domenica 25 gennaio 2015

LA STRAGE DEGLI EUCALIPTUS E IL DESERTO DEI BARBARI

Cinque anni fa, esattamente nel febbraio del 2010, lanciai un allarme da questo blog a seguito dello sconsiderato abbattimento nella nostra città di centinaia di eucaliptus centenari. Dopo avere denunciato alcuni enti pubblici quali responsabili di quel criminale progetto, pronosticai (ma non bisogna essere profeti, per fare ciò basta conoscere la natura dei nostri amministratori) che presto il nostro territorio sarebbe diventato un deserto. Riporto la conclusione di quell'articolo: “In ogni caso, poiché il loro abbattimento costituisce un crimine sociale sia che venga commesso dai privati che dai rappresentanti degli enti pubblici, chiediamo al Comune di Agrigento, all'Ente Parco Archeologico e alle altre autorità che hanno competenza in materia (Anas, Forestale, eccetera) di arrestare immediatamente questa strage, perché diversamente non è difficile pronosticare che, in pochi anni, il nostro territorio sarà completamente un deserto dove fioriranno solo gli alberi-ciminiere dei termovalorizzatori, dei rigassificatori e delle centrali nucleari”. Orbene oggi si è ripresa con pervicace caparbietà l'opera di criminale desertificazione del nostro territorio, sdradicando completamente il bosco di secolari eucaliptus, che era stato piantumato nella scarpata tra la villa Bonfiglio e la via Crispi, proprio in funzione di contenimento del terreno, per evitare possibili frane. Ciò è avvenuto nel silenzio più assordante delle associazioni ambientaliste (sempre che ne esistano ad Agrigento). In quella lontana denuncia adombrai l'ipotesi che la legna degli eucaliptus potesse fare gola alla nuova centrale elettrica a biomasse appena sorta in territorio di Caltanissetta. Oggi quella previsione si è rivelata veritiera, dal momento che apprendiamo dalle cronache di questi giorni che sono stati disboscati diversi ettari di eucaliptus in territorio siciliano e che fortunatamente sono state bloccate le operazioni a seguito delle proteste di alcuni sindaci, che avevano denunciato la criminale pratica messa in atto per fornire legna alla centrale a biomasse di Dittaino. Ad Agrigento quest'opera di deforestazione deve essere considerata ancora più pericolosa, in quanto il nostro territorio è il più disastrato d'Italia sotto l'aspetto del dissesto idro-geologico. Basti pensare alla frana del 1966 che inghiottì alcuni palazzi, alla cattedrale di S.Gerlando che sta inesorabilmente scivolando a valle e all'ultimo episodio di frana al viale della Vittoria che ha provocato il danneggiamento di due palazzi con sfollamento dei rispettivi inquilini. Nella foto si può vedere la scarpata disboscata e i sottostanti palazzi di via Crispi, i cui inquilini da oggi non faranno di certo sogni tranquilli. La magistratura penale dovrebbe attenzionare questa vicenda opaca della strage degli eucaliptus “innocenti”, altrimenti tra qualche tempo (non lontano) il nostro territorio sarà ridotto non ad un “deserto dei tartari” di buzzatiana memoria ma più volgarmente ad un “deserto dei barbari” di casa nostra. Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” .

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