venerdì 5 giugno 2009
Lettera aperta ad Angelino Alfano
Caro Ministro,
apprendo con soddisfazione la Sua dichiarazione di questi giorni: “bisogna guardare al territorio e risolvere i suoi problemi. Dopo le elezioni mi farò promotore di un'azione volta alla creazione di un tavolo con la partecipazione di tutti coloro i quali ricoprono responsabilità amministrative a tutti livelli”. Parole sacrosante, Signor Ministro. Perché, veda, senza una corretta programmazione che faccia riferimento alle risorse archeologiche, naturali e paesaggistiche, un territorio diventa facile preda per le scorrerie dei nuovi barbari che, sotto la bandiera del “progresso” e dello “sviluppo” vogliono sfruttare la nostra terra per progetti neocolonialistici di mera speculazione, senza tenere conto delle naturali vocazioni di essa, anzi stravolgendole. E in ciò sono supportati in loco da vari politici ascari per tradizione e per DNA e da coloro che si fanno promotori della politica del “fare” o meglio degli “affari”. La nostra provincia è stata consegnata, dalla schiera dei politici agrigentini (di destra e di sinistra) che l'hanno preceduta nel tempo, alle ultime posizioni delle graduatorie nazionali per reddito e vivibilità. Nella recente storia repubblicana abbiamo avuto ben 4 presidenti della Regione Siciliana. Due di loro sono ancora politici attivi. Eppure siamo gli ultimi, caro Ministro, anche rispetto alle altre province siciliane. Città come Ragusa e Siracusa e oggi anche Trapani sono rifiorite grazie alla capacità dei loro amministratori locali di sapere sfruttare adeguatamente leggi speciali, come quella per i centri storici, i fondi europei e i fondi fas. Siamo rimasti al palo per la mancanza di quelle infrastrutture indispensabili allo sviluppo, quali strade, ferrovie, porti e aeroporti e di una seria programmazione che, come in un flash-back, vorrebbe riportarci indietro di 50 anni con il miraggio di un anacronistico sviluppo industriale che a Porto Empedocle ha lasciato solo macerie . Oggi, piuttosto che pensare alla riqualificazione di quelle aree, qualcuno ci viene a proporre un nuovo progetto di industria pesante altamente inquinante e impattante, che trasformerebbe il paesaggio storicizzato della Valle, cantato dai viaggiatori del Grand Tour e rimasto intatto grazie ai 1400 ettari di parco, in un paesaggio infernale come quello di Gela, Augusta e Priolo. Alcune menti “raffinate”, quindi, mancando una programmazione, hanno ipotizzato che la nostra provincia diventi la pattumiera d'Europa, con la realizzazione di un inceneritore a Casteltermini, una mega-discarica ad Aragona, un rigassificatore a Porto Empedocle e perfino una centrale nucleare come suggerito da qualche nuovo ascaro di recente nomina politica. Ecco perché la Sua proposta, caro Ministro, giunge quanto mai opportuna e necessaria e ci fa guardare con più ottimismo al futuro di questa terra. Lei, Signor Ministro, ha cultura, capacità e lungimiranza, tali da potere indirizzare questa provincia e questa città verso scelte coerenti con un sito Unesco per un riscatto economico e sociale tanto atteso e non più procrastinabile, se non si vogliono defraudare le future generazioni anche della speranza. I nostri beni culturali, il nostro mare, la nostra agricoltura e un'industria manifatturiera leggera devono diventare la vera ricchezza del nostro territorio ma è necessario che politici, burocrati, enti, associazioni e cittadini attivino un processo virtuoso di sviluppo che, nell'interesse collettivo, soddisfi anche le legittime aspettative di benessere e sviluppo individuale. Una svolta in questa terra è possibile e Lei, caro Ministro, può ancora darla.
Cordiali saluti, Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
tanogaziano@yahoo.it
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