domenica 16 dicembre 2012
Corrado Clini disponibile a rivedere la Via del rigassificatore di Trieste
Il ministro dell'Ambiente,Corrado Clini,al termine di un'arroventata assemblea, ha dichiarato di essere disponibile a rivedere la Via(valutazione di impatto ambientale)sul rigassificatore di Trieste. E per il rigassificatore "Valle dei Templi di Agrigento"?
Questo è quanto ha dichiarato a Trieste. Leggi tutto su http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/12/11/news/no-al-rigassificatore-protesta-e-tensioni-1.6181770. Il rigassificatore di Trieste dovrebbe essere costruito dalla spagnola Endesa. A questo punto sorge legittimo il sospetto che si stia facendo di tutto per scoraggiare i rigassificatori delle compagnie straniere e si consenta di costruire solo quello di Enel di P.Empedocle e quello di Gioia Tauro dell'ing. De Benedetti, padrone di "la Repubblica". Strategia che risulta vincente, dato che hanno già rinunciato la British Gas per Brindisi, la Erg-Shell per Priolo-Melilli e la Gas de France Suez per Porto Recanati. Vedi anche l'intervista di Clini su http://video.gelocal.it/ilpiccolo/locale/rigassificatore-a-trieste-intervista-a-clini/5661/5665.
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martedì 4 dicembre 2012
IL GOVERNO MONTI-PASSERA REGALA 250 MILIONI A ENEL GRAVANDOLI SULLE BOLLETTE DEGLI ITALIANI
Il "sobrio" governo Monti-Passera regala 250 milioni ad Enel, gravandoli sulle bollette degli Italiani. Ce lo racconta il fine analista economico Stefano Feltri del Fatto Quotidiano. Magari chissà, con questi soldi potranno dare impulso ai lavori di costruzione del rigassificatore "Valle dei Templi di Agrigento". Riporto integralmente l'articolo di Feltri. ENEL, FREDDO O NON FREDDO GLI ITALIANI AVRANNO 250 MILIONI CARICATI IN BOLLETTA.
È un’assicurazione a rovescio: se c’è un freddo eccezionale come lo scorso anno, l’Enel attiverà le sue centrali a olio combustibile per risparmiare gas ed evitare black out, se il clima è mite non lo farà. Ma in ogni caso noi consumatori pagheremo 250 milioni di euro in bolletta, soldi che andranno di fatto all’Enel in cambio della disponibilità a utilizzare quelle centrali, ormai poco utilizzate e inquinanti, dal valore di mercato simbolico.
È una storia complessa e difficile da giustificare nel nome dell’interesse generale quella che comincia nell’inverno 2011, così freddo che perfino Roma finì sotto la neve. “Ci fu un picco dei consumi, dovuto soprattutto ai Paesi dell’est che hanno aumentato i prelievi di gas. E così si è creata un’improvvisa scarsità con un record assoluto dei consumi che invece, in media, in questi anni di crisi sono diminuiti e quindi è aumentata la disponibilità di gas”, spiega Gionata Picchio, giornalista del giornale on line Staffetta Quotidiana, specializzato in temi energetici. A febbraio il governo annuncia il rituale “mai più” che segue ogni emergenza italiana e promette che i black out che hanno lasciato al buio vaste aree del Paese non si ripeteranno.
La strategia individuata è quella di avere a disposizione fonti di energia alternative al gas, così da non trovarsi scoperti se il picco dei consumi compromette la fornitura o il maltempo ostacola l’attività dei rigassificatori. A luglio, mentre la Camera converte in legge il decreto sviluppo che recepisce le misure anti-black out, un emendamento firmato dall‘ex sottosegretario Pdl Stefano Saglia e dal collega di partito Maurizio Bernardo prepara lo scenario più favorevole per le vecchie e inquinanti centrali a olio combustibile. “E’ una decisione sconcertante, invece dei tagli si fa un vero e proprio regalo alle lobby del petrolio con i soldi dei cittadini”, dichiara subito Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente. Le centrali ottengono anche una deroga sulle emissioni e sugli autocontrolli previsti dalla legge, così da poter operare senza ostacoli. Sempre in nome della possibile emergenza gas.
