martedì 22 luglio 2008

Pubblici dipendenti fannulloni: Vieni avanti creativo...


Non c'è peggio di quando una categoria viene presa di mira dai media perché qualche buontempone di governante si alza male la mattina e comincia a straparlare contro di loro.
Qualche tempo fa, ad esempio, se la sono presa contro i “poveri” petrolieri che il “comunista” Tremonti vorrebbe tassare. Per fortuna che, in loro soccorso, sono arrivati Bersani, che i petrolieri li conosce bene, e il Pd di Veltroni che, come si sa, è da sempre schierato in difesa degli interessi dei più deboli. Anch'io ho scritto, sul mio, blog il precedente post a sostegno dei “poveri” petrolieri.
Oggi un'altra categoria tartassata è quella dei dipendenti pubblici che qualche maldicente giornalista, che attacca i privilegi di casta, continua a definire “fannulloni”. Anche loro sono additati ingiustamente. Quello “stakanovista” del ministro Brunetta s'è messo in testa che vuole licenziare i perditempo, i cronici assenteisti, i dipendenti con doppio lavoro: i fannulloni, insomma. Ma i sindacati, per fortuna, sono scesi sul piede di guerra. “Ma è impazzito quel ministro?” ha gridato in coro la triplice “alleanza”. Però loro, si sa, difendono i privilegi (pardon i diritti) dei lavoratori. Invece, la difesa più brillante (colta direi) l'ha fatta il giornalista Francesco Merlo che, sul suo giornale “la Repubblica”, in un dotto articolo del 20 luglio ha osservato correttamente che se Brunetta fosse vissuto al tempo di Kafka oggi non potremmo leggere i capolavori del grande scrittore boemo, in quanto, essendo egli impiegato delle Assicurazioni Generali di Praga, si concedeva lunghi periodi di evasione davanti alla sua Remington, per cui sarebbe stato certamente licenziato in tronco. Bravo Merlo a ricordarci l'episodio e accostare l'illustre esempio alla querelle che oggi ci interessa sui fannulloni pubblici. Cosa vanno blaterando Rizzo e Stella a stigmatizzare i privilegi delle caste? Non hanno capito niente: tra i fannulloni, come ricorda Merlo, potrebbero esserci uno, cento, mille, perditempo “geniali” che, dietro la loro apparente “bighellonaggine”, nascondono una natura sognatrice e creativa.
Come è possibile che i quasi 500 mila dirigenti pubblici, oltre a essere strapagati, prendano a fine anno, tutti quanti, il premio di produttività? Sono tutti bravi, non ce n'è neppure uno cretino? Ma che cretini, siamo tutti efficienti e creativi, vi risponderanno.
Come creativi certamente saranno quei figli di giornalisti che, guarda caso, diventano a loro volta giornalisti. “Ma siamo bravi e creativi” controbattono a qualche osservatore maligno che si permette di criticare “l'automatica” discendenza. Come sono bravi e creativi i professori universitari figli di docenti universitari. Si sa: creativi anche loro.
Quindi, per favore, non facciamo facili illazioni, non diamo più la caccia ai fannulloni pubblici dipendenti perché (ricordatelo) dentro a ognuno di loro non c'è certamente un cretino ma potrebbe celarsi potenzialmente un altro grande letterato.
Perciò che sgorghi spontaneo in tutti noi il grido unanime: VIENI AVANTI CREATIVO!
Gaetano Gaziano

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Poveri fannulloni, mi fanno pure tenerezza. Ma perché ce l'hanno con loro? D'accordo, magari qualche volta s'assentano per andare a fare la spesa, per recarsi dal parrucchiere o può succedere che timbrano il cartellino per il collega assente. Ma che male c'è? Come si dice dalle nostre parti: cu avi l'occasioni e 'un sinni servi, 'un trova confissuri che l'assolvi!
E dunque lasciamoli in pace questi simpatici fannulloni.
Papà-Maori, ti prego fai sentire anche tu la tua voce su questo argomento: i tuoi commenti sono, come al solito, "fulminanti"...

Anonimo ha detto...

Mentre passeggiavamo, mano nella mano, lungo una spendida spiaggia dell’Algarve, improvvisamente la mia bella Portoghesa si giro’ verso di me, mi guardo’ a lungo, e con il suo dolce sorriso, con occhi languidi ma curiosi, domando’: « Maor, Amor, porque te me chama “Morattinha”? ».
«Para o color nero de seu cabellos».
«E como se dise em Italiano?».
«Se dise Brunetta»
«Como os vosso pequeno ministro?».
«E bem, proprio sim».
«Nao, nao, no me agradar»
«Porque?, Ninha de meu coraçau».
«Porque ele, u ministro pequeno, queira poltrones para ele mesmo, mas tamben de despedir todo outros poltrones em Italia».
Sorrisi, avevo subito capito che la mia ingenua ragazza traduceva liberamente, anche se letteralmente corretto, quello che leggeva sui giornali Italiani che io compravo. I Portoghesi chiamano i fannulloni, “poltrones”, ma chiamano anche cosi’ le normali poltrone. Lei aveva quindi concluso che, come tutti i politici Italiani sempre a caccia di poltrone, il nostro pequeno Brunetta avesse intenzione di liberare tutti gli uffici pubblici Italiani delle loro poltrone per poi prendersele lui. Ma ora, dopo aver letto l’articolo del Signor Gaziano, mi sorge un dubbio. Forse Morattinha non aveva tradotto male, anzi ci aveva proprio azzeccato (mannaggia a Di Pietro): El pequeno ed il governo di cui fa parte non intendono licenziare i cretini ed i perditempo (e chi li trova…), e lo sa bene Ualter (che non si oppone), tanto questi tipi sono stati scelti da tutti i partiti e cio’ li dovrebbe rendere fedeli, laboriosi, diligenti, presentisti. Forse vogliono invece ricattare quelli geniali, creativi, letterati, poiche’ queste doti potrebbero cambiarli in “anti-politici, “anti-casta”, “intellettualmente indipendenti”. E questo sarebbe un vero guaio per la casta, lor signori preferiscono i pecoroni: l’offerta della Nuova Zelanda e’ sempre valida.
Creativi, state attenti, io al vostro posto non andrei avanti……

Anonimo ha detto...

Papà, mi lasci sempre a bocca aperta!
Potrò mai io raggiungere i tuoi livelli di ironia o di scrittura "creativa" (dico davvero Papà, non come i creativi di Stato)...