venerdì 24 ottobre 2008

Libro di Carlo Vulpio contro il rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi



L'ultimo libro di Carlo Vulpio “Roba Nostra” (edizioni “Il Saggiatore”) sarà presentato:
- Mercoledì 5 Novembre alle ore 18,30 a Palermo c/o la Biblioteca Comunale di piazza Professa 1, nel contesto delle Giornate dell'economia promosse dalla Fondazione "Angelo Curella".
- Giovedì 6 Novembre alle ore 17,30 ad Agrigento presso il “Teatro della Posta Vecchia” di via Atenea a cura della libreria “Capalunga” del dinamico Amedeo Bruccoleri che coordinerà la presentazione del libro e il dibattito che seguirà.

Vulpio è l'inviato del Corriere della Sera che da anni va girando l'Italia per raccontarci, con coraggio, le trame del malaffare che coinvolgono mafia, 'ndrangheta, malavita in generale, ma anche pezzi della società “istituzionale” rappresentata da alcuni politici corrotti e da alcuni magistrati collusi che tessono ambigui intrecci per la gestione non proprio trasparente di appalti pubblici e della torta appetitosa dei fondi miliardari della comunità europea. Quelle losche trame che hanno attraversato e attraversano la cosiddetta seconda Repubblica.
Ci piace riportare l'incipit del primo risvolto di copertina del libro: “Bisogna far sistema. Questa ricetta con cui in genere le economie decollano e i paesi si sviluppano trova da noi un'applicazione tipicamente all'italiana. Consiste nella capacità inesauribile di stabilire reti di complicità tra politici, esponenti professionali e istituzionali, faccendieri e malavitosi, con un unico scopo: saccheggiare i beni e le risorse pubbliche”.
Solo per ricordare una delle sue tante inchieste, Vulpio è il giornalista che ha scoperchiato sul Corriere della Sera il vaso di Pandora dell'indagine giudiziaria “Why not”, condotta da Luigi de Magistris, per cui il coraggioso magistrato è stato poi trasferito ad altra sede. I don Rodrigo del Sud, anche quelli con i baffetti alla Figaro, sembrano averla vinta. Ma, fin quando ci saranno giornalisti come Vulpio che sanno affondare il bisturi nella “gomorra” sociale italiana senza timori riverenziali per chicchessia, resiste la speranza che, alla lunga, i malavitosi tradizionali e quelli con i “colletti bianchi” non la spunteranno.
Vulpio è anche il giornalista che per primo si è occupato dell'affaire rigassificatore di Porto Empedocle, dalle pagine del Corriere il 26 marzo dello scorso anno, con una coraggiosa inchiesta dal titolo “Scontro sul rigassificatore vicino alla Valle dei Templi”.
Al saccheggio (fino ad oggi tentativo di saccheggio) della Valle dei Templi di Agrigento Vulpio ha dedicato un intero paragrafo del suo libro dall'eloquente titolo “Gas nella Valle dei Templi di Agrigento”, inserito nel capitolo più vasto dal titolo altrettanto eloquente “Le mani sul patrimonio dell'umanità”.
Senza peli sulla lingua ci spiega, attraverso un excursus di 10 pagine, l'intrigo di alcuni politici, sindacalisti, funzionari infedeli, faccendieri, ecologisti pentiti (dagli accorati appelli alle repentine ritrattazioni “folgorati” sulla via del rigassificatore,come è successo al presidente del Fai e al capo delegazione italiana dell'Unesco) che hanno potuto ideare, progettare e, a vario titolo, sostenere e avallare ciò, che se realizzato, potrà essere, a tutti gli effetti, considerato un crimine contro il patrimonio culturale universale.
Vulpio, con questo suo nuovo libro, dimostra ancora una volta di appartenere a quei pochi giornalisti italiani di razza che possono a buon diritto definirsi “dalla schiena dritta”. Non a caso la prefazione del libro è stata curata da Marco Travaglio che, nel concluderla, avverte “nessuno, grazie a questo libro, potrà più dire di non aver saputo”.
Gaetano Gaziano
tanogaziano@yahoo.it

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Papà Maori,
tu mi hai sempre insegnato che "quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare". Ebbene questo è proprio il momento di cominciare a "giocare": infatti sulla G.U. del 24 ottobre è stato pubblicato il decreto del Ministero dell'Ambiente che ha rilasciato la VIA (valutazione di immpatto ambientale) sul rigassificatore di Porto Empedocle. Ad Agrigento si stanno organizzando per contrastare con tutti i mezzi, anche quelli giuridici, il misafatto della Ministressa Prestigiacomo.
Papà, adesso non deluderci: facci vedere come "giochi" tu...

Anonimo ha detto...

Maorinho my son , my dear son,
giocherò, a modo mio, ma ti prometto che giocherò. Voi Agrigentini intanto continuate, con tutti i mezzi, con tutta la forza. A proposito del VIA, immagino che ora incomincerà la valutazione, è così?. O è stata già fatta?. Come si spiega la dichiarazione del presidente Lombardo fatta a Messina il 26 ottobre: “ va verificata la situazione della sicurezza dei rigassificatori che è prioritaria”?.
Sono confuso fra l’uovo e la gallina. Potresti chiarire?
Ti ho mandato in Italia per studiare, ma da quello che vedo e sento sulla scuola Italiana, credo che sia opportuno che tu prepari le valigie: qui da noi le Università sono migliorate di molto, hanno appena concesso miliardi di dollari per la ricerca e per la formazione per combattere la “crisi”. Ho paura che se rimani in Italia finirai come tutti i poveri studenti Italiani: asino e precario.

Anonimo ha detto...

Dear Daddy,
sono contento di sentirti. Qui la situazione sta precipitando: si svende la Valle dei Templi per un piatto di lenticchie (questo per la povera gente, per chi conta invece ci saranno i baffi d'oro).
La "malmostosa" Prestigiacomo (uso il termine che lei stessa adoperò nei confronti del prof. Giovanni Sartori che aveva "osato" criticarla sul Corriere della Sera) ha concesso la VIA (acronino di Valutazione di impatto ambientale) in modo defintivo.
Adesso spetterà alla regione Sicilia, rilasciare l'autorizzazione a costruire l'ecomostro. Lascia perdere ciò che dice Lombardo. Sta' tranquillo che ha trovato l'accordo giusto (avevi forse qualche dubbio?). Hai promesso che ora "giochi" anche tu.
Pa', tu mon mi hai deluso mai...

Anonimo ha detto...

Sos: penso che gli haker della multinazionale dell'energia sono entrati nel mio sistema e non mi lasciano comunicare. Mi rivolgerò presto alla polizia postale...