mercoledì 16 luglio 2008

Il nostro federalismo

Finalmente una buona notizia! Dopo un inizio di legislatura un po' claudicante con la difficoltà di formare la giunta regionale, con i provvedimenti scoraggianti provenienti dal governo nazionale sullo scippo di fondi per le infrastrutture in Sicilia e dopo la boutade shock di affidare i beni culturali ai privati, il governatore Lombardo, con l'assessore all'industria Pippo Gianni e l'assessore all'ambiente Pippo Sorbello, ha dichiarato (Giornale di Sicilia del 15 luglio) che introdurrà una tassa ecologica sulle raffinerie, per ripagare il danno ambientale che hanno fatto in Sicilia la Esso di Augusta, l'Agip di Gela e la Erg-Shell di Priolo negli ultimi 50 anni. Sarebbe questo il federalismo applicato alla questione energetica, in considerazione che la Sicilia produce più energia di quella che consuma e che sempre in Sicilia viene estratto il 10% e raffinato il 50% degli idrocarburi destinati al consumo di tutto il Paese. Questa produzione superiore alle nostre esigenze ha provocato negli anni guasti ambientali e sanitari rilevantissimi, mentre gli enormi utili vanno alle industrie e allo Stato che lucra ingenti entrate fiscali. “Non è giusto che le coste e i fiumi” ha dichiarato Sorbello “siano devastati dall'inquinamento, che le falde idriche siano prosciugate per raffreddare impianti e turbine, senza contare che nessuno di questi fattori inquinanti produce sviluppo duraturo per i nostri territori”. E' davvero musica per le nostre orecchie sentire che non si può continuare a svendere il nostro territorio in cambio di pochi posti di lavoro e che se è giusto oggi pretendere dalle industrie già esistenti delle compensazioni, sotto forma ad esempio di sconti sul costo dei carburanti (che tra l'altro risolverebbe la crisi spaventosa della nostra marineria messa in ginocchio proprio dall'aumento spropositato del gasolio), bisogna altresì con enorme cautela valutare l'opportunità di insediare nuovi impianti come i rigassificatori che hanno un alto indice di impatto ambientale e di pericolosità, per cui è necessario eventualmente farli off-shore cioè lontani dalla costa. E' ciò che andiamo sostenendo da lungo tempo, visto anche che quelli già autorizzati in Italia, come a Rovigo e a Livorno, sono appunto off-shore e che quindi non si capisce come mai proprio quello di Porto Empedocle debba essere costruito attaccato ad un centro abitato e in prossimità di un sito Unesco, come quello della Valle dei Templi. Pretendere delle compensazioni per i guasti ambientali prodotti dalle industrie petrolchimiche è il meno che la Sicilia possa fare (regioni frontaliere, come la Valle d'Aosta, pur non avendo né trivelle né raffinerie, godono di uno sconto sui carburanti) e in questa volontà dovrebbero ritrovarsi, in modo bipartisan, tutti d'accordo politici di destra, di sinistra e cittadini, non preoccupandosi delle proteste di Confindustria che ovviamente non può che difendere i propri interessi, spesso non coincidenti con quelli della maggior parte dei cittadini.
Queste dichiarazioni così nette, in verità coerenti con quanto sostenuto da Lombardo in campagna elettorale, lasciano sperare in un'inversione di tendenza nell'atteggiamento fino ad oggi tenuto dai nostri politici siciliani cioè di accettare supinamente, nelle piccole come nelle grandi cose, le scelte decise altrove spesso non nell'interesse dei Siciliani. E' arrivato il momento per i nostri politici a Roma di lavorare nell'interesse della Sicilia senza timidezze e senza il cappello in mano, confrontandosi a testa alta con le pretese di Bossi e con la sedicente nuova “questione settentrionale” che fa guardare alla Sicilia sempre più con fastidio e insofferenza. Solo così potremo avviarci verso il riscatto e la rinascita di una terra come la nostra che ha davvero tutte le potenzialità umane, ambientali e culturali per invertire una rotta. La Sicilia finalmente potrà scegliere una strada e non subire un destino.
Caterina Busetta

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ed alla fine Caterina Busetta votò Lombardo?

Anonimo ha detto...

Non ambisco a fare carriera politca né a consulenze o a finanziamenti pubblici. Ciò mi rende libera di dire quello che penso, al di là di ogni ideologia o schieramento politico e a seconda che ritengo che si stia operando nell'intersse generale della Sicilia e non si stia guardando al proprio "particulare" di guicciardiana memoria.

Anonimo ha detto...

A tutti deve essere sempre ben chiaro che l’argomento della discussione deve essere il contenuto e non l’autore, e che tutto deve rimanere su un piano civile e rispettabile. E’ anche indispensabile accettare il fatto che siamo tutti parte della stessa comunita’, qualsiasi sia il nostro background culturale o personale e che quindi la soluzione del rigassificatore, anche se deve passare attraverso discussioni talvolta anche molto accese ed ironiche fra fazioni opposte, si puo’ raggiungere attraverso una versione neutrale, e non procedere per sterili illazioni o inutili polemiche. Appare abbastanza chiaro che, per quanto riguarda il rigassificatore, la posizione dei “contro” non e’ quella di un assoluto no, ma di una semplice richiesta che venga costruito off-shore, come in quasi tutte le altre localita’, sia in Italia che nel mondo. Vorrei fare una domanda a tutti quelli “pro”: siete anche contrari all’idea dell’off-shore?. Leggendo i vari interventi sul blog “Comitato pro rigassificatore – Agrigento”, spero che la risposta dovrebbe essere “no”. A questo punto credo doveroso rivolgere un appello alle varie “fazioni” : provate a dialogare, provate a trovare quel punto di incontro, quella versione neutrale che potrebbe permettere alla nostra bella citta’ di sviluppare oltre che le proprie risorse naturali ed umane, anche quelle ambientali. E fra le risorse umane ci siete anche voi: Signora Busetta e Signor Nocera. Buon lavoro.