mercoledì 4 dicembre 2013

Mia relazione su "Il paesaggio della Valle dei Templi e il rigassificatore"

Pubblico qui di seguito la relazione che ho tenuto il 22 novembre nell'Aula Magna del Rettorato dell'Università di Palermo (Palazzo Steri-Chiaramonte) su "Il paesaggio della Valle dei Templi di Agrigento e il rigassificatore". RELAZIONE DI GAETANO GAZIANO (secondo a destra nella foto): L'art. 9 della Costituzione Italiana dispone che “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Questo è uno dei tanti articoli disattesi della nostra carta fondamentale dei diritti. Non è stata ancora pienamente attuata e c'è pure chi pensa di modificarla a colpi di maggioranza di parlamentari che nessuno ha eletto ma che stanno a Roma per grazia ricevuta. Nella vicenda dell'ignobile progetto del rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco, questo articolo non solo non è stato applicato ma è stato addirittura calpestato. Come è stato possibile tutto ciò? E' stato possibile per la concomitanza di diversi fattori negativi e contraddittori sotto l'aspetto amministrativo, politico e mediatico. Sotto l'aspetto amministrativo va ricordato che tutta la procedura autorizzativa si basa sul contraddittorio nulla osta della soprintendente ai bb.cc. di Agrigento del tempo che, dopo avere affermato che l'impianto di rigassificazione e quello del gasdotto di collegamento sorgeranno in territorio sottoposto a vincoli paesaggistici, archeologici e idrogeologici, ha sorprendentemente rilasciato il proprio parere favorevole sottoponendolo a risibili condizioni di cromature e schermature. Come dire date una mano di ocra alle megacisterne da 320 mila mc. e alla torre torcia di 40 metri e ricoprite di frasche il gasdotto così si uniformeranno ai templi dorici e in questo modo la tutela del paesaggio e del patrimonio archeologico è salva. Non sappiamo quanto quel parere fosse in buona fede. Sappiamo però che quella soprintendente ebbe a dichiarare al giornalista del Manifesto Massimo Giannetti, che realizzò proprio un coraggioso articolo-inchiesta sul rigassificatore, anticipando possibili collusioni con la mafia (che poi si sono rilevate realistiche), “io adoro Totò Cuffaro”, che ha fortemente voluto questo impianto gasiero. Il territorio sottoposto a vincoli è la zona “Caos” di Agrigento nella parte sud-ovest della città, dove insiste la casa natale di Luigi Pirandello. Facendo una passeggiata dalla casa natale al cippo funerario dove sono conservate le ceneri del grande drammaturgo agrigentino si arriva ad una terrazza a mare, con una vista mozzafiato, dalla quale Pirandello ammirava le “argille azzurre e il mare africano”. Affacciandosi da quella terrazza oggi si può toccare con mano l'area dove dovrebbe sorgere l'ecomostro. Se non ci fosse stato quel nulla osta spregiudicato, del rigassificatore oggi non si parlerebbe più e il progetto sarebbe definitivamente archiviato. Il guaio nostro è che i grandi magnati dell'industria italiana sia privati che pubblici (i cosidetti Boiardi di Stato) sono di raffinata cultura classica e come tali amano i siti archeologici e paesaggisti di grande pregio. E la Valle dei Templi di Agrigento certamente lo è. Tanto da essere decantata già dai viaggiatori del Grand Tour del Settecento e dell'Ottocento, come Goethe e Maupassant e dai pittori vedutisti come Jean Houel e Dominique Vivant de Non. Oggi sono i Boiardi di Stato di Enel ad essere tanto innamorati della Valle da volerla abbellire costruendo un rigassificatore al suo confine, la cui torre torcia potrebbe diventare secondo qualcuno un'opera di architettura moderna (come dirò più avanti). Questo per la Valle dei Templi è un amore antico. In passato si innamorò della Valle il management della Fiat. I capannoni della Fiat che poi sono stati costruiti e Termini Imerese, altro importante sito archeologico oggi ridotto a cimitero industriale, si sarebbero dovuti costruire sotto il tempio della Concordia di Agrigento alla fine degli anni Cinquanta. E guardate che non vi sto raccontando una favola metropolitana: fino a qualche anno fa i terreni della piana di San Gregorio (per intenderci il pianoro della Valle da cui Papa Wojtila lanciò l'anatema contro la mafia) erano intestati alla Fiat e solo di recente sono stati accatastati all'ente parco archeologico e paesaggistico di Agrigento, istituito negli anni duemila. Disse no a quel progetto altrettanto ignobile il soprintendente del tempo, Pietro Griffo. E fu irremovibile malgrado le forti pressioni della politica e delle lobby. Quel soprintendente aveva, per dirla con il nostro premier Letta, le "balls of iron". E le aveva veramente. Non se le autoattribuì. E non è facile trovarne ai giorni nostri. Venuti a conoscenza del “regalo” che stavano per fare ad Agrigento e alla sua provincia ci siamo subito attivati per tentare di bloccarlo. Ad Agrigento, purtroppo non c'è una popolazione tipo quella del NOTAV della Val di Susa e neppure quella del NOMUOSS di Niscemi. La nostra è gente prevalentemente conservatrice ed acquiescente. Ma esiste per fortuna un nucleo di persone abbastanza “toste”, di “tenace concetto” per dirla con Leonardo Sciascia, che subito disse “questa vergogna non può passare”. E visto che siamo allo Steri mi piace ricordare che quando Sciascia parlò di “ uomini di tenace concetto” si riferiva a a Fra' Diego La Matina, il frate racalmutese rivoluzionario di cui parla nel suo libro “Morte dell'Inquisitore”, che fu processato dal Tribunale dell'Inquisizione proprio in questi locali nel 1658 e che strangolò l'inquisitore De Cisneros, con la catena che gli legava i polsi. Più tenace di così... Ma torniamo al rigassificatore: come bloccare questo ignobile progetto? Ci siamo rivolti in prima battuta ai politici agrigentini ovviamente. Tempo perso: serve all'Italia e porta occupazione (dicevano e dicono). Perché vedete, i nostri politici ci vogliono bene: hanno acconsentito di allocare nel territorio provinciale di Agrigento ben quattro insediamenti che a loro dire portano occupazione e benessere: un termovalorizzatore (rectius un inceneritore) a Casteltermini, una megadiscarica ad Aragona, un rigassificatore a P.Empedocle sotto la Valle dei Templi, una centrale nucleare a Palma Montechiaro, che per il momento non si fa più perché nel frattempo c'è stato il referendum. Perché dico “almeno per il momento”, perché i risultati referendari come i cibi in scatola hanno una scadenza. Passati i 5 anni di validità dell'esito referendario i vari Chicco Testa, presidente “emerito” nazionale di Legambiente (poi transumato ad Enel) torneranno alla carica a parlare di centrali nucleari. Allora scartati i politici ascari, pensavamo di rivolgerci ai sindacati. Ci abbiamo subito rinunciato. Vi dico solo che l'attuale assessore regionale all'ambiente (all'ambiente non all'industria) è l'agrigentina Mariella Lo Bello che da segretario della CGIL di Agrigento mandò i sindacalisti degli elettrici a protestare sotto le finestre del Sindaco di Agrigento,che era contrario al rigassificatore, con tutto l'armamentario delle proteste forti: bandiere, striscioni, fischietti, tamburi e anche megafoni per gridare che il rigassificatore porta progresso e occupazione. Scartati anche i sindacati, abbiamo pensato di rivolgerci agli enti e alle associazioni che hanno come finalità istituzionali la tutela, il recupero e la fruizione dei beni paesaggisti e culturali. Chi, meglio di loro, poteva darci una mano a contrastare l'ignobile progetto? Siamo andati a bussare all'Unesco, che nel 1997 inserì il parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento nella World Heritage List, nella lista cioè dei beni culturali e paesaggistici patrimonio dell'umanità, e che addirittura ha delimitato la zona “Caos” dove dovrebbe sorgere il rigassificatore come buffer zone (zona di rispetto) del parco archeologico. Tempestai di mail il direttore generale della World Heritage List che è un italiano, l'architetto Francesco Bandarin. Dopo molti mesi mi ha inviato una mail, o meglio mi ha inviato per conoscenza la mail che aveva inviato a un tal Metchild Rossler scrivendogli “For your action”, cioè “occupatene tu”. Questo “signore” mi ha informato che era il responsabile Unesco per il patrimonio europeo e del Nord America e quindi, dati i suoi molteplici impegni, doveva trovare il tempo per occuparsi della Valle dei Templi. Non se n'è mai occupato. Se ne occupò invece il prof. Giovanni Puglisi, capo della delegazione italiana dell'Unesco, che indirizzò in data 27 aprile 2007 una bellissima lettera a Totò Cuffaro, allora governatore della Sicilia, scrivendo “Caro Governatore, guarda che il rigassificatore potrebbe mettere a rischio la permanenza della Valle dei Templi nella World Heritage List dell'Unesco”. Solo che qualche mese dopo, esattamente il 12 dicembre 2077, in un'intervista rilasciata al quotidiano “La Sicilia” di Catania, ebbe a dichiarare “l'Italia è tutta un patrimonio dell'umanità, a prescindere dall'Unesco. Ma sappiamo anche che non si può ingessare l'Italia. Si deve rendere compatibile l'innovazione con la tutela del patrimonio, ma le innovazioni dobbiamo pur farle”. Allo stesso modo l'allora presidente nazionale del Fai Giulia Maria Mozzoni Crespi, sempre sollecitata da me via internet, scrisse una bellissima lettera a Totò Cuffaro, chiedendogli di fare da agrigentino un “gesto d'amore” verso la sua terra perché il rigassificatore, oltre che a deturpare irreversibilmente il paesaggio della Valle dei Templi, avrebbe segnato il de profundis per l'economia agrigentina. Dopo solo tre mesi la signora, facendo, come lei stessa ebbe a dire, “un allargamento di riflessione” (che noi chiamiamo molto più prosaicamente un voltafaccia) dichiarò che il rigassificatore si poteva realizzare e che anzi la torre torcia alta 40 m., poteva diventare un'opera di architettura moderna, naturalmente con la consulenza del Fai. Non si fa niente per niente! Ma se avessimo dovuto fare affidamento su politici, sindacati e associazioni di tutela a quest'ora il rigassificatore sotto la Valle dei Templi l'avrebbero bello che costruito. Esistono per fortuna in Italia i rimedi giurisdizionali. Ci siamo rivolti quindi al Tar del Lazio. Quando dico ci siamo rivolti mi riferisco agli enti, alle associazioni e ai soggetti individuali che hanno fatto ricorso. Una ventina circa in tutto. Cito a memoria: la mia associazione ovviamente, il sindaco di Agrigento, Confimpresa-Euromed dell'amico Alessio Lattuca, che ho scoperto con piacere essere uno dei partners della cooperativa Korai e uno degli sponsor di questo interessante e lodevole convegno sul paesaggio, l'associazione “Il Cerchio” che gestisce il parco letterario pirandelliano dell'amico Dino Barone, Italia Nostra, Codacons, Arci, Legambiente ed altri. Non si sono costituiti la delegazione italiana dell'Unesco né il Fai. Il Tar Lazio ci ha dato ragione assumendo come motivo assorbente di tutti gli altri il fatto che, nella procedura autorizzativa del rigassificatore e del gasdotto, non era stato coinvolto il Comune di Agrigento, pur attraversando il gasdotto di collegamento il suo territorio, la zona “Caos”, per cui annullò il decreto regionale dell'assessore all'industria, Marco Venturi. Il Tar molto correttamente, al di là di questo motivo procedurale, osservò pure che l'impianto avrebbe interessato un territorio di grande pregio sotto l'aspetto paesaggistico ed archeologico come la Valle dei Templi. Il Consiglio di Stato ha ribaltato quel giudizio con una decisione bizantina che non ha precedenti, credo, nella giurisprudenza italiana. Ha affermato cioè che il decreto di autorizzazione riguarda solo il rigassificatore che sorgerà in territorio del Comune di Porto Empedocle e non anche il gasdotto di collegamento tra il rigassificatore e la rete nazionale del gas che invece interessa il territorio del Comune di Agrigento. E' un'enormità Si è dovuto arrampicare sugli specchi. Basta leggere, infatti, il dispositivo del decreto del 22 ottobre 2009 dell'assessore regionale Marco Venturi che così recita: “La società Nuove Energie s.r.l. è autorizzata a costruire ed esercire un terminale di ricezione e rigassificazione di gas naturale liquefatto (GNL) situato nel Comune di Porto Empedocle con relative opere marittime portuali e gasdotto di collegamento alle rete nazionale del gas”. Più chiaro di cosi..... Ma tant'è il Consiglio di Stato ha deciso in questo modo (sic transit gloria mundi). Ma noi non ci siamo arresi! La mia associazione “Salviamo la Valle dei Templi”, unitamente a Confimpresa-Euromed e all'associazione “Il Cerchio”, che gestisce il parco letterario Luigi Pirandello di Agrigento, ha presentato una denuncia alla Commissione Europea, per palese violazione dell'art. 107, paragrafo 1, del Trattato Europeo, che fa espresso divieto degli aiuti di Stato, e dell'art. 119 che garantisce e tutela il principio della libera concorrenza tra le società degli Stati membri. In cosa consistono questi aiuti di Stato? Una delibera dell'Autorità Italiana del 2005 stabiliva che alle aziende che realizzino nuovi rigassificatori spetterà in caso di mancato funzionamento l'80% dei ricavi di riferimento all'anno, per vent'anni. Fattore di garanzia lo definisce l'Autority del Gas. Ed è un bel fattore! Dato che per Porto Empedocle i ricavi di riferimento sono stimati in 3 miliardi di euro l'anno (seimila miliardi delle vecchie lire), il fattore di garanzia in caso di mancato funzionamento sarebbe di circa 2,5 miliardi di euro l'anno che graverebbero sul sistema tariffario nazionale, cioè sulle nostre bollette. Ecco dove sta tutto il business. La Commissione Europea a seguito delle nostra denunce supportate (bisogna dirlo) dalle interrogazioni di Rita Borsellino e di Sonia Alfano, ha invitato il governo italiano a sospendere gli aiuti di Stato ai rigassificatori. L'Autority del gas ha sospeso gli aiuti di Stato con una nuova delibera del 2012. Malgrado ciò Enel non ha ancora deciso di abbandonare l'ignobile progetto, mentre altre multinazionali l'hanno già fatto, come la British Gas per Brindisi, la Shell per Priolo, la Gas de France per Porto Recanati. Tra l'altro nel frattempo è cambiato il mercato mondiale del gas dopo la scoperta dello shale gas, una nuova tecnica estrattiva del gas dalle rocce, per cui c'è un enorme surpuls di gas nel mondo che ha portato addirittura Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, che nel 2008 aveva dichiarato che il nostro Paese resterebbe al freddo e al buio senza i rigassificatori, ad affermare in audizione al Senato che l'hab dei rigassificatori non è più necessario. Tuttavia Enel incredibilmente insiste a volere realizzare il progetto, anzi ha cominciato i lavori, anche se il rigassificatore non serve al nostro Paese e serve solo a Enel per quei benedetti o maledetti aiuti di Stato, perché l'Autority ha sospeso non abolito gli aiuti di Stato. Loro pensano (suppongo) lasciamo andare via tutti gli altri e poi faremo in modo che vengano ripristinati gli aiuti di Stato (non per niente sono poteri forti). Ma, per fortuna, come si suol dire, c'è un giudice a Berlino. Nel nostro caso c'è un giudice a Palermo. Recentemente la DDA di Palermo ha sequestrato un'area del rigassificatore e risultano indagati l'amministratore delegato di Nuove Energie-Enel e un capo cantiere con pesanti sospetti di collusioni con la mafia. Nel loro Codice Etico sta scritto a chiare lettere “Per la nostra azienda la REPUTAZIONE è il principale valore immateriale essenziale” Già la loro reputazione economica è completamente compromessa dopo che le società di rating (come Moody's e Standard&Poor's) hanno declassato Enel al rating di 3B-. Ciò vuol dire che i loro titoli sono considerati nel mondo come “junk bonds”, “titoli spazzatura”. Tentino almeno di salvare la reputazione morale che oggi è pesantemente intaccata dall'indagine della DDA di Palermo. Possono ancora farlo, abbandonando l'ignobile progetto del rigassificatore al confine della Valle dei Templi di Agrigento. Così terranno fede al loro Codice Etico e il Mondo della Cultura gliene ne sarà profondamente grato. Come io sono grato a voi che mi avete ascoltato con tanta pazienza e cortesia. Grazie! Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento".

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Buono e abbondante: l'ho letto tutto d'un fiato!
Un excursus appassionato e "dalla memoria lunga", in un'isola fatta di <>, ascari, cuor d'asino, doppiogiochisti e rustica progènie.
-ac

Anonimo ha detto...

aggiunta:
avevo scritto, tra l'altro, in un'isola fatta di "non ricordo più" (...)
-ac

Unknown ha detto...

complimenti dott gazziano
un bellissimo e esauriente riepilogo di quanto successo in questi anni
la condivido

Maori padre ha detto...

Così è (se vi pare) ultimo atto:
“Interviene così Laudisi, dopo una risata, che dice, con uno sguardo di sfida derisoria: "Ed ecco, o signori, come parla la verità! Siete contenti?".
Pirandello (guarda caso proprio lui) nel Lauditi già allora descriveva personaggi tipo la soprintendente, Lo Bello, Bandarin, Crespi e altri benemeriti bugiardi.

giovanna grisafi ha detto...

ottimo Gaetano!
Adesso copio e incollo la tua storia del Rigassificatore tra i miei documenti da conservare, non si sa mai possa servire per qualche altro ricorso!