lunedì 18 luglio 2016

PERCHE' VOTERO' "NO" ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE RENZI-BOSCHI-VERDINI

Quella di Renzi-Boschi-Verdini è una riforma pasticciata e peggiora la vita istituzionale del Paese piuttosto che migliorarla (che poi dovrebbe essere lo scopo principale della riforma). Qualcuno (leggi Cacciari ed altri) ammette che la riforma non va bene per molti aspetti, ma voterà “Sì”, perché è meglio di niente. Ma che ragionamento è? Che vuol dire “meglio di niente”? La Costituzione vigente sarebbe niente? Se lo chiede uno che di diritto costituzionale s'intende. Mi sono laureato, infatti, con tesi in diritto costituzionale presso l'Università di Palermo e il mio professore è stato Franco Restivo, illustre costituzionalista, eletto all'Assemblea Costituente, che oggi si rivolta sicuramente nella tomba a leggere questa presunta riforma. E siccome mi piace fondare il mio “No” su argomenti sostanziali e non sull'aspetto collaterale di mandare a casa Renzi e la Boschi (che poi non sarebbe un guaio per gli italiani,anzi), comincio con l'argomento principe della riforma: l'abolizione del Senato (tornerò in seguito sugli altri argomenti, di tempo ne abbiamo fino a novembre). Questa è una bella bufala: il Senato non viene abolito ma solo ridotto nel numero dei suoi componenti. Da 315 passerebbe a 100 senatori. Non eletti ma nominati dai consigli regionali in contrasto con il principio fondamentale che “la sovranità appartiene al popolo”. Inoltre c'è pure una palese contraddizione tra il 2° comma del nuovo art. 55 che prevede che “Le leggi che stabiliscono le modalità di elezione delle Camere…..” quindi anche del Senato e il 2° comma del nuovo art. 57 che prevede che “I consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e Bolzano eleggono, con metodo tradizionale, i senatori tra i propri componenti...”. Ma è impropria in questo caso l'espressione “eleggono”, avrebbero dovuto scrivere “nominano”. Delle due una: o i cosiddetti riformatori non conoscono la lingua italiana o imbrogliano. Propendo per la seconda ipotesi. E poi che ci stanno a fare in questo Senato, che doverebbe essere espressione delle realtà regionali, i senatori nominati dal Presidente della Repubblica e, soprattutto, i senatori a vita oggi in carica? Che ci azzeccano? E' stato un regalo a Giorgio Napolitano, “padre nobile” di questa riforma? Non se ne può fare proprio a meno? Un'altra chicca di questa riforma è quella di attribuire al Senato, proiezione delle Regioni, competenze in materie europee. Sarebbe come affidare la politica estera ai sindaci. Geniale. La verità è che se una riforma doveva essere fatta doveva prevedere, secondo l'opinione dei più, e tra questi anche illustri costituzionalisti, il dimezzamento dei parlamentari (deputati e senatori), il dimezzamento delle relative indennità e l'abolizione dei vitalizi. Per fortuna il popolo italiano ha ancora la grande opportunità di bocciare in autunno la rifoma Renzi-Boschi-Verdini. Gaetano Gaziano.

Nessun commento: