giovedì 7 febbraio 2013

Alessio Lattuca torna a scrivere a Monti per la riapertura della Via sul rigassificatore di P.Empedocle

Alessio Lattuca (a destra nella foto), presidente dell'associazione Confimpresa-Euromed, torna a scrivere a Monti e al suo governo perché riveda la procedura autorizzativa del rigassificatore di Porto Empedocle, dopo che il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ha riaperto la procedura di Via per il rigassificatore di Trieste. Ecco il testo della lettera. Ill.mo Prof. Mario Monti Presidente Consiglio dei Ministri Palazzo Chigi - Piazza Colonna, 370 00187 ROMA Dr. Corrado Clini Ministro Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare Dr. Lorenzo Ornaghi Ministro Beni e Attività Culturali Dr. Corrado Passera Ministro Sviluppo Economico Infrastrutture e Trasporti Dr. Fulvio Conti AD ENEL Sindaci di Agrigento, Porto Empedocle, Realmonte, Siculiana, Montallegro, Cattolica Eraclea, Ribera, Aragona, Joppolo Giancaxio, Raffadali, Favara, Palma di Montechiaro, Licata TV e Stampa Ufficio Stampa ufficio_stampa@governo.it= Si fa riferimento alla nota, rimasta priva di esito, del 06 ottobre 2012 indirizzata al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti per le autorizzazioni (politicamente scorrette e palesemente illegittime, rilasciate a Nuove energie – Enel per la collocazione dell’impianto di rigassificazione in zona Kaòs al confine del Parco  Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, sotto la casa natale di Luigi Pirandello), per segnalare che sarebbe risultato, particolarmente, significativo offrire una risposta, trattandosi di questioni attinenti a democrazia e a materia sensibile,che riguarda la vita e il futuro di centinaia di migliaia di cittadini. La risposta del Governo avrebbe costituito un importantissimo elemento di riaffezione e svolto una utile azione politica alla luce dei recenti eventi e delle dichiarazioni del ministro dell’ambiente Corrado Clini sulla riapertura della procedura relativa alla costruzione del rigassificatore di Trieste: “È assolutamente ovvio che nel rispetto della direttiva europea e delle leggi nazionali la VIA in qualsiasi insediamento produttivo non possa prescindere dal contesto nel quale viene realizzato e dalla valutazione delle relazioni tra il progetto esaminato e il contesto industriale nel quale si colloca”. “Era mio dovere riaprire la procedura”. E’ pleonastico ricordare che tutto ciò che riguarda gli impianti di rigassificazione - che sono, come noto, a rischio elevatissimo - è materia estremamente complessa e comporta, in quanto tale, la massima prudenza e il rispetto di norme e parametri nazionali ed europei rigorosissimi, che tengono in grande considerazione le deliberazioni dei cittadini e i processi socio economici da essi posti in essere. Le riflessioni sono confermate da quanto affermato dal Ministro tecnico Clini: “Abbiamo riaperto la procedura di VIA del progetto sulla base delle informazioni dell’autorità portuale che ha rilevato che l’eventuale realizzazione del rigassificatore nel porto avrebbe determinato una drastica riduzione delle attività portuali e avrebbe limitato lo sviluppo del porto. E’ utile ricordare che la procedura è stata riaperta perché viziata dalla mancato rilascio della VAS (valutazione ambientale strategica), obbligatoria allorchè gli impianti gasieri (altamente pericolosi) sono collocati in aree portuali, soprattutto in relazione con il  traffico marittimo. Per evitare che le straripanti navi gasiere (oltre 350 mt di lunghezza) interdicano l’uso dello specchio d’acqua del porto e, giocoforza, confliggano con il traffico commerciale e crocieristico.  Tutte questioni poste all’attenzione del Governo Tecnico con la richiamata nota, con la quale è stato rilevato che la procedura autorizzatoria dell’impianto di rigassificazione di Porto Empedocle risultava viziata come o forse in misura maggiore di quella di Trieste. Infatti non è stata attivata la VAS, sono stati commessi atti illegittimi nelle convocazioni delle assemblee e dei componenti della commissione ministeriale, non sono stati convocati e ascoltati i cittadini e, pertanto, le irregolarità da un lato e la colpevole disattenzione ad avviso di chi scrive, rendono nulla tutta la procedura. Per quanto attiene a eventuali informazioni della Capitaneria del Porto è sufficiente rileggere le pesanti considerazioni - in merito all’opportunità di collocare l’impianto nel porto - svolte dal Comandante, le cui registrazioni, acquisite da un giornalista, sono state trasmesse da quest’ultimo alla DIA e sembrerebbe che siano oggetto di valutazione da parte degli organi inquirenti. Per tutte le superiori considerazioni si richiede al Presidente del Consiglio, al Governo e, segnatamente, al Ministro Clini di riservare anche agli Agrigentini, le stesse deliberazioni adottate per la comunità Triestina e lo stesso “dovere di riaprire la procedura” per consentire ai cittadini di esprimersi liberamente e, possibilmente, metterli al riparo dagli effetti perversi di un ecomostro! In merito poi, alle considerazioni poste all’attenzione del Governo nel corpo della stessa nota, riguardo alle questioni connesse allo sviluppo e all’occupazione, una risposta contenente i programmi del Governo e soprattutto del Senatore Monti sulle prospettive di una parte del Paese - che registra un fortissimo ritardo, una drammatica disoccupazione e necessita di mezzi, di risorse, di infrastrutture materiali e immateriali - sarebbe risultata una utile occasione per comprendere intenzioni e convinzioni. E, soprattutto, per mettere chiarezza sull’Agenda Monti dalla quale sembrerebbe scomparsa la “Questione Meridionale”, (tranne una minima attenzione ad essa riservata con la riabilitazione del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione e dall’affidamento al suo direttore,Fabrizio Barca, dell’incarico di Ministro della Coesione Territoriale). Per capire in che misura nell’Agenda di Monti Politico siano presenti: equità e solidarietà oltre a brevi cenni sull’economia sociale. Per capire se, davvero, sulla scena politica sia “salito un nuovo soggetto” che possa offrire speranza a un luogo geografico impantanato nelle crisi economica ed etica. Dopo tanti, troppi, anni di malgoverno e di derive causate da un ceto politico privo di senso di responsabilità, prosperato su privilegi e spreco di pubbliche risorse. Per capire se la nuova formazione politica può contribuire a ridare all’Italia dignità e credibilità e se davvero può promuovere rinnovamento sociale, culturale e civile. Ma è bene considerare che per contrastare la “sfiducia” dei cittadini, in particolare di quelli del Sud, per convincerli che meritano una classe politica più virtuosa, dedita al bene comune, alla tutela dei più deboli, piuttosto che ai propri interessi e agli interessi dei poteri forti (vedi Enel), è necessario non solo essere trasparenti, ma apparire come tali! Per affermare che non si tratta di sterili principi enunciati. Ma che le migliori intelligenze abbiano deciso di stare insieme, non per una esigenza elettorale, ma su un programma (agenda) di riforme condivise frutto di una spinta ideale in grado di trasformare e di modernizzare il Paese. Per una terra più coesa e solidale, per sostenere la parte più debole del Paese, per ricomporre una società lacerata e incattivita dalla mala politica. Uniche leve a disposizione della buona politica, per combattere il populismo e l’antipolitica dilagante. A questo proposito l’agenda deve essere rivisitata perché tale comportamento assume i connotati i un vero atto politico, per compensare gli effetti devastanti che ha prodotto il disinteresse e il silenzio sulle questioni del mezzogiorno d’Italia. Perché il vero nemico è l’indifferenza! E perché il disinteresse e il silenzio hanno dato luogo all’affermazione della cosìdetta “questione settentrionale” che adesso non è rappresentata solo dalle guasconate delle Lega. Ma si modifica in una versione più sofisticata, nella quale al posto del separatismo e dei miti di fondazione, si propone come criterio-guida: efficienza e competitività del sistema. Non più maccheroni ed etilismo diffuso nelle feste padane, folklore celtico, né populismo d’antan, ma l’incisività dei conti certificati dalle Università, dalle Fondazioni, con la copertura di blasonati, governativi, economisti – ideologi. Va da sé che i risultati deludenti delle politiche di sviluppo territoriale hanno fornito propellente per l’affermazione del “teorema meridionale”. Tuttavia oggi è urgente rimuovere l’assunto che ha ispirato l ‘ultima fase delle politiche per il Mezzogiorno: quella della sua rimozione dall’agenda politica nazionale. Il teorema è scontato perchè si basa sull’equazione: nonostante le ingenti risorse di cui il Mezzogiorno ha beneficiato, nonostante si siano sperimentate varie politiche, gli sforzi fatti per promuoverne lo sviluppo sono stati vani. Secondo questa visione, il Sud rimane un’area strutturalmente e culturalmente refrattaria allo sviluppo. Pertanto, è inutile convogliare altre risorse pubbliche verso quest’area: sarebbero risorse sprecate. Com’è noto, sul piano politico tale rimozione è stata alimentata dall’offensiva federalista e separatista condotta dalla Lega e dalla sua capacità di influenzare le politiche del governo Berlusconi e in particolare la politica economica guidata da Tremonti, che ha dirottato ingenti risorse destinate al Mezzogiorno, all’insieme del Paese. Risorse finalizzate a sostenere lo sviluppo del Meridione attraverso gli investimenti pubblici e l’incentivazione di investimenti privati. Si tratta in particolare dei Fas (Fondi aree sottoutilizzate) e dei Fondi Strutturali. Invece, con queste risorse sono stati finanziati i più disparati interventi di politica economica del governo Berlusconi: ammortizzatori sociali (ovviamente la cassa integrazione è più diffusa nel Centro-Nord); ricostruzione post terremoto in abruzzo; contratto servizio Trenitalia (vantaggi per il Sud pari a zero); finanziamento lavori G8 a La Maddalena; rottamazione frigoriferi; rimborso obbligazioni Alitalia; ripianamento disavanzo Comuni. Per non parlare delle enormi risorse (oltre 50 mld di euro) derivanti dai profitti realizzati nell’intero Paese (anche dal notevole risparmio del Sud e dai maggiori costi per interessi pagati dalle imprese del Sud), dalle maggiori banche e reinvestite dalle Fondazioni di riferimento, esclusivamente, nei territori dove quest’ultime hanno sede. Risorse che, evidentemente, concorrono per aumentare il divario. Non si può non considerare che non siano stati posti in essere dal Governo Monti elementi di novità rispetto al passato: a partire da una definizione più stringente delle priorità e degli obiettivi da raggiungere (occupazione, istruzione, infrastrutture per la mobilità, agenda digitale, ecc.); dalla fissazione di una gerarchia temporale che privilegia i risultati di lungo periodo; dalla necessità di attribuire un ruolo più deciso alla politica nazionale nel coordinare, controllare, ed eventualmente sanzionare, le inefficienze e gli sprechi che dovessero verificarsi sul piano locale. C’è da sperare che questi impegni siano mantenuti dalla politica, in un quadro più ampio volto a valorizzare lo straordinario potenziale: straordinario patrimonio culturale ed ambientale, con particolare riguardo all’agricoltura di qualità e alla sostenibilità. Tenendo nel dovuto conto il dato in crescita dell’occupazione nelle imprese culturali, nella Green economy e nel turismo (quest’ultimo registra inoltre, una significativa crescita del saldo valutario di oltre 30 mld di euro, con un saldo commerciale positivo di oltre 11 mld di euro, nonostante i noti ritardi). A tale proposito risulterebbero necessari interventi diretti a rafforzare la crescente domanda potenziale, ad oggi depressa dal deficit di competitività derivante dalla mancanza di: infrastrutture materiali e immateriali, trasporti, mobilità, qualità dei servizi. Perché non è razionale non comprendere come sia un valore per l’intero paese sfruttare la naturale vocazione turistica del mezzogiorno e la forza attrattiva di investimenti esogeni che potrebbero concorrere per ridurre la disoccupazione e per attenuare il diffuso fenomeno della malavita organizzata. In definitiva urge un’Agenda implementata da politiche indispensabili per far uscire il Mezzogiorno dal cono d’ombra in cui è precipitato e, possibilmente, per superare, davvero, la paralizzante antinomia tra centralismo e localismo. Per tenerli insieme, in un’unica visione prospettica che comprenda anche la dimensione globale, la responsabilizzazione delle classi dirigenti meridionali e le responsabilità della politica nazionale, cioè due sfere decisionali che per troppo tempo hanno giustificato se stesse nascondendosi dietro alle reciproche inadempienze. Perché sembrerebbe superfluo ricordare che senza una efficace regolazione statale,senza una forte presenza del Governo che sia in grado di ritagliarsi un ruolo sostanziale nelle politiche di sviluppo locale, mettendo in atto i necessari interventi di riequilibrio territoriale e favorendo il posizionamento dei territori nelle reti dell’economia globale, qualsiasi politica di sviluppo sarà esposta ai rischi d’insuccesso. Tuttavia, al di là delle richiamate politiche attivate dal governo Monti rispetto al passato e al di là delle riconosciute competenze del ministro Barca in tema di politiche di coesione, è lecito nutrire qualche dubbio sul fatto che il “Politico” Monti sia interessato a condividere, davvero, un politica di sviluppo solidale per il Sud. Emerge, purtroppo, una contraddizione tra gli interventi che sarebbero necessari per il rilancio del Mezzogiorno e l’orientamento complessivo dell’Agenda Monti a concentrarsi su interventi selettivi mirati a sostenere le aree forti del Paese in una competizione globale che diventa sempre più aspra. Nel ringraziare per l’attenzione,cordiali saluti. Alessio Lattuca. Continua a leggere...

lunedì 4 febbraio 2013

Posizione "morbida" di Corradino Mineo sul rigassificatore "Valle dei Templi"

Appreso che sarebbe venuto ad Agrigento Corradino Mineo, noto giornalista televisivo e candidato al Senato nelle liste del Pd, ho pensato di incontrarlo per chiedergli cosa ne pensasse di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. al confine del parco archeologico di Agrigento, patrimonio Unesco. Ieri mi sono recato, quindi, presso l'albergo agrigentino che ospitava la convention organizzata dal Pd, che si trova proprio al confine sud-occidentale del parco. Mineo è uno di quei candidati “paracadutati” da Bersani in Sicilia, in virtù della legge elettorale chiamata “porcellum”. Ma siccome è un intellettuale e per di più siciliano mi interessava conoscere la sua opinione al riguardo. Quindi benvenuto. Meglio lui in Parlamento di tanti politici siciliani ascari. Al primo incontro nella hall dell'albergo, Mineo ha mostrato interesse e comprensione nei confronti della lotta al rigassificatore. Probabilmente non ricordava o non sapeva che il rigassificatore in zona archeologica sta molto a cuore a Bersani, come gli stanno a cuore gli altri 13 rigassificatori programmati quand'era ministro del governo Prodi, come gli stanno a cuore le banche e le infrastrutture inutili, come la Tav Torino Lione. Probabilmente non sapeva neppure che l'assessore regionale dell'ambiente (dell'ambiente, non dell'industria) è l'agrigentina Mariella Lo Bello, espressione del Pd agrigentino, rigassificatorista convinta. Incoraggiato dal primo approccio con Mineo, sono entrato nella sala dove si svolgeva la convention per assistere al dibattito, che è stato articolato secondo la formula delle domande provenienti da alcuni rappresentanti della società civile. Le domande sono state formulate da Beniamino Biondi, Nello Hamel, Giovanna Lauricella e Rossalda Passarello. Gli argomenti proposti amabilmente dagli interlocutori spaziavano dalla globalizzazione allo spread, da Obama alla Cina, dal debito pubblico alla riforma Gelmini, sui massimi sistemi insomma. Di argomenti, che interessassero il nostro territorio, i cortesi interroganti sembravano non prendersi cura, fino a quando irruppe nel dibattito la riflessione perentoria di Giovanna Lauricella che ha ricordato la situazione disastrosa, economicamente parlando, della nostra provincia, pur avendo avuto “illustri” agrigentini assurti, nel corso degli anni, alla più alte cariche istituzionali, quali ministri, vice ministri, sottosegretari, presidenti della regione siciliana, presidenti dell' assemblea regionale, assessori vari, senza contare le decine e decine di deputati nazionali e regionali. Giovanna Lauricella ha anche accennato “al nostro Angelino”. Non è dato sapere se si riferisse ad Angelino Alfano o ad Angelo Capodicasa che, tra l'altro, era seduto in prima fila ad ascoltare. Bisogna dire, con onestà, che all'interno del Pd un dibattito reale almeno si porta avanti a differenza che in altri partiti, dove non c'è alcuna dialettica interna, dove prevale l'oligarchia verticistica o addirittura il pensiero unico del padre-padrone, come nel caso del Pdl. Dopo gli interventi si è aperto un pubblico dibattito e mi è stato consentito di intervenire dal gentilissimo segretario, Emilio Messana, che svolgeva le funzioni di moderatore. Ho ripercorso i sei anni di lotta, che conduciamo alcune associazioni agrigentine contro l'ecomostro in zona archeologica, e ho ricordato soprattutto che esistono oggi le condizioni perché venga revocato l'ignobile decreto regionale che lo ha autorizzato. Recentemente è stata bloccata la realizzazione di una discarica che doveva sorgere vicino a Villa Adriana, anch'essa patrimonio Unesco, perché per essa si erano mobilitati e sbracciati intellettuali e opinion-makers di tutta Italia. Lorenzo Ornaghi, che fino ad allora nessuno sapeva che fosse ministro ai beni culturali, ha minacciato addirittura di dare le dimissioni. Per la Valle dei Templi, invece, hanno fatto tutti spallucce, complici ovviamente i nostri politici siciliani ascari (di destra e di sinistra). Corradino Mineo, che suppongo abbia preso informazioni, prima dell'inizio del dibattito, sulla vicenda del rigassificatore autorizzato quando Capodicasa era vice ministro alle infrastrutture, mi ha dato una cortese risposta in perfetto stile diplomatico, dorateo quasi, che in Italia c'è bisogno di un mix energetico, di gas, di petrolio, di fonti alternative, glissando in pratica l'argomento rigassificatore. Penso, comunque, che Mineo, essendo persona intelligente, quando sarà senatore, dimostrando (spero) autonomia di pensiero rispetto al suo gruppo parlamentare, possa ricordarsi della vicenda rigassificatore “Valle dei Templi di Agrigento” Il mio intervento aveva in realtà anche un altro scopo: dire ai dirigenti del Pd che i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, i 15 deputati regionali al completo, hanno presentato una mozione all'assemblea regionale siciliana, invitando il presidente Crocetta a revocare l'autorizzazione dell'ecomostro. L'establishment del Pd potrà dare, se vuole, indicazioni ai propri deputati regionali di votare a favore della mozione del M5S. Lo farà? Ne dubito! Un'ultima notazione: le televisioni locali, con la “libertà” di pensiero che le contraddistingue, non hanno dato conto del mio intervento. Non hanno capito, poverini, che loro non contano più niente, che la vera comunicazione la facciamo noi bloggers. Il mio intervento filmato può essere visto sul giornale on line di Elio Di Bella: bellaciaoag.it. Gaetano Gaziano Presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” tanogaziano@yahoo.it. Continua a leggere...

