, perché altrimenti i nostri "amati" politici a quest'ora sarebbero a sbracciarsi per decantare le “grandi opportunità occupazionali” che ci porterebbe Enel con la centrale nucleare di Palma Montechiaro, in ciò supportati dalla Chiesa agrigentina che distribuì un pamphlet a favore dell'energia nucleare. Oggi gli agrigentini hanno la possibilità storica di cacciare questi “salvatori della patria” nel modo più semplice e democratico che esista: IL VOTO. Ricordiamoci domenica e lunedì prossimi di votare Movimento 5 Stelle, per il presidente e per i candidati a deputato regionale. Ad integrazione di questo post, inserisco l'ultimo sondaggio tratto da un giornale on line: M5S 22,3% PDL + DESTRA + PID 21,6% PD+ UDC 20,6% MPA+GS+FLI+PDS 20,2% SEL+IDV 11,1% ALTRI 4,2% Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento". Continua a leggere...

venerdì 19 ottobre 2012

Beppe Grillo dice no al rigassificatore di Porto Empedocle

Una folla strabocchevole ha accolto ieri sera Beppe Grillo a piazza Stazione di Agrigento.Si calcola che più di 5 mila persone hanno affollato la piazza e le strade adiacenti. Naturalmente c'ero ad attenderlo anch'io con il mio cartello "NO AL RIGASSIFICATORE NELLA VALLE DEI TEMPLI". Il cartello è stato sempre in bella vista e Grillo e Cancelleri, candidato del Movimento 5 Stelle a presidente della Regione Siciliana, hanno dedicato una parte del loro discorso per dire no all'ignobile progetto. Siamo certi che se ne occuperanno, una volta insediati all'assemblea regionale siciliana. D'altra parte solo in loro possiamo fare affidamento. Non certo sui deputati regionali uscenti o su Lillo Firetto, tutti favorevoli al rigassificatore. L'unica nostra speranza per impedire la realizzazione dell'ecomostro va riposta sul movimento 5 Stelle. Votiamoli!. Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento. Continua a leggere...

giovedì 11 ottobre 2012

Per Scaroni, ad di Eni, quello dei rigassificatori è un treno perso

Anche Paolo Scaroni, ad di Eni, è contrario alla costruzione di rigassificatori in Italia. Lo ha detto espressamente in audizione alla commissione industria del Senato, secondo quanto riportato dal giornale finanziario on line ADVFN.COM, in un articolo del 10 ottobre dal titolo molto significativo “Scaroni: treno perso per i rigassificatori”. Questo il link http://it.advfn.com/notizie/Gas-Scaroni-rigassificatori-treno-perso-serve-integrazione_54464755.html Dopo questa autorevole affermazione, che fa seguito a quella resa da Fulvio Conti sempre al Senato, è legittimo aspettarsi che il rigassificatore “Valle dei Templi” non si faccia più. Siamo in trepidante attesa dell'annuncio ufficiale di Enel, che libererebbe finalmente gli agrigentini dal pericolo del disastro ambientale del nostro territorio e gli italiani tutti dall'ignominia che graverebbe su di loro di fronte al mondo della cultura, se Enel dovesse costruirre un rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio dell'umanità. Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" . Continua a leggere...

martedì 9 ottobre 2012

Il rigassificatore di Porto Empedocle non si fa più

Il rigassificatore di Porto Empedocle, che noi abbiamo preso “affettuosamente” a chiamare “rigassificatore della Valle dei Templi di Agrigento”, data la vicinanza al nostro parco archeologico, patrimonio Unesco, non si fa più. La notizia ufficiale di Enel non c'è ancora ma si ricava dalle dichiarazioni che l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, ha reso al Senato, riportate dal Sole 24 Ore in un articolo del 4 ottobre dal titolo inequivocabile “Enel dice No all'hub del metano”. Questo il link dell'articolo http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-10-04/enel-dice-metano-064524.shtml?uuid=Abvcl2nG.. . Continua a leggere...

venerdì 5 ottobre 2012

Enel rinunci al rigassificatore "Valle dei Templi di Agrigento"

Il rigassificatore di Rosigano (Toscana) va in fumo, meglio sarebbe dire, parlando di gas, si “volatilizza”. A deciderlo è stato il sindaco Pd di quel paese, Alessandro Franchi, in contrasto con il suo partito che è favorevole a tutti i rigassificatori secondo la linea dettata da Bersani. In realtà alla base della decisione del sindaco Franchi ci stanno dei dissapori con l'azienda Edison Solvay, che dovrebbe costruire il rigassificatore di Rosignano (nella foto la zona industriale della Solvay a Rosignano). Franchi infatti aveva fatto del rigassificatore il suo cavallo di battaglia nella campagna elettorale che lo ha portato a sindaco di Rosignano. Oggi intuendo le perplessità della Edison Solvay ad investire 600 milioni su un progetto che non ritengono più remunerativo, dati i mutati scenari energetici planetari, ha voluto giocare di anticipo dicendo no al rigassificatore. Quello di Rosignano è l'ultimo dei rigassificatori che si “volatilizza”, dopo l'abbandono della British gas di quello di Brindisi, della Erg-Shell di quello di Priolo, dopo che quello di Gioia Tauro è stato bocciato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e quello di Trieste bloccato dagli enti locali. Non riesco ancora a comprendere come mai Enel ritardi a dichiarare l'abbandono dell'ignobile progetto del rigassificatore sotto la Valle dei Templi, patrimonio Unesco. Gli elementi economici per farlo ci stanno tutti: i mutati scenari energetici mondiali, soprattutto per quanto riguarda la produzione e il mercato del gas, l'esigenza di Enel di ridurre il proprio debito da circa 45 a 30 miliardi entro il 2016, la loro necessità di riguadagnare posizioni nelle valutazioni delle società di rating, attualmente molto basse. E, inoltre, cosa non da poco, Enel, abbandonando il progetto gasiero al confine della Valle dei Templi, riguadagnerebbe quella “ buona reputazione che è una risorsa immateriale essenziale” come sta scritto nel loro Codice Etico. Anzi Enel afferma che “ si propone la sua effettiva osservanza come termine di paragone in base al quale giudicare la reputazione di Enel”. Credo che a livello mondiale niente potrebbe migliorare di più la reputazione di Enel come la dichiarazione di abbandono del progetto gasiero in una delle zone archeologiche e paesaggistiche più pregiate del mondo. Infine (ma questo forse ad Enel interessa meno), con l'abbandono del progetto, potrebbero riguadagnare un po' di dignità i politici siciliani ascari che godono fama di essere servi dei poteri forti. Stesso discorso vale per i sindacalisti “foraggiati” da Confindustria. Inoltre potrebbero riconquistare un po' di credibilità quelle associazioni come il Fai, presieduto da Giulia Maria Mozzoni Crespi, la delegazione italiana di Unesco, presieduta da Gianni Puglisi, che prima avevano fatto un intervento pubblico in favore della Valle dei Templi, per rimangiarselo poco tempo dopo, e la stessa World Heritage List dell'Unesco, diretta dall'italiano Francesco Bandarin, che sull'argomento rigassificatore ha fatto come le tre scimmiette “non vedo, non sento e non parlo”. Rinunci Enel all'ignobile progetto. Ne guadagnerebbero in molti, prima tra tutti l'Enel stessa. Gaetano Gaziano presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”. Continua a leggere...

sabato 29 settembre 2012

Lettera aperta alla presidente del Fai, Ilaria Borletti Buitoni

Gentile Presidente, “il problema vero per noi del Sud è il traffico” diceva Jonny Stecchino nell'esilarante commedia di Benigni. Alla stessa stregua la signora Giulia Maria Mozzoni Crespi, già vostra presidente, scoprì che il vero problema per Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco, era il traffico, come ebbe a scrivere su Repubblica del 20 marzo 2008, mentre per lei il costruendo rigassificatore al confine del parco archeologico di Agrigento non era un problema di vitale importanza per il patrimonio culturale universale. Infatti la signora Crespi, dopo aver lanciato, nel marzo del 2007 un accorato appello all'ex governatore Totò Cuffaro, agrigentino, per fare “un gesto d'amore” nei confronti della sua terra, pochi mesi dopo fece un “allargamento di riflessione” (rectius voltafaccia) avallando in toto il rigassificatore di Enel. Oggi Lei, gentile Presidente, scrive una lettera aperta (che leggiamo sul sito del Fai) al sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, preoccupata del fatto che ha inserito nella sua giunta un rappresentante degli abusivi. Lodevolissima iniziativa, la Sua lettera. Intanto, come Lei certamente saprà, visto che il Fai gestisce egregiamente il giardino della Kolymbetra all'interno della Valle, il fenomeno degli abusivi è stato eliminato dopo la frana del 1966, con l'istituzione della zona A del decreto Gui-Mancini ad inedificabilità assoluta e con la trasformazione della zona A in parco archeologico. Oggi un parco di ben 1400 ettari cinge e protegge la Valle dei Templi che risulta intatta agli occhi dei visitatori, come ben sanno la signora Mozzoni Crespi, i manager del Fai che vengono spesso ad Agrigento per la gestione della Kolymbetra e come Lei stessa (suppongo) avrà avuto modo di constatare. Ora non so quale sarà il giudizio che la storia darà del Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto. Una cosa è certa, che Zambuto è stato l'unico politico agrigentino che si è battuto per la tutela della Valle dei Templi, impugnando al Tar e poi al Consiglio di Stato, unitamente a vari enti e associazioni, compresa la mia, l'ignobile decreto autorizzativo del rigassificatore in zona archeoligica. Era presente, tra le altre, Italia Nostra associazione di autentica tutela del nostro patrimonio culturale e paesaggistico. Non era presente il Fai, pur avendone più volte sollecitato la costituzione in giudizio, anche sotto la Sua presidenza. L'esito del Tar è stato favorevole, mentre quello del Consiglio di Stato ci ha visto purtroppo soccombenti. La mia associazione ha fatto ricorso alla Commissione Europea e alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo. Ma ciò non blocca l'ignobile progetto. Gentile Presidente, i lavori dell' “immorale” rigassificatore (la definizione è di padre Giovanni Scordino già rettore della chiesa di San Nicola nella Valle dei Templi) non sono ancora iniziati per cui c'è ancora tempo per intervenire. Se a Lei sta a cuore veramente la tutela della Valle dei Templi, può ancora fare un passo, chiedendo, con l'autorità che Le deriva dall'associazione che presiede, al ministro Ornaghi che revochi il nulla osta che si fonda sul parere favorevole incredibilmente espresso dalla Soprintendenza ai BB.CC. di Agrigento che, dopo avere attestato che il rigassificatore e il gasdotto di collegamento toccheranno zone di interesse paesaggistico e archeologico, ha dato l'o.k. contraddittorio (per non dire altro). Chieda al ministro Clini di revocare l'incredibile Via (valutazione di impatto ambientale) rilasciata dall'ineffabile Stefania Prestigiacomo, siciliana, che si preoccupò di tutelare anonimi siti Sic (siti di interesse comunitario) distanti anche 20 km, mentre si "dimenticò" della Valle dei Templi, patrimonio Unesco, a ridosso dell'area del rigassificatore, a tal punto che, all'indomani della Via, il Corriere della Sera titolò “Cancellata per decreto la Valle dei Templi di Agrigento”. Chissà, se Le dovessero dare ascolto, magari si potrà ribaltare la convinzione che “il traffico è il vero problema del Sud”. Cordialità, Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”. Continua a leggere...

Non votiamo i deputati regionali uscenti dell'assembela regionale siciliana

Cari Lettori di questo blog, ricordiamoci di non votare alle prossime elezioni regionali siciliane i deputati uscenti. Tutti, nessuno escluso, hanno gravissime responsabilità nell'approvazione dell'ignobile progetto del rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco. E' ovvio che l'invito di non voto vale anche per Calogero Firetto, neo candidato Udc, sindaco di Porto Empedocle e dipendente Enel, uno dei più strenui sostenitori dell'ecomostro in zona archeologica. Le responsabilità più pesanti ce l'hanno, ovviamente, gli agrigentini Michele Cimino, Roberto Di Mauro e Luigi Gentile assessori regionali nella giunta di don Raffaele Lombardo, traditore della Valle dei Templi. A questi tre “signori” (nella foto in alto) indirizzai una lettera aperta dal titolo “Cari Assessori Regionali se avete gli attributi”, che potete leggere su questo blog. http://busetta.blogspot.it/2009/01/cari-assessori-regionali-se-avete-gli.html A loro, unitamente agli altri “onorevoli” regionali uscenti, dovrà essere ascritta l'ignominia della costruzione del rigassificatore. Gaetano Gaziano. . Continua a leggere...

domenica 23 settembre 2012

Rigassificatori: la Shell abbandona quello di Priolo-Melilli

Dopo la Erg dei petrolieri Garrone, anche la multinazionale Shell abbandona il progetto del rigassificatore di Priolo-Melilli(nella foto). E lo fa non certo per i motivi di sicurezza che avevano prospettato enti locali e cittadini (la cui contrarietà avevano espresso anche attraverso un referendum popolare), ma per “i mutati scenari energetici mondiali”, così come aveva motivato la Erg nel prendere la decisione di abbandonare il progetto gasiero. Questi “mutati scenari energetici” vengono confermati, se ce ne fosse stato bisogno, in un attenta analisi del “Sole 24 Ore” del 22 settembre, che ha visto precipitare vertiginosamente le quotazioni del prezzo del gas negli ultimi tre anni. E tutto ciò è successo per il perfezionamento delle tecniche estrattive (come lo shale gas) destinate ad essere perfezionate nei prossimi anni, per cui non è ipotizzabile un'inversione di tendenza. L'analista del quotidiano economico consiglia di essere molto cauti negli investimenti che riguardano il gas, per evitare di “scottarsi”. E, infatti, molte aziende stanno rivedendo i loro progetti, come la British Gas che ha abbandonato il rigassificatore di Brindisi. Il progetto di Gioia Tauro, invece, che sta molto a cuore all'ing. De Benedetti, è stato bocciato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, in quanto non è stato valutato il rischio sismico e contro il progetto di Trieste si sono espressi gli enti locali e il governo sloveno, che non lo vuole al suo confine. A proposito di rischio sismico, come mai il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici non ha preso in considerazione, per il rigassificatore di Porto Empedocle, il rischio sismico del nostro territorio, classificato di secondo livello, come quello dell'Aquila? Ma, al di là delle valutazioni tecniche, è forte la nostra speranza che anche Enel receda dall'ignobile progetto di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine del parco archeologico della Valle dei templi di Agrigento “per i mutati scenari energetici mondiali” e perché, nel presentare il piano industriale 2012/2016 alle società internazionali di rating, ha promesso di ridurre il debito da 45 a 30 miliardi, che tuttavia non le hanno creduto, infatti hanno abbassato il rating da A- a 3B+. Scendere ancora di livello significherebbe per Enel non avere più alcuna credibilità internazionale e non trovare nessuno disposto a finanziarli. Auspichiamo che questa bellissima notizia, quella del passo indietro di Enel, venga data al più presto, magari facendola passare come un nobile gesto di volere evitare l'ignominia che ricadrebbe su noi Italiani tutti se si dovesse costruire l'ecomostro gasiero vicino ad una zona archeologica e paesaggistica tra le più belle al mondo. A noi starebbe bene anche così! Gaetano Gaziano. Continua a leggere...

