domenica 22 novembre 2015
Rigassificatore nella Valle dei Templi: disastro ambientale e "disastro culturale"
Ha fatto scalpore il recente fatto di cronaca del furto al museo civico di Castelvecchio di Verona di 17 tele che raffigurano alcuni autentici capolavori dell'arte universale, dal Mategna a Pisanello dal Tintoretto a Rubens e altri ancora.
E' stato correttamente osservato che per la tutela dal patrimonio artistico non esistono norme speciali: per chi ruba un Mantegna è prevista la stessa pena per chi ruba una bicicletta. A tal proposito il magistrato Paolo Maddalena suggerì, in passato, la creazione del reato di “disastro culturale”, alla stregua del reato disastro ambientale, contemplato nel codice dei beni culturali.
Intanto il mondo della cultura, quella dei talk show e quella dei salotti, tace sul tentativo di “disastro culturale” operato con la progettazione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine della Valle dei Templi di Agrigento, sito Unesco.
Se questo “reato” non è stato consumato non lo si deve alla cosiddetta cultura istituzionale (del ministero e della soprintendenza ai bb.cc.) che anzi ha avallato con i propri indecorosi nulla osta la costruzione di un ecomostro in zona archeologica, lo si deve a qualche coraggioso donchisciotte agrigentino che ha messo il proprio impegno e le proprie risorse per fare i ricorsi giurisdizionali che hanno sospeso i lavori del rigassificatore, ma non li hanno bloccati.
Per quanto riguarda maîtres à penser di casa nostra: silenzio tombale. Mutu cu sapi 'u iocu, diciamo in Sicilia. C'era stata per la verità qualche timida presa di posizione contraria da parte del cosiddetto mondo della cultura e dell'ambientalismo, quello con l'aureola, subito rientrata: folgorazione sulla strada del rigassificatore! Del resto Enel, che dovrebbe costruire il rigassificatore al confine del parco archeologico di Agrigento, è specialista in “folgorazioni”, come si sa.
Questo non è il primo tentativo di “disastro culturale” perpetrato in danno della Valle dei Templi di Agrigento. Già negli anni Cinquanta fu predisposto il progetto di costruire i capannoni della Fiat sotto il tempio della Concordia, quelli che saranno costruiti poi nella piana di Termini Imerese, anch'essa ricca di storia e di archeologia, oggi trasformata in cimitero industriale.
Quell'ignobile tentativo di aggressione alla Valle dei Templi fu sventato da Pietro Griffo, il soprintendente (con gli attributi) ai bb.cc. di Agrigento del tempo. Questo episodio ho raccontato nel mio libro “La Valle dei Templi 'cancellata' per decreto-Otto anni di lotta all'arroganza dei poteri forti” e l'ho ricordato in una mia relazione tenuta nell'aula magna del rettorato dell'Università di Palermo, ubicati negli splendidi locali dello Steri Chiaramonte, nel contesto di un convegno sulla tutela dei beni culturali. Il testo della relazione può essere letto nel mio blog. Questo il link http://busetta.blogspot.it/2013/12/mia-relazione-su-il-paesaggio-della.html
La proposta della creazione del reato di “disastro culturale” è interessante ma poi chi lo applica, se il fattaccio viene commesso dalle cosiddette istituzioni culturali ufficiali nel silenzio degli intellettuali salonniers?
Gaetano Gaziano
presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
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