venerdì 1 maggio 2009
CIO' CHE SERVE AL TURISMO
Nella giornata dell'earth day (22 aprile giornata della terra) le notizie di una buona affluenza alle urne (25% circa dell'elettorato) per il referendum mi fanno ben sperare sul futuro di Agrigento famosa fino ad oggi per il suo fatalismo e la sua rassegnazione. Forse, mi dico, è arrivato il momento della caduta di quel sortilegio che ha soffocato questa città, tenendola inchiodata agli ultimi posti di tutte le classifiche nazionali. Caduta la “magaria” forse si potrà cominciare una nova fase di cittadinanza attiva che veda molti agrigentini impegnati per il riscatto di questa città, bellissima e finora reietta. Ripenso così con più ottimismo al percorso compiuto in questi due anni. Il primo atto concreto della nostra battaglia contro il rigassificatore sotto la casa natale di Pirandello e a ridosso della Valle dei Templi risale al marzo del 2007 e ci vide ideatori dell'appello degli intellettuali (primi firmatari Dacia Maraini e Rita Borsellino) con circa 200 firme che inviammo al Presidente Napolitano e all'allora Presidente del Consiglio, Romano Prodi. Da quel momento il nostro è stato un impegno continuo a 360 gradi, che non ha temuto la “solitudine” o lo scarso coinvolgimento di chi, per dovere istituzionale, avrebbe invece dovuto essere in primo piano. I silenzi assordanti di alcune associazioni o i voltafaccia indecenti di altre così come l'indifferenza dei più avrebbero potuto farci desistere. Ciò non è avvenuto e anzi alcune scelte difficili, quale la discesa in campo nelle elezioni regionali del 2008, ebbero come unico scopo, non avendo io alcuna ambizione politica, quello di portare in campagna elettorale il dibattito contro il rigassificatore a favore di un progetto di sviluppo coerente con un sito Unesco che non poteva che essere il turismo attraverso la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, dell'agricoltura e dell'industria manifatturiera leggera. Nel novembre 2008 scrissi che bisognava ritrovare la passione civile e diventare cittadini consapevoli, capaci di impegnarsi per il proprio territorio per innescare processi virtuosi di cambiamento. Certo tutto ciò sarebbe più facile se i media tradizionali facessero correttamente il loro lavoro. Invece, anche in occasione del referendum pur essendo in gioco scelte strategiche importanti, non hanno smentito la loro vocazione a schierarsi a favore dei potentati politico-affaristici, non realizzando alcun dibattito che avrebbe potuto informare i cittadini correttamente. Ciò nonostante quasi 7000 agrigentini, cittadini liberi, hanno votato no, mostrando un risveglio della coscienza civile. Detto questo, è chiaro che la soddisfazione per il risultato referendario deve servire da stimolo e spingerci a diventare coscienza critica di una classe politica spesso incapace di programmare lo sviluppo del proprio territorio.
Impedire la costruzione di un rigassificatore senza pretendere che si attui concretamente lo sviluppo turistico di questa terra sarebbe una vittoria di Pirro. Ecco perché bisogna subito iniziare una sistematica azione di stimolo perché questa città passi da città a vocazione turistica a città a sviluppo turistico. Perché ciò si realizzi è necessario che Comune, Provincia, Camera di Commercio ed Ente parco concordino sinergicamente scelte strategiche che accelerino uno sviluppo che finora è stato lentissimo tanto da legittimare, agli occhi di molti, un impianto industriale impattante quale il rigassificatore. L'Ente Parco, nato per la tutela e la valorizzazione della Valle, in tutto ciò ha sicuramente un ruolo e una responsabilità di primo piano ecco perché se non si vuole vanificare l'essenza stessa del suo esistere deve diventare l'ente promotore dello sviluppo del territorio. E' assolutamente impensabile che il turismo diventi il volano di sviluppo senza realizzare tutte quelle piccole cose che si potrebbero fare subito e quasi a costo zero ma che, invece, sono state procrastinate di anno in anno, allontanando ogni seria prospettiva di sviluppo. Intendo parlare della segnaletica stradale ormai vecchia e forviante per impedire che i turisti, anziché arrivare nella Valle, vengano dirottati altrove; della riqualificazione della passeggiata archeologica che va alleggerita del traffico pesante e diserbata e in cui vanno rifatti i marciapiedi sconnessi e resi agevoli gli accessi ai siti monumentali come la chiesa di S.Nicola. Bisogna che si attivi il semaforo di fronte al museo installato da anni e mai entrato in funzione; che si facciano finalmente i lavori nel piazzale Hardcastle (posto di ristoro), sempre annunciati e mai iniziati; che vengano aperti finalmente i parcheggi di S.Anna e Cugnovela, completati da più di un anno; che si aprano alla fruizione i siti che, restaurati, rimangono chiusi per mancanza di personale. Se non cominciamo a riqualificare i luoghi nel cuore della Valle, non ci potrà essere nemmeno la speranza di un futuro turistico per questa città. Ecco perché dico che il tempo è davvero scaduto e che tutti gli enti preposti, abbandonando il gioco dello scarica barile, si attivino per impedire che disservizi, sciatteria e incuria offuschino la bellezza archeologica e paesaggistica dei nostri luoghi allontanando inesorabilmente lo sviluppo turistico vera risorsa della nostra economia. Solo così Agrigento potrà concretizzare la sua vocazione turistica.
Caterina Busetta
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