venerdì 16 novembre 2012

NON VOTATE BERSANI! E' IL PADRINO DEL RIGASSIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI".

Alle Primarie del PD non votate Bersani. E' il padrino del rigassificatore "Valle dei Templi di Agrigento", da lui voluto quand'era ministro dell'Economia nel Governo Prodi e mentre Angelo Capodicasa era viciministro alle Infrastrutture. I due compari rigassificatoristi, dopo avere contribuito a relegare la provincia di Agrigento nelle ultime posizioni delle classifiche economiche italiane, si sono presentati con il regalo del rigassificatore a 800 metri dall'abitato di Porto Empedocle e a mille metri dalla Valle dei Templi di Agrigento, mentre i più grandi esperti al mondo di sicurezza e aniterrorismo, come il prof. Richard Clarke- cosulente di tre presidenti americani-, consigliano di costruirli il più distante possibile dai centri abitati. Ricordatevene il 25 novembre e il 2 dicembre. I possessori di media on line sono pregati di rilanciare questo appello. Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento. .

13 commenti:

Kalos ha detto...

Tutti, in virtù dei nostri diritti fondamentali, possiamo esprimere pareri ed opinioni, ma la matematica è un'altra cosa. I templi distano almeno 3,5 Km dall'impianto di rigassificazione in costruzione a Porto Empedocle

Gaetano Gaziano ha detto...

Infatti, siccome la matematica non è un'opinione, il confine sud occidentale del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento dista esattamente 1140 dal costruendo ignobile rigassificatore (misurazione dell'ufficio tecnico dell'ente parco).
Comunque un'eventuale esplosione di uno dei megacisternoni da 160 mila mc.di LNG non solo non preserverebbe Porto Empedocle che dista appena 800 metri e la Valle dei Templi, ma neppure la stessa città di Agrigento che dista solo 7 km in linea d'area. Ricordate i danni (anche di vite umane)che ha provocato l'esplosione di una cisterna di appena 30 mc. di gas a Viareggio?
Meditate gente e, soprattutto, non votate Bersani!

Kalos ha detto...

Ad Agrigento, e questa è una mia opinione, vigge come regola non scritta "l'immobilismo". Fermi tutti, che nessuno si muova. Il monumento simbolo della nostra capitale, il colosseo, è usato come rotatoria. Ad Agrigento, solo a breve si arriverà a definire il progetto per la passerella che permetterà di fruire, in modo non frammentato, di tutta l'area archeologica. Oggi, tra virgolette (perchè chi ha detto queste parole non gode della mia simpatia), non possiamo fare gli schizzinosi. E' meglio "morire di lavoro" che "morire di fame". Possono sembrare parole forti, e sicuramente lo sono, ma la realtà è questa. Però, prendendo sempre spunto dalla staticità locale, possiamo dire: se non facciamo niente non rischiamo niente. Il tragico episodio di Viareggio, non può minimamente essere accostato al rigassificato di P.E. perchè incidenti ferroviari ne succedono in continuazione, potrebbe citare altri incidenti in impianti simili per vedere che impatto hanno avuto sul luogo circostante. Neanche con difficili equazioni potremmo stabilire se lo scoppio di un impianto di rigassificazione preserverebbe o meno Agrigento.
Per la cronaca, in linea d'aria, la mia abitazione è la più vicina all'impianto.
Rispettosamente
Calogero Verruso (ex alunno della Prof.ssa Busetta)

giovanna ha detto...

povero Kalos, costretto a scegliere tra due opzioni orribili: morire di lavoro o morire di fame. Povero perché nella sua vita nessuno gli ha mostrato la strada di una terza possibilità che pure noi possediamo certamente : rispettare la natura e la bellezza e vivere dei guadagni di un turismo spettacolo della nostra meravigliosa terra!

Kalos ha detto...

I sogni son desideri....
Dopo secoli di "immobilismo", si muove qualche cosa e subito non va bene. Il mio "meglio morire di lavoro piuttosto che di fame" era una frase provocatoria. Facciamolo il turismo, se ne siamo capaci. Però, prima di criticare le iniziative di altri dobbiamo portare avanti le nostre.

Gaetano Gaziano ha detto...

Posso capire le esigenze del giovane Kalos.
Però quando si afferma facciamo qualsiasi cosa purché assicuri lavoro significa fare il gioco dei poteri forti che vogliono realizzare al Sud industrie inquinanti con la promesa dei posti di lavoro.
E poi va a finire come a Termini Imerese, dove la Fiat, dopo avere devastato uno dei siti più belli al mondo per paesaggio e per patrimonio storico-archeologico, ha chiuso i battenti (pur avendo usufruito per molti anni degli aiuti di Stato), lasciando nella disperazione migliaia di lavoratori e loro famiglie.
O come a Taranto, dove la più grande acciaieria d'Europa ha creato migliaia di morti per tumore o di nati malformati.
E' da criminale mettere la gente nella condizione di dover scegliere tra disoccupazione o lavoro e morte.

Maori Padre ha detto...

Scegliere tra lavoro e morte. Per quanto orribile possa essere questa scelta purtroppo e' gia' realta' in quei Paesi che formano l'acronimo "PIGS" e che include anche l'Italia, ed e' la prima fase di un progetto ancora piu' ampio. La seconda, gia' sperimentata dalla FIAT a Pomigliano, e che fra non molto credo si estendera' a tutte le aziende Italiane, sara' quella di imporre condizioni di lavoro draconiane, ed infine la terza fase costriggera' i lavoratori ad accettare salari piu' bassi. L'obiettivo finale sara' quello di ottenere uno sviluppo economico basato in larga parte sulla grande quantita' di manodopera a basso costo reperibile.
Insomma tale e quale come la Cina.
Quindi rassegnatevi, fra non molto "tutti Cinesi".

Kalos ha detto...

Il mio "meglio morire di lavoro che di fame", ha forse tratto in inganno su quale fosse il mio reale pensiero. Io, se pur nella mia breve permanenza su questa terra (ho 36 anni), ho sempre sentito critiche rivolte alle inizitive imprenditoriali e anche in questa caso (impianto di rigassificazione) non ci siamo smentiti. Cari signori, vi siete, con sacrifici, creati un posizione, chi nella libera professione e chi nell'impiego. L'imprenditoria è un'altra cosa. Ad Agrigento si faccia turismo. Chi dice questo, a mio avviso, non capisce di cosa sta parlando, di ciò che ci vuole per mettersi in proprio e fare crescere un'azienda nel mercato. Non voglio osannare una iniziativa che darà, indotto compreso, 100 posti di lavoro, voglio semplicemente far notare con quale spirito "accogliamo" chi ha intenzione di realizzare qualche cosa.

Gaetano Gaziano ha detto...

Voglio dire a Kalos che a chi si presenta con iniziative imprenditoriali tendenti a sfruttare il turismo e le nostre risorse culturali noi diamo il benvenuto.
A chi si presenta con iniziative che devastano il nostro territorio e mettono rischio la sicurezza dei cittadini (come è successo a Taranto, Gela, Ragusa, Priolo eccetera) anche se offrono posti di lavoro (decine o centinaia non importa) noi li invitiamo con tutto il garbo possibile a tornarsene a casa.

Maori padre ha detto...

E io vorrei fare una domanda a Kalos: seguendo i tuoi ragionamenti ho l'impressione che tu saresti anche disposto ad accettare con piacere una ILVA, tipo quella di Taranto, a Porto Empedocle. Mi sbaglio o no.

kalos ha detto...

C'è una differenza enorme tra l'impianto della ILVA di Taranto con quello del Rigassificatore. La mia voce si è levata contro una vostra convinzione e subito mi avete dato contro, ma nessuno mi ha citato un incidente nei vari impianti di rigassificazione sparsi nel mondo.

Massimiliano ha detto...

1944 Deposito della Ohio Gas, Cleveland USA

I serbatoi del deposito di LNG cedono disperdendo all’esterno il loro contenuto. Le esplosioni devastano il terreno attorno all’impianto per un miglio quadrato. Per vent’anni non si costruiranno più impianti di rigassificazione.

1964 LNG Methan Princess

Durante il carico al terminal di Arzew, Algeria, un fulmine colpisce la gasiera provocando un incendio.

1965 LNG Jules Verne

Del GNL viene sversato durante il carico provocando la frattura della cisterna e della piattaforma.

1972 Montreal Canada

Esplosione durante l’operazione di rigassificazione causata dal rilascio dell’azoto utilizzato. L’innesco è causato dalla sigaretta di un operatore.

1973 Terminale di rigassificazione di Staten Island USA

Durante la riparazione di un serbatoio vuoto, capace di contenere 100.000 m3 di GNL del terminale scoppia un incendio che provoca il crollo del serbatoio dove stava lavorando una squadra di operai.

1982 Impianto di liquefazione di Bontang Indonesia
In porto, poco prima dell’inizio del carico

A causa del forte vento (circa 80 km/h) una metaniera si sgancia dal terminale. Anche se le operazione di carico non erano ancora cominciate del GNL si disperde.

1983

Esplosione causata dalla rottura di uno scambiatore di calore

2004 Impianto di liquefazione della Sonatrach, Skikda Algeria

27 morti, 74 feriti

Una fuga di LNG provoca lo scoppio del più grande impianto petrolchimico algerino. Il gas fuoriuscito esplode a contatto con una caldaia e provoca una serie di esplosioni a catena. Solo uno dei quattro “treni” in funzione in quel momento non esplode. Vengono infranti i vetri nelle abitazioni site in un raggio di 6 miglia. Gli abitanti della vicina Skikda scendono in strada convinti di essere stati vittime di un terremoto. L’incendio viene domato dopo otto ore. L’esplosione distrugge tre delle sei unità di liquefazione ma, per fortuna, non provoca danni ai serbatoi di GNL.

Cito l'ultimo, sapendo che l'impianto non era di rigassificazione ma di liquefazione, per dire che erano comunque presenti dei serbatoi di GNL

Gaetano Gaziano ha detto...

Grazie Massimiliano!
Hai dato un notevole apporto di conoscenza sulla questione dei rischi connessi agli impianti di rigassificazione.