Pochi giorni fa, il 23 novembre, un decreto del ministero dello Sviluppo economico guidato da Corrado Passera fissa i dettagli. Le centrali “alimentate a combustibili diversi dal gas naturale” devono garantire 4470 megawatt, una potenza “necessaria a ottenere una equivalente riduzione dei consumi di gas nella generazione elettrica pari ad almeno 18 milioni di metri cubi/giorno”. I proprietari delle centrali a olio combustibile, cioè petrolio, si devono limitare a fornire un “impegno non rinunciabile” dal primo gennaio al 31 marzo 2013 la produzione con un preavviso di 48 ore. La remunerazione per questa concessione, secondo quanto conferma anche l’Autorità dell’energia, sarà attorno ai 250 milioni di euro. Soldi che non arriveranno dal bilancio dello Stato ma dalla bolletta dei consumatori.
Praticamente tutte le centrali che possono essere coinvolte nell’operazione (la procedura di selezione si è aperta lunedì) sono dell’Enel, che gestisce gli impianti di Livorno, Piombino e Bari (quest’ultima è stata appena messa sotto sequestro dai carabinieri del Noe perché non a norma sulla sicurezza e sulla prevenzione degli incidenti con sostanze pericolose). L’Enel è controllato dal ministero del Tesoro con il 31,2 per cento e non disdegnerà certo i milioni che frutteranno le sue vecchie e quasi inutili centrali, visto che il 30 settembre ha presentato risultati trimestrali che registravano un calo del 19,6 per cento dell’utile netto del gruppo rispetto allo scorso anno.
Se non ci sarà alcuna ondata di freddo particolarmente intensa e il gas importato sarà sufficiente, l’Enel si ritroverà con un cadeau a spese dei cittadini di 250 milioni di euro. I consumatori sono stati gravati da un ulteriore salasso (non nell’interesse di Enel, questo) da altri 300 milioni spalmati in 36 mesi per la rescissione di alcuni contratti di fornitori di gas alla rete Snam. Tanto il cliente finale non protesta. E l’Autorità che vigila sul settore dell’energia, guidata da Guido Bortoni, in casi come questi non può fare altro che assicurarsi che la legge sia applicata. Anche se il problema è proprio la legge.
da Il Fatto Quotidiano dell’1 dicembre 2012. Aggiornato da redazione web.
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venerdì 30 novembre 2012
INDUSTRIE INQUINANTI E FINANZIAMENTI SOSPETTI
L'Ilva di Taranto sta facendo emergere ufficialmente attraverso le indagini e gli arresti della magistratura quanto molti di noi intuivano e pensavano sulla corruzione e collusione tra industria pesante inquinante e organi dello Stato, ministri e pubblici dirigenti in testa.
Non si capirebbe, infatti, come mai si continua indisturbati ad inquinare ed avvelenare uomini e ambiente soprattutto al centro sud.
Una rete di complicità e di scambi ha consentito ai Riva, padre e figli enormi e illeciti profitti sulla pelle dei poveri operai sempre ricattati tra lavoro e salute.
La penultima autorizzazione integrata ambientale (AIA) del 4 agosto 2011 è stata rilasciata dalla ministra Prestigiacomo, essendo direttore generale Corrado Clini oggi ministro dell'ambiente, e consentiva allo stabilimento di continuare la sua produzione inquinante.
Le intercettazioni rivelano contatti non proprio istituzionali per ammorbidire alcuni componenti della commissione incaricata di istruire l'Aia 2011.
Che dire poi del finanziamento di 98 mila euro concesso dal patron dell'Ilva a Bersani per la campagna elettorale del 2006? Ciò avvenne poco prima che Bersani si insediasse come ministro dello sviluppo economico del governo Prodi.
