martedì 24 febbraio 2009

Denunciata la Prestigiacomo alla Commissione Europea


Tre associazioni agrigentine ricorrono alla Commissione Europea per chiedere l'apertura della procedura di infrazione della normativa comunitaria da parte del governo italiano relativamente all'autorizzazione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. sotto la Valle dei Templi di Agrigento. Le associazioni "Salviamo la Valle dei Templi", “Confimpresa-Euromed” e “Il Cerchio”, gestore del parco letterario pirandelliano, hanno denunciato a Bruxellelles la palese violazione, nel procedimento di rilascio della Via (valutazione di impatto ambientale), di numerose norme di diritto europeo e internazionale perpetrata da Stefania Prestigiacomo, ministro dell'ambiente, Sandro Bondi, ministro dei beni culturali, Antonello Antinoro, assessore regionale ai beni culturali, Eugenio D'Orsi, presidente della Provincia di Agrigento e la soprintendente di Agrigento, Gabriella Costantino. In particolare è stata segnalata alla Commissione Europea la violazione del Trattato europeo che, all'art. 87, impone il divieto di aiuti da parte degli Stati membri alle proprie aziende per non ledere il principio della concorrenza. Infatti con una “generosa” delibera dell'Autorità italiana dell'energia e del gas è stato previsto illegittimamente, per la società che dovrà realizzare e gestire l'ecomostro, la corresponsione dell'80% dei ricavi di riferimento anche in caso di inutilizzo dell'impianto, gravandolo (ahinoi) sulla bolletta degli italiani. Altro complesso di norme violato è quello che riguarda l'obbligo di informare le popolazioni interessate, specialmente quando si tratta di “impianti a rischio di incidente rilevante”. E che l'ecomostro lo sia non vi è alcun dubbio, tant'è che la legge impone la predisposizione di piani di evacuazione della popolazione in caso di disastro. E' stato violato anche l'obbligo previsto dalla normativa comunitaria Seveso che “la popolazione deve essere messa in condizione di esprimere il proprio parere”. E l'unica possibilità che ha la gente di esprimere il proprio parere è quella di effettuare un referendum popolare, che è stato negato dal Comune di Porto Empedocle, mentre il sindaco Firetto si è preoccupato di consultare la popolazione per la scelta del bozzetto della statua di bronzo al commissario Montalbano. Più “democratico” di così...Anche la Provincia di Agrigento ha negato ai propri cittadini il diritto a pronunciarsi, fatto tanto più grave in quanto l'ex presidente Fontana, in pieno consiglio provinciale riunito in sessione straordinaria il sei dicembre 2007, con l'intervento delle forze sociali e dei cittadini, promise l'indizione di un referendum popolare, mai effettuato.
Altro complesso di norme violato risulta essere quello della tutela comunitaria e internazionale del patrimonio culturale. E' stata denunciata infatti l'incredibile “cancellazione” della Valle dei Templi dal sorprendente decreto Prestigiacomo-Bondi, che si è preoccupato di citare tra i siti degni di tutela, siti SIC, le Maccalube, Torre Salsa eccetera, che,essendo distanti dalla zona dell'ecomostro, non corrono alcuni rischio. Ora se è possibile che Prestigiacomo, Bondi e Antinoro non sappiano, dall'alto della loro “immensa” cultura, dove sia la Valle dei Templi, questo stesso alibi non può, di certo, accampare la soprintendente Gabriella Costantino, che ha il proprio ufficio nel cuore del parco archeologico e che, affacciandosi dalla sua finestra, può toccare letteralmente con mano la zona dove dovrebbe sorgere l'ecomostro (speriamo di no).
Senza contare che la confinante zona Caos è stata sottoposta a vincolo paesaggistico proprio dall'Assessorato regionale all'ambiente con decreto del 1993 e senza contare che l'area interessata dall'impianto rientra in piena Buffer Zone (zona di rispetto) del parco archeologico, vincolo imposto dall'Unesco di Parigi al momento dell'inserimento della Valle nella lista dei beni patrimonio dell'Umanità. E, infatti, la Costantino e Antinoro sono stati denunciati proprio per la violazione della Convenzione di Parigi del 16/11/1972 (recepita dallo Stato Italiano) che tutela il patrimonio culturale mondiale, responsabilità che ovviamente si estende a tutto il governo italiano. La sottoposizione del governo italiano e delle altre istituzioni al procedimento di infrazione della normativa europea si concluderà, una volta istruito il processo da parte della Comisione Europea, con il deferimento alla Corte di Giustizia Europea.
Gaetano Gaziano
tanogaziano@yahoo.it

Nessun commento: