mercoledì 4 marzo 2009

Il Nucleare e i Sette Nani


Il nucleare non poteva trovare in Italia piazzisti migliori dei due nani potenti: nano Berlusconi e nanò Sarkozy. In una recente conferenza stampa televisiva i due nani superman hanno annunciato “urbi et orbi” la costruzione di almeno 4 centrali nucleari in Italia. Ovviamente di produzione francese. I due piazzisti erano raggianti per l'affaire concluso, soprattutto il nano francese che si è permesso di minacciare, sia pure con il sorriso sulle labbra, “guai a chi mette veti”, che ricorda tanto il “guai ai vinti” che il suo antenato Brenno pronunciò sprezzante alla guida dei Celti. Ma l'atmosfera era delle più festose e l'infelice battuta è passata quasi inosservata. I due nani, alla fine, si sono lasciati andare a pacche sulle spalle e manifestazioni goliardiche, a tal punto che il nostro nano nazionale è stato sorpreso dall'emittente televisiva francese Canal +, attraverso la lettura labiale, mentre confidava a nanò Sarkò, in un francese maccheronico e stentato, “moi je t'à donné tua donna”. Oh immenso Berlusconi, non conoscevamo in te, oltre alle tue doti sovrumane, anche quella di procacciatore di donne. Ma l'euforia era tanta. Avere piazzato, solo per cominciare, 4 centrali nucleari di vecchia generazione ritenute dal mondo scientifico obsolete con produzione di enormi scorie nucleari che nessuno ancora ci dice come saranno smaltite, poteva e doveva essere considerato un capolavoro di furbi piazzisti che riescono ad affibbiare a sprovveduti acquirenti merce scaduta e avariata e, per di più, a prezzi elevatissimi. Il business del nucleare vale almeno venti miliardi di euro. Chi li pagherà? Ovviamente il contribuente italiano e poi, una volta costruite le centrali, magari verrà assicurato alle società di gestione, come sta succendo per i rigassificatori, attraverso una “generosissima” delibera dell'autorità per l'energia almeno l'80% dei ricavi di riferimento (non del fatturato che è altra cosa) anche in caso di inutilizzo degli impianti. Altri due furbi nani hanno festeggiato il business, però in modo più discreto. Nano Fulvio Conti, ad di Enel, e nanò Pierre Gadonneix, ad di Edf (la lobby francese dell'energia), erano stati fatti accomodare in un banchetto “a latere” dei due nani principali. Il business è stato fatto esclusivamente per loro (non certo per gli italiani), per cui hanno ringraziato sentitamente. E pazienza se poi, quando saranno costruite, le centrali risulteranno superate perché intanto sarà stata messa a punto la tecnologia di quelle di quarta generazione che, oltre a produrre elettricità, produrranno anche ossigeno, ridurranno di molto il problema delle scorie e, soprattutto, saranno molto più economiche. E il referendum votato dagli italiani contro il nucleare? E chi se ne importa! Sa il nano nazionale qual è il bene degli italiani. Allora anche il referendum del '46 per la Repubblica potrebbe, com'è stato osservato dalla simpaticissima Luciana Littizzetto, essere considerato carta straccia, per cui potremmo legittimamente chiamare al trono d'Italia Emanuele Filiberto di Savoia, attualmente impegnato in gare televisive di ballo e anche con un certo successo.
Visto il clima di generale “embrassons nous” o di “volemose bene” alla ciociara, un altro nano di successo si è lasciato andare nella gioiosa affemazione “ma facciamone pure dieci”, e cioè nano Claudio Scajola, ministro dello sviluppo economico, sì quello stesso Scajola che, nel precedente governo di nano Berlusconi, era stato costretto a dimettersi da ministro dell'interno perché aveva dato del “rompicoglioni” al povero professor Biagi che, sentendosi minacciato, aveva chiesto la scorta.
E il ministro che dovrebbe tutelare l'ambiente? La bella nana Stefania Prestigiacomo plaude anche lei al business del nucleare. E, d'altra parte, la leggiadra nana è in questo momento “in tutt'altre faccende affaccendata”, occupata com'è a fare schierare l'Italia con i Paesi europei più inquinanti e, a casa nostra, nelle vicende non molto edificanti di famiglia coinvolta dalla magistratura in fastidiose indagini per lo smaltimento di rifiuti tossici (vedi “Il Venerdì di Repubblica” della passata settimana).
E l'opposizione? Popolata da altri nani. Nano Veltroni ha sposato da tempo la politica dell'ambientalismo del fare (o meglio degli affari), subito seguito da Franceschini, suo sostituto a scadenza. Il loro placet al nucleare, almeno fino ad oggi,è scontato. Come scontato sembra anche il placet di nana Finocchiaro che, quando venne ad Agrigento, ad aprire la sua disastrosa campagna elettorale, ad una precisa domanda se fosse contraria al rigassificatore, ebbe a rispondere con le mani ai fianchi: “cu 'u dissi, u rigassificatori s'ava a fari!”. E a Palermo non stiamo meglio. Il nano autonomista Raffaele Lombardo, dopo avere affermato in campagna elettorale con il petto gonfio di orgoglio siciliano, “i Lor Signori non trasformeranno la Sicilia in pattumiera d'Europa”, con riferimento ai termovalorizzatori, ai rigassificatori, alle centrali nucleari e quant'altro, una volta eletto governatore, ha calato le brache su tutti i fronti. Dimenticando che la Sicilia produce il 40% del fabbisogno energetico nazionale e il 50% del fabbisogno di petrolio raffinato.
Questa la favola dei Sette Nani riadattata ai nostri giorni. I nani intanto sono aumentati di numero ma non giganteggiano certamente per statura morale. Il pensiero corre anche ai nostri nani locali, gli assessori Cimino, Di Mauro e Gentile che, come i nanetti di gesso che vengono collocati nei giardini dei nuovi arricchiti, hanno funzione solamente ornamentale alla corte di nano Lombardo. La favola però non ha un lieto fine come al solito. Oggi sembra che i nani furbetti del quartierino debbano averla vinta. Sembra.
Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi” di Agrigento
tanogaziano@yahoo.it

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