Oggi Bersani irritato dice che si tratta di “cose vecchie”. Ma noi sappiamo che solo nel settembre del 2010 Emilio Riva scriveva una lettera a Bersani per far finire quella pressione mediatica sul gruppo Riva provocata dagli interventi dall'ambientalista Roberto Della Seta.
I 98 mila euro non sono i soli soldi ricevuti da Bersani, anche Federacciai sempre del gruppo Riva gli ha dato 110 mila euro in 4 anni.
Bersani ovviamente non è stato il solo beneficiato dalla “liberalità” dei Riva, dal momento che Forza Italia dal 2004 al 2006 ha ricevuto 575 mila euro.
Per tutto ciò ritengo che queste non siano “cose vecchie” ma attualissime e riguardano quel rapporto politica e affari così poco trasparente che continua a minare la fiducia dei cittadini verso una classe politica che, oltre ai generosissimi finanziamenti pubblici, non esita ad accettare finanziamenti privati che come quelli dell'Ilva puzzano lontano un miglio di malversazioni e crimini contro l'ambiente.
Trovo perciò insopportabile l'insistenza con cui Bersani anche nell'ultimo faccia a faccia con Renzi non esita a scomodare Pericle per avvalorare la sua tesi a favore del finanziamento pubblico che consentirebbe a suo dire anche ai meno abbienti di fare politica e di garantire l'autonomia dei politici dalle lobby.
Con l'Ilva abbiamo avuto la prova provata che i colossi industriali (Enel, Eni, Finmeccanica, ecc.) con le loro elargizioni a destra e a sinistra, a sindacati e a giornalisti condizionano pesantemente le scelte industriali fatte spesso non nell'interesse dei cittadini o della nazione ma di potentati economico-politico-mediatici.
Il rigassificatore di Porto Empedocle docet.
Caterina Busetta.
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martedì 27 novembre 2012
SOSPESI GLI AIUTI DI STATO AI RIGASSIFICATORI DIETRO L'INTERVENTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA SOLLECITATO DALLE NOSTRE ASSOCIAZIONI.
La notizia è importantissima l'Autorità italiana per l'Energia e il Gas con delibera n.451 del 31.10.2012 ha sospeso gli aiuti di Stato alle aziende che costruiscono e gestiscono i rigassificatori.
Gli aiuti, che tecnicamente vengono definiti “fattore di Garanzia (FG)”, erano stati concessi dalla predetta Autorità con la precedente delibera n.178 del 2005, che prevedeva il pagamento alle aziende gasiere del 71% dei ricavi di riferimento (mediamente 3 miliardi di euro l'anno) per 20 anni anche se non avessero prodotto un solo metro cubo di gas.
La sospensione è intervenuta dopo che la Commissione Europea ha chiesto chiarimenti alla rappresentanza italiana permanente al Parlamento Europeo con lettere del 14 giugno 2010 e del 16 maggio 2012.
Bisogna ricordare che la Commissione Europea si è attivata a seguito della denuncia presentata nel febbraio 2009 (registrata al n. CP 81/2009) dalle nostre associazioni, la mia “Salviamo la Valle dei Templi”, “Il Cerchio” gestore del parco letterario Luigi Pirandello di Dino Barone, Confimpresa Euromeda di Alessio Lattuca, che avevano denunciato la violazione del principio della libera concorrenza del mercato sancito da Trattato Europeo.
Ancora prima la Commisssione Europea aveva chiesto chiarimenti al Ministero dello Sviluppo Economico.
Oggi apprendiamo la bellissima notizia che l'Autorità per l'Energia e il Gas ha sospeso il fattore di garanzia (FG), che poi non è altro che un nuovo odioso balzello, in quanto la spesa, che consiste in parecchi miliardi di euro, verrebbe gravata sulle bollette degli Italiani, per assicurare profitti illeciti alle multinazionali.
In Italia la lezione dell'Ilva di Taranto, che ha distrutto l'ambiente di quella città e provocato morti per tumore e nati malformati, non è valsa a niente e la strategia di finanziare, con la complice connivenza delle istituzioni, opere faraoniche che non servono a nessuno solo per favorire il business delle lobby sembrava non volere arretrare.
Almeno fino alla notizia di oggi della sospensione del fattore di garanzia alle multinazionali che costruiscono i rigassificatori.
E ciò, unitamente ai mutati scenari mondiali dell'energia, ci dà la forte speranza che non venga realizzato più l'ignobile progetto di costruire un rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco.
Gaetano Gaziano, presidente dell'associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”.
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lunedì 26 novembre 2012
IL RIGASSIFICATORE "TRITONE" IN ADRIATICO NON SI FA PIU'
Una buona notizia: un altro rigassificatore il "Tritone", che la Gas de France Suez intendeva costruire in Adriatico, al largo di Porto Recanati, non si farà più.
La bella notizia ce l'ha data l'agenzia Reuters, che trascriviamo qui di seguito ROMA, 21 novembre (Reuters) - "Il progetto del rigassificatore Tritone che Gas de France Suez aveva in progetto di costruire in Adriatico, al largo di Porto Recanati nelle Marche, è stato congelato dalla situazione di mercato.
Lo ha detto il presidente della filiale italiana del gruppo francese, Giuseppe Gatti, parlando con Reuters a margine di un convegno.
Il progetto è "congelato per le condizioni di mercato. Lo riprenderemo in mano l'anno prossimo per una valutazione, ma credo che le conclusioni finali non saranno diverse da quelle attuali", ha risposto Gatti ad una domanda sul futuro del progetto.
Il presidente di Gdf Suez energia Italia ha anche aggiunto di avere anche qualche perplessità circa l'idea di trasformare il Paese in un Hub europeo del gas, come previsto dalla Strategia energetica nazionale (Sen) predisposta dal governo: "Non vedo come si possa fare visto che in Italia il gas costa più che in Germania o altri Paesi europei".
Il rigassificatore, con una capacità di 5 miliardi di metri cubi all'anno da costruire a 34 chilometri dalla costa marchigiana, ha ottenuto il via libera, sia pure con qualche correzione, da parte del ministero dell'Ambiente a gennaio del 2011". Alla luce di quanto comunicato da Gatti, cosa aspettano il presidente di Enel Colombo e l'amministratore delegato Conti a dare la bella notizia che anche il rigassificatore "Valle dei Templi" non si fa più? Darebbero un grande respiro di sollievo al mondo della Cultura, quella vera non quella rappresentata dalle istituzioni e associazioni, come ministeri, assessorati, unesco, fai, eccetera, che della cultura fanno solo esibizione propagandistica. Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento" tanogaziano@yahoo.it.
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giovedì 22 novembre 2012
NO AL RIGASSIFICATORE DI P.EMPEDOCLE: LETTERA APERTA AL GOVERNATORE CROCETTA
Il Comitato NO al rigassificatore di Agrigento ha ritenuto, a seguito dell’elezione a Presidente della Regione di Rosario Crocetta, di scrivere una lettera, chiedendo le adesioni ad associazioni e singoli cittadini, perché venga revocata in autotutela l’autorizzazione a costruire il rigassificatore di Porto Empedocle.
PRESIDENTE CROCETTA,
Chi l’ha preceduta ha voluto caparbiamente la realizzazione di un rigassificatore a Porto Empedocle a breve distanza dal Parco Letterario Luigi Pirandello e dalla Valle dei Templi.
Non elencheremo qui le ragioni dell’allarme e del dissenso verso tale impianto che le Direttive Seveso qualificano come impianto a rischio di incidenti rilevanti e la cui stessa utilità economica generale per il Paese è messa oggi fortemente e autorevolmente in discussione dai soggetti pubblici stessi che l’avevano promossa e sponsorizzata.
Non ricorderemo neanche le allarmanti risultanze investigative circa l’interesse alla realizzazione dell’opera da parte di personaggi di spicco della mafia.
Ci limitiamo a ricordare, per brevità, che l'iter procedurale che ha portato all'autorizzazione regionale del rigassificatore al confine della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco, non ha valutato, come avrebbe dovuto, il progetto sotto l'aspetto del rischio sismico, atteso che il territorio di Agrigento e Porto Empedocle è classificato di seconda categoria, esattamente come quella dell'Aquila, devastata dal violento terremoto del 2009.
Il suo predecessore bloccò il progetto del rigassificatore di Priolo-Melilli per motivi di sicurezza, mentre inspiegabilmente diede il via libera a quello di Porto Empedocle.
Signor Presidente, Lei avrà certamente seguito la vicenda della minaccia portata al sito Unesco di Villa Adriana presso Roma dalla costruzione di una discarica e la successiva netta presa di posizione netta da parte del Ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, in seguito alla quale è stato bloccato l'indecoroso progetto.
Il sito Unesco della Valle dei Templi di Agrigento non è di certo inferiore a quello di Villa Adriana, per cui ha diritto allo stesso trattamento di salvaguardia, anche per la responsabilità che noi Siciliani vogliamo assumerci di fronte al mondo della Cultura: esso guarda con grande preoccupazione alle minacce nei confronti dei siti Unesco presenti nel nostro territorio.
Per questi motivi, signor Presidente, Le chiediamo con forza di dare un segnale di vero e grande rinnovo della politica regionale bloccando la realizzazione di un progetto il cui iter autorizzativo suscita perplessità.
Del tutto certi, infatti, sono i gravissimi danni e rischi per la popolazione ed il territorio, senza contare l'inevitabile ignominia che ricadrebbe su noi Siciliani tutti, nella malaugurata ipotesi della costruzione dell'ecomostro al confine di una irrepetibile e già fragile zona archeologica, considerata tra le più pregiate al mondo e come tale inserita nella World Heritage List dell'Unesco.
Finora hanno aderito: Archeoclub Agrigento, ARCI John Belushi, ARCI Sicilia, Agrigento ArkeoPark, Associazione culturale il Tamburino, Associazione culturale Labmura, Associazione Guide Turistiche "Città di Agrigento", Associazione Marevivo, Associazione "ReSeT" - Rete di Salvaguardia del Territorio, Associazione Salviamo la Valle dei Templi, Associazione Xèmina, Centro Studi Mediterranei, CIA Confederazione Italiana Agricoltori, Consorzio Turistico Valle dei Templi, Comitato per la Bellezza, Fondo Siciliano per la Natura, Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, Rete Bioregionale Italiana, Terranostra contro le mafie, WWF Agrigento, Gian Joseph Morici, Gaetano Pendolino.
PUOI SOTTOSCRIVERE L´APPELLO COLLEGANDOTI AL SITO NORIGASSIFICATOREAGRIGENTO.IT.
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venerdì 16 novembre 2012
NON VOTATE BERSANI! E' IL PADRINO DEL RIGASSIFICATORE "VALLE DEI TEMPLI".
Alle Primarie del PD non votate Bersani. E' il padrino del rigassificatore "Valle dei Templi di Agrigento", da lui voluto quand'era ministro dell'Economia nel Governo Prodi e mentre Angelo Capodicasa era viciministro alle Infrastrutture. I due compari rigassificatoristi, dopo avere contribuito a relegare la provincia di Agrigento nelle ultime posizioni delle classifiche economiche italiane, si sono presentati con il regalo del rigassificatore a 800 metri dall'abitato di Porto Empedocle e a mille metri dalla Valle dei Templi di Agrigento, mentre i più grandi esperti al mondo di sicurezza e aniterrorismo, come il prof. Richard Clarke- cosulente di tre presidenti americani-, consigliano di costruirli il più distante possibile dai centri abitati.
Ricordatevene il 25 novembre e il 2 dicembre.
I possessori di media on line sono pregati di rilanciare questo appello.
Gaetano Gaziano, presidente associazione "Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento.
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