domenica 13 settembre 2015
Restituiamo all'Unesco l'inutile "targhetta" apposta sulla Valle dei Templi di Agrigento
Tutte le comunità locali che hanno avuto inserito i loro siti nella World Heritage List dell'Unesco vanno fieri di ciò. Dal polo Nord al polo Sud. Cosa che ho potuto constatare recentemente, in un viaggio in Russia, visitando l'isola di Kiji (nella foto sopra) nell'estremo nord del Paese, nel lago di Onega al confine con la Finlandia, inserita da qualche anno tra i siti Unesco.
Quell'isola è davvero un gioiellino: si tratta di un museo a cielo aperto delle antiche costruzioni russe in legno, isbe padronali o basiliche. Pensate che gli ebanisti di quella piccola cittadina, i più bravi di tutta la Russia, riuscirono a costruire nel Settecento la loro ornatissima chiesa ortodossa della Trasfigurazione con 22 cupole completamente in legno, senza usare un solo chiodo ma adoperando una tecnica ad incastro da loro inventata. Ho letto negli occhi degli abitanti l'amore per la loro isola, l'orgoglio per essere stata dichiarata patrimonio dell'umanità. Poverini, non sanno che non serve a niente. Almeno, sotto l'aspetto della tutela contro le eventuali aggressioni che venissero praticate da parte delle stesse istituzioni russe, che, però, non sono così stupide (o in malafede?) come quelle italiane, che hanno autorizzato la costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc sotto il parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento. Ciò nel totale silenzio dell'Unesco che pure l' aveva inserito nella lista del patrimonio culturale universale nel 1997. Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle che l'Unesco, malgrado i nostri accorati appelli, non ha mosso un dito per evitare l'indecoroso progetto gasiero al confine del nostro parco archeologico. Hanno fatto (come ho scritto nel mio libro che documenta gli otto anni di lotta al rigassificatore) come le tre famose scimmiette: “Non vedo, non sento, non parlo”. Ciò per quanto riguarda l'Unesco di Parigi. Invece la delegazione italiana dell'Unesco se n'è occupata. Ma è stato peggio. Il capo delegazione italiana dell'Unesco, Gianni Puglisi, aveva inizialmente fatto presente al presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro, la minaccia di cancellazione che il progetto del rigassificatore comportava per la Valle dei Templi (leggi a pag.175 del libro). Poi stranamente si è rimangiata la dichiarazione, affermando a La Sicilia del 12.12.2007 che “l'Italia è tutta un patrimonio dell'umanità a prescindere dall'Unesco e occorre rendere compatibile l'innovazione con la tutela del patrimonio. Ma le innovazioni le dobbiamo pur fare”.
Quindi a cosa serve questa inutile “targhetta” che l'Unesco ha apposto sulla Valle dei Templi di Agrigento? Propongo, pertanto, alle competenti autorità locali, regionali e nazionali di restituirla al mittente. Gaetano Gaziano presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento".
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento