sabato 18 dicembre 2010

RIGASSIFICATORE DI P.EMPEDOCLE: TAR LAZIO ANNULLA AUTORIZZAZIONE

Il Tar del Lazio, nella seduta del 13 dicembre, ha accolto tutti i ricorsi presentati contro il decreto della Regione Siciliana, che autorizzava l'ignobile progetto di costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. a Porto Empedocle, sotto la casa natale di Luigi Pirandello e al confine con il parco archeologico di Agrigento, tanto che è stato ironicamente definito come il rigassificatore “Valle dei Templi”. Ci rendiamo conto che si tratta di una prima vittoria e che molto ancora dovremo combattere perché venga sventato il più grave tentativo di attacco mai perpetrato contro la Valle dei Templi nei suoi 2500 anni di storia. Quando, più di 4 anni fa, cominciammo la lotta contro questo ignobile progetto, tutti ci dicevano “non serve a niente lottare, perché ci sono dietro i poteri forti e tutto è già stato deciso”. Rispondemmo che è bello fare la lotta proprio ai poteri forti e che non c'è gusto a farla ai poteri deboli, sempre che esistano i poteri deboli. All'inizio sembrò una lotta disperata, perché ci rendemmo conto subito che non potevamo fare affidamento sui nostri deputati nazionali e regionali in quanto, tranne l'on.Ignazio Messina dell'Idv, sono tutti affetti, di destra e di sinistra, da una malattia perniciosa e incurabile che si chiama ascarismo.

Infatti nessuno di questi politici ascari ha fatto una dichiarazione di soddisfazione per la sentenza del Tar Lazio. Da questa malattia non sono purtroppo esenti i nostri sindacalisti, nessuno escluso. Per fortuna quelli, che all'inizio potevamo sembrare degli isolati “donchisciotte”, trovammo sostegno nel giovane sindaco agrigentino che, pur dovendo affrontare e stabilizzare un'amministrazione trovata sull'orlo del dissesto finanziario, non ebbe alcuna esitazione a schierarsi con noi e a proporre ricorso al Tar. Marco Zambuto, vincendo le pressioni che da più parti gli venivano, ha tenuto sempre la barra dritta e ha dato coraggio a quanti avevamo la voglia di contrastare l'ignobile progetto.
Trovandoci, peraltro, in un contesto difficilissimo, popolato da una borghesia agrigentina accattona e fiancheggiatrice degli interessi della multinazionale dell'energia, supportata anche dai media generalmente fatti di giornalisti pennivendoli. Non per niente, dall'esplosione dell'affaire WikiLeaks, è saltato fuori che molti giornalisti italiani sono a libro paga delle lobby dell'energia. Noi l'avevamo già capito da tempo e l'abbiamo potuto sperimentare sulla nostra pelle, scoprendo che tutti i giornalisti agrigentini e qualche trombone di giornalista nazionale si sono schierati a sponsorizzare il rigassificatore “Valle dei Templi”. Pochissime sono le eccezioni: una di queste è Grandangolo, il giornale che ci ospita, e pochi altri giornali on line.
A livello nazionale, bisogna pure ricordare i coraggiosi giornalisti Carlo Vulpio del Corriere della Sera, Massimo Giannetti de “Il Manifesto” e Andrea Rossi de “La Stampa” che hanno dedicato tre articoli inchiesta sull'argomento rigassificatore, subendo (ci risulta) pensanti pressioni, che però hanno respinto con sdegno.
La sentenza del Tar ha sancito che non si può costruire un rigassificatore da 8 miliardi di mc. in un territorio “nel cui ambito insistono beni culturali di notevole pregio” e per di più con l'arroganza di voler lasciare fuori dal processo decisionale proprio l'ente, il Comune di Agrigento, che di quei beni è il legittimo depositario e tutore. Viene punito, quindi, l'atteggiamento di chi, come il Sindaco Firetto, sosteneva e continua a sostenere che “il rigassificatore appartiene a Porto Empedocle e lo gestisce solo Porto Empedocle”. Come si può pretendere una simile assurdità? A parte il fatto che è previsto che il gasdotto attraversi la zona “Caos” del Comune di Agrigento, sottoposta a doppio vincolo paesaggistico e archeologico, essendo stata delimitata dall'Unesco come “buffer zone” (zona di rispetto) della Valle dei Templi, ma anche se così non fosse, come si può sostenere che una struttura come un rigassificatore da 8 miliardi di mc.sia un affare di un solo Comune e che non interessi invece tutta le comunità circostanti?
E, infatti, il Tar Lazio ha ribadito “la ineludibile necessità della partecipazione del Comune di Agrigento alla conferenza regionale dei servizi”. Un altro passo importante della sentenza del Tar è quello che afferma “il generale principio della partecipazione dei cittadini ai processi decisionali amministrativi che interessano direttamente le scelte incidenti sulla salute, la sicurezza, il benessere ambientale, lo sviluppo ecosostenibile”. Al riguardo va ricordato che, mentre il Sindaco Zambuto concesse il referendum alla popolazione agrigentina, il Comune di Porto Empedocle la negò. Certamente perché aveva paura che si ripetesse il risultato finale di Agrigento: 95% dei No, contro il 5% dei SI'”. Però Firetto ha “compensato” i suoi concittadini, concedendo loro il referendum sul pupazzo di bronzo del commissario Montalbano, creatura di Andrea Camilleri, favorevole al rigassificatore ma contrario alla trivelle in Val di Noto. La sentenza del Tar Lazio è solo una prima vittoria e bisognerà lottare ancora per ricacciare i “veri barbari” nelle loro caverne. “ I veri barbari, secondo Marcel Proust, non sono coloro che non hanno conosciuto mai la grandezza, ma coloro che, avendola conosciuta in passato, non sono più in grado di riconoscerla”.
Infine ci conforta quanto ha detto Marco Zambuto in conferenza stampa mercoledì 15 dicembre che intende, cioè, proseguire la battaglia legale contro l'ecomostro e che ritira anche l'esame del progetto del gasdotto dai lavori del consiglio comunale, come conseguenza naturale della bocciatura del progetto del rigassificatore.
Gaetano Gaziano, presidente associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”

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