martedì 21 febbraio 2012

Rigassificatore di Porto Empedocle, Difensore Civico Europeo apre indagine

Il Difensore Civico Europeo (Mediatore Europeo), Nikiforos Diamandouros (nella foto), ha comunicato di avere aperto un'indagine sul rigassificatore di Porto Empedocle, a ridosso della Valle dei Templi di Agrigento, patrimonio Unesco.
L'indagine scaturisce dalle diverse denunce fatte al Difensore Civico e alla Commissione Europea dalle associazioni agrigentine che hanno contrastato e contrastano l'indecoroso progetto.
Peraltro l'azione di contrasto delle associazioni agrigentine è stata affiancata dalle interrogazioni delle europarlamentari Sonia Alfano e Rita Borsellino.
Sonia Alfano non ha mancato di fare rilevare la contraddittorietà della Direzione Generale della Concorrenza della Commissione che, pur avendo ammesso la presenza degli aiuti di Stato che violano gli articoli e 107 e 119 del Trattato Europeo, ritiene che gli aiuti “con buona probabilità sembrano non turbare il principio della libera concorrenza nel mercato europeo”.
L'accento è stato messo proprio su quell' incomprensibile “sembrano non turbare” e l'intervento del Difensore Civico Europeo mira a verificare i ritardi della Commissione Europea nel sottoporre il governo italiano alla procedura di infrazione del diritto comunitario per la turbativa della libera concorrenza del mercato.
E' stato anche sottolineato come il governo italiano non ha proceduto a notificare alla Commissione Europea la presenza di aiuti di Stato nella costruzione di rigassificatori in Italia.
Tutti gli Stati europei dell'Unione, al riguardo, hanno l'obbligo della notifica, la cui inosservanza comporta l'applicazione di pesanti sanzioni economiche a carico dello Stato inadempiente.
Il terrorismo mediatico, che vecchi e nuovi governi italiani hanno fatto e fanno sulla esigenza di costruire nuovi rigassificatori in Italia perché altrimenti potremmo restare “al freddo e al buio” nei periodi di neve e gelo, è stato clamorosamente smentito dalle recenti ondate di maltempo.
Si è scoperto infatti che l'Italia ha sufficienti scorte di gas per affrontare tutte le emergenze.
Addirittura si è saputo che il rigassificatore di Panigaglia solo in questi giorni di picco energetico sta lavorando a pieno regime.
Come mai non ha lavorato a pieno regime tutto l'anno per costituire quelle scorte di gas di cui abbiamo bisogno?
La verità è che, dopo la scoperta dello shale gas, nel mondo c'è un enorme offerta e, mentre il tutti i Paesi il prezzo del gas è sceso, solo in Italia è aumentato.
Quali interessi tutelano i boiardi di Stato?
Si sa che l'Eni ha stipulato con la russa Gazprom onerosi contratti di fornitura take or pay, per cui qualora non venissero ritirate le forniture di gas prenotate saremmo costretti ugualmente a pagare miliardi di dollari per il gas prenotato e non ritirato.
Il Corriere della Sera del 27 marzo dell'anno scorso ci ha informato che l'Eni ha chiesto di diluire nell'arco lungo di 25 o più anni i contratti take or pay già stipulati.
Ci sono molte ombre nel business del gas, ma ciò che è più grave è il fatto che si specula sul maltempo per spingere in direzione della costruzione di nuovi rigassificatori che servono principalmente se non esclusivamente a chi li costruisce.
Infatti la loro realizzazione non comporta nessun rischio di impresa, avendo una “generosissima” delibera dell'autorità dell'energia e del gas stabilito che a quei “signori”, che costruiscono rigassificatori, sarà garantito in ogni caso l'80% dei ricavi di riferimento (stimati in circa 3 miliardi di euro l'anno) anche se gli impianti dovessero restare inattivi, gravando l'onere della spesa sulle bollette degli Italiani.
L'Italia che è sempre in bilico, come si è visto in questi giorni, tra i Paesi occidentali più industrializzati e il Terzo Mondo farà beneficenza, quindi, ai vari emiri del Qatar (40% del rigassificatore di Rovigo) ai Rockfeller (altro 40%), ai De Benedetti (rigassificatore di Gioia Tauro) e ad altri “illuminati” business-men della finanza internazionale sempre a caccia di affari “garantiti” a danno dei contribuenti.
Ecco perché il prezzo del gas in Italia, a differenza che negli altri Paesi dove diminuisce, è destinato inesorabilmente ad aumentare.
Gaetano Gaziano
Presidente Associazione “Salviamo la Valle dei Templi di Agrigento”
tanogaziano@yahoo.it.

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