venerdì 14 settembre 2012

Corrado Passera: l'imbroglio degli sgravi fiscali alle infrastrutture

L'articolo di Giorgio Meletti sul Fatto Quotidiano del 13 settembre non fa che confermare ciò che già si sospettava e che noi andiamo denunciando da diversi anni e cioè che finanziare faraoniche infrastrutture, "il più delle volte inutili”, è solo “un regalo ai costruttori e alle banche”. Ora, Corrado Passera prevede di aggiungere all'affaire-imbroglio il boccone più succulento: lo sgravio fiscale per la costruzione delle infrastrutture del costo superiore ai 500 milioni di euro. Meletti valuta che “l'inganno” e “i trucchi contabili” faranno crescere il debito pubblico di altri 50 miliardi, ma credo che la sua stima vada corretta al rialzo. E ciò perché si limita a prendere in considerazione, tra le infrastrutture che beneficeranno degli sgravi, le autostrade e le ferrovie, mentre sono da aggiungere i 14 rigassificatori che nella mente di Prodi e Bersani, ma anche di Berlusconi e Tremonti, dovevano trasformare le nostre coste in hub energetico. I rigassificatori, che non servono al nostro Paese, dato che, dopo i mutati scenari energetici mondiali, l'Italia ha chiesto fin dal 2009 di esportare gas verso l'Europa (come ci informa il Sole 24 Ore del 13.10.2009), tornano ad essere un ghiotto boccone per i pescecani della finanza internazionale, in seguito all'annuncio degli sgravi fiscali che dimezzeranno il costo delle opere. A tal punto che è facile prevedere che British Gas ed Erg-Shell, che avevano abbandonato i rigassificatori di Brindisi e di Priolo-Melilli, tornino alla carica. Anche Enel, che aveva rinviato l'inizio dei lavori del rigassificatore di Porto Empedocle, si affretterà a costruirlo dopo il “regalo” di Monti-Passera. Di quanto lieviterà ancora il debito pubblico, oltre la previsione di Meletti, è facile calcolare. I 14 rigassificatori, tutti della capacità di 8 miliardi di mc.l'anno, tranne quello di Gioia Tauro che è di 10 miliardi di mc. e che sta tanto a cuore all'ing. De Benedetti e la sua Sorgenia, prevedono un costo di costruzione per ciascun rigassificatore di 800 milioni/un miliardo. Il dimezzamento dei costi (con il regalo Monti-Passera) aumenterà, quindi, il debito pubblico di altri sette miliardi. E se questi sono i provvedimenti “SalvaItalia” dei tecnici (tecnici di che?) Monti-Passera c'è poco da stare allegri. Ma i “salvaItalia” Monti e Passera non hanno fatto, però, i conti con la Commissione Europea. A volte, come facile alibi, amano dire “è l'Europa che ce lo chiede”. Se dovessero mettere in atto gli sgravi previsti per la costruzione dei rigassificatori, sarà l'Europa realmente a stoppare il nostro governo, dato che sarebbe la prima volta, nella storia dell'unione europea, che dei lavori beneficino di doppi aiuti di Stato: i primi con gli sgravi fiscali di Monti-Passera, i secondi con la garanzia sancita dall'Autorita dell'Energia e del Gas (e chiamala autorità) che assicura alle società gasiere l'80% dei ricavi di riferimento (almeno 3 miliardi l'anno)anche se non dovessero rigassificare un solo mc.di gas. Gaetano Gaziano. Continua a leggere...

venerdì 31 agosto 2012

Corrado Passera Pinocchio

“Colossale balla mediatica” è stata definita da Stefano Feltri sul “Fatto Quotidiano” la notizia degli 80 miliardi che Passera intende destinare alla crescita economica del nostro Paese. Non più teneri sono stati a destra, se Angelino Alfano ha detto che si tratta solo di “miliardi virtuali”. Corradino Passera come Pinocchio, dunque!(accanto nella vignetta satirica di Leonardo Tanto). La solita politica degli annunci, sport nazionale dei nostri politici, a destra come a sinistra. Anche i sobri ministri tecnici del governo Monti non ne vanno esenti. Ora, se la bufala estiva di Corradino Pinocchio può essere bevuta dal lettore sprovveduto, non si comprende come possa avere incantato l'industriale Roberto Bazzano, presidente della società Iren che detiene il 46% della Olt Off-shore Lng Toscana (l'altro 46% appartiene alla multinazionale tedesca E.On) che dovrà costruire il rigassificatore di Livorno. Bazzano aveva annunciato che sarebbe scesa al 20-25% la presenza di Iren nella Olt. E questo era comprensibile, in quanto, a seguito dei mutati scenari energetici mondiali, in molti stanno abbandonando il business dei rigassificatori, com'è successo alla British Gas che ha rinunciato al rigassificatore di Brindisi o alla Erg dei petrolieri fratelli Garrone che ha detto addio al rigassificatore di Priolo Melili. Mentre oggi Bazzano, folgorato dal piano-balla di Passera, ha fatto marcia indietro, secondo quanto riferito il 30 agosto da “Shippingonline.it.” (giornale on line del Secolo XIX) , e ciò per le “nuove interessanti opportunità che il piano energetico del ministro Corrado Passera aprirà entro fine anno”. Quali possano essere queste “nuove interessanti opportunità” è difficile capire. Il governo italiano non può sostenere economicamente l'impresa dei rigassificatori. Se ciò facesse, incorrerebbe nel divieto europeo degli aiuti di Stato. Anzi sarebbe la prima volta nella storia dell'Unione europea che un business viene assistito due volte dagli aiuti di Stato. Una prima volta all'inizio del business con il sostegno del governo italiano, una seconda volta con la garanzia, che è stata già prevista dall'Autorità dell'energia e del gas, che assicura alle aziende che gestiscono rigassificatori l'80% dei ricavi di riferimento (almeno 3 miliardi di euro l'anno) in ogni caso, anche se non dovessero rigassificare, cioè, un solo metro cubo di gas. Qindi o Bazzano s'è bevuta la colossale balla mediatica di Corradino Pinocchio o sa cose che noi non sappiamo. “Shippingonline” prosegue con l'informazione che il piano di Passera punta a fare dell’Italia un hub del gas europeo attraverso i gasdotti ma soprattutto investendo su 4 impianti di rigassificatore: Livorno e Porto Empedocle in primis (perché quasi pronti), Gioia Tauro e Falconara a seguire. Per quanto riguarda questi ultimi rigassificatori, oltre al rilievo che godrebbero dei doppi aiuti di Stato vietati dall'Europa, va ricordato che il rigassificatore di Gioia Tauro sta molto a cuore all'ing. Carlo De Benedetti con la sua Sorgenia, attualmemte coinvolto nella dura polemica sulla centrale inquinante a carbone di Vado Ligure, mentre per il rigassificatore di Porto Empedocle si configurerebbe addirittura un vistoso conflitto di interessi, essendo stato l'attuale ministro del Turismo, Piero Gnudi, presidente di Enel, che dovrà costruire il rigassificatore al confine del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco. Gaetano Gaziano. Continua a leggere...

