mercoledì 20 aprile 2016

IL MONACO ROMITO DI LAMPEDUSA ESEMPIO ANTE LITTERAM DI MULTICULTURALISMO

Una leggenda vuole che un monaco eremita soggiornasse nella grotta, oggi dedicata al santuario della Madonna di Portosalvo di Lampedusa, che nel periodo delle incursioni piratesche si approntava ad esporre la croce o la mezzaluna a seconda che i visitatori fossero di religione cristiana o musulmana. Leggenda che, comunque, avrebbe anche un fondamento storico, tanto che il naturalista Gussone, che visitò l'isola nel 1828, così descrive questa emblematica figura: “Nel tempo che i nostri mari erano infestati dai legni barbareschi, risiedeva un eremita nella cennata cappella (quella della Madonna), al cui fianco trovasi il sepolcro di un Marabutto. L'eremita suddetto si accomadava a venerare la croce o la mezzaluna, secondo la diversa religione delle persone che vi approdavano. Da ciò il comune detto in Sicilia il romito di Lampedusa per dinotare una persona di doppia fede”. L'eremita di Lampedusa: esempio di furbizia o di vigliaccheria? Né l'una né l'altra cosa. Lo ritengo, piuttosto, un pragmatico tentativo di multiculturalismo ante litteram, di incontro non traumatico di religioni. Se le diverse fedi religiose avessero seguito nella storia l'esempio del simpatico eremita di Lampedusa, molte guerre di religione non sarebbero mai state combattute. Gaetano Gaziano.

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