Una terribile maledizione insegue da secoli i profanatori della Valle dei Faraoni. Ne sanno qualcosa (o meglio ne sapevano qualcosa, in quanto sono tutti morti di morte violenta) i profanatori della tomba di Tutankamon. Una analoga maledizione sembra inseguire i profanatori della Valle dei Templi di Agrigento. Non ancora così terribile, perché trattasi al momento solo di un tentativo molto concreto di profanare il sito della Valle con la costruzione di un rigassificatore a Porto Empedocle. E non lo dico per ridere. Basta esaminare le vicende politico-giudiziarie dei protagonisti del tentativo di industrializzare la Valle, per rendersi conto che al buon padre Zeus non deve essere molto piaciuta l'infelice idea di andargli a piazzare due enormi cisternoni e le torri torcia alte 40 metri a fiamma perenne a due passi dal tempio dorico che gli antichi coloni greco-rodesi gli dedicarono per glorificarne nei secoli il suo nome. E se n'è giustamente adombrato, vendicandosi! Vediamo come.
Totò Cuffaro, magnifico e potente governatore siciliano, è stato disarcionato in corsa mentre si trovava all'apice della sua gloria terrena: condannato in primo grado a “soli” cinque anni di reclusione per avere favorito singoli boss mafiosi, con l'appendice della scivolata sulle bucce dei cannoli. Vero è che dopo è stato eletto senatore, ma volete mettere la poltrona di governatore di una delle regioni più grandi d'Italia in cambio di un singolo, anonimo, insignificante posto nel parco buoi del Parlamento italiano?
Sorte migliore non ha avuto uno degli altri sponsor dell'iniziativa industriale, cioè Angelo Capodicasa, che è stato scalzato anche lui in corsa dal posto di vice ministro alle infrastrutture per andare a occupare un altro anonimo posto del parco buoi. E quando “l'acchiappa” più un posto di vice-ministro Capodicasa?
Né maggiore fortuna hanno avuto i big nazionali, come Prodi, D'Alema e Bersani, fautori della politica dell'ambientalismo del fare (o degli affari) e sostenitori dei rigassificatori che, a leggere il Corriere della Sera, hanno lavorato “ventre a terra” solo per stipulare affari nel business dell'energia.
Prodi ha concluso ingloriosamente la sua parabola politica, con la certezza di essere ricordato nei libri di storia come uno dei peggiori (se non il peggiore) premier del dopoguerra (almeno così l'ha percepito la stragrande maggioranza degli Italiani). D'Alema, perso il ministero degli esteri, s'è rintanato nel molto meno gratificante posto di presidente della Fondazione Italiani-Europei: troppo poco per un uomo ambizioso come il leader Massimo. Bersani, potente ministro dell'industria, è scomparso dal panorama politico italiano, come è scomparso Francesco Rutelli, l'ex ministro dei beni culturali che, dopo aver promesso un intervento a favore della Valle, è fuggito senza spendere una sola parola. Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell'ambiente, ha fatto di peggio: a due giorni dalle elezioni ha concesso la Via al rigassificatore, cedendo alle pressioni di Enel e Confidustria. Cancellato per sempre dalla vita politica!
E tutto ciò è capitato ai nostri “eroi” solo per una maledizione preventiva. Cosa accadrà loro se e quando costruiranno il rigassificatore a un tiro di schioppo dai templi dorici? La Valle dei Templi è molto cara al grande padre Zeus: essa, a ben guardare, rappresenta in terra ciò che l'Olimpo è in cielo. Vi sono raffigurati le più importanti divinità e miti del mondo greco classico, cui sono stati dedicati i templi dorici tra i più belli della Magnagrecia: Zeus, Giunone, Vulcano, Eracle, Demetra, Persefone, Castore e Polluce. E, se non bastasse, ci sono pure le divinità Ctonie. Come pretendere, dunque, che Zeus non s'adombrasse per questo grave affronto apportato alla sua dignità di re degli dèi? Come dargli torto? La cifra delle divinità classiche non è il perdono, ma la tremenda punizione di tutti coloro che hanno l'ardire e la presunzione di offenderle. Non so immaginare cosa sarà la maledizione successiva. Cosa riserverà Zeus, nell'ipotesi infausta della costruzione dell'ecomostro, ai predetti personaggi e a tutti coloro che, a vario titolo, tra manager industriali, funzionari statali, regionali, sindacalisti e giornalisti, hanno contribuito ad approvare o a sponsorizzare tale progetto “indecoroso” (per dirla con il prof. Salvatore Settis, presidente del Consiglio Nazionale BB.CC.) o a tutti coloro che, pur avendone i poteri, non sono intervenuti per evitarlo. Non si possono fare previsioni, però ricordo dagli studi classici che il principale terribile strumento di punizione di Zeus era l'uso dei fulmini per incenerire quei malcapitati che l'avessero offeso.
Oh grande padre Zeus, ti prego non infierire troppo contro di loro, perché (poverini) dicono che lo hanno fatto per il nostro bene.
Gaetano Gaziano
lunedì 14 luglio 2008
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2 commenti:
Caro Gaetano,
Mio figlio Ares, gia’ da tempo esperto di informatica, mi ha appena consegnato un articolo da te pubblicato su questo blog. Rispondo ad un comune mortale poiche’ mi avete rotto le Divine Scatole rivolgendovi a me soltanto per suppliche fulminanti. Proprio ieri sono stato costretto, su richiesta di un certo Abruzzo e del mio nuovo vicino di casa (Silviones), a dispensare un potente fulmine contro tale Del Turco. In questo caso non ho avuto alcun dubbio, date le relazioni fra i miei amati Greci e la nazione che questo misero verme mi fa ricordare. Ma non esagerate!!! Chi invoca di mirare a destra, chi a sinistra; a questo…., a quello…..e basta, per Giove!!!!!. Capisco che vogliono profanare la memoria della mia adorata moglie, e quella dei miei figli, ma chi colpisco?, quelli da te nominati o quelli che li hanno votati? In verita’ ti dico: e come in pace tollerare le offese quando se lo meritano tutti?. Ma non mi sento di fare “terra bruciata” della vostra bellissima Isola. Ho raccomandato ad Ares di non farlo sapere a Giunone, anche perche’ mi sento un po’ colpevole: Zeus, Re degli Dei, sovrano dell’Olimpo, direbbe con occhi infuocati mia moglie, li vedi quelli “enormi cisternoni” bruciare vicino ai nostri Templi?, e’ tutta colpa tua Grande St#$&o: te lo avevo detto di non chiamare quella citta’ AkraGas.
Caro Zeus-Maori, il tuo commento è fantastico, anzi di più è "divino"!
Il grande padre Omero ci racconta quanto sei terribile quando ti adiri: "...e sotto gemea la terra per l'ira di Zeus che avventa fulmini..." (Iliade, II, 780-783). Giunone,però,ha ragione come cavolo ti è venuta l'idea di chiamare AkraGas la città dei Templi?
A quelli dell'Enel non gli sembrato vero: è Akragas la citta del gas!
Però adesso tu ci metti una pezza, caro Zeus-Maori. Un fulmine solo ti chiedo e sai bene a chi indirizzarlo. Fulminato lui, adieu al rigassificatore.
Ave, oh grande padre Zeus-Maori, e mi raccomando: non sbagliare mira!
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