mercoledì 12 novembre 2014
LA DIRETTIVA UE SUL RISPARMIO ENERGETICO SCORAGGIA LA COSTRUZIONE DI NUOVI RIGASSIFICATORI
L’Italia ha recepito la direttiva europea sul risparmio energetico n.27 del 2012. Il decreto legislativo di recepimento è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale ed è entrato in vigore il 19 luglio di quest’anno.
Con questa direttiva sono stati fissati importanti obiettivi di risparmio da raggiungere entro il 2020. Il relatore della direttiva, il parlamentare europeo dei Verdi Claude Turmes, ha ricordato, tra l’altro, che le importazioni di petrolio e gas sono oggi la principale voce di trasferimento di ricchezza dalla UE 27 paesi al resto del mondo. Se nel 1999 i paesi della UE spendevano poco più di 84 miliardi di euro per le importazioni energetiche, cioè circa l’1% del Pil, nel 2011 questa cifra è aumentata di sei volte: oltre 488 miliardi di euro, pari al 3,9 del Pil dell’Unione. L’obiettivo, pertanto, della riduzione dei consumi energetici può essere realizzata, se non si vuole dipendere eternamente dai paesi produttori di fonti fossili, privilegiando le fonti rinnovabili, come del resto ha sottolineato lo stesso amministratore delegato di Enel, Francesco Starace(vedi post precedente). La direttiva Ue si muove proprio in questa direzione. Non per nulla il decreto legislativo, che ha recepito la direttiva europea, all’art.11 attribuisce specifiche competenze all’Autorità per l’energia e il gas “al fine di sostenere l’efficiente diffusione delle fonti rinnovabili”. Queste considerazioni, unitamente all’analisi che fanno gli esperti del settore energetico, che è diventato antieconomico produrre gas acquistandolo all’estero e rigassificandolo in loco, fanno propendere per il più che probabile abbadono da parte di Enel del progetto del rigassificatore di Porto Empedocle.
Gaetano Gaziano presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento
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