domenica 19 agosto 2012

Quando i ministri della Cultura si chiamavano André Malraux

Si racconta che il ministro della Cultura francese, André Malraux (nella foto), salvò dall'abbattimento il vecchio quartiere di Lione, oggi patrimonio Unesco, imponendo molto opportunamente sullo stesso il vincolo di interesse storico-monumentale. Successe che Malraux, in visita a Lione negli anni Sessanta, fu accompagnato dal sindaco di quella città che, innamorato del “progresso”, aveva programmato di abbattere il quartiere medievale di Lione famoso per i "traboules", passaggi segreti che conducono da una strada all'altra attraverso i cortili degli edifici. Aveva intenzione di costruirvi, al suo posto, avveniristici grattacieli stile New York. Malraux ascoltò attentamente il sindaco “progressista” senza profferire parola, e l'indomani, tornatosene a Parigi, impose il vincolo storico-monumentale sull'antico quartiere lionnese, salvandolo dalla furia devastatrice del baldanzoso amministratore locale. Qualche anno dopo la vecchia Lione venne dichiarata patrimonio Unesco. Questi erano ministri della Cultura, che facevano onore alla loro funzione. Quelli italiani, si chiamino essi Rutelli, Bondi od Ornaghi non vogliono o non possono salvare la Valle dei Templi di Agrigento, anche se è stata già inserita nella World Heritage List dell'Unesco fin dal 1997, dall'avanzare del “progresso” che intende costruire al suo confine l'ignobile rigassificatore di 8 miliardi di mc. di Porto Empedocle, “immorale” per padre Giovanni Scordino, già rettore della bellissima chiesetta normanno-chiaramontana di San Nicola nella Valle dei Templi (leggi la sua bellissima lettera in un post che precede di questo blog). Passi se si tratta di salvare Villa Adriana, anch'essa sito Unesco, dalla costruzione vicino ad essa di una discarica. La Valle dei Templi invece non si vuole salvare. Gli interessi della costruzione di una discarica non sono minimamente paragonabili a quelli di Enel che dovrebbe costruire "l'immorale" rigassificatore. Un lettore che si firma AC e che sembra conoscere bene le segrete cose dei Palazzi romani ha scritto, a commento del post che precede, “al MiSE (Ministero dello Sviluppo Economico) non si allacciano nemmeno le scarpe senza il permesso di Eni ed Enel”. Stesso discorso vale per il Mibac (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) e per il Ministero dell'Ambiente. E il progresso, bellezza! D'altra parte che tutela dei beni storico-paesaggistici possiamo attenderci, se al Ministero dell'Ambiente viene destinata gente come Corrado Clini o Stefania Prestigiacomo? Il primo è stato definito “l'uomo che sussurra alle aziende” da il Fatto Quotidiano (vedi un post che precede) e la seconda “ministro alla Devastazione dell'Ambiente” dal suo conterraneo don Raffaele Lombardo, ex governatore della Sicilia, oggi indagato per mafia. Prestigiacomo e Lombardo: similis cum similibus... Con questa gente c'è poco da stare allegri! Gaetano Gaziano Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”. Continua a leggere...

mercoledì 15 agosto 2012

La bufala energetica del governo Monti-Clini-Passera

Enfatizzato, dalla stampa di regime, è apparso in questi giorni di torrido caldo ferragostano il piano energetico del governo Monti-Clini-Passera. Riprende la vecchia idea di trasformare le coste italiane in un hub energetico per l'Europa. Quest'idea fu il fiore all'occhiello del governo Prodi-Bersani, avallata dal governo Berlusconi-Tremonti, che l'integrò addirittura con la variante nucleare. Ma se questo piano poteva andar bene fino al 2008 (ma anche allora era taroccato), oggi non tiene conto del mutato scenario energetico mondiale, che ha portato, tra l'altro, la società Erg dei petrolieri Garrone ad abbandonare il progetto di costruire, in joint venture con l'americana-olandese Shell, il rigassificatore di Priolo Melilli in Sicilia. E ancora prima, qualche mese fa, la British Gas ad abbandonare il progetto del rigassificatore di Brindisi. Il governo Monti-Clini-Passera non si chiede come mai queste grandi società rinuncino ai loro progetti, anche se sono assistiti dagli aiuti di Stato? Ignorano o fanno finta di ignorare il mutato scenario energetico mondiale. Probabilmente non possono disattendere le “raccomandazioni” che provengono dal Club Bilderberg, dove non si fanno di certo esercizi spirituali ma si trattano business planetari di energia, strategie militari e forniture di materiale bellico. Sono assidui frequentatori del club Bilderberg Mario Monti, altri politici italiani influenti (di destra e di sinistra) e tutti i boiardi di Stato italiani. Leggiamo che l'hub energetico italiano servirà a fare scorte di gas proveniente anche attraverso i gasdotti del Nord Europa, per poi essere redistribuito ai Paesi del Nord Europa. Trattasi di un'emerita sciocchezza. Perché tutti i gasdotti, anche quelli in costruzione (come il South Stream e il Nabucco), prevedono già diramazioni per la distribuzione del gas a quei Paesi. Che utilità avrebbero quest'ultimi ad acquistare il gas dall'Italia, che lo importa, quando lo potrebbero acquistare a minor prezzo direttamente dagli Stati produttori? Il piano del “petroliere” Passera (come lo definisce “il Fatto Quotidiano”) prevede pure un'intensificazione della ricerca petrolifera, magari autorizzando trivellazioni al disotto del limite delle 12 miglia marine, in ciò sostenuto dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini (e chiamalo ministro dell'Ambiente...). Clini diventa, secondo Roberto D'Agostino, un irresistibile comico quando propone a Rio de Janeiro di ridurre il predetto limite. Riportiamo uno stralcio da Dagospia: “Irresistibile Corrado Clini. Neppure Roberto Benigni avrebbe inventato una battuta così esilarante al Congresso Mondiale dell'Ambiente, in corso a Rio de Janeiro. Mentre tutti si agitano per salvare il pianeta dall'inquinamento e dal petrolio, Clini si sbraccia e al Corriere fa un'intervista incredibile: "sono pronto a rivedere la normativa sulle trivellazioni petrolifere che le vieta fino a 12 miglia dalla costa. Non è più un tabù. Potrebbe andare pure a 7 miglia". Sì, magari anche meno, davanti alle spiagge visto che le aziende petrolifere non vedono l'ora di bucare tutto il possibile basta che i petrolieri ci presentino uno studio ben fatto, fa capire il ministro tecnico. Il via libera alle trivellazioni ha fatto ridere mezzo mondo.” Se la proposta di Clini ha fatto ridere mezzo mondo, quella di Passera farà ridere il mondo intero. Mentre i Paesi più industrializzati, come Germania e Giappone, prevedono di ridurre gradualmente la dipendenza dalle fonti energetiche fossili a vantaggio delle rinnovabili, il piano Passera propone di raddoppiare le trivellazioni fino a 5 miglia marine e di ridurre gli incentivi alle aziende che lavorano con le fonti rinnovabili, prevalentemente il fotovoltaico. E bravi Monti, Clini e Passera eroi del “SalvaItalia”. Un accento grave volteggia, però, nell'aria. Leggero come la piuma di Forrest Gump. E si poggerà presto (è la nostra speranza) sull'ultima vocale del trinomio Monti-Clini-Passera. Per essere liberati dai Bilderberg-boys, dai loro sodali ABC e dai giornalisti di regime. Gaetano Gaziano Presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" Continua a leggere...

