domenica 19 luglio 2015

Lettera aperta a Carlo Malacarne, a.d. di Snam Rete Gas, sul rigassificatore al confine della Valle dei Templi di Agrigento

Egregio ing. Malacarne, mi riferisco alla sua intervista rilasciata al Corriere della Sera il 12 luglio, in cui lei ha affermato che per evitare -suppongo- che la sua azienda, la Snam Rete Gas, di cui è amministratore delegato, incorra, nella gestione dei propri affari, in spiacevoli incidenti di percorso, come quelli in cui sono incappati Scaroni & Co., farà riferimento ad una “banca dati reputazionale” messa in piedi con Deloitte. Giusto! Le ricordo che Enel nel proprio Codice Etico (come del resto anche la Snam al cap, II punto 1°,del proprio) ha scritto “Per la nostra azienda la reputazione è un valore immateriale essenziale”. Ciò non ha impedito ad Enel di progettare un rigassificatore da 8 miliardi di mc al confine della Valle dei Templi di Agrigento- sito Unesco-, e alla distanza di solo 800 m. dal centro abitato di Porto Empedocle (cittadina di 15000 abitanti), pur essendo un impianto definito “a rischio di incidente rilevante”. Il gasdotto di collegamento, che dovrebbe essere costruito proprio dalla sua azienda, la Snam Rete Gas, attraverserà, se realizzato (attualmente pende contro di esso un ricorso per l'annullamento dell'autorizzazione), la buffer zone (zona di rispetto) del parco archeologico agrigentino, delimitata dall'Unesco, e per di più sottoposta a vincoli paesaggistici, archeologici e idrogeologici. Quando è stato approvato l'ignobile progetto del rigassificatore, è stata addirittura stipulata, a favore di telecamere, una convenzione tra l'allora a.d. di “Nuove Energie” (di proprietà Enel), Giuseppe Luzio, e l'allora prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione, per evitare infiltrazioni mafiose nel business del rigassificatore. Lei certamente saprà che è in corso un'indagine della DDA di Palermo per infiltrazioni mafiose proprio nel predetto affaire, in cui è indagato l'a.d. Luzio per frodi nelle pubbliche forniture con l'aggravante di avere favorito la mafia. Non sappiamo come andrà a finire l'indagine, ma una cosa è certa che essa ha portato alle dimissioni di Luzio (o è stato dimissionato?). Una mia amica, strenua e indomita combattente contro l'ignobile progetto, afferma che per le aziende, anche se esse si sono fornite di un altisonante Codice Etico, il valore “materiale” del profitto prevale sempre sul valore “immateriale” della reputazione. I fatti penali citati nel corso di questa lettera sembrano darle ragione. Una volta tanto voglio essere ottimista: penso che in Italia esista pure qualche Boiardo di Stato per cui la reputazione sia prioritaria rispetto al profitto. E mi piace credere che quella tutela dell'ambiente, di cui Snam si fa portatrice, (leggi al vostro Codice Etico, Cap. I, pag. 7) possa metter la parola fine all'ignobile progetto gasiero in zona archeologica. Grazie per l'attenzione e molti cordiali saluti, Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” P.s.: Le invierò una copia (omaggio,s'intende) del libro scritto da me, a quattro mani con mia moglie,e da poco pubblicato, che documenta gli otto anni di lotta (finora vincente) degli agrigentini all'ignobile progetto del rigassificatore e del relativo gasdotto di collegamento.

1 commento:

marcello la scala ha detto...

Davanti al denaro il codice etico é un optional di cui se ne può fare a meno