venerdì 1 febbraio 2013

Omaggio a Gigi Casesa, fondatore del gruppo "Val d'Akragas" di Agrigento

Nel contesto della “travagliata” 68^ Sagra del Mandorlo in Fiore, sarà presentato, al teatro Pirandello di Agrigento, lo spettacolo “I 5 continenti del Val d'Akragas- 60 anni di cultura popolare”, giovedì prossimo alle ore 21, con ingresso gratuito. Si tratta di un excursus storico-culturale del gruppo folklorico “Val d'Akragas”, fondato dall'indimenticabile e indimenticato Gigi Casesa, che, oltre ad averlo fondato, lo ha portato in giro per il mondo quale ambasciatore della cultura e delle tradizioni popolari della nostra terra. Lo spettacolo è organizzato dal figlio Lello, erede e continuatore del bagaglio culturale tramandato dal padre Gigi, e costituisce un tangibile e meritato omaggio alla memoria del padre. Due generazioni, quindi, di persone perbene, i Casesa, che hanno fatto della ricerca e della diffusione della cultura popolare agrigentina uno degli scopi più importanti della loro vita. A me piace ricordare che il papà Gigi è stato grande amico di mio padre Francesco, di cui era collega al Comune di Agrigento, e che con il figlio Lello, mio caro amico, siamo stati colleghi alla Provincia di Agrigento. Gigi Casesa nella foto in alto è piegato al centro. Lello è il secondo da sinistra, mentre il quarto è Giovanni Moscato, altro agrigentino illustre, culture-maker e fondatore e gestore del teatro della “Posta Vecchia” di Agrigento. Gaetano Gaziano, tanogaziano@yahoo.it. Continua a leggere...

domenica 27 gennaio 2013

LETTERA APERTA AL CANDIDATO PREMIER ANGELINO ALFANO SUL RIGASSIFICATORE DI PORTO EMPEDOCLE

Caro On. Angelino Alfano, qualcuno ad Agrigento insinua malignamente che Lei si disinteressa della Sua terra. Noi non ci crediamo! A tal punto che Le chiediamo di fare un intervento presso il Ministro del Territorio e Ambiente, Corrado Clini, che recentemente ha dichiarato di avere riaperto la procedura di Via (valutazione di impatto ambientale) per il rigassificatore di Trieste, perché riapra anche la Via per il rigassificatore di Porto Empedocle, sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco. Clini ha motivato la riapertura della Via per Trieste dichiarando: “Era mio dovere riaprire la procedura. Un anno fa abbiamo avviato con l'ente Porto la Valutazione ambientale strategica (Vas). Poiché la Vas non è conclusa occorre riaprire la Via sull’impianto”. Caro On. Alfano, per il rigassificatore di Porto Empedocle la Vas non solo non è conclusa ma non è stata mai attivata, per cui ci sono tutti gli elementi per riaprire la procedura di Via anche per questo impianto gasiero. Lei saprà certamente che più di 50 associazioni agrigentine, prima dell'intervento di Clini, hanno inviato una lettera aperta al governo Monti (quindi anche a Clini) e al governatore siciliano Crocetta perché annullino in autotutela l'autorizzazione a costruire l' “immorale rigassificatore" al confine del parco archeologico agrigentino. Se volesse conoscere il testo della lettera e l'identità delle associazioni può consultare il seguente sito dedicato alla lotta all'ecomostro. http://www.norigassificatoreagrigento.it/ L'espressione “immorale rigassificatore” è dell'ex rettore della splendida chiesetta normanno-chiaromontana S.Nicola nella Valle dei Templi, che Lei conosce perfettamente. Ora, dopo l'intervento di Clini per Trieste, è più che legittimo attendersi la riapertura della Via anche per il rigassificatore di Porto Empedocle. Oggi, caro On. Alfano, lei è candidato non solo ad un seggio del Parlamento italiano, ma è anche candidato premier, per cui le staranno sicuramente a cuore la vita e la salute dei cittadini italiani tutti, da Trieste a Porto Empedocle. Ecco perché confidiamo sinceramente in un Suo autorevole intervento presso il ministro Clini. Non è il caso che Le ricordi che, quando si tratta di tutelare siti Unesco collocati da Roma in su, si attiva il fior fiore degli intellettuali e degli opinion makers italiani, com'è successo per “Villa Adriana” minacciata da una mega discarica, quando ad essere aggrediti sono i siti Unesco del nostro “sgarrupato” Sud tutti fanno spallucce, a partire dai politici meridionali. Il Suo intervento consentirà,tra l'altro, di fare giustizia, una volta per tutte, delle maldicenze che La vogliono totalmente disinteressata della Sua terra povera e sfortunata. Con i più cordiali saluti. Gaetano Gaziano, presidente dell'associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento” . Continua a leggere...