domenica 5 agosto 2012

Clini: l'uomo che sussurra alle aziende

Corrado Clini è stato il direttore generale del Ministero dell'ambiente, sotto la cui gestione è stata istruita la Via (valutazione di impatto ambientale) del rigassoifatore di Porto Empedocle. La commissione di Via, che si preoccupò di tutelare anonimi siti Sic, vicini al luogo dove dovrebbe sorgere l'indecoroso rigassificatore, si "dimenticò" del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento distante appena 1140 metri (misurazione dell'ufficio tecnico dell'Ente parco). Quando la solerte ministra della devastazione dell'abiente (secondo la definizione del suo conterraneo don Raffaele Lombardo) Stefania Prestigiacomo emanò il decreto di Via, il Corriere della Sera titolo: "Cancellata la Valle dei Templi per decreto". Di questo "signore" si è occupato oggi "Il Fatto Quotidiano" con un articolo dal titolo. "Clini: l'uomo che sussurra alle aziende". Riportiamo integralemte l'articolo: "Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini manifesta da sempre una curiosa concezione dei compiti del suo dicastero. È come se per lui l’obiettivo non fosse difendere l’ambiente da chi inquina, ma tutelare le industrie dalle seccature di natura ambientale. Dunque, se risultasse confermato che l’ex responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva di Taranto, Girolamo Archinà, lo ha definito in una telefonata intercettata “uomo nostro”, Clini avrebbe tutte le ragioni di respingere ogni insinuazione riferita a qualcosa di opaco nel suo comportamento. Quella di Archinà (fine teorico dell’inquinamento dell’Ilva come “fenomeno mediatico di allarmismo assolutamente spregiudicato”) appare semmai come una pura, limpida, trasparente constatazione. Clini, 65 anni, medico del lavoro veneziano, pupillo del boss socialista Gianni De Michelis che lo ha proiettato vent’anni fa alla direzione generale dell’Ambiente, lasciata lo scorso novembre per diventare ministro, è un’icona dei liberisti. L’Istituto Bruno Leoni, tempio dell’impresa libera da lacci e lacciuoli statali o statalisti, lo annovera tra i suoi senior fellows. Nel curriculum di Clini spicca la sorda opposizione al protocollo di Kyoto, con la quale nel 2001 fece saltare i nervi al presidente del Consiglio dell’epoca, il suo compagno socialista Giuliano Amato, che pure non figura tra i talebani dell’ecologia. Ma i sacerdoti del liberismo dovrebbero spiegare al popolo dei fedeli che cosa c’entri con Adam Smith il riflesso pavloviano di mettere mano al portafoglio dello Stato (di Pantalone, direbbero a Venezia) ogni volta che un’azienda, per risparmiare, inquina. Clini questo riflesso ce l’ha, e nel governo Monti è in buona compagnia se è vero che, prima ancora di chiedere all’Ilva che cosa pensa di fare per ridurre l’inquinamento ed evitare così il blocco degli impanti, è riuscito a far approvare a passo di carica un decreto legge con cui lo Stato pagherà 336 milioni di euro per la bonifica del letamaio cancerogeno depositato per decenni sulla sfortunata terra di Taranto. Ma Clini è fatto così, e se l’ottantaseienne industriale Emilio Riva e i suoi guardaspalle lo considerano “dei nostri”, hanno tutte le loro legittime ragioni. Perché adesso è tutto un correre, tutta un’emergenza, e giustamente, perché i severi custodi del ministero dell’Abiente solo oggi scoprono che a Taranto ci sarebbe un problemino. Ma già nel 1995, diciassette anni fa, Riva aveva problemi di inquinamento, e Clini volò in soccorso delle ragioni dell’industria. L’industriale milanese, che aveva appena comprato il centro siderurgico di Taranto, aveva già da anni la proprietà del centro gemello, quello di Genova-Cornigliano. Inquinava, e a Genova glielo volevano far chiudere (diciassette anni fa). Clini, direttore generale del ministero dell’Ambiente, corse a una riunione con l’assessore regionale ligure Giuliano Gallanti e con lo stesso Riva, ed estrasse dal cilindro la soluzione: “Sarà lo Stato a finanziare, attraverso suoi fondi e con finanziamenti Cee, la bonifica e l’adeguamento alle norme di rispetto ambientale dell’impianto, in particolare della cokeria, le cui emissioni sono considerate gravemente inquinanti”. Già, la cokeria, proprio il reparto oggi nel mirino a Taranto. Leggete come quel giorno (23 marzo 1995) l’Ansa raccontava i benefici effetti della cura Clini, e stropicciatevi gli occhi: “Dopo anni di prescrizioni disattese (la Regione ha più volte diffidato l’azienda indicando opere di bonifica, mai realizzate), con l’intervento e l’impegno finanziario dello Stato l’industriale Riva s’è dunque dichiarato disponibile a rinnovare l’impianto”. Diciassette anni dopo il copione si ripete a Taranto. Con l’alibi dell’emergenza sociale (alcuni magistrati cattivi vogliono ridurre sul lastrico gli operai bloccando gli impianti Ilva) Clini corre in soccorso dell’industria scaricando sui contribuenti parte dei suoi costi. Come spiegò nel marzo scorso, dopo un vertice sull’Ilva con il governatore pugliese Nichi Vendola, “dobbiamo tener conto che queste strutture industriali devono competere col mercato globale dove i costi sono una delle chiavi della competizione”. E’ il mercato bellezza. Ma all’italiana. E Adam Smith si rivolta nella tomba. Il Fatto Quotidiano, 5 agosto 2012. Continua a leggere...

martedì 31 luglio 2012

Rigassificatore di Priolo Melilli: la Erg-Shell abbandona il progetto

La Erg dei fratelli Garrone, in joint venture con la texana Shell, rinuncia al progetto del rigassificatore di Priolo Melilli. Questa è una bellissima notizia, perché l'abbandono del progetto non è stato motivato per i ritardi nella procedura autorizzativa, come ha fatto la British Gas per Brindisi, ma “dai profondi mutamenti degli scenari sia energetici che economico-finanziari, intervenuti a seguito della crisi finanziaria del 2008”. Quegli stessi mutamenti che, come abbiamo scritto, hanno indotto Enel a rinviare di un anno l'inizio dei lavori del rigassificatore “Valle dei Templi” (nella foto l'ignobile progetto). Quella volpe del governatore Lombardo con i suoi rinvii è riuscito a scoraggiare l'investimento sul rigassificatore di Priolo Melilli, mentre noi speriamo che i due anni di rinvio, che abbiamo imposto ad Enel in forza dei nostri ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, servano a farli recedere definitivamente dal loro indecoroso progetto di costruire un ecomostro in zona di rispetto (buffer zone) del nostro parco archeologico, delimitata dall'Unesco all'atto dell'inserimento, nel 1997, della Valle dei Templi di Agrigento nella World Heritage List. E' nostro auspicio che, con la nostra azione di contrasto civile e legale, riusciremo ad ottenere lo stesso risultato che Lombardo ha ottenuto per Priolo Melilli, mentre ha tradito la Valle dei Templi, allorquando dichiarò ad un'emittente televisiva “un rigassificatore sotto la Valle dei Templi mai” e, tornatosene a Palermo, autorizzò l'ignobile progetto. Qualcuno ad Agrigento ha osato definire Lombardo “il migliore governante siciliano da Federico II ai nostri giorni”. Noi, allargando l'arco temporale, definiamo don Raffale il peggiore governante siciliano da Verre ai nostri giorni. “I profondi mutamenti degli scenari mondiali sia energetici che economico finanziari”, che valgono per la British Gas e per la Erg-Shell, valgono anche per Enel, anche se il business dei rigassificatori è assistito dagli aiuti di Stato condannati dalla Commissione Europea. Confidiamo pertanto che quanto prima intervenga il comunicato da parte di Enel che abbandona il rigassificatore “Valle dei Templi”. E pazienza se qualche boiardo di Stato o qualche aspirante boiardo ha accarezzato per lungo tempo il sogno di viaggiare con il jet personale. Continuerà a viaggiare con i voli di linea, ma ci guadagnerà Enel che rinuncia ad un'avventura economicamente disastrosa, ci guadagneremo gli Italiani tutti, evitando l'ignominia per la costruzione di un ecomostro in zona archeologica, ma ci guadagnerà, soprattutto, il patrimonio culturale universale. Gaetano Gaziano, Presidente Associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" . Continua a leggere...

