Signor Presidente,
l'art. 9 della Costituzione Italiana sancisce il principio della tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione.
L'art. 32 tutela il diritto alla salute di tutti i cittadini.
In questa ottica e con questo spirito abbiamo contrastato il progetto di costruire un rigassificastore da 8 miliardi di mc. (definito dalla normativa Seveso “a rischio di incidente rilevante”) a Porto Empedocle, sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco, con gli strumenti della democrazia e del diritto.
Ad Agrigento è stato indetto, infatti, un referendum popolare perché il corpo elettorale si pronunciasse sull'opportunità di realizzare il predetto insediamento industriale in prossimità di un sito archeologico di grande valenza storico-culturale.
L'esito del referendum è stato del 95% di “No” contro il 5% di “Sì” e tuttavia non è servito a fermare la macchina burocratica dell'autorizzazione dell'impianto.
Abbiamo fatto ricorso allora agli strumenti dell'ordinamento giuridico italiano, rivolgendoci al Tar del Lazio, che, con sentenza del 14.12.2010, ha annullato il decreto autorizzativo della Regione Sicilia.
Il Consiglio di Stato, con decisione del 19.7.2011, ha ribaltato la sentenza del Tar del Lazio, dando il via libera alla costruzione dell'impianto gasiero, confinante con il parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.
Signor Presidente, ad oggi risultiamo perdenti, ma con la costruzione dell'impianto risulteranno perdenti, riteniamo, tutti gli Italiani di fronte al mondo della cultura.
Ci è stato detto che sono state rispettate tutte le procedure ed espressi tutti i pareri previsti per legge. E' vero. Ma le istituzioni sono fatte di uomini e, a volte, gli uomini sbagliano. In buona fede, ma sbagliano.
Come non considerare, infatti, un macroscopico errore umano il parere espresso dal Sovrintendente ai BB.CC. di Agrigento con nota del 3.3. 2006 n. 2083, con la quale, dopo avere premesso che “il tracciato del gasdotto di collegamento, nella parte iniziale, attraversa ambiti di collegamento sottoposti a vincolo paesaggistico (D.A. 29 luglio 1993 n. 6458- Zona “Caos”) e, lungo il corso del tracciato, ricade in prossimità di aree di interesse archeologico e di aree boscate ed attraversa infine corsi d'acqua tutelati”, alla fine rilascia il nulla osta, pur se accompagnato da improbabili prescrizioni di coloriture e mascherature.
Su quel nulla osta si fondano tutti pareri successivi, compreso quello favorevole del Ministero dei BB.CC e del Ministero dell'Ambiente.
Com'è certamente sbagliato avere previsto la costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. alla distanza di appena 800 metri dal centro abitato di Porto Empedocle, mentre il più grande esperto internazionale di sicurezza e antiterrorismo, il Prof. Richard Clarke, consulente di tre presidenti americani, consiglia di costruire i rigassificatori, il più distante possibile dai centri abitati.
E infelice è stata anche la scelta di progettare l'impianto gasiero sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco. E' previsto addirittura che che il gasdotto di collegamento attraversi la buffer zone (zona di rispetto) Unesco del parco archeologico di Agrigento
Ci è stato detto pure che il rigassifgicatore di Porto Empedocle risulta strategico per le esigenze energetiche del Paese. Non è vero!
Dopo la scoperta dello shale gas (gas non convenzionale), c' è un enorme surplus di gas nel mondo.
In un'attenta analisi del 27 marzo 2011, il Corriere della Sera ci ha informato che l'Italia si trova nelle condizioni di sfruttare per i prossimi anni il gas già prenotato con contratti del tipo take or pay (prendi o paga), cioè sarà obbligata a pagare forniture di miliardi di euro, anche se non dovesse ritirare alcuni stock di gas già prenotati, per cui, sempre secondo il quotidiano di via Solferino, è stato chiesto alla russa Gazprom di diluire questi impegni in un arco di 25 o più anni per non pagare a vuoto le forniture.
D'altra parte, si sa che il rigassificatore di Panigaglia lavora molto al di sotto delle sue potenzialità e che dal 2009 è entrato in funzione il rigassificatore di Rovigo (questo è off-shore mentre quello di Porto Empedocle è stato incredibilmente progettato alla distanza di 800 m. dal centro abitato di questa cittadina di 15000 abitanti), e che tanti altri rigassificatori sono stati progettati lungo le coste italiane, lontani comunque da centri abitati e da siti archeologici o paesaggistici.
Riteniamo, pertanto, che la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle si può ancora evitare, anche perché Enel è una società a partecipazione pubblica e come tale non dovrebbe perseguire la sola strategia del profitto, mentre dovrebbe avere a cuore il desiderio di evitare la cattiva immagine che deriverebbe, ne siamo certi, a noi Italiani tutti di fronte al mondo intero per la realizzazione del predetto impianto gasiero “a rischio di incidente rilevante”, al confine della Valle dei Templi di Agrigento e a ridosso di un centro abitato.
E' per questi motivi, Signor Presidente, che ci rivolgiamo a Lei quale ultima istanza per evitare tutto ciò.
Nell'attesa e nella speranza di un Suo autorevole intervento, molto cordialmente La salutiamo e La ringraziamo.
Agrigento, 16 novembre 2011
Gaetano Gaziano
Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” .
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