lunedì 21 gennaio 2013

IL MINISTRO CLINI RIAPRE LA PROCEDURA DI VIA DEL RIGASSIFICATORE DI TRIESTE

IMPORTANTISSIMO: il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, in seguito alle proteste dei comitati di Trieste, riapre la procedura di Via(valutazione di impatto ambientale)del rigassificatore di quella città. A questo punto ha il dovere morale prima che giuridico di riaprire anche la Via per Porto Empedocle, per cui il Ministero dell'Ambiente non attivò la Vas (valutazione ambientale strategica) prevista per legge. La notizia Ansa è di poche ore fa e la trascrivo per intero: http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/istituzioni/2013/01/21/Clini-mio-dovere-riaprire-procedura-rigassificatore-Trieste_8112520.html VENEZIA - "Era mio dovere riaprire la procedura: oggi pomeriggio a Trieste raccoglierò le osservazioni dell'autorità portuale, delle amministrazioni locali e della regione per poter poi concludere verso la metà di febbraio questa ulteriore fase dell'istruttoria". Così il ministro Corrado Clini commenta da Venezia il suo arrivo oggi nel capoluogo giuliano per la riapertura delle procedure per il rigassificatore di Trieste. "Abbiamo riaperto la procedura di Via del progetto sulla base delle informazioni dell'autorità portuale - chiarisce - che ha rilevato che l'eventuale realizzazione del rigassificatore nel porto avrebbe determinato una drastica riduzione delle attività portuali e avrebbe limitato lo sviluppo del porto. Confermando peraltro - aggiunge il ministro - una posizione che era stata espressa anche se in maniera non precisa già nel maggio 2009 quando era stato approvato il piano regolatore portuale". Per Clini "é assolutamente ovvio che nel rispetto della direttiva europea e delle leggi nazionali la Via in qualsiasi insediamento produttivo non possa prescindere dal contesto nel quale viene realizzato e dalla valutazione delle relazioni tra il progetto esaminato e il contesto industriale nel quale si colloca". Il ministro, a una domanda sul progetto di realizzazione di un rigassificatore a Capodistria, ha detto: "Noi abbiamo esaminato questo tema congiuntamente con la Slovenia e a livello europeo. Per cui quello che stiamo facendo in Italia dovrà necessariamente avere una reciprocità in Slovenia". A questo punto i nostri "onorevoli" (si fa per dire) dovrebbero battere i pugni sul tavolo di Clini. Ma, siccome sono tutti "ascari" e non lo faranno, attiviamoci noi delle associazioni. L'appello è rivolto anche al Movimento 5 Stelle di Sicilia, che all'assembea regionale siciliana ci sta dando una grossa mano. Gaetano Gaziano, tanogaziano@yahoo.it Continua a leggere...