venerdì 27 luglio 2012

Solidarietà ad Antonio Ingroia e a Roberto Scarpinato

Intendiamo esprimere attraverso il nostro blog piena solidarietà ad Antonio Ingroia e a Roberto Scarpinato fatti oggetto di aggressione non da parte della criminalità organizzata ma incredibilmente da parte delle istituzioni (con la “i” minuscola) dello stato (con la “s” minuscola) che dovrebbero difenderli. Il leader dell'IDV, Antonio Di Pietro, ha accusato Giorgio Napolitano di tradimento della Costituzione. Riportiamo il testo integrale della lettera di Roberto Scarpinato letta alla commemorazione per i 20 anni dell'attentato a Paolo Borsellino, che condividiamo in toto: "Caro Paolo, oggi siamo qui a commemorarti in forma privata perché più trascorrono gli anni e più diventa imbarazzante il 23 maggio ed il 19 luglio partecipare alle cerimonie ufficiali che ricordano le stragi di Capaci e di via D’Amelio. Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite – per usare le tue parole – emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della libertà. E come se non bastasse, Paolo, intorno a costoro si accalca una corte di anime in livrea, di piccoli e grandi maggiordomi del potere, di questuanti pronti a piegare la schiena e a barattare l’anima in cambio di promozioni in carriera o dell’accesso al mondo dorato dei facili privilegi. Se fosse possibile verrebbe da chiedere a tutti loro di farci la grazia di restarsene a casa il 19 luglio, di concederci un giorno di tregua dalla loro presenza. Ma, soprattutto, verrebbe da chiedere che almeno ci facessero la grazia di tacere, perché pronunciate da loro, parole come Stato, legalità, giustizia, perdono senso, si riducono a retorica stantia, a gusci vuoti e rinsecchiti. Voi che a null’altro credete se non alla religione del potere e del denaro, e voi che non siete capaci di innalzarvi mai al di sopra dei vostri piccoli interessi personali, il 19 luglio tacete, perché questo giorno è dedicato al ricordo di un uomo che sacrificò la propria vita perché parole come Stato, come Giustizia, come Legge acquistassero finalmente un significato e un valore nuovo in questo nostro povero e disgraziato paese. Un paese nel quale per troppi secoli la legge è stata solo la voce del padrone, la voce di un potere forte con i deboli e debole con i forti. Un paese nel quale lo Stato non era considerato credibile e rispettabile perché agli occhi dei cittadini si manifestava solo con i volti impresentabili di deputati, senatori, ministri, presidenti del consiglio, prefetti, e tanti altri che con la mafia avevano scelto di convivere o, peggio, grazie alla mafia avevano costruito carriere e fortune. Sapevi bene Paolo che questo era il problema dei problemi e non ti stancavi di ripeterlo ai ragazzi nelle scuole e nei dibattiti, come quando il 26 gennaio 1989 agli studenti di Bassano del Grappa ripetesti: “Lo Stato non si presenta con la faccia pulita… Che cosa si è fatto per dare allo Stato… Una immagine credibile?… La vera soluzione sta nell’invocare, nel lavorare affinché lo Stato diventi più credibile, perché noi ci dobbiamo identificare di più in queste istituzioni”. E a un ragazzo che ti chiedeva se ti sentivi protetto dallo Stato e se avessi fiducia nello Stato, rispondesti: “No, io non mi sento protetto dallo Stato perché quando la lotta alla mafia viene delegata solo alla magistratura e alle forze dell’ordine, non si incide sulle cause di questo fenomeno criminale”. E proprio perché eri consapevole che il vero problema era restituire credibilità allo Stato, hai dedicato tutta la vita a questa missione. Nelle cerimonie pubbliche ti ricordano soprattutto come un grande magistrato, come l’artefice insieme a Giovanni Falcone del maxiprocesso che distrusse il mito della invincibilità della mafia e riabilitò la potenza dello Stato. Ma tu e Giovanni siete stati molto di più che dei magistrati esemplari. Siete stati soprattutto straordinari creatori di senso.  Avete compiuto la missione storica di restituire lo Stato alla gente, perché grazie a voi e a uomini come voi per la prima volta nella storia di questo paese lo Stato si presentava finalmente agli occhi dei cittadini con volti credibili nei quali era possibile identificarsi ed acquistava senso dire “ Lo Stato siamo noi”. Ci avete insegnato che per costruire insieme quel grande Noi che è lo Stato democratico di diritto, occorre che ciascuno ritrovi e coltivi la capacità di innamorarsi del destino degli altri. Nelle pubbliche cerimonie ti ricordano come esempio del senso del dovere.  Ti sottovalutano, Paolo, perché la tua lezione umana è stata molto più grande. Ci hai insegnato che il senso del dovere è poca cosa se si riduce a distaccato adempimento burocratico dei propri compiti e a obbedienza gerarchica ai superiori. Ci hai detto chiaramente che se tu restavi al tuo posto dopo la strage di Capaci sapendo di essere condannato a morte, non era per un astratto e militaresco senso del dovere, ma per amore, per umanissimo amore. Lo hai ripetuto la sera del 23 giugno 1992 mentre commemoravi Giovanni, Francesca, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Parlando di Giovanni dicesti: “Perché non è fuggito, perché ha accettato questa tremenda situazione, perché mai si è turbato, perché è stato sempre pronto a rispondere a chiunque della speranza che era in lui? Per amore! La sua vita è stata un atto di amore verso questa sua città, verso questa terra che lo ha generato”.  Questo dicesti la sera del 23 giugno 1992, Paolo, parlando di Giovanni, ma ora sappiamo che in quel momento stavi parlando anche di te stesso e ci stavi comunicando che anche la tua scelta di non fuggire, di accettare la tremenda situazione nella quale eri precipitato, era una scelta d’amore perché ti sentivi chiamato a rispondere della speranza che tutti noi riponevamo in te dopo la morte di Giovanni. Ti caricammo e ti caricasti di un peso troppo grande: quello di reggere da solo sulle tue spalle la credibilità di uno Stato che dopo la strage di Capaci sembrava cadere in pezzi, di uno Stato in ginocchio ed incapace di reagire. Sentisti che quella era divenuta la tua ultima missione e te lo sentisti ripetere il 4 luglio 1992, quando pochi giorni prima di morire, i tuoi sostituti della Procura di Marsala ti scrissero: “La morte di Giovanni e di Francesca è stata per tutti noi un po’ come la morte dello Stato in questa Sicilia. Le polemiche, i dissidi, le contraddizioni che c’erano prima di questo tragico evento e che, immancabilmente, si sono ripetute anche dopo, ci fanno pensare troppo spesso che non ce la faremo, che lo Stato in Sicilia è contro lo Stato e che non puoi fidarti di nessuno. Qui il tuo compito personale, ma sai bene che non abbiamo molti altri interlocutori: sii la nostra fiducia nello Stato”. Missione doppiamente compiuta, Paolo. Se riuscito con la tua vita a restituire nuova vita a parole come Stato e Giustizia, prima morte perché private di senso. E sei riuscito con la tua morte a farci capire che una vita senza la forza dell’amore è una vita senza senso; che in una società del disamore nella quale dove ciò che conta è solo la forza del denaro ed il potere fine a se stesso, non ha senso parlare di Stato e di Giustizia e di legalità. E dunque per tanti di noi è stato un privilegio conoscerti personalmente e apprendere da te questa straordinaria lezione che ancora oggi nutre la nostra vita e ci ha dato la forza necessaria per ricominciare quando dopo la strage di via D’Amelio sembrava – come disse Antonino Caponnetto tra le lacrime – che tutto fosse ormai finito. Ed invece Paolo, non era affatto finita e non è finita. Come quando nel corso di una furiosa battaglia viene colpito a morte chi porta in alto il vessillo della patria, così noi per essere degni di indossare la tua stessa toga, abbiamo raccolto il vessillo che tu avevi sino ad allora portato in alto, perché non finisse nella polvere e sotto le macerie. Sotto le macerie dove invece erano disposti a seppellirlo quanti mentre il tuo sangue non si era ancora asciugato, trattavano segretamente la resa dello Stato al potere mafioso alle nostre spalle e a nostra insaputa. Abbiamo portato avanti la vostra costruzione di senso e la vostra forza è divenuta la nostra forza sorretta dal sostegno di migliaia di cittadini che in quei giorni tremendi riempirono le piazze, le vie, circondarono il palazzo di giustizia facendoci sentire che non eravamo soli. E così Paolo, ci siamo spinti laddove voi eravate stati fermati e dove sareste certamente arrivati se non avessero prima smobilitato il pool antimafia, poi costretto Giovanni ad andar via da Palermo ed infine non vi avessero lasciato morire. Abbiamo portato sul banco degli imputati e abbiamo processato gli intoccabili: presidenti del Consiglio, ministri, parlamentari nazionali e regionali, presidenti della Regione siciliana, vertici dei Servizi segreti e della Polizia, alti magistrati, avvocati di grido dalle parcelle d’oro, personaggi di vertice dell’economia e della finanza e molti altri. Uno stuolo di sepolcri imbiancati, un popolo di colletti bianchi che hanno frequentato le nostre stesse scuole, che affollano i migliori salotti, che nelle chiese si battono il petto dopo avere partecipato a summit mafiosi. Un esercito di piccoli e grandi Don Rodrigo senza la cui protezione i Riina, i Provenzano sarebbero stati nessuno e mai avrebbero osato sfidare lo Stato, uccidere i suoi rappresentanti e questo paese si sarebbe liberato dalla mafia da tanto tempo. Ma, caro Paolo, tutto questo nelle pubbliche cerimonie viene rimosso come se si trattasse di uno spinoso affare di famiglia di cui è sconveniente parlare in pubblico. Così ai ragazzi che non erano ancora nati nel 1992 quando voi morivate, viene raccontata la favola che la mafia è solo quella delle estorsioni e del traffico di stupefacenti. Si racconta che la mafia è costituita solo da una piccola minoranza di criminali, da personaggi come Riina e Provenzano. Si racconta che personaggi simili, ex villici che non sanno neppure esprimersi in un italiano corretto, da soli hanno tenuto sotto scacco per un secolo e mezzo la nostra terra e che essi da soli osarono sfidare lo Stato nel 1992 e nel 1993 ideando e attuando la strategia stragista di quegli anni. Ora sappiamo che questa non è tutta la verità. E sappiamo che fosti proprio tu il primo a capire che dietro i carnefici delle stragi, dietro i tuoi assassini si celavano forze oscure e potenti. E per questo motivo ti sentisti tradito, e per questo motivo ti si gelò il cuore e ti sembrò che lo Stato, quello Stato che nel 1985 ti aveva salvato dalla morte portandoti nel carcere dell’Asinara, questa volta non era in grado di proteggerti, o, peggio, forse non voleva proteggerti. Per questo dicesti a tua moglie Agnese: “Mi ucciderà la mafia, ma saranno altri che mi faranno uccidere, la mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno”. Quelle forze hanno continuato ad agire Paolo anche dopo la tua morte per cancellare le tracce della loro presenza. E per tenerci nascosta la verità, è stato fatto di tutto e di più. Pochi minuti dopo l’esplosione in Via D’Amelio mentre tutti erano colti dal panico e il fumo oscurava la vista, hanno fatto sparire la tua agenda rossa perché sapevano che leggendo quelle pagine avremmo capito quel che tu avevi capito. Hanno fatto sparire tutti i documenti che si trovavano nel covo di Salvatore Riina dopo la sua cattura. Hanno preferito che finissero nella mani dei mafiosi piuttosto che in quelle dei magistrati. Hanno ingannato i magistrati che indagavano sulla strage con falsi collaboratori ai quali hanno fatto dire menzogne. Ma nonostante siano ancora forti e potenti, cominciano ad avere paura. Le loro notti si fanno sempre più insonni e angosciose, perché hanno capito che non ci fermeremo, perché sanno che è solo questione di tempo. Sanno che riusciremo a scoprire la verità. Sanno che uno di questi giorni alla porta delle loro lussuosi palazzi busserà lo Stato, il vero Stato quello al quale tu e Giovanni avete dedicato le vostre vite e la vostra morte.    E sanno che quel giorno saranno nudi dinanzi alla verità e alla giustizia che si erano illusi di calpestare e saranno chiamati a rendere conto della loro crudeltà e della loro viltà dinanzi alla Nazione." Roberto Scarpinato. Continua a leggere...

