sabato 17 gennaio 2009

"Polpet fiction" in salsa siciliana


Non mi intendo di fiction televisiva e non la vedo. Ho voluto vedere, tuttavia, una puntata di “Agrodolce” dopo le polemiche scaturite sulla necessità di continuare a finanziare la soap opera con fondi pubblici della Regione siciliana. Inguardabile! Ora, magari, fin quando questa polpet fiction in salsa siciliana fosse finanziata con fondi privati, il discorso potrebbe anche starci, ma dubito onestamente che la produzione avrebbe potuto reggere all'urto di due o tre puntate dall'audience disastrosa con la pubblicità che scappa via. Il discorso cambia, invece, quando questo tipo di tivù spazzatura viene finanziato con fondi pubblici regionali.
Giovanni Minoli (nella foto accanto), che ha realizzato la fiction, avrà un bel dire, citando criteri econometrici di business, “tutto bene, anzi benissimo” (vedi "Repubblica" del 9 gennaio), ma com'è possibile sostenere la necessità di finanziare la produzione di questi spettacoli di infimo livello con la motivazione del ritorno di immagine, quando in Sicilia è in corso una drammatica contrapposizione tra le forze politiche (anche della stessa maggioranza) per i tagli alla spesa sanitaria? Poi, per una curiosa e bizzarra coincidenza, sulla stessa pagina di Repubblica, che riportava le improbabili difese di Minoli della sua creatura televisiva, un altro articolo dava conto dell'annullamento degli abbonamenti gratuiti agli anziani indigenti sui trasporti pubblici.
Non convincono le argomentazioni del ritorno di immagine. Minoli saprà, da esperto television maker, che non sono questi prodotti a favorire l'immagine di un territorio. Potranno farsi in Campania milioni di puntate di “Un posto al sole” (altra creatura di Minoli), ma non serviranno a far recuperare l'immagine abbondantemente compromessa dalla “monnezza” che arrivava ai piani alti di Napoli, come non saranno certamente le immagini oleografiche delle località turistiche siciliane, che fanno da sfondo ad “Agrodolce”, a richiamare turisti nella nostra isola. Piuttosto a creare l'immagine positiva di un territorio sono le notizie sull'efficenza dei servizi e sulla bassa criminalità di quei posti. Dunque “tutto bene, anzi benissimo” come dice Minoli? A me non sembra.
Gaetano Gaziano, Agrigento
tanogaziano@yahoo.it

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