giovedì 14 maggio 2009
Piano del parco archeologico e dintorni...
La legge regionale n.20 del 2000 istitutiva del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi indica nel piano del parco lo strumento strategico per il governo del territorio, in quanto stabilisce i modi d'uso delle tre grandi zone: archeologica, paesaggistico-ambientale e naturale-attrezzata.
Tale piano adottato dal consiglio in carica nel luglio del 2008 è, si spera, in dirittura di arrivo. E' comunque chiaro che, nell'attesa dell'approvazione del piano, alcune cose sono state fatte (nella foto sopra un recente restauro del quartiere ellenistico-romano), altre si stanno facendo, molte ancora devono essere fatte.
Curando correttamente la destinazione d'uso delle varie zone, può nascere un processo virtuoso di sviluppo sostenibile. Il piano del parco perciò costituisce una grande opportunità perché dal turismo si abbiano i massimi benefici economici e socio-culturali. In questa ottica l'offerta degli itinerari archeologici va ampliata, rendendo visitabili e fruibili luoghi al momento inaccessibili. Va creato un sistema di percorsi escursionistici con sentieri pedonabili, ciclabili, per trekking e per passeggiate equestri. Vanno infine creati sentieri di collegamento fra città e mare. L'attrazione a questo punto non sarà limitata ai templi, ma si estenderà a un sistema ambientale di grande respiro e di notevole estensione.
L'ampliamento dell'offerta degli itinerari archeologici e paesaggistici porterebbe il turista ad allungare la sua permanenza in città. Ampliare l'offerta archeologica comporta anche nuove campagne di scavi ma ciò non basta perché succede spesso che, dopo uno scavo o un restauro, tutto venga lasciato nell'abbandono, non raggiungendo l'obiettivo finale che è quello della fruizione. Il piano del parco prevede poi tutto un sistema di sentieri e di percorsi che dovrebbe permettere al turista-viaggiatore di potere camminare a piedi all'interno del parco tra archeologia e natura per chilometri seguendo l'opportuna segnaletica. In questo senso sarebbe già da valorizzare e aprire al visitatore, con piccoli lavori di sistemazione e di decespugliamento, tutto un reticolo di sentieri eccezionali. Il cardo, che da S.Nicola porta al tempio della Concordia, è sicuramente uno di questi, ma da parecchi anni ormai è sconsolatamente chiuso e inaccessibile. Un altro sentiero, anch'esso percorribile a piedi solo con piccoli aggiustamenti, è quello che dal museo archeologico porta a poggio Meta, uno dei punti panoramici più straordinari all'interno del parco. Sarebbe da attivare poi il sentiero che dal tempio della Concordia porta a casa Barbadoro e giù fino al tempio di Esculapio e poi fino al mare. I sentieri ciclabili, così come quelli equestri, esistono già come sanno bene gli appassionati agrigentini di mountain-bike e di cavalli. Questi sentieri potrebbero essere resi fruibili con un semplice restiling e con la segnaletica adeguata. Mettere mano a ciò non è difficile solo che lo si voglia e che lo si valuti come prioritario rispetto, ad esempio, ad un restauro a volte più dannoso che utile. Voglio ricordare infine che prospiciente la passeggiata archeologica, ormai famigerata per via del traffico caotico e inquinante, per la mancanza di segnaletica e per le erbacce infestanti, in prossimità del posto di ristoro ormai da più di un anno si è creato, dopo l'abbattimento dei grandi eucaliptus, tutta una porzione di terreno sconsolatamente vuota. Ricordo che il taglio degli eucaliptus suscitò allora un certo sconcerto, in quanto veniva meno quella cortina arborea che nascondeva i brutti palazzi in lontananza. Arrivarono però subito le rassicurazioni e la promessa che quegli eucaliptus sarebbero stati sostituiti da ben più pregiati ulivi e mandorli. Penso che sia arrivato il momento, finalmente, di ripiantumare la zona e approfittarne per sistemare in quel luogo panchine e tavoli in legno per permettere a quanti lo richiedono, e sono davvero tanti, la possibilità di sostare all'aria aperta, non dovendo fare come mi è capitato di vedere picnic sui muretti della via sacra, dando a tutti uno spettacolo davvero indecoroso.
Suvvia, coraggio, in fondo sono piccole cose: facciamole subito. Forse, chissà, riusciremo a migliorare un po' l'immagine di questa città e impedire qualcuna delle tante lettere-denunce che ormai quotidianamente vengono fatte anche sui giornali nazionali.
Caterina Busetta
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