sabato 21 luglio 2012

Rigassificatore di Porto Empedocle: lettera aperta a Claudio Fava

Caro Claudio, accolgo con favore la tua candidatura a Presidente della Regione Siciliana, perché conosco la tua storia personale e le tue idee politiche. Credo che non ci sia momento migliore per chiederti, come chiederò a tutti gli altri candidati alla presidenza della Regione Siciliana che verranno ad Agrigento, cosa ne pensi del rigassificatore sotto la Valle dei Templi, patrimonio Unesco, e se intendi inserire nel tuo programma la revoca, se eletto, dell'autorizzazione a costruire l'ignobile ecomostro al confine del parco archeologico agrigentino. So che verrai ad Agrigento il 24 luglio per illustrare il tuo programma. Non sono ad Agrigento mi trovo a Lampedusa, per cui non potrò essere presente all'incontro. Te lo chiedo direttamente attraverso questa mia lettera aperta. Il rigassificatore non è stato ancora costruito. Si può ancora bloccare! Tempesteremo di domande tutti i candidati alle prossime elezioni regionali e nazionali sull'argomento dell'ecomostro in zona archeologica. Devono assumersi le proprie responsabilità, se hanno il fegato di farlo. Quelli che sono in carica, di destra e di sinistra, li ho definiti ascari, in quanto servi dei poteri forti. Se a Roma politici non siciliani hanno potuto bloccare la discarica vicino a Villa Adriana, sito Unesco, perché non si dovrebbe stoppare il rigassificatore progettato nella buffer zone (zona di rispetto) Unesco della Valle dei Templi? I nostri politici avrebbero dovuto battere i pugni sul tavolo di Monti! Non l'hanno fatto. Ascari erano e ascari sono! Gaetano Gaziano, Presidente Associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" Continua a leggere...

