domenica 28 settembre 2008

Familismo amorale nelle stanze del potere siciliano


Esattamente 50 anni fa il sociologo americano Edward C. Banfield coniò l'espressione "familismo amorale" proprio con riferimento alla realtà meridionale italiana dove era molto diffusa la pratica deleteria di sistemare nella pubblica amministrazione parenti, amici e amici degli amici. Lo scandalo odierno della parentopoli siciliana ci dice che l'abitudine amorale, non solo non si è ridimensionata, ma addirittura è stata "istituzionalizzata" accompagnata da una scientifica logica spartitoria da manuale Cencelli
Per la giunta Lombardo, che aveva proclamato in campagna elettorale propositi di rinnovamento e di razionalizzazione della spesa regionale accompagnati da roboanti propositi di risveglio dell'orgoglio siciliano, non è stato un buon incipit, anzi
Il Brunetta siciliano ha toppato clamorosamente. Giovanni Ilarda (nella foto accanto), ex magistrato, nominato assessore regionale alla presidenza, con il compito specifico di moralizzare la macchina burocratica e dare la caccia ai fannulloni, scivola sull'assunzione della figlia Giuliana come dirigente alla regione per chiamata diretta, con contratto quinquennale e con la retribuzione di 75 mila euro l'anno (come primo incarico non è male!). L'assessore Ilarda ha giustificato l'assunzione della figlia che, a suo dire, avrebbe avuto tutti i titoli per la “chiamata diretta”. Peccato però che nessuno ha fatto una pubblica selezione per valutare coloro che magari avevano più titoli della "brillante" Giuliana. Il Brunetta siciliano, come era stato definito Ilarda prima dello scivolone, intervistato (a "la Repubblica" del 23 settembre-pagine regionali siciliane) su quali provvedimenti “alla Brunetta” avesse adottato contro i fannulloni, ha risposto "li stiamo studiando".
E mentre Ilarda “studia”, si ricorda che la regione siciliana ha dipendenti per più di sei volte di quelli della Lombardia, i dirigenti addirittura sono dieci volte di più. E cosa fa la regione? Invece di ridimensionare gli organici, tagliando i fannulloni, procede a nuove assunzioni, peraltro lautamente retribuite, di figli, fratelli e parenti vari di assessori e consiglieri regionali. Una cospicua percentuale è stata riservata a politici siciliani trombati nelle varie elezioni (e un buon numero di loro è stato assunto proprio da Giovanni Ilarda).
Vero è che la giovane Ilarda, dopo le proteste sindacali, si è dimessa, ma il caso è servito a scoperchiare il vaso di Pandora della parentopoli siciliana. Paradossalmente lo scivolone di Ilarda ha ottenuto quell'effetto di trasparenza che invece avrebbe voluto ottenere con la sua azione antifannulloni ancora allo “studio”. Infatti ha messo a nudo tutti gli intrecci perversi, antichi e nuovi, che la “casta” dei politici siciliani (anche quelli di sinistra hanno i loro scheletri nell'armadio) ha tessuto per affollare il carrozzone regionale di “brillanti” fannulloni.
A questo punto ci chiediamo qual è la strategia di risanamento della giunta Lombardo?
Non si riducono le indennità ai consiglieri e agli assessori regionali (la Corte dei Conti ha stimato che negli ultimi anni sono aumentate del 114%), non si ridimensiona la spesa per il personale, che anzi come visto viene gonfiata, né si riducono le aziende regionali, che invece continuano a servire come agenzie private di collocamento di clientes e famigli, e di contro si taglia la spesa per servizi indispensabili: posti letto negli ospedali, buoni per acquisto libri, assistenza agli anziani, agli handicappati, eccetera.
Dato l'elevato numero di dipendenti pubblici, collaborati da un innumerevole (e segreta) schiera di consulenti, dovremmo avere assicurati i migliori servizi del Paese, invece siamo nelle ultime posizioni della graduatoria per regioni quanto a servizi pubblici. La verità è che il carrozzone Regione altro non è che uno stipendificio di una pletora innumerevole di impiegati, molti dei quali fannulloneggiano in attesa del ventisette. E intanto l'assessore Ilarda sta “studiando” i provvedimenti antifannulloni.
Bisogna pure precisare che nessuna categoria o "casta" risulta immune da questo "vizietto", neppure il sindacato, che pure ha fatto scoppiare il caso. Sindacalisti e parenti di sindacalisti rappresentano una buona percentuale delle assunzioni "per chiamata diretta" nella pubblica amministrazione siciliana.
Con buona pace per Raffaele Lombardo, Giovanni Ilarda e compagnia cantando, non era questa l'azione moralizzatrice e di contenimento della spesa che si attendevano gli elettori siciliani. Rispetto a 50 anni fa niente di nuovo sotto il sole.
Gaetano Gaziano
tanogaziano@yahoo.it

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Papà-Maori, per favore fammi tornare nel nostro villaggio di quelli che gli occidentali chiamano "selvaggi".
Non voglio stare più in Italia.
Lo so: tu mi avevi mandato a studiare qui con grandi progetti per il futuro, ma dopo quello che ho visto non me la sento più di rimanere. A forza di turarmi il naso quasi non respiro più. Voglio tornare a casa. E presto, anche.
Ciao Pa'

Anonimo ha detto...

Ha proprio ragione Maorinho, passando accanto ai palazzi del potere siciliano, non si può fare a meno di turarsi il naso per non essere sopraffati dal fetore che da essi promana...

Anonimo ha detto...

Maorinho,
per il momento devi restare. Non puoi mollare proprio quando la festa è appena cominciata. Devi vivere fino in fondo questa tua esperienza in Italia; voglio che subisci personalmente la vergogna e l’umiliazione di essere sottomesso ad un regime di burattini, mossi da un ridicolo totalitario che non ammette nessuna opposizione legale e che subordina tutte le attività politiche, economiche, sociali, e mediatiche. Dopo che avrai veramente provato sulla tua “pelle” (colpa mia se è scura), l’umiliazione del razzismo, della disoccupazione, della povertà e dell’insicurezza di un precariato “prendi o lascia”, del famismo amorale, e molte altre porcate; insomma quando sarai sicuro di aver perso completamente la tua dignità e i tuoi diritti, allora sarai pronto a tornare fra i tuoi “selvaggi”, e potrai apprezzare la loro civiltà: libera, uguale, fraterna. Forza, ragazzo mio, prova a essere un pò più determinato, sento che ti rivedrò presto. E non dimenticare quello che ti ripetevo fin da quando eri ancora bambino: “when the going gets tough, the tough gets going”.

Anonimo ha detto...

Forza Lega!!!!!!! ,ti viene voglia di gridare no?
il bello invece che si sono pure alleati per "governare" il paese!! chi ci capisce e' bravo.