sabato 12 gennaio 2013

L'Assessore Regionale Mariella Lobello incontra il Comitato "No al rigassificatore"

L'Assessore Regionale al Territorio e Ambiente, l'agrigentina Mariella Lo Bello (nella foto), incontrerà venerdi prossimo, nella sede del Consorzio Turistico Valle dei Templi, i rappresentanti del Comitato "No al rigassificatore di Agrigento". Intanto apprendiamo dal comunicato stampa del Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone, di avere fissato per il 28 febbraio prossimo la discussione e la votazione della mozione presentata dall'intero gruppo del Movimento 5 Stelle all'Ars. Il M5S chiede all'Assemblea regionale con la mozione, che è stata rubricata al n.9, ad impegnare il Governo della Regione Siciliana di annullare in autotutela il decreto regionale di autorizzazione alla costruzione dell'ecomostro in zona archeologica. "Fussi ca fussi la vorta bona" che rimandiamo nelle loro caverne i "veri barbari" proustianamente parlando. Per Marcel Proust "i veri barbari non sono coloro che non hanno conosciuto mai la grandezza, ma coloro che, avendola conosciuta in passato, non sono più in grado di riconoscerla". Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei templi di Agrigento", tanogaziano@yahoo.it. Continua a leggere...

venerdì 11 gennaio 2013

Rigassificatore di Porto Empedocle: Mozione all'ARS del Movimento 5 Stelle

Il gruppo del Movimento 5 Stelle ha presentato all'Assemblea Regionale Siciliana una mozione che impegni il Governo Regionale ad annullare in autotutela il decreto del 22.10.2009 n. 122/ Gab, con cui l'ex Assessore Regionale all'Industria, Marco Venturi, ha autorizzato la costruzione di un rigassificatore da 8 miliardi di mc. a Porto Empedocle, sotto la Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco dell'Umanità. L'iniziativa della mozione è del deputato del M5S del collegio di Agrigento, Matteo Mangiacavallo (nella foto), ed è stata firmata da tutto il gruppo che può contare su 15 rappresentanti all'Ars. La mozione fa seguito alle lettere aperte che diverse associazioni agrigentine hanno inviato al Presidente Crocetta, sempre tendenti allo stesso scopo di arrivare, cioè, all'annullamento in autotutela dell'autorizzazione dell'ignobile progetto che sarebbe il "de profundis" per l'economia agrigentina che vive quasi esclusivamente di turismo. La mozione del M5S, che verrà discussa entro la fine del mese, ha lo scopo di portare all'attenzione dell'Assemblea Regionale Siciliana la tormentata vicenda del rigassificatore, che in provincia di Agrigento non vuole nessuno, tranne Calogero Firetto, neo deputato regionale dell'Udc e Sindaco di Porto Empedocle, dipendente Enel che deve costruire l'impianto industriale. Recentemente lo stesso Firetto ha illustrato le elemosine, chiamate compensazioni, di cui beneficerà la cittadinanza empedoclina, cioè circa due euro al mese sulla bolletta della luce. E neppure per tutti. Solo per le famiglie disagiate che ne faranno richiesta. Ciò vuol dire che i “marinisi” dovranno andare con il cappello in mano a bussare alla porta di Firetto. Penso che abbiano sufficiente dignità per non farlo. La mozione del M5S, se approvata dall'Ars (non sarà difficile visto che il loro è uno dei gruppi più numerosi e attivi), metterà nelle condizioni giuridico-politiche il Governo Siciliano di porre fine a quella che dal mondo della Cultura è considerata una vera ignominia per noi Siciliani tutti. Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento", tanogaziano@yahoo.it. Continua a leggere...