venerdì 13 luglio 2012

Rigassificatore: la bellissima e commovente lettera aperta di padre Giovanni Scordino per salvare la Valle dei Templi

Abbiamo l'onore e il piacere di pubblicare sul nostro blog il testo integrale della poesia-lettera che padre Giovanni Scordino, già rettore della bellissima chiesetta di San Nicola nella Valle dei Templi, ha scritto contro l'immorale progetto del rigassificatore al confine del nostro parco archeologico (nella foto mentre benedice i ramoscelli di ulivo la domenica delle Palme del 2011, davanti l'edicola antistante la chiesa di San Nicola). Caterina Busetta e Gaetano Gaziano. Testo della poesia lettera: CONTRO L'IMMORALE PROGETTO DEL RIGASSIFICATORE. PER PORTO EMPEDOCLE E PER AGRIGENTO. Che ne sarà di quella terra che non fu mia, e che per sempre mi fece suo? E del suo mare, e di tanta bellezza? Madre stuprata sotto gli occhi distratti dei figli, intenti ad affogare in una perenne sbornia preelettorale frustrazioni e inettitudini. In questa forsennata corsa verso un sogno già sognato, avvelenato dalla disillusione e dall'amianto, sembra davvero farsi fioca la speranza all'ombra delle ciminiere... Ma se "il pessimismo della ragione" mi costringe all'angolo, lascio che sia "l'ottimismo della volontà" a proferire la potente parola che mi rialza, che mi sottrae alla connivenza del silenzio, per scongiurare tanta barbarie, dell'intelligenza e dell'anima. Sì, c'è ancora un mondo di anime da placare: le anime che dormono e ci compiangono; le anime che sono e ci deridono; le anime che vengono e, già, ascrivono a dannazione la nostra memoria. Perchè anche questa Valle e questo Mare furono redenti, ed io non posso soccombere al peso di questa maledizione che, non un dio, ma uomini stanchi decretarono. No, non posso, non devo, non voglio. Illustre Dottor Comin, avrei voluto scriverLe nella forma di una lettera, ma il mio cuore ferito da tanto annunciato scempio ha germinato spontaneamente le righe di cui sopra. Mi commuovono il forte Dottor Gaetano Gaziano e la sua indomita Caterina, in questa immane sfida di civiltà. Anzi, di più, mi sommuovono: dicono a me, quarantacinquenne prematuramente iniziato alla disfatta, che non bisogna demordere, che non bisogna cedere alla lusinga rinunciataria. Mi creda: la mia speranza non riguarda solo le sorti della splendida Valle dei Templi, ma è rivolta a quel “mondo” futuribile che essa rappresenta, altrimenti destinato a cedere il passo al brutto estetico, coerente espressione del brutto etico. Ci aiuti, Dottor Comin! Grazie. Giovanni Scordino, prete in Montevarchi (AR). Rettore della Chiesa San Nicola alla Valle dei Templi dal settembre 1999 al luglio 2011. Cittadino di Porto Empedocle (AG). Continua a leggere...

giovedì 12 luglio 2012

Rigassificatore: lettera aperta a Gianluca Comin, direttore relazioni esterne di Enel

Ho indirizzato questa lettera aperta al dr. Gianluca Comin (nella foto),direttore delle relazioni esterne di Enel, che, rispondendo ad una mia mail, aveva ribadito le solite motivazioni di Enel a sostegno del rigassificatore di Porto Empedocle, come il fatto che fossero state rilasciate tutte le autorizzazioni previste per legge e che, addirittura, il rigassificatore porterà turismo da navi crociera. Caro Dr. Comin, - Lei ed io sappiamo che l'Italia non ha bisogno dei rigassificatori, soprattutto dopo la scoperta dello "shale gas". - Lei ed io sappiamo che da qualche anno l'Italia ha chiesto alla UE l'autorizzazione di esportare gas verso i  Paesi del Nord Europa. - Lei ed io sappiamo che Eni ha stipulato con la russa Gazprom contratti onerosi di fornitura di gas del tipo "take or pay" e  che ha chiesto di diluirli nell'arco di 25 anni o più  lungo (essendo diminuiti drasticamente i consumi di gas nel nostro Paese) per evitare di pagare a vuoto le forniture. - Lei ed io sappiamo che la costruzione dei rigassificatori non interessa al nostro Paese ma solo a chi li costruisce, a seguito della "generosissima" delibera dell'Autorità dell'energia e del gas che prevede che alle società che costruiscono rigassificatori sarà comunque garantito l'80% dei ricavi di riferimento anche se non dovessero rigassificare un solo mc. di gas, gravando la spesa sulle bollette degli Italiani. - Lei ed io sappiamo che i maggiori esperti al mondo di sicurezza e antiterrorismo, come il prof. Richard Clarke consulente di tre presidenti americani, consigliano di costruire il più lontano possibile dai centri abitati i rigassificatori, possibilmente off-shore, mentre il rigassificatore di Porto Empedocle è stato progettato alla distanza di soli 800 m. dal centro abitato e di 1100 m. dal parco archeologico di Agrigento. - Lei ed io sappiamo che il rigassificatore di Porto Empedocle non consentirà l'arrivo di navi da crociera. Quando arriva una nave gasiera (450 metri di lunghezza) vengono interdette tutte le altre operazioni portuali per il periodo dell'attracco (circa otto ore) e di allontanamemento (almeno altre otto ore). Inoltre la navi gasiere non viaggiano mica con l'orario delle navi di linea, per cui nessuna compagnia di viaggi potrà programmare l'arrivo di navi da crociera a Porto Empedocle, che ha un piccolissimo porto e il costruendo molo di attracco di levante delle navi gasiere disterà poche decine di metri dalla banchina destinata alle molto improbabili navi da crociera. E, poi, quale comandante di navi da crociera attraccherebbe la propria  imbarcazione vicino a due enormi cisternoni di LNG da 360 mila mc? Neppure "l'intrepido" comandante Schettino oserebbe tanto. - Lei ed io sappiamo che non è difficile in Italia ottenere nulla osta e pareri favorevoli da parte di ministri, sottosegretari, funzionari o commis di Stato, men che meno benedizioni di cosiddette associazioni ambientaliste. - Lei ed io sappiamo che nel codice etico di Enel sta scritto "Per noi di Enel la reputazione è il primo valore immateriale essenziale". - Io so che Lei è componente dell'associazione "Civita" che per statuto "opera sul territorio per la tutela del patrimonio culturale e ambienatle del nostro Paese". E' per questo ultimo motivo (oltre al fatto che Lei è il primo manager di Enel ad avere la cortesia di rispondere ai miei appelli) che mi rivolgo alla S.S. perché si adoperi a dissuadere gli organi deliberanti del Suo ente dal realizzare il progetto del rigassificatore di Porto Empedocle, sotto la valle dei Templi di Agrigento, patrimonio dell'umanità. Quale reputazione potrà derivare ad Enel, di fronte al mondo della Cultura, se dovesse realizzare l'ecomostro sotto la Valle dei Templi? Mi appello, a nome della mia associazione, al rispetto del Codice Etico di Enel e della finalità dell'associazione "Civita". Oso sperare che questo mio appello non cadrà nel vuoto. Cordialità, Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”. Continua a leggere...