domenica 7 settembre 2008

La circolare Antinoro: Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini...

Ciò che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini: dietro questa famosa pasquinata si celava il disappunto del popolo della Roma rinascimentale e papalina contro gli scempi edilizi effettuati dalla potente famiglia di Papa Urbano VIII Barberini, additata pubblicamente come i nuovi barbari.
E, allora, se avessero visto gli scempi di oggi, soprattutto quelli commessi dalle multinazionali petrolifere e dell'energia...
Il ricordo della celebre pasquinata ci riporta ai nostri giorni in cui i nuovi barbari assumono altre vesti, non meno arroganti, anzi di più, forti del loro consenso popolare. La circolare dell'assessore regionale Antonello Antinoro sulla deregulation paesaggistica ha fatto gridare allo scandalo. Su “La Repubblica” di mercoledì 3 settembre- pagine regionali- Guido Visconti, in un suo pezzo dal titolo eloquente “Dal governo regionale un attentato al paesaggio”, ha denunciato con durezza il proposito di selvaggia deregolamentazione in materia di tutela ambientale e territoriale dei nuovi governanti siciliani.
Eccomi: il vero, l'unico e inconfondibile delfino in Sicilia di Totò Cuffaro sono io, Antonello Antinoro, pronto a continuare la politica di “difesa” del territorio e del nostro patrimonio culturale operata dal mio illustre predecessore e dante causa politico!
Lo ha affermato perentoriamente il nostro ineffabile assessore regionale ai beni culturali con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana della sua prima circolare.
Per la verità, un primo, inequivocabile, biglietto di presentazione il Nostro l'aveva già esibito, allorquando aveva effettuato la “felice” sortita di volere assegnare la gestione della Valle dei Templi di Agrigento ai privati.
Dalle pagine di questo blog avevamo avvertito l'opinione pubblica, dopo la composizione della giunta di Raffaele Lombardo e dopo i tanto strombazzati propositi di risveglio dell'orgoglio siciliano, che la collocazione di Antinoro, uomo fidato di Cuffaro, all'assessorato ai bei culturali aveva il preciso scopo di controllare le sovrintendenze siciliane che potrebbero ostacolare (quando e se ne hanno voglia) il disegno neoindustriale dell'ex governatore e la strategia neocolonialista delle lobbies del Nord che hanno fiutato nel business dell'energia il vero affare degli anni Duemila e che vedono nelle sovrintendenze un possibile (anche se debole e facilmente aggirabile) ostacolo ai loro progetti.
Osserva Guido Visconti: “La schizofrenica emanazione di leggi e circolari da parte dei governi regionali di centrodestra in materia di territorio, ambiente, energia, lascia una volta di più senza fiato. La circolare di Antinoro, già definita “salva eolico”, ha un potenziale devastante”. E questa finalità si ricava chiaramente dalle “due paginette scarne ed arroganti (della circolare), con alcune citazioni di giurisprudenza scandalosamente interpretate pro domo sua”.
Ci preoccupa l'affermazione di Antinoro che, citando la Corte costituzionale, parla di tutela intesa in “senso dinamico” tendente a conciliare la salvaguardia dei beni e delle aeree vincolate con le trasformazioni d'uso a scopo produttivo e insediativo.
Questa affermazione, che si sposa con la nuova tendenza dell'ambientalismo del fare (o degli affari) attualmente di moda sia nel mondo del rampantismo di destra che di quello di sinistra, prelude all'ultimo e drammatico assalto a quel che resta delle coste e del paesaggio siciliani ancora non aggrediti.
Infatti avverte Visconti, nel suo pregevole articolo, “il vero intento ed effetto dirompente di deregulation globale è non solo verso le concessioni per la costruzione indiscriminata di impianti eolici, ma verso la definitiva cementificazione di coste e territori di pregio, verso l'installazione deregolamentata di inceneritori, eccetera” e, aggiungiamo noi, verso la costruzione di rigassificatori (uno dei quali a ridosso della Valle dei Templi) che tanto stanno a cuore a Totò Cuffaro.
Ne sono passati di anni da quando Pasquino additava all'opinione pubblica romana come nuovi barbari la potente famiglia dei Barberini. Da allora altri e più gravi scempi sono stati commessi ai danni del nostro territorio e del nostro patrimonio culturale e la recente circolare Antinoro sta tutta lì a testimoniare che le “invasioni barbariche” non sono ancora finite.
Gaetano Gaziano,
tanogaziano@yahoo.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono peggio di Attila che si arrestò davanti alla sacralità di Roma.
Hanno un solo valore: il denaro(lecito o illecito che sia)!