La seduta straordinaria del consiglio comunale aperta alla cittadinanza di lunedì 19 maggio per discutere della viabilità del piano del parco merita qualche riflessione.
La legge istitutiva del parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento (legge reg.le n.20 del 2000) ha come finalità la tutela e la valorizzazione dei beni archeologici, ambientali e paesaggistici della Valle dei Templi e la programmazione di politiche atte a promuovere lo sviluppo delle risorse del territorio a fini turistici. Il consiglio del parco, per raggiungere tali finalità, deve adottare il piano, che è proprio lo strumento che individua e definisce la destinazione d'uso dei manufatti legalmente esistenti e l'inserimento di tutti quegli elementi indispensabili per una migliore fruizione e per la crescita economica del territorio.
L'iter della redazione del piano è stato lungo e laborioso e i termini assegnati dal legislatore per l'adozione e l'approvazione, ampiamente superati.
Detto ciò, è evidente che è interesse di tutti accelerare i tempi, superando le difficoltà.
L'incontro tra parco e città, alla presenza del Sindaco Zambuto e della presidente del parco, Rosalia Camerata Scovazzo, è stato proficuo e ha messo in evidenza la necessità che questa città ha di confrontarsi nel comune interesse di far crescere una realtà economica e sociale problematica che la vede agli ultimi posti di ogni classifica.
Le potenzialità di Agrigento, straordinarie per il connubio tra archeologia, paesaggio e natura, non sono riuscite incredibilmente a creare finora quello sviluppo economico adeguato e conseguenziale.
E' proprio per questo che da più parti (ordini professionali, imprenditori, sindacati, associazioni di categorie e cittadini) si sta guardando al piano come a quello strumento indispensabile per rilanciare l'economia, incrementando il turismo e consolidando uno sviluppo coerente con un sito Unesco, patrimonio dell'umanità.
Le critiche mosse al piano hanno riguardato la viabilità che così come prevista dal piano stesso con la chiusura della passeggiata archeologica o statale 118 allontanerebbe i cittadini dalla Valle impedendo loro di immergersi quotidianamente, anche solo transitando, nella sua bellezza millenaria. Le preoccupazioni legate ad una percorrenza più lunga per raggiungere il mare e la farraginosità di alcune soluzioni proposte per una viabilità alternativa hanno poi portato al convincimento che il piano potrà essere adottato nella sua interezza stralciando la parte relativa alla viabilità delle statali.
Da parte del Sindaco c'è stata però la piena adesione alla proposta dell'Ente Parco di rendere la passeggiata archeologica o statale 118 zona a traffico limitato. Se da una parte, infatti, è comprensibile la richiesta degli agrigentini di non essere espropriati della Valle (e la chiusura della statale viene percepita proprio in tal senso), dall'altra però è necessario adottare tutti quegli accorgimenti per alleggerirne il traffico diventato caotico e inquinante e spesso costituito anche da mezzi pesanti. In questa direzione va l'apertura a breve dei due parcheggi di S.Anna e Villaseta, ultimati da poco, dove sosteranno i pullman dei turisti che verrano trasferiti nella zone archeologiche con bus navetta adeguati, con le macchinine elettriche già circolanti nella statale, con i taxi, eccetera.
Gli uffici del parco, d'altro canto, si sono già attivati per progettare un sottopasso che dal parcheggio di S.Anna porterà i turisti direttamente, attraverso l'ingresso della porta quinta, nell'area di Giove, mentre si farà in modo di riattivare la strada ferrata, che da Porto Empedocle arriva al tempio di Vulcano nel cuore della Valle.
Sebbene l'attenzione sia stata calamitata dalla viabilità è ovvio che questa è una parte importante ma non certamente la più significativa.
Il piano infatti sarà lo strumento che permetterà l'uso di tutti quei manufatti storici all'interno dei 1400 ettari di parco, ricco di una rigogliosa vegetazione di mandorli e ulivi secolari, per finalità turistiche, didattiche, di accoglienza, eccetera.
Il piano prevede l'attivazione di tutti quei sentieri che potranno collegare a piedi monumenti e manufatti (ad esempio casa Barbadoro con il tempio di Esculapio) e creare nuovi percorsi per mountain-bike, per trekking, per passeggiate equestri. Insomma, il piano potrà finalmente consentire la valorizzazione e la fruizione al meglio di un territorio unico per il connubio di archeologia, natura e paesaggio che oggi è sottoutilizzato proprio a causa della mancanza dello strumento di pianificazione.
Ecco perché, a chi oggi chiede di non “accelerare” i tempi, io dico che è necessario invece fare in fretta per il bene di tutta una comunità che, sebbene immersa in un ambiente millenario, non ha davanti a sé tempi biblici per vedere risolti i problemi esistenziali che l'assillano, che potrebbero trovare risposte adeguate in un nuovo rilancio del territorio.
mercoledì 21 maggio 2008
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