domenica 19 dicembre 2010

RIGASSIFICATORE DI PORTO EMEPDOCLE: NON E' ANCORA NATO E GIA' PUZZA

Abbiamo preso questa definizione da Twitter, il simpatico social network fatto di ironiche battute sui diversi argomenti della vita sociale. E, in effetti, il rigassificatore, che dovrebbe sorgere al confine del parco archeologico della Valle dei Templi, “puzza” già prima di essere costruito, per diversi motivi...

“Puzza” perché, all'indomani della sentenza del Tar Lazio che ha annullato il decreto regionale che autorizzava quell'ignobile progetto, si è scatenata una violenta polemica tra gli assessori regionali Piercarmelo Russo e Marco Venturi. Il primo, ex assessore all'energia, ha rimproverato al secondo di avere sbagliato, in qualità di assessore all'industria, la procedura autorizzativa per troppa fretta, inducendo così il Tar ad annullare il provvedimento. Il secondo, che non ha gradito l'invasione di campo, ha risposto piccato al collega di giunta di essere un baby pensionato e che sei anni per l'autorizzazione non sono pochi. Ci sono state repliche e controrepliche, fatte tutte con vibranti comunicati stampa e non secondo l'antico adagio che “i panni sporchi si lavano in famiglia”.
Ha cercato di metterci una pezza il governatore Lombardo, protagonista, a sua volta, di una violenta polemica con il presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, che ha tuonato contro la sentenza del Tar Lazio, proprio lui che si presenta come un “campione” della legalità.
Lombardo, per la faccenda del rigassificatore di Priolo, dal proprio blog ha sentenziato che “è finita l'era in cui i grandi gruppi imprenditoriali facevano i loro comodi in Sicilia senza tenere conto del rispetto delle regole e delle legittime esigenze del territorio”.
Peccato, però, che questo valga solo per il rigassificatore di Priolo (a casa sua) e non per quello di Porto Empedocle, che continua a sponsorizzare sebbene debba sorgere, non in area industriale come a Priolo, ma in prossimità di un sito patrimonio dell'umanità.
Di più: il governatore Lombardo, infastidito dalle pressioni di Stefania Prestigiacomo per il rigassificatore di Priolo, l'ha apostrofata, dalle pagine dell'Espresso, come “ministra alla devastazione dell'ambiente”. Parole come macigni.
Ma il fatto singolare in questa vicenda è che tutti i protagonisti della polemica sono a favore dei rigassificatori. E, allora, perché?
Per capire tutto ciò, forse bisogna fare riferimento a quelle “intese sottaciute” cui ha fatto cenno Agostino Spataro nell'articolo “Il rigassificatore della discordia” su “la Repubblica” del 17 dicembre.
A tal proposito, qualche tempo fa circolava sui giornali on line e sui blog (che oggi fanno la vera informazione) la notizia che la signora Margherita Stabiumi, regina bresciana dell'acciaio, avrebbe ricavato 30 milioni di euro dalla vendita ad Enel del 90% del proprio pacchetto azionario della società Nuove Energie, che deve costruire il rigassificatore di Porto Empedocle, e non 24 milioni come precedentemente concordato.
Ci si chiedeva, sempre sui blog, a chi fosse andata quella “consulenza” di 6 milioni di euro ricavati dalla supervalutazione delle azioni. Voci, certamente. Ma un fatto è sicuro, che l'ing. Giuseppe Luzio, amministarore delegato di Nuove Energie, ad una precisa domanda rivoltagli durante un incontro fatto alla Curia di Agrigento in cui eravamo presenti, su quanto Enel avesse pagato quella quota azionaria, si è rifiutato categoricamente di rispondere.
Il rigassificatore di Porto Empedocle “puzza” pure per via delle infiltrazioni mafiose all'interno del business dell'ecomostro.
Ad affermare ciò non è un cittadino qualsiasi, ma l'on Fabio Granata, vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, come ci ricorda sempre Agostino Spataro dalle pagine di Repubblica, per cui già “un mese prima della sentenza aveva chiesto la revoca dei permessi ai vari ministri”.
Cosa deciderà allora il governatore Lombardo che ha bloccato i termovalorizzatori “perché la mafia c'è dentro fino al collo”? Farà la stessa cosa per i rigassificatori?
Che provvedimenti adotterà l'assessore regionale all'energia Giosué Marino, ex prefetto che si è distinto nell'azione antiracket, messo nella giunta da Lombardo per garantire la massima trasparenza nei